Dettagli Recensione
Molto bello
Conoscevo Licalzi come scrittore arguto ed ironico, qui prende una piega riflessiva e malinconica di grande spessore, senza però perdere quel sano senso dell'umorismo .
E' il racconto della vita in un ospizio ma non solo, per voce di un ex ricercatore di grande ingegno, vittima di un ictus che lo ha costretto su una sedia a rotelle, rinchiuso in un corpo debilitato dall'età e dalla malattia, ma con la mente ancora lucida e attiva.
Il buon vecchio Tommaso che fa di tutto per non sembrare buono, ma irascibile e scontroso, a volte persino villano, in un modo per così dire "elegante", sempre col pretesto giusto per maltrattare qualcuno, ci parla della sua vita.
Tommaso racconta con entusiamo del proprio lavoro, con dolcezza della moglie morta da alcuni anni e di quel figlio perduto in tenera età , descrive le insicurezze, le sofferenze dell'età veneranda, ma soprattutto , tra un "vaffa" e l'altro ci fa riflettere sul nostro modo di raffrontarci con la graduale perdita di autonomia e autostima e su come troppo spesso gli anziani vengono scartati come scatole vuote di umanità ormai consumata.
Tommaso ha un carattere difficile, scontroso, quasi disinteressato verso la vita, come un bambino che non vuol più giocare ad un gioco dove un compagno sleale ha barato, così Tomamso si sente nei confronti della vita, che gli ha tolto le persone più care , senza le quali nulla ha più valore o senso, la vita durante la quale non è riuscito a dimostrare una teoria sulla quale ha lavorato per anni, arrabbiato con un Dio che secondo lui ci ha lasciati al nostro destino fino ad ipotizzare che non esista nemmeno tale è il genuino sdegno che gli provocano le ingiustizie verso i bambini e i più deboli.
Ma Elena , una degente del ricovero, riesce a vedere la perla dentro al guscio e lo riavvicina alla vita, che non è un gioco leale ma merita di essere amata e vissuta fino in fondo, insegnandogli a guardare le cose da una prospettiva più alta e più ampia che in fondo è un grande atto di fede verso l'eternità.
Sarà grande la scoperta di Tommaso di poter ancora amare ed essere amato a dispetto delle apparenze e del dolore.
"Io credo che la grandezza degli uomini si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacità di realizzarli, ma ci sono sogni così grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e per aver provato a realizzarli. Uno di quei sogni per cui vale la pena di vivere è vivere una vita che vale la pena di essere raccontata."
Questo è l'insegnamento che lascia Tomamso, in una società abituata a esaltare solo la foto del vincitore sul traguardo dimenticando tutti gli altri, l'aver camminato inseguendo degli ideali, dei sogni, amando, cadendo per rialzarsi, questo è il traguardo.
Finale struggente e non poteva essere altrimenti ma non è una storia triste, in alcuni punti strappa più di un sorriso, Licalzi riesce a non scadere nell'inutilmente lascrimevole e a far riflettere serenamente.
Bel libro, breve e infatti non c'è un pensiero di troppo.
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Commenti
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Ciao
Andrea
Grazie, Pia.
Bella recensione.
Leggetelo, merita davvero :-)
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Grazie dell'interessante segnalazione.
Ciao
Dany