Tutti i miei errori Tutti i miei errori

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Tampa, 1943. Mentre il mondo intero è in guerra, la mafia americana sta vivendo la sua epoca d’oro. L’ex boss Joe Coughlin lavora come consigliere per la famiglia mafiosa dei Bartolo: gestisce i loro interessi in Florida, a Bo­ston e a Cuba e fa da intermediario tra la criminalità organizzata e l’alta società, tra morti ammazzati e fruscii di abiti da sera. Negli anni successivi alla tragica scomparsa della moglie, uccisa in un agguato, Joe si è risollevato, si è rifatto una vita insieme al figlio e ora ha tutto: soldi, potere, una nuova e bellissima amante, la garanzia dell’anonimato. Ma il successo non può da solo cancellare una vita di peccati: qualcuno lo vuole morto, e lui avrà poche settimane per capire chi e perché lo ha preso di mira, prima che sia troppo tardi. Duro, amaro, struggente, Tutti i miei errori è un eccezionale romanzo di sangue, passione e vendetta, calato in un’epoca storica magistralmente ricostruita da uno degli autori americani più talentuosi della sua generazione.



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Tutti i miei errori 2019-11-05 09:47:37 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    05 Novembre, 2019
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Tampa, anni '40.

Siamo a Tampa, corre l’anno 1942. Tanti sono i giochi di potere che vedono quali protagonisti i vertici della famiglia Bartolo, clan che negli anni lautamente si è servito dei servigi di Joe Coughlin, ex boss che nell’ambiente continua a rappresentare l’ideale più alto dell’uomo in carriera stante i lauti benefici economici apportati alle varie famiglie e bande della città.
Correva l’anno 1941 quando Theresa Del Frisco prendeva come suo sposo Tony del Fresco, in Florida, uomo violento e alcolizzato che la stessa, a distanza di breve tempo, culminava con l’uccidere. Pentimento? Alcuno. Se l’era certamente cercata. Unico pensiero di questa donna così eclettica, così camaleontica che riesce a passare dall’essere la tua migliore amica al sicario più spietato, sono le sorti del figlio di cinque anni. Ecco perché a un primo stupore per quella condanna così mite segue la necessità di difendersi; perché è chiaro che qualcuno vuole ucciderla. Ma lei conosce un nome e quel nome può essere la sua unica possibilità di salvezza: Gil Valentine, il più grande esempio nel campo e cioè personalità che si era fatta strada nei gloriosi anni del proibizionismo essendo un eccellente distillatore e contrabbandiere per finire con l’essere ritrovato privo di vita in tanti sacchetti di plastica. Deve per questo mettersi in contatto con Joe perché entrambe le loro sorti sono in pericolo.

«Tre anni dopo, pochi pronunciavano il suo nome. Farlo significava sapere che esisteva qualcosa fuori dalla portata della più potente associazione dell’emisfero occidentale. Perché la morte di GIl Valentine era un messaggio che si faceva giorno dopo giorno più chiaro, ed era un messaggio semplice: chiunque può essere ucciso. In qualunque momento. Per qualsiasi ragione.»

Ma perché qualcuno vuole uccidere l’ex boss? Chi si cela dietro la minaccia? Quali giochi superiori si nascondono dietro alla volontà di una sua dipartita? Droga? Denaro? Traffici di ogni tipo?
Dennis Lehane torna in libreria con un thriller molto interessante, seppur io non sia una grande amante del genere, un giallo che affascina per ambientazioni storiche e per trama. I personaggi sono dal loro canto ben delineati, le descrizioni minuziose e precise sia di questi che dei luoghi che delle circostanze, l’epilogo ben costruito e solido.
Al tutto si somma uno stile narrativo molto curato, forse talvolta leggermente prolisso, ma necessario al fine. L’opera si presta ad una lettura rapida e non particolarmente impegnativa, sa tenere vivo l’interesse del conoscitore ed è adatta tanto agli appassionati del filone che non.

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