Tutti i nostri oggi sbagliati
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Geni imbecilli ne abbiamo?
Più leggo storie che si concentrano sui viaggi nel tempo, più rimango delusa dal modo in cui un trope così intrigante viene sprecato in drammi strappalacrime e polpettoni sentimentali. Eppure io so per certo di aver adorato diversi titoli rientranti in questa categoria, quindi posso solo ipotizzare che a farmi innamorare non sia stato tanto il concetto in sé quanto la sua esecuzione in determinate narrazioni. Di certo il colpo di fulmine non è scattato con "Tutti i nostri oggi sbagliati", romanzo d'esordio di Mastai che già ad un anno dall'uscita sarebbe dovuto diventare un film, e poi una serie TV; il fatto che ad oggi non sia diventato ancora un bel niente penso sia significativo.
La storia inizia in una versione utopica del nostro mondo, dove l'accensione di un macchinario in grado di generare energia illimitata -noto come Motore di Goettreider- nel luglio del 1965 ha reso possibili incredibili sviluppi tecnologici. Si è arrivati perfino ad un passo dal viaggio temporale, per merito dello scienziato Victor Barren, il padre del protagonista Tom; quest'ultimo non condivide il genio paterno e si sente da sempre in difetto nei suoi confronti. L'improvvisa morte della moglie convince Victor ad assegnare al figlio un posto nella sua squadra, e questo sarà il primo passo di Tom verso un salto nel passato dai risvolti inaspettati.
Pur avendo parecchie critiche da muovere al romanzo, non nego mi abbia anche colpito in positivo in più punti. Ad esempio, ho appezzato il tono volutamente umoristico della prosa e la scelta di un protagonista a dir poco imperfetto: in un cast composto per la maggior parte da geni inarrivabili, Tom è un uomo semplice, che commette tanti errori e cerca di porvi rimedio con i suoi limitati mezzi. La sua voce dà poi un taglio decisamente divertente alle vicende, includendo perfino dei riepiloghi che mettono in prospettiva le sue azioni e contribuiscono a renderlo simpatetico al lettore.
A parte alcuni scambi ironici, i passaggi che ho trovato più validi sono quelli in cui si affronta il tema del lutto, perché ritengo che le riflessioni del protagonista siano genuine ed emozionanti al punto giusto. Forse per questo i numerosi dialoghi preghi di retorica hanno fatto schizzare i miei occhi al soffitto! infatti, capita spesso che i personaggi (e specialmente il protagonista) attacchino con degli pseudo-monologhi del tutto fuori luoghi e per nulla verosimili. Tra i difetti secondari potremmo includere anche la scarsa logica dietro diversi dettagli fantascientifici, la presenza di un sottotesto pro-life non di mio gusto e l'estetica scelta: non si tratta di un problema esclusivo dell'edizione italiana, ma comunque ritengo si potesse presentare meglio questo genere di storia.
Ma perché parlo di difetti secondari? perché i veri problemi di questo titolo sono altrove. Abbiamo infatti una componente romance parecchio prepotente, che a più riprese sembra rivendicare il focus della narrazione; il tutto per regalarci scene di disagio (causate da instalove anacronistici) e di inquietudine, dove l'ossessione viene spesso scambiata per amore e dove ogni comportamento del partner può essere scusato. Neanche a dirlo, nessuna delle dinamiche di coppia presentate mi ha convinto, e questo è dovuto in buona parte alla caratterizzazione superficiale dei coprotagonisti.
La trama banale e artificiosa rappresenta l'altra grande mancanza del romanzo. Innanzitutto, lo spunto è poco motivato: tutto comincia perché Victor inventa una macchina in grado di viaggiare nel tempo, ma perché lo fa? a quanto pare, un po' per vanagloria e un po' per creare un nuovo ramo del turismo per ricconi. Accettato questo pretesto sciapo, ci troviamo di fronte ad un intreccio privo di conflitto, nonostante i buoni spunti non manchino: Tom potrebbe voler salvare la madre, o cambiare il suo rapporto con il padre, oppure ancora avere successo nella vita. Ovviamente, non farà nulla di tutto ciò, eppure il libro si conclude con il più zuccheroso ed immeritato degli epiloghi! Con buona pace di tutti quelli che ci hanno rimesso nel mentre.
Indicazioni utili
- sì
- no
Un viaggio nel tempo... nel presente.
Premessa: purtroppo non ho mai letto molto di fantascienza. Un po' me ne pento, ma per una ragione o per un'altra, non ho mai avuto davvero l'occasione di dedicarmi a questo genere letterario.
Per questo, quando spulciando tra gli scaffali in biblioteca ho trovato questo libro di fantascienza, all'inizio ero molto titubante. E invece ora non mi pento di questa lettura, per niente.
Un classico tema nel mondo della fantascienza è, a mio parere, il viaggio nel tempo, magari per cercare di cambiare il proprio destino. Niente di nuovo su questo per quanto riguarda "Tutti i nostri oggi sbagliati". Eppure, allo stesso tempo, il romanzo è estremamente nuovo, già nelle prime pagine in cui il nostro protagonista si presenta (o meglio, confonde ancora di più le idee al lettore con tutti i suoi discorsi, inizialmente senza senso).
Tom Barren, il nostro uomo, è un personaggio a cui vi affezionerete sicuramente. La geniale idea di usare la prima persona da parte di Elan Mastai, autore del romanzo, fa sì che si costruisca un legame sentimentale con il protagonista mano a mano che la lettura procede. Tom vive in un 2016 che non è il nostro 2016, ma il 2016 come gli uomini e le donne pensavano sarebbe stato negli anni '50. In questo alternativo 2016 tutto è perfetto grazie al Motore di Goettreider che sfrutta la rotazione costante del pianeta permettendo così di avere un quantitativo illimitato di energia. Sembrerebbe tutto incredibile; non è così per Tom che in quel 2016 si sente inadeguato ma nel nostro disastroso mondo si sente realizzato. Infatti s'innamora, è felice, si costruisce una famiglia. E per di più non si sente disprezzato dal padre, il creatore del Motore di Goettreider.
Tom si trova davanti a un importante dilemma da risolvere, dilemma su cui si basa l'intero romanzo: cosa dovrebbe fare Tom? Rimanere nel nostro 2016, essere felice danneggiando così l'intero mondo o tonare nel suo 2016, tornare alla sua vita disastrosa assicurando all'umanità un mondo perfetto?
Per scoprirlo non posso che dirvi: Buona Lettura! :)
“Dunque, il fatto è questo: io vengo da un mondo che avremmo dovuto avere. Il che per voi non significa nulla, ovviamente, visto che vivete qui, in questo schifo di mondo che invece abbiamo”.