Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Le quattro casalinghe di Tokyo
 

Le quattro casalinghe di Tokyo Le quattro casalinghe di Tokyo

Le quattro casalinghe di Tokyo

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Nel turno di notte di una fabbrica lavorano quattro amiche logorate dalla vita casalinga e coniugale. Il loro sistema nervoso è sottoposto a una continua tensione. La prima a cedere è la più giovane, la graziosa Yayoi, moglie esemplare. Una notte, in un impeto di rabbia, strozza con una cintura il marito, tornato a casa ubriaco dopo aver dilapidato tutti i risparmi con una ragazza cinese abbordata in un bar. Yayoi chiede aiuto a Masako, l'amica più intelligente e coraggiosa, che a sua volta coinvolge Yoshie, una donna angariata da una figlia adolescente capricciosa e da una suocera invalida.



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Le quattro casalinghe di Tokyo 2020-11-25 23:13:50 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    26 Novembre, 2020
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UN LIBRO CHE NON TI ASPETTI

Mi sono avvicinata da poco alla letteratura giapponese, non sapevo cosa aspettarmi da questo libro ma ne sono rimasta letteralmente folgorata, sia dalla trama che dallo stile dell'autrice.
La Kirino è riuscita a creare una storia molto appassionante, cruda, ma sincera delineando quattro donne in maniera verosimile e riuscendo a far entrare il lettore nel vivo della narrazione, sorprendendolo e sconvolgendo. Quello che rimane a fine lettura sono delle sensazioni contrastanti, di stupore, di rabbia, di rassegnazione ma sono consapevole del fatto che è un libro che non dimenticherò.
Tutto ruota attorno alla fabbrica di cibi precotti dove le quattro protagoniste lavorano e svolgono il turno di notte, è una sorta di inizio e di fine della storia, è il punto dove le donne si ritrovano e dove decidono di compiere un viaggio verso l'ignoto, dove non ci sarà il biglietto di ritorno. La scelta di una di loro determinerà una serie di eventi a effetto domino che sconvolgerà la vita di tutte loro.
Le quattro casalinghe di Tokyo sono delle donne molte diverse, nell'intreccio narrativo spicca Masako, un personaggio molto complesso da capire, ma che farà da "collante" alla storia; una donna determinata, fredda, sempre lucida nella sua follia, senza scrupoli e senza nulla da perdere. Un personaggio delineato in maniera convincente, che sconvolge nel suo infinito autocontrollo in ogni tipo di situazione.
Yoshie, grande lavoratrice, vedova che vive con la suocera intrappolata in una casa e in una vita che non le appartiene più, è sempre al verde e deve riuscire a far quadrare i conti, senza nessun aiuto.
Yayoi, la più bella del gruppo, giovane trentacinquenne che sta vivendo un momento difficile del suo matrimonio e ha due figli piccoli.
Kuniko, la più giovane del gruppo, forse anche più ingenua e meno leale delle quattro, con lei ho da subito provato un'antipatia immediata, si considera meno degli altri perché è in sovrappeso ed è una malata di shopping compulsivo.
"Aveva il cuore in tumulto, stava perdendo il senso della realtà.Riconobbe che guardare e toccare un morto era assolutamente qualcosa di contrario alla natura umana. "
All'inizio il lettore viene a conoscenza di un evento molto grave che avrà delle ripercussioni sul resto del libro, ci sono delle scene molto forti che sicuramente non sono adatti a tutti, l'autrice ha una capacità sicuramente notevole nel descrivere le varie situazioni che accadono, tanto che incutono terrore e ansia a chi sta leggendo. Tanto più se vi capiterà di leggerlo di sera, d'inverno e con la pioggia.
Le donne sono le protagoniste del libro: fragili, forti, spietate, arriviste, umiliate, derise ma anche che feriscono e possono essere diaboliche.
Il denaro è l'altro elemento che unisce tutti i personaggi, sono i soldi che cambiano il corso degli eventi, che fanno commettere dei gesti estremi, che cambiano in meglio o in peggio la vita delle persone.
"Due individui sulle sponde opposte di un grande fiume, separati da nere acque profonde che non sarebbero mai riusciti ad attraversare. Non avrebbero camminato più sulla stessa sponda, perchè lei non l'avrebbe mai perdonato."
Lo stile e il modo di scrivere della Kirino sono semplici ma molto diretti, la sua narrazione coinvolge e appassiona il lettore nonostante la mole del libro, quasi settecento pagine, il romanzo scorre via veloce e alla fine il lettore è consapevole di aver fatto una vera e propria esperienza di lettura.
"Non doveva tradirsi, a nessun costo. Doveva arrivare fino in fondo, da sola. Non poteva scoprire il più piccolo lato debole, tutto doveva rimanere nascosto."
Non conoscendo molto la cultura giapponese, ne sono rimasta affascinata e ho apprezzato che alcuni termini siano stati spiegati nel corso del testo.
Consiglio questo libro perché è una lettura che fa riflettere, nonostante sia stato scritto nel 1997 è ancora molto attuale, anche se non rientra nella vostra confort zone è un romanzo che dovreste prendere in considerazione, che lascia qualcosa al lettore che decide di intraprendere questo viaggio.
Non sarà l'ultimo libro che leggerò della Kirino.


















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Le quattro casalinghe di Tokyo 2020-10-29 07:14:31 Andre
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Andre Opinione inserita da Andre    29 Ottobre, 2020
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Sugo rosso alla giapponese

Titolo abbastanza fuorviante quello italiano, Le Quattro Casalinghe di Tokyo (trad. Lydia Origlia). Tutto è infatti, fuorché un simpatico racconto di casalinghe. Natsuo Kirino pubblica il romanzo nel 1997, ma in Italia arriva soltanto nel 2003, e scuote fin da subito anche gli animi più calmi e tranquilli.

Quattro donne impegnate nella quotidianità più "classica" del termine, che condividono lo stesso puzzolente posto di lavoro: operaie a una catena di montaggio di "colazioni". Qui fin da subito riusciamo a carpire la genialità dell'autrice che riesce, complice minuziose ma non pesanti descrizioni, a farci annusare addirittura il puzzo fetido e marcio della fabbrica.

Masako, la "Maestra", separata in casa e con un figlio nullafacente.

Kuniko, la vanitosa e ingenua.

Yoshie, la stressata super-lavoratrice divisa tra occupazione, figli e suocera invalida.

Yayoi, moglie succube di un alcolizzato giocatore d'azzardo, che una sera si ritrova - in un disperato gesto d'ira - a soffocare il marito che poco prima aveva perso tutto al gioco.

Yayoi, all'inizio in preda al panico, affida successivamente alle tre colleghe il compito di disfarsi del cadavere. Masako, la fredda esecutrice, dirige i lavori sapientemente e senza mai perdere lucidità: quel corpo andrà fatto a pezzi e poi gettato in diversi punti della città. Fino a qui, tutto bene, fino a che cioè una di loro non commette un'unica, imperdonabile svista. Qualcuno che non ha nulla da perdere si mette sulle tracce dell'omicida, ma la strada si complica, e la cravatta si stringe inesorabilmente per le nostre quattro feroci eroine. Un tragico finale, purtroppo, sarà ad aspettarle.

Natsuo Kirino è veloce, spedita nella scrittura, e il suo rapporto con le protagoniste è palesemente "bipolare": si passa dal considerarle eroine - appunto - di una società moderna opprimente e maleodorante al reputarle spietate assassine prive di cuore alcuno.

La visione predominante è quella omerica, dell'uomo vittima dei propri impulsi primordiali ma mai irrazionale e sempre freddo e lucido. La moneta sonante, gli yen, sono quella macrocategoria che tutto domina, tutto comanda: e dove l'euklèia - la buona reputazione - viene alla fine meno, vince su tutti la timè - l'onore e l'impegno della parola data, anche se si tratta di efferato omicidio e anche se si andrà incontro a una sorte inesorabile.

Sicuramente uno dei volumi Japan-oriented più influenti degli ultimi anni, un thriller che rimarrà attuale ancora per molto, molto tempo.Un libro che vi farà deglutire amaramente, una lettura piena, col Giappone però sempre nel cuore.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2016-05-27 19:28:14 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    27 Mag, 2016
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Quattro donne...a pezzi.



Quattro donne.
Quattro colleghe.
Quattro vite messe a dura prova.
Quattro anime insoddisfatte alla ricerca di una via di fuga, di riscatto.
Yaoyoi, Masako, Yoshie e Kuniko "sono" tante cose...ma casalinghe proprio no.
Non lo sono.
Il titolo è fuorviante, il termine "casalinghe" è utilizzato impropriamente per indicare una posizione sociale di inferiorità, di sottomissione al potere maschile, di silenziosa frustrazione nei confronti di una società che non permette la realizzazione lavorativa di una donna.
Le protagoniste di questo romanzo non sono amiche, non nel senso comune che diamo a questa parola, e tutto quello che faranno l'una per l'altra non sarà espressione di solidarietà, amicizia, empatia, sentimento...sarà soltanto l'occasione per cambiare le loro tristi esistenze, fatte di incomunicabilità familiare, ingratitudine filiare, assistenze forzate, possibilità economiche ristrettissime ai limiti della sopravvivenza, rifiuto della realtà con conseguente alterazione della percezione personale.
Con questi ingredienti la Kirino ci prepara un piatto, a mio parere, delizioso, raffinatissimo, saporito e stuzzicante...per quanto a tratti indigesto.
Una scrittura chirurgica, che indaga, scava, analizza, viviseziona (e non in senso metaforico a volte) ogni aspetto di tutti i personaggi, di tutte le situazioni, non lesina sui particolari, ma non tedia con inutili descrizioni.
Tutto è funzionale, e tutto funziona.
Un intreccio impeccabile, costruito con un ritmo pacato, ma incalzante.
Non ci sono colpi di scena, ritmi frenetici, situazioni adrenaliniche, ma non puoi fare a meno di sentirti coinvolto dalla storia, dai personaggi, perché l'autrice ti fa entrare nella loro "testa".
Ed è proprio grazie a questo grande lavoro di introspezione psicologica che si viene a stemperare l'aspetto trucido, violento e macabro della storia.
Ma quanto può essere alto il prezzo da pagare per riscattare una vita di rinunce, priva di affetti, dove anche la dignità è calpestata?
Quanto può essere profonda quella parte "nera" che inconsapevolmente celiamo dentro di noi?
Ma una volta aperto il coperchio delle tenebre interiori, non c'è più possibilità di ritorno...c'è solo l'inferno ad attenderti.
Irrimediabilmente.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2015-10-24 22:40:22 martaquick
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martaquick Opinione inserita da martaquick    25 Ottobre, 2015
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Resistere o cedere alle crudeltà della vita

Questo libro l'ho divorato. Speciale. Non so esprimere quanto mi sia piaciuto.
La vita sa essere molto amara, soprattutto per noi donne che dobbiamo destreggiarci tra casa lavoro e figli ed inoltre rimanendo delle brave mogli e mostrando sempre la facciata migliore ai vicini.
Questo libro parla di quattro donne giapponesi che affrontano tutto questo da sole, hanno vite che sentono non più loro, dove il loro apice della giornata è potersi finalmente stendere a letto per riposare.
Come ci dice già la trama del libro, una di queste donne esasperata dal comportamento del marito lo uccide e chiede aiuto ad una delle sue colleghe, una di queste protagoniste, per liberarsi del corpo. Questo omicidio scatenerà una serie di fatti incatenati tra loro che coinvolgerà le loro vite e anche le vite di chi gli sta intorno.
SI parla di noia, di routine, di lavoro pesante che rende la vita insopportabile e di voglia di libertà e anche di pazzia; la vita di queste donne gira attorno al denaro e alle apparenze, chi dal punto estetico chi dal punto i vista sociale. Donne rifiutate o donne sfruttate. La donna è vittima in questo libro e mi ha colpito il fatto che quasi tutti i personaggi maschili sono persone malvagie o meschine o che agiscono soltanto per i loro interessi.
Nell'evolversi delle vicende però ci saranno cambiamenti per tutte loro perchè gli stimoli e lo stress a cui sono sottoposte a causa dell'omicidio le porterà tutte ad una svolta nelle loro vite, non è detto che siano però cambiamenti positivi..
Durante la lettura non riuscivo proprio a togliere gli occhi dalle pagine, la scrittura di questa autice è scorrevole e il libro risulta accattivante, un vero thriller in stile giapponese, con questa aura un po' spirituale.
L'unica cosa che a me ha leggermente deluso è il finale, che me lo aspettavo così ma non con certe sfumature che ti restano. Forse lo preferivo più freddo e distaccato come era la maggior parte del libro. A parte questo è decisamente un ottimo thriller, lo consiglio a tutti.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2015-10-19 12:15:16 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    19 Ottobre, 2015
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business is business

La prima traccia che si avverte e’ olfattiva, olio fritto, unto, l’aria pesante che si mischia al disinfettante cui le mani sono sottoposte quotidianamente, prima di entrare nella fabbrica di cibo pronto.
E’ il turno di notte, quello meglio pagato, quello piu’ pesante.
Poi si inala il tanfo di escrementi e di formalina nella minuscola, decadente abitazione di Yayoi , vedova rassegnata alla cura dell’anziana suocera e al conflitto con le figlie ingrate. Odora invece di nuovo la bella automobile cabriolet di Kuniko, costosi i suoi gioielli e gli abiti alla moda, peccato il tutto si mischi al pruriginoso miasma del debito insulso, quello che accalappia e incarcera nel circolo dell’usura.
Quindi la graziosa casa di Masako, non lussosa ma ordinata, eppure la fragranza dei pasti e’ sgradevole quando la famiglia e’ sgretolata e soffocata dalle nubi della solitudine. Infine Yoshie, due bimbi e un gatto ed i risparmi di una vita per la casa sognata. Profumo di pace se lui ogni sera non tornasse ubriaco, infatuato di altre donne. Se lui non alzasse il pugno per picchiarla, se lui non si fosse giocato tutti i soldi : una cintura, il momento propizio, tutta la forza per ucciderlo. Che leggerezza, adesso.

Quattro colleghe, quattro casalinghe, quattro macellaie, quattro complici.
Quattro donne.

Bello questo thriller dalle scene maneggiate con moderazione, merito della penna forgiata in uno stile molto giapponese che ci regala un incedere tranquillo e pacato in netto contrasto col contenuto decisamente cruento. Non si specula sul sangue sebbene esista e non si possa tacere, molto invece sono sviluppate l’analisi psicologica e la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambiente sociale. Cosi’ il mal di vivere, la follia, l’apatia, l’umiliazione, la nostalgia e la rabbia diventano elementi del thriller.
E poi , ovviamente, non dimentichiamoci che il business e’ business.
Un mix insolito e decisamente scorrevole, buona lettura.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2014-12-12 21:34:14 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    12 Dicembre, 2014
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L'abito non fa il monaco...

Lo confesso, ho sempre avuto un debole per le donne giapponesi.. purtroppo non ho mai avuto modo di conoscerne una 'dal vivo', la mia passione per loro è di natura puramente 'chimerica' perchè nata e coltivata grazie al cinema e ai numerosi film ambientati in Giappone che ho visto.
Ed ovviamente non mi riferisco alla donna giapponese in genere, perchè naturalmente non sono tutte uguali, anche in Giappone esistono diversi esemplari di donna, un pò come dappertutto credo...
C'è il modello 'manga', una sorta di velina con bollenti pruriti adolescenziali, c'è il modello 'geisha', c'è il modello 'imperiale', donna austera con notevole propensione al comando, fredda e razionale nelle decisioni, estremamente rispettosa delle regole e dei principi morali e, naturalmente, non manca neanche l'onnipresente modello 'lombrico', donna viscida, stupida, invidiosa ed approfittatrice.
Ma quello che mi affascina maggiormente è il modello 'double face', donne plasmate con ferro e seta, altro che da una costola di Adamo.. perchè dietro un visino angelico, una carnagione pallida, quasi eterea, un'apparente innocenza, nascondono un impeto, una combattività ed una volontà di reagire che quando esplode diventa incontrollabile.
Come Yayoi, una delle 4 casalinghe, giovane, bellissima, moglie fedele e madre coscienziosa, che stanca di sopportare il comportamento depravato del marito, lo uccide, con fermezza, senza il minimo ripensamento o esitazione, ritenendo quella la giusta 'punizione' per un uomo che continuava a sperperare tutti i suoi risparmi nel gioco d'azzardo e con le prostitute, senza alcun rimorso e vergogna nei confronti della moglie e della famiglia (piccola precisazione: nel titolo del libro si parla di casalinghe, forse per mettere in risalto che si tratta di donne 'comuni', nella norma, che proprio tra le mura domestiche compiono gesti di un'efferatezza fuori dalla norma; ma in realtà svolgono un lavoro da operaie nel turno di notte in una fabbrica di prodotti alimentari.. definirle casalinghe mi sembra poco appropriato, soprattutto se paragonate alle 'casalinghe' disperate del mondo occidentale...)

Poi c'è Masako, la 'mente' del gruppo, razionale, calcolatrice, si presta sin da subito ad aiutare l'amica nell'occultamento del cadavere del marito scegliendo l'unico metodo più 'sicuro': farlo a pezzi e sparpagliarlo qua e là nei cassonetti della spazzatura della città.
Solo una donna come Masako avrebbe potuto accettare un simile 'lavoro'.. non lo fa per amicizia, non lo fa per Yayoi, ma lo fa per se stessa... perchè vede in quell'occasione una porta aperta verso un altro mondo, un'altra vita, la possibilità di rivincita verso il mondo che la circonda e che l'ha umiliata, costringendola ad abbandonare un lavoro in cui credeva, in cui era la migliore, ma in cui la sua intelligenza e le sue abilità urtavano l'orgoglio dei capi, uomini poco disposti a farsi prevaricare da una donna. Per questo Masako smette di lottare, si chiude in se stessa, isolandosi da tutto e da tutti, persino dalla sua famiglia.
Sin quando Yayoi non le chiede aiuto e lei accetta senza esitare; con la fredda razionalità che la contraddistingue, organizza tutto nei minimi dettagli, coinvolgendo nelle 'attività di smaltimento' le altre due protagoniste del romanzo, Kuniko e Yoshie, le più deboli ed inaffidabili, guidando le loro azioni con la sua acuita capacità di percezione e valutazione. Del mondo, ma non di sè.

Si tratta quindi di una storia tutta al femminile, quello dell'omicidio è quasi un pretesto che la scrittrice usa per offrire al lettore uno spaccato della vita e della condizione della donna nella società giapponese, un ambiente metropolitano inquinato nell'aria ma anche dentro, negli individui che lo popolano, ciascuno con un'ombra cupa, personale, che li tormenta, che nascondono all'esterno ma che si allunga e s'infittisce nel loro animo, fin quando non prende il sopravvento manifestando tutto il loro male di vivere.
E nelle donne da sempre costrette - per un retaggio culturale vecchio di secoli - ad un atteggiamento remissivo e di totale sottomissione all'uomo, questo disagio, questa solitudine interiore accompagnata dal desiderio lacerante di opporsi, di cambiar vita, di trovare una via d'uscita (da qui il titolo originale 'OUT' del romanzo, secondo me molto più appropriato), è ancora più marcato ed evidente.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2010-10-24 17:23:54 eleonora.
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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    24 Ottobre, 2010
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Le quattro disperate di Tokyo

Le quattro donne, protagoniste del romanzo, lavorano al turno di notte all’interno di una fabbrica che produce cibi precotti, ed è questa la semplice relazione che all’inizio della vicenda lega i loro destini, oltre all’immensa solitudine e disperazione che attanaglia la povera vita di ognuna.
La vita di Masako moglie e madre di un marito e di un figlio con i quali condivide solo lo stesso tetto, infatti in casa è come se avessero alzato una sorta di barriera individuale.
La vita di Kuniko, giovane donna che cerca di vivere al di sopra delle proprie possibilità economiche, cercando negli oggetti materiali una sorta di affermazione di se stessa.
La vita di Yoshie che dopo la morte del marito si è trovata a dover accudire la suocera inferma e a mantenere le figlie con le quali non ha alcun rapporto affettivo.
E la vita di Yaoyoi moglie e madre di due bambini, apparentemente la donna più tranquilla ,ma che una volta oltrepassata la soglia di sopportazione si trova ad uccidere il marito dopo aver scoperto che stava dilapidando i loro risparmi giocando d’azzardo.
Sarà questo omicidio che innescherà una serie di avvenimenti che coinvolgeranno le quattro donne, che spinte per lo più dai soldi aiuteranno l’amica a sbarazzarsi del cadavere. Le loro vite verranno sconvolte subiranno ognuna un forte cambiamento interiore e vivranno una serie di fatti intricati che sfumeranno pagina dopo pagina in una sorta di “ horror”.
Un libro che tiene con il fiato sospeso, che mi ha fatto immergere in una sorta di inquietudine e di suspence, dove non c'è spazio per i "buoni" sentimenti. Nonostante le quattro donne siano estremamente sole e disperate, il legame che si crea tra di loro non è di amicizia né di solidarietà, ma è come se dipendessero l’una dall’altra pur rimanendo nella loro individualità, sfruttandosi a vicenda per cercare di sopravvivere.
Ognuna è mossa dall'esigenza di trovare uno spiraglio di vita nuova, alla ricerca di un destino diverso senza più vincoli e costrizioni dove il dio denaro crea l'illusione di poter dare un taglio netto con il passato.

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Le quattro casalinghe di Tokyo 2010-04-04 15:53:33 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    04 Aprile, 2010
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Masako ...sayonara

Noir al femminile ambientato in Giappone. L'autrice Natsuo Kirino, non si limita a scrivere un buon poliziesco ma crea un romanzo che fa emergere uno spaccato sociale ben delineato, la sottomissione delle donne vittime di violenza in una società maschilista egocentrica e disumanizzata.
Le donne casalinghe sono uguali un tutto il mondo, puliscono e profumano la casa, cucinano cibi nutrienti e gustosi, lavano regolarmente il bucato, accudiscono mariti e figli, insomma sono le regine indiscusse della casa.
Cosa succede in una società capitalistica e costosa se le donne vogliono arrotondare a fine mese senza perdere questo ruolo di responsabili del focolare domestico? ...Si cercano un lavoro di notte.
Yaoyoi, Yoshie, Kuniko e per ultima Masako, la vera protagonista di tutto il romanzo, lavorano di notte in una fabbrica di cibi pronti, un lavoro faticoso ed umiliante. Ciascuna sogna di cambiare in meglio la propria vita, inaspattatamente un delitto cambia tutto, pian piano assaporano il gusto che può arrecare il possesso di tanto denaro, scoprono la libertà del proprio animo, quello che finora la routine aveva celato nel più profondo nascondiglio dell'anima, Masako addirittura dimostrerà di essere superiore rispetto agli uomini dopo il confronto con il terribile Satake. Ma questo cambiamento, questa effimera libertà priva di valori umani e di contegno, purtroppo li porterà rispettivamente al pentimento, all'indifferenza, alla morte ed all'oblio.

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