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Che cosa ti aspetti da me?
 
Che cosa ti aspetti da me? 2020-01-06 22:55:38 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    07 Gennaio, 2020
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Non c'è più tempo

Qualche anno fa avevo conosciuto Lorenzo Licalzi grazie a “Il privilegio di essere un guru”, simpatico testo sulle mirabolanti avventure di un dongiovanni di provincia che metteva in luce le doti ironiche e dissacranti dell’autore.
Caratteristiche presenti anche in questo romanzo, “Che cosa ti aspetti da me?”, seppur in quantità minore a causa della diversità di genere.

Stavolta si parla di persone anziane, in particolare di un fisico nucleare di nome Tommaso Perez, costretto a vivere in una casa di riposo per problemi di salute.
Burbero, cinico e disilluso tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Mister vaffanculo”; un motivo di orgoglio ad un’età in cui Perez ha capito di poter finalmente dire ciò che vuole e che davvero pensa, superando qualsiasi forma di ipocrisia e di pudore tipici delle persone più giovani, facendo sfoggio di irriverenza e franchezza tali da sfociare talvolta in pura maleducazione e cattiveria.
Forse si tratta di una magra consolazione, per un uomo non più autosufficiente a livello fisico ma ancora brillante nel pensiero, seppure tutti o quasi sembrano essersene dimenticati.

Ma la vita, anche per un vecchio decrepito divenuto la caricatura di se stesso, non smette mai di stupire ed emozionare. E così facciamo la conoscenza di Elena, che ha settantasette anni, gli occhi e la mente sognanti come quelli di una bambina, e che come il protagonista si è concessa il lusso della sincerità e dell’abbattimento di qualsiasi ipocrisia. Ma in modo molto diverso da Perez. Che si domanda se ci possa ancora innamorare alla sua età.

Curioso il fatto che Licalzi abbia fondato e diretto una casa di riposo, prima di dedicarsi completamente alla scrittura.
Non stupisce quindi il fatto che sappia toccare le corde giuste, descrivendo situazioni tragicomiche, malinconiche, pregne di frustrazione, di stanchezza e di attaccamento alla vita al tempo stesso.

“Che cosa ti aspetti da me?” è un breve romanzo che non colpisce per uno stile particolare o per altre caratteristiche da ricercare in libri di altra caratura. Ma riesce perfettamente a fare quello che, credo, l’autore si fosse prefissato.
Ovvero emozionare, scaldare il cuore con una storia semplice ma ricca di spunti e di riflessioni universali, senza tempo.

Perché i giovani di oggi, come me, saranno i vecchi del futuro. E come i protagonisti di questa vicenda, proveremo rabbia per le cose che non saremo più in grado di fare e ancora più per quelle che non abbiamo fatto o troppo a lungo rimandato. E forse soltanto allora capiremo quella frenesia, quell’irrequietezza tipica di alcuni anziani attivi che, al pari dei bambini, non sono contenti fino a che non realizzano qualcosa che si sono messi in testa.

Avere idee. Uno scopo, un progetto futuro. Sognare ancora ad occhi aperti. Anche a ottant’anni. Ne vale sempre la pena.

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Commenti

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Letto tanto tempo fa, ne ho un piacevole ricordo.
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Vita93
08 Gennaio, 2020
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Mi fa piacere.
È una storia semplice, non per questo elementare. Sono sicuro che anche in me, tra qualche anno, lascerà un ricordo altrettanto piacevole.
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