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Di chi è la colpa
 
Di chi è la colpa 2021-12-25 19:18:32 68
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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68 Opinione inserita da 68    25 Dicembre, 2021
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Colpa e colpevolezza

Un mimetismo assoluto e furtivo ha avvolto sin da bambino la vita del protagonista, oggi scrittore affermato, che cerca di comprendere e sviscerare la differenza tra una vita vissuta e una di cui avrebbe potuto scrivere. La scrittura, in questo senso, lo aiuta almeno a ...’ smettere di non dire la verità “....
In lui un reiterato senso di colpa e qualcuno a cui attribuire l’ incomprensibile, il non detto, le omissioni e le sottomissioni, l’ incontro tardivo con un ramo della famiglia, quello materno, fortemente radicato nella tradizione e nella religione ebraica, il non essere informato di niente, sentendosi tradito.
La rivelazione materna, improvvisa e inaspettata, l’ appartenenza alla famiglia Sacerdoti, tradizione, cultura, potere, denaro, ebraismo, tutto quello che finora non era stato, un viaggio lussuoso in una dimensione alternativa.
E allora di chi è la colpa, che cosa resta e quale futuro, una volta che la vita pone di fronte a tragedie improvvise, a un destino non scritto, che ci cambia per sempre?
Il protagonista racconta, molti anni dopo, quello che è stato, fatti, desideri, possibilità, attratto e respinto da un mondo esecrabile e autocelebrativio, alla disperata ricerca di amore e di una musa ispiratrice, intrappolato in una ...” cappa ammorbante “.... da cui cerca di liberarsi grazie alla scrittura, una famiglia e un passato pesanti che puntualmente ritornano anche quando pensa di esserseli lasciati alle spalle.
È una vita non infelice ma ....” i bambini si adattano a ogni cosa “..., e poi ...” l’ infelicita’ comporta consapevolezza e aspettative “..., è un’ alternanza continua, inafferrabile, due genitori diversi percepiti come un’ ossessione e un’ assenza protratta, una vita vissuta in un quartiere piccolo borghese, tra litigi continui e carenza di denaro, eroismo paterno e una madre ossessionata da costose forme di megalomania .
Che cosa resta della propria infanzia perduta se non il poco tempo trascorso con genitori inferociti che hanno acuito il proprio senso di oppressione, solitudine e sconforto, sperando di addormentarsi presto e ogni volta di risvegliarsi sapendo di averla fatta franca?
“ ...Erano semplicemente lui e lei, non mamma e papà ...”, c’è da chiedersi da dove nasce questo personalissimo senso di manchevolezza, perché ci si reca a scuola odiandola, perché qualsiasi affetto e intimità con la propria madre è precluso e non si ritornerebbe a quei tempi.
Ci sarà un dopo, un destino mutato da un viaggio, dalla generosità di uno zio Pigmalione, dalla consuetudine con i propri cugini, modificando la percezione del proprio destino, l’ idea che la vita vissuta finora non era l’unica possibile .
Ecco un’ infatuazione per chi ci ha iniziato alle delizie dell’edonismo mentre il passare del tempo esclude che questa possa essere la sola famiglia possibile, alimentando un senso di estraneità contrario al tentativo di assimilazione.
Nella famiglia Sacerdoti si respira un senso di espansiva asetticità, si ride di cose poco divertenti, si soffre di megalomania, e persino l’ ebraismo diviene una cosa poco seria, una coccarda da ostentare in società, un brand, un simbolo di distinzione intellettuale e di rigore morale non così vincolante.
E allora al protagonista mancano i propri genitori, quella ossessiva presenza, semplicemente una parte della propria storia, la più importante, e quale il proprio ruolo in quello che è stato e non è stato?
Un romanzo corposo con un linguaggio che richiama un’ ampollosa presenza, una forma barocca con tratti ottocenteschi che rischia di perdersi in ridondanza e autocompiacimento piuttosto stucchevoli. L’eccesso stilistico condanna lo stile, vittima di se stesso, la ricerca di un colpevole si copre di colpevolezza, il detto e ridetto di noia molesta, a un certo punto mi sono sentito senza fiato, inseguito da paroloni fini a se stessi, e da un tentativo di dare un senso laddove senso non c’è. Ed allora c’è da chiedersi: “ ... di chi è la colpa ...”?

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Commenti

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Un autore che non ho mai letto. Non so se ne valga la pena. Dalla tua valutazione, Gianni, penso che comunque non sia questo il libro adatto a cominciare.
Ciao Gianni, voglio leggerlo anch'io questo libro. Ho aspettative piuttosto alte visto che finora avevo letto solo recensioni con valutazione molto positiva se non entusiastiche...
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68
05 Gennaio, 2022
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Ciao Emilio, personalmente questo autore non mi entusiasma, laddove lo stile è artificioso e poco fluido, eccessivamente formale e caratterizzante tutto il resto sovrastandolo. I temi sono gli stessi, un mondo borghese intrafamigliare tra ebraismo e sensi di colpa... non so se apprezzeresti...
In risposta ad un precedente commento
68
05 Gennaio, 2022
Ultimo aggiornamento:
05 Gennaio, 2022
Segnala questo commento ad un moderatore
Ciao Chiara, sinceramente mi aspettavo di più e ricordavo qualcosa di meglio, anche se l’ autore non mi entusiasma ( lèssi “ con le peggiori intenzioni “ ). Personalmente ho trovato il romanzo poco scorrevole e piacevole, eccessivamente pomposo e ripetitivo, oltre che ridondante nella costruzione e nello stile.
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Chiara77
05 Gennaio, 2022
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Che peccato! Anch'io, pur non avendolo letto, pensavo a un romanzo molto migliore. In particolare non mi convince lo stile pomposo, artificioso e poco fluido perché anche a me non piace affatto.
In risposta ad un precedente commento
68
08 Gennaio, 2022
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Completamente d’accordo, sarà che i miei gusti letterari stanno altrove...
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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