Il piccolo principe Il piccolo principe

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    18 Gennaio, 2022
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Non mi ha addomesticato...



Ci sono libri di cui si sa già tutto anche senza averli letti, perché sono dei classici, perché le loro frasi più importanti le puoi leggere un po' ovunque (anche e soprattutto dove non dovrebbero essere), perché dividono i lettori a metà, tra chi li ama follemente e chi li trova insignificanti, e questo ti fa un po' passare la voglia di affrontarli.
Ecco, "Il Piccolo Principe" è sicuramente uno di questi.
Libro della vita per alcuni, aria fritta per altri.

Poi però arriva tua figlia, di 8 anni, e ti chiede di leggerlo insieme... la sera, a letto, abbracciate.
E come dirle no? ????
Risultato... ho adorato leggerlo "con lei", ma il libro in sé a me non è piaciuto mica poi tanto, lei (nonostante io cercassi di spiegarle tutte le metafore e gli insegnamenti celati) non l'ha capito del tutto o quantomeno non mi è sembrata entusiasta.
Noiosetto lo è eh, a qualsiasi età.

Credo che il problema risieda proprio nel fatto che si presenti in maniera troppo semplicistica per un adulto e troppo difficile (nei contenuti) per un bambino.
Attenzione, non ho detto che sia un libro semplice eh (già vedo orde di persone pronte a linciarmi per avermi fraintesa), ma che la sua impostazione sia quella tipica di un libro per bambini, quindi lineare, con frasi semplici, brevi ed elementari, con molti dialoghi, per poi rivelarsi un libro di filosofia.
Filosofia un po' spicciola però (ecco arrivare le orde... ????)

Sinceramente, non dico che sia brutto, forse, semplicemente, non è il genere di letteratura che fa per me, preferisco altro.

Vabbè, com'è è come non è, adesso l'ho letto e comunque sono contenta di averlo fatto.

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Anna_ Opinione inserita da Anna_    05 Ottobre, 2020
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La rosa, la volpe e i baobab

Favola moderna dai tratti autobiografici, "Il Piccolo Principe" è uno dei libri più letti e venduti al mondo, vanta centinaia di traduzioni tra cui anche quelle in vari dialetti italiani (in napoletano, salentino, milanese per citarne alcuni). Pubblicato per la prima volta in lingua inglese nel 1943, in Francia uscì dopo la scomparsa del suo autore.
Saint-Exupéry lo dedicò ad un suo grandissimo amico, Leon Werth, scrittore ebreo francese, che non riuscì a fuggire dalla Francia prima dell'arrivo dei nazisti. Come lo stesso Saint-Exupéry ha sottolineato, il suo racconto è più propriamente dedicato "al bambino che questa grande persona è stato", con ciò indicando i bambini come i lettori principali ma non unici del suo libro.

Sin dall'inizio si coglie un tratto autobiografico: il Narratore- protagonista è un pilota che, a seguito di un'avaria, si ritrova nel deserto del Sahara e la sua prima preoccupazione è riparare al più presto il motore prima che la sua riserva di acqua si esaurisca; analogo incidente era capitato nel 1935 a Saint-Exupéry, infatti volare e scrivere sono sempre state le due più grandi e inscindibili passioni dell'autore.
Nel deserto il Narratore-aviatore (l'adulto) incontra il Piccolo Principe (il sé bambino): la contrapposizione dei due mondi, quello degli adulti e dei bambini, attraversa tutto il racconto e già dalle prime pagine emergono alcuni messaggi del libro: diventando adulti si perdono la curiosità, la fantasia e la creatività tipiche dei bambini e gli adulti, con il loro modo razionale e pratico, finiscono con lo scoraggiare i bambini. Tale infatti era stata l'esperienza del Narratore che a sei anni aveva mostrato ad alcuni adulti due disegni di un boa che aveva ingoiato un serpente ma in entrambi i casi gli adulti vi avevano visto sostanzialmente un cappello scoraggiando così ogni interesse del bambino per il disegno.
Il Piccolo Principe invece no, lui riesce a comprendere quel disegno e a vedere poi una piccola pecora che dorme in quella che al primo impatto è una cassetta con tre fori. Questo perché "L'essenziale è invisibile agli occhi", proprio come poi confiderà la volpe al Piccolo Principe.

Ma esiste davvero il Piccolo Principe? Da dove arriva? Ai grandi, affinché credano alla sua esistenza, non basterà sapere che era bellissimo e voleva una pecora, loro vorranno dati certi e perciò il Narratore precisa e descrive da dove viene il Piccolo Principe, dall'asteroide B 612.

Insieme a questo piccolo ometto, noi lettori compiamo un viaggio in cui tutto è metafora di qualcosa e porta un messaggio (a volte ovvio ma non poi così tanto visto che nella realtà sovente noi grandi ce ne dimentichiamo).
Così è per il deserto quale luogo di smarrimento, sia per il Narratore-pilota sia per il Piccolo Principe, ma anche luogo di ritrovamento di se stessi.
Alla rosa, bella, delicata, vanitosa, si ricollega l'unicità di un rapporto che è tale non per la bellezza del fiore quanto per la cura e la dedizione che il Piccolo Principe le dimostra e per il fatto che lei profumi il suo pianeta; un legame di cui lui però non è ancora consapevole, ha difficoltà nel gestire il suo rapporto con lei, come confiderà poi al serpente, e per questo parte per un viaggio che, tuttavia, si rivela necessario alla sua crescita personale.
I baobab, semi cattivi che ogni giorno il Piccolo Principe estirpa dal suo pianeta prima che diventino alberi grandi perché "un baobab se si arriva troppo tardi, non si riesce più a sbarazzarsene", ben possono rappresentare le emozioni negative dell'animo umano, tristezza e rabbia finanche le paure; altri affermano che Saint-Exupéry con i baobab intendesse riferirsi alla minaccia del Nazismo.
Gli stessi umani che il Piccolo Principe incontra nel suo viaggio mettono in risalto difetti del mondo degli adulti: l'illusione del potere e dell'autorità (il re); la maggiore importanza data all'apparire e non all'essere (uomo vanitoso); l'avidità (uomo d'affari); la corsa contro il tempo (mercante di pillole).

L'incontro con la volpe, che qui non è il tradizionale animale furbo ma si rivela saggio, è determinante per il Piccolo Principe: è da lei che questo ometto imparerà il vero significato dell'amicizia e dell'unicità del suo legame con la rosa; addomesticare, gli spiegherà la volpe, significa creare legami, diventare "unico al mondo per qualcuno" ma perché ciò avvenga sono necessari la pazienza e i riti. E anche quando un'amicizia finisce, non occorre piangere per questo, occorre pensare al legame affettivo che si è creato e che di certo ci arricchisce proprio come avviene per la volpe con il suo piccolo amico. "Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano..."

Durante il suo viaggio il Piccolo Principe maturerà il sentimento di rimorso per aver abbandonato la sua rosa, per averla giudicata dalle sue parole e avrà desiderio di tornare a casa: desiderio per il quale lo aiuterà il serpente.

Ad una tenace curiosità, tipica dei bambini, che lo porta a porre continue domande e ad insistere per avere delle risposte, il piccolo ometto contrappone una certa ritrosia nel rispondere a quelle che invece gli vengono poste, e talvolta (altro aspetto autobiografico) arrossisce; la sua figura può non trovare unanimi consensi: a qualche lettore può suscitare tenerezza ad altri può venire a noia. Io mi sento parte dei primi e consiglio questa lettura.

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cristiano75 Opinione inserita da cristiano75    26 Febbraio, 2020
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Eppure non mi dice nulla

Le cose son due: o della mia infanzia non mi è rimasto nulla oppure questo breve racconto è uno dei libri più sopravalutati della storia.
L'ho letto almeno tre volte nell'arco di diversi anni e momenti della vita e tutte le volte non mi ha mai suscitato sentimento alcuno. Nessuna emozione nulla di nulla.
Eppure non credo di aver avuto una infanzia o una adolescenza particolarmente traumatica o vuota.
Non mi sono mancati fantasia e immaginazione, eppure quando apro questa opera, così famosa e conosciuta, proprio non riesco ad immedesimarmi nei personaggi e nei disegni dell'autore.
Trovo piatta tutta la narrazione, ripetitiva, senza particolari slanci di immaginazione.
E poi ma perchè sto piccolo principe deve sempre essere biondo e bianco come la neve?
Non potevano disegnare un bel bimbetto nero con i capelli scuri?
Tutte immagini stereotipate, convenzionali.....il serpente cattivo, la volpetta simpatica, l'uomo d'affari triste e sconsolato.....e vabbè sotto con altri clichè.....

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leogaro Opinione inserita da leogaro    28 Aprile, 2019
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Pura poesia in prosa

Un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara, sta cercando di riparare il guasto quando incontra un bambino che gli chiede di disegnargli una pecora. Stupito dalla richiesta, il pilota inizia a parlare col bambino.

Poco alla volta, emerge che il ragazzino è un Piccolo Principe proveniente dal minuscolo asteroide B612, in cui abita insieme ad una piccola e vanitosa rosa. In questo asteroide il terreno è infestato di semi di baobab: frequentemente spuntano piccole piantine che il Principe deve continuamente estirpare, per evitare che crescano troppo e invadano l’asteroide con le loro radici. Un giorno, dal terreno era spuntata una delicata piantina di rosa che, fin dall’inizio, aveva manifestato molta vanità ed un carattere scorbutico: il Piccolo Principe si era da subito preso cura di lei, proteggendola dal vento e dal freddo, ma soffrendo per via del suo brusco carattere, fino a decidere di partire e lasciarla sola. Così, ora il Piccolo Principe ha un disperato bisogno di una pecora, che divori gli arbusti di baobab prima che possano soffocare il suo pianeta: temendo, però, che la pecora possa mangiare la sua rosa, chiede al pilota di disegnare anche una museruola per l’animale!

Il Piccolo Principe racconta il viaggio nello spazio che lo ha portato fino alla Terra, compresi gli strani personaggi incontrati in ogni tappa. Sull’asteroide B625 viveva un vecchio re solitario che dava soltanto ordini ragionevoli, così da essere sempre ubbidito. Sul pianeta vicino, viveva un vanitoso che voleva sempre essere ammirato. Proseguendo nel viaggio, il Piccolo Principe aveva incontrato un ubriacone, che addirittura beveva per dimenticare la vergogna di bere! Poi un uomo d'affari, che passava i giorni a contare le stelle credendo fossero tutte sue. Sull’asteroide B628 c’era un lampionaio, che accendeva e spegneva il lampione del suo pianeta ogni minuto. Infine, sul pianeta B630, un geografo lavorava ad una cartina geografica senza avere alcuna idea di come fosse fatto il suo pianeta, poiché non disponeva di esploratori da mandare in giro a studiare il territorio. Proprio il geografo aveva consigliato al Piccolo Principe di visitare la Terra, sulla quale il bambino era finalmente giunto.
Da ogni bizzarro personaggio, il Principe aveva imparato qualcosa sui vizi delle persone adulte: provava un briciolo d’ammirazione solo per il lampionaio, l'unico a non svolgere un lavoro solo per se stesso.
Il suo primo incontro, nel deserto del Sahara, era stato con un serpente giallo. Proseguendo il viaggio, il Piccolo Principe aveva trovato una gran quantità di roseti: aveva così scoperto che il suo scontroso fiore non era affatto, com’egli credeva, l’unica rosa dell’universo e ne era rimasto deluso.
Di lì a poco era comparsa una volpe, che gli aveva chiesto di essere addomesticata per poter diventare sua amica: “Se vuoi un amico, addomesticami“, gli dice, seppur “…si arrischia di piangere un poco, se ci si è lasciati addomesticare. “. La volpe aveva parlato a lungo col Piccolo Principe, spiegandogli la sua concezione dell’amicizia e dell’amore. Seguendo i discorsi della volpe, il Principe aveva compreso che la sua rosa non era speciale poiché unica nell’universo, ma lo era diventata perché era l’unica che lui amasse e alla quale aveva dedicato tanto tempo con sincero affetto: “È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”. Capito il profondo sentimento per il suo fiore, il Piccolo Principe s’era deciso a tornare da lei. Prima di salutarsi, la volpe gli aveva rivelato anche il suo segreto per trovare amore e amicizia: “Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi”.

Giunto ormai l’anniversario del suo arrivo sulla Terra, il Piccolo Principe si sente solo: “Si è un po' soli nel deserto...si è soli anche con gli uomini“. Ma, nella sua saggezza ingenua e profonda, capisce di voler tornare dalla sua rosa: “Solo i bambini sanno quello che cercano. Perdono tempo per una bambola di pezza e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono.” Separandosi dal pilota, con un gesto che non mancherà di suscitare commozione nel lettore (non è spoiler!), il Principe gli lascia il suo sorriso, la sua concezione dell’amicizia e dell’amore ed un mare di stelle da guardare: lassù, da qualche parte, ancora oggi il Piccolo Principe si starà prendendo cura della sua rosa.

Libro profondo, in più parti commovente, che racconta i sentimenti universali con naturalezza e semplicità. Piacevolissima lettura per i bambini, intensa scoperta da adulti. L’autore ci guida, con le parole del Piccolo Principe, a riscoprire cosa sia davvero essenziale nella vita, con delicate immagini e parole libere dai preconcetti e dalle sovrastrutture degli adulti che, per riscoprire se stessi, dovrebbero leggerlo almeno una volta nella vita: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)”.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    09 Giugno, 2016
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Non soltanto occhi, ma anche tanto cuore

Antoine Jean-Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry nasce a Lione il 29 giugno 1900 da una famiglia aristocratica composta dal conte Jean de Saint-Exupéry, ispettore delle assicurazioni, e da Marie Boyer di Fonscolombe, pittrice. Orfano di padre sin dall’età dei quattro anni, l’autore si innamorò dei cieli nel 1912, all’aeroporto di Ambérieu sull’apparecchio del pilota Védrines. E se da un lato Exupéry portava avanti il sogno di diventare pilota conseguendo nel 1921 prima il brevetto per gli aerei civili e di poi per quelli militari, nel contempo scriveva. Vola il nostro eroe, vola. Vola sino a quando il 1939, tornato in patria per partecipare con i suoi compatrioti al Secondo Conflitto Mondiale, viene dichiarato non idoneo dal competente distretto militare. Riuscito comunque a farsi arruolare dal Gruppo di Grande Ricognizione Aerea 2/33, continuò a dedicarsi all’arte dello scribacchiare, descrivendo in “Pilota di Guerra”, 1941, le imprese pericolose che lo avevano visto partecipe. Non si stancò mai di avere le ali Antoine, l’entrata in guerra degli Stati Uniti gli permise di tornare all’azione tanto che, nonostante i divieti e i continui incidenti, il 31 luglio 1944, partì in missione con l’obiettivo di sorvolare la regione di Grenoble-Annency, per non fare più ritorno. Da quel momento fu infatti dato per disperso e di lui non si seppe più alcunché.
Questa piccola premessa sulla vita dell’autore si è resa necessaria per evidenziare alcune delle forti assonanze tra realtà e finzione. “Il piccolo principe” è di fatto un racconto autobiografico che per alcuni, rappresenta, anche un’anticipazione di quello che è l’epilogo per il piccolo ometto e il grande pilota.
Molteplici le concomitanze. Come il giovane rampollo dai capelli color grano soleva arrossire invece di rispondere a situazioni di leggero imbarazzo, così Antoine tendeva a fare altrettanto. Esattamente come il narratore Saint-Exupéry fu pilota occupandosi in primo luogo del trasporto di lettere ai civili e di poi del settore militare, ed ebbe davvero una grave avaria nel deserto del Sahara nel 1935, incidente dal quale fu miracolosamente salvato in punto di morte per la sete dagli indigeni del luogo. Il bambino che gli si presenta nel deserto, dunque, non è altro che un’altra faccia di se stesso, di quel se stesso che in tenera età fu scoraggiato dagli adulti a coltivare la sua passione per il disegno perché “chiaramente” in quell’elefante ingoiato da un boa non vi era nient’altro che un cappello. Dalla morte del padre lo scrittore assapora il gusto della malinconia, della solitudine, impara a vivere in quel piccolo mondo costituito da una sola stella e quarantatre tramonti, perché un bimbo un po’ solo, come qualunque uomo, ha bisogno di crearsi degli incontri da poter attendere, ha necessità di dilatare la durata del giorno così da accumularne il più possibile. Inoltre, poiché i sei anni, sono l’età in cui il mondo si rivela senza limiti dovendo abbandonare la bellezza di una rappresentazione grafica per abbracciare quella della scrittura, Antoine-piccolo principe deve lasciare la sua rosa esigente ma essenziale perché solo così può prendere coscienza della diversità e vastità del mondo-universo, degli altri pianeti e dunque delle altre realtà che esistono oltre la sua. Ciascuna dimensione che incontra è difficile da capire, proprio come la scrittura che si sostituisce al disegno, perché gli adulti con cui di volta in volta si approccia, sono dimentichi della loro infanzia, hanno abbracciato una ragione che li ha allontanati da quello che erano.
Chi meglio di un infante sa cos’è la solitudine che poi di fatto ci trasciniamo dietro anche da grandi? Nessuno. Ecco perché, per cercare consolazione, l’ometto, quando era sulla stella contemplava i suoi quarantatre tramonti ed ecco perché quando ha salutato la sua amata e cara rosa ha comunque continuato a pensare a lei. Per questo il piccolo principe non ha paura, per questo egli trasmetterà a quel pilota così preso dall’avaria del motore, quello che il deserto gli ha insegnato. Gli narrerà di quel serpente che gli ha spiegato che certe volte ciò che sembra un male, può servire a far del bene, gli racconterà di quella volpe che gli ha rivelato come le amicizie possano essere tante ma sempre uniche, gli ricorderà di quando anche lui, ormai persona matura, guardava non con gli occhi ma col cuore riuscendo ad immaginare quella pozza miraggio dove l’acqua è nettare, per poi infine offrirsi alla morte quando ormai il desiderio del fiore è diventato troppo forte per potervi resistere ancora. Un racconto, che da visione diventa confessione. Una storia il cui finale combacia esattamente con quel desiderio del francese di vivere volando, aspirazione che ai suoi quarantaquattro anni volevano impedire. Che sia stato un incidente, che sia stata una resa volontaria non lo sapremo mai, ma qualsiasi sia stata la sua sorte o la sua volontà, Exupéry ci ha lasciato una parte di sé, un dono inestimabile che ciascuno, una volta letto, potrà custodire nel cuore e farne tesoro.
A prescindere dalle coincidenze/armonie con la biografia dell’uomo, “Il piccolo principe” è un concentrato di valori, di principi che nella società moderna sono troppo spesso dimenticati. L’amicizia, l’affetto per gli altri esseri viventi, l’essenzialità delle cose, l’imparare a conquistarsi la fiducia del prossimo, la solitudine quale chiave per vivere con se stessi ed aprirsi al mondo, e molto altro ancora, sono solo alcune delle peculiarità che troverete in questa lettura. Sono solo alcuni dei lasciati che questa vi regalerà. Perché ognuno di noi, osservando un determinato oggetto, respirando un determinato profumo, ripensando ad un luogo quasi dimenticato, riporta alla mente ricordi e persone che magari credeva obliate perché entrate anche solo per un breve periodo nella sua/nostra vita, ma che eppure, hanno lasciato una traccia indelebile. Sentimenti, ricordi, ed emozioni, le nostre, che danno forma al mondo colorandolo delle tinte più variegate, a seconda di quel che ci sussurra il cuore.

«Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo»

«Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare»

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    08 Giugno, 2016
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Non tutti i boa senza appetito son cappelli

C’era una volta un uomo che amava scrivere, ma soprattutto volare. Fu cosi’ che si arruolo’ come pilota e nel luglio del 1944 parti’ per l’ennesimo volo, da cui mai piu’ fece ritorno.
Ancora oggi le sorti del relitto sono avvolte nel mistero. Forse, semplicemente, Antoine si lascio’ mordere da un serpentello velenoso e abbandono’ negli abissi il corpo pesante, per raggiungere in leggerezza il suo piccolo pianeta.
Anni prima del malcapitato evento, era notte quando lo sfortunato precipito’ in un deserto a duecento chilometri dal Cairo, un paesaggio tristissimo e bellissimo. Un luogo dove l’orizzonte e’ sempre il medesimo, dove la vita e’ piu’ rara. Dove tra il fruscìo della sabbia e il tintinnio di milioni di stelle la solitudine sussurra che una sola rosa nel proprio mondo non fa poverta’ di rose, ma fa il fiore raro e speciale, delicato, a rischio di estinzione con quelle poche spine che indossa come unica difesa.
Quando l’acqua scarseggia e si sente la vita sfuggire sarebbe bello avere un amico, un piccolo principe biondo che che non dà pace finche’ a domanda non segue risposta.
Poi ne converrete , se la temperatura scende e si fa rigida, ammorbidire i termini aiuta ad intiepidire le membra tremanti. Giunge il momento in cui una volpe ti insegna che addomesticare non significa per forza domare. Puo’ essere un passo gentile e cauto che giorno dopo giorno avvicina due specie diverse ed ostili, finche’ quando ci si lascera’ per sempre l’oro del grano sara’ per la volpe un amorevole e malinconico ricordo del piccolo compagno alieno.
Antoine non e’ un personaggio del racconto, ma ne e’ piu’ precisamente l’autore. Queste righe , e’ ovvio, non sono la biografia del medesimo né tanto meno il riassunto del suo libro. E’ solo un miscuglio, un pasticcio, un patchwork a chilometro zero. Quelle frasi che metti insieme senza troppo senso non appena terminata una lettura.
Che la favola di Antoine de Saint – Exupèry sia appetibile a grandi e piccini e’ un pregio, il difetto e’ nella sua brevita’. Il trucco sta nel potere di ogni lettore di dilatare il tempo leggendola lentamente e, magia delle magie, ripensandoci in continuazione.
Buona lettura.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    23 Mag, 2016
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La magia di ridiventare bambini

Ho conosciuto da poco, per lavoro, un grafico che nei mesi scorsi ha ricevuto dal Comune di Salsomaggiore l’incarico di creare un’illustrazione per un parco giochi, ispirata al Piccolo Principe e, sull’onda della splendida immagine che ha creato, ho riletto questo classico che è una vera e propria favola, per bambini e per adulti. Consiglio la lettura dell'edizione originale, che comprende anche piccoli disegni colorati che sono magici, perché col tempo sono diventati un’icona: li vedi ed immediatamente associ loro questo testo. Scritto con una delicatezza commovente. Trasuda bontà ed è un ottimo strumento educativo per parlare ai bambini del mondo, di quanto bene c’è al mondo e di quanto bene le persone si possono fare l’un l’altra. E’ un libro può far scoprire il mondo ai bambini piano piano ed attraverso i suoi vari piani di lettura si può considerare un testo immancabile anche nella libreria di un qualsiasi adulto, perché offre spunti di riflessione, contro la fretta del mondo moderno, contro il cinismo, contro il disfattismo, contro il potere, contro i mali che ci avvelenano un po’ dentro. E’ un libro che aiuta anche l’adulto più insensibile a riscoprirsi meravigliosamente bambino. E questa è una magia.

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Francj88 Opinione inserita da Francj88    01 Settembre, 2015
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La volpe ed il grano

“E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano”.

In poche righe Antoine De Saint-Exupery ha sintetizzato nel modo più semplice e poetico la profondità di un legame d’amicizia, dell’affetto per un altro essere vivente che dà significato e senso al mondo che ci circonda. Perché alla volpe addomesticata, per la quale un campo di grano non ha mai significato niente, esso richiama, ora, il ricordo del suo amico i cui capelli dai riflessi color oro somigliano a quello delle spighe. Così come ad Antoine osservare le stelle ricorda il piccolo Principe e così come credo ad ognuno di noi un determinato oggetto, luogo, profumo, richiama alla mente ricordi di persone entrate nella nostra vita, anche solo brevemente, che sono state in grado tuttavia di lasciare una traccia indelebile. Siamo noi, con i nostri sentimenti a dare forma al mondo e a colorarlo delle tinte che il nostro cuore ci suggerisce. Ma il Piccolo Principe è molto di più, ci parla non solo di amicizia, ma ci fa riflettere sul senso dell’esistenza in generale e sul nostro stare al mondo, sull’importanza di non giudicare dalle apparenze e di riscoprire l’essenza delle cose. Tutti dovremmo provare ogni tanto ad osservare il mondo con gli occhi di un bambino, il che non significa essere ingenui, ma privarsi, per quanto possibile, di quelle sovrastrutture che ci impediscono di esprimere a pieno i nostri sentimenti. Provare a sospendere per un attimo il giudizio ed essere più empatici con ciò che ci circonda, sia esso un essere umano, un animale o un fiore. Questa fiaba moderna parla a chiunque è in grado di coglierne l’essenza.

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MAZZARELLA Opinione inserita da MAZZARELLA    18 Febbraio, 2015
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Dagli occhi al cuore...Il piccolo principe

Dicono che “Il Piccolo Principe” sia un libro per bambini, ed infatti io l’ho letto per la prima volta all’età di 10 anni. Mi chiedo quindi, se io a 28 anni mi emoziono ancora leggendo questo libro, perché è considerato tale?
Forse perché l’autore, Antoine De Saint-Exupéry, sapeva che i primi lettori che potevano comprendere davvero il suo libro erano le persone pure di cuore: i bambini. In realtà questo libro non conosce limiti di tempo o di spazio, chiunque ne entra in contatto in qualsiasi arco spazio/temporale ne ricava un significato diverso, poiché non solo è un libro per tutti, ma è per tutta la vita. Probabilmente non tutti sono adatti per leggere questo libro, ma questo libro si adatta a tutto e a tutti.
Io penso che i bambini possono avere lettori di tutte le fasce di età mentre gli adulti, possono esprimersi solo tra i loro simili, tra coloro che hanno dimenticato l’importanza della “semplicità”.
Quando si è piccoli la felicità la si riconosce tutti i giorni, e soprattutto nei gesti più semplici… Tuttavia una volta che la linea sottile tra “piccoli” e “grandi” viene varcata, la capacità di leggere la gioia in ogni respiro viene dimenticata. Il tempo, il denaro, il successo, l’apparire etc sono tutti pesi che gravano sui nostri cuori, offuscando ciò che di più bello ci è stato donato: la vita.
Ecco cosa ci insegna “Il Piccolo Principe”: “ Non si vede bene che col cuore…L’essenziale è invisibile agli occhi”. Noi abbiamo dimenticato che la strada più breve per vedere e per sentire passa per il cuore…
Un libro di amore, di amicizia, di rispetto, di speranza… direi un inno alla vita e ai valori che osanniamo tanto ma che stentiamo a riconoscere... (La rosa del piccolo principe gli profumava il pianeta, ma lui non sapeva rallegrarsene…)
Un viaggio del piccolo protagonista per capire che, per quanto si possa girare il mondo, molto spesso la felicità è il profumo di casa, anche se non ce ne rendiamo conto: il profumo di una rosa, la bellezza di un tramonto, anzi di 1440 tramonti in 24 ore…
Purtroppo a volte, si sa, occorre andare via per comprendere, per crescere, per poter giudicare se stessi (se si giudica bene se stessi è segno che si è veramente saggi). Occorre sentire la mancanza, la nostalgia di ciò che già si aveva per poterne capire bene l’importanza.
Un libro che oltre ad innalzare i sentimenti più nobili, insegna a prendere consapevolezza delle proprie responsabilità. Responsabilizzarsi non verso qualcosa di materiale, bensì verso i legami che nel corso della nostra vita stabiliamo con le persone che incontriamo…(“Tu diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato”).
Ormai i rapporti che instauriamo sono superficiali e non ci rendiamo conto che quando abbandoniamo qualcuno gli lasciamo una cicatrice inesorabile… Occorre essere responsabili perciò che addomestichiamo… Occorre essere leali e responsabili per ogni amore, amicizia e conoscenza che la vita ci regala!
Ognuno di noi dona all’altro qualcosa di speciale. Ergo, siate responsabili perciò che vi è stato reso, e dimostrate quanta gratitudine c’è nel vostro cuore per quella piccola “impronta” di amore lasciata sulla spiaggia della vostra vita.
Questo e molto altro è ciò che si può apprendere leggendo questo libro: qualcosa di unico e di straordinario, probabilmente perché è semplice, o forse perché ormai diventato invisibile ai nostri cuori adulti.
Per fortuna Antoine De Saint-Exupéry ce lo rammenta, ed ogni volta che il “Piccolo Principe” viaggia sugli altri pianeti, io intraprendo un viaggio nella mia anima che mi conduce al punto di arrivo e di partenza: il mio cuore.

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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    13 Settembre, 2014
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Le corde del cuore

Avete presente quei momenti, quei gesti e quelle parole che una volta vissuti, visti e sentiti, vi causano una stretta al cuore? Entità che infiammano la voglia di vivere, scoprire, gioire, amare?
Questo è "Il piccolo principe".
L'essere umano viene al mondo come una creatura semplice, ingenua ma intenta al bene. La sua predisposizione primordiale è volta alla voglia di vivere una vita che fa dell'amore incondizionato il proprio dogma involontario e imprescindibile.
Potessimo mantenere anche solo in parte quella condizione di cuore e mente! Invece, man mano che cresciamo nelle dimensioni, cresce con noi la nostra freddezza. Quella vita alla quale avevamo regalato tutta la nostra fiducia comincia a darci delle delusioni, esperienze che ci temprano nel dolore e dalle quali usciamo paurosamente indifferenti a tutto quello che aveva avuto importanza, fino a che non sono insorti i problemi. La nostra dedizione a cose complicate e senza importanza cresce di giorno in giorno, mentre le piccole cose vengono messe ai margini.
La risata di un bambino, il piccolo gesto di una persona che amiamo, il profumo di una rosa. Una rosa. Ce ne sono miliardi a questo mondo, così come ci sono miliardi di persone. Il principe ha una rosa, una rosa diversa da tutte le altre; la rosa che lui ha accudito col proprio amore incondizionato e alla quale ha dedicato il suo tempo; la rosa che ha annaffiato e protetto nonostante tutto. Il principe ha una rosa, noi abbiamo persone da amare. Persone che ai nostri occhi appaiono diverse da tutte le altre, persone che dovremmo accudire, persone che dovremmo proteggere nonostante gli errori, gli imprevisti e le paure che ogni santo giorno ci troviamo ad affrontare.
Spesso però non lo facciamo. Abbiamo perso la nostra attitudine fanciullesca e quelle cose che dovrebbero avere maggiore importanza ne hanno meno di altre che, se analizzate a fondo, lasciano il tempo che trovano. I nostri pensieri si arrovellano per futilità e dimenticano che la gioia e la felicità spesso la si può trovare nelle piccole cose e in quelle persone che ci stanno a cuore, che ci fanno stare bene e ci mostrano il bello della vita e si offrono di prenderne il meglio insieme a noi. Il profumo di un fiore, la luce e la bellezza delle stelle, il canto di un uccellino che riecheggia nell'aria limpida. Sono cose che diamo per scontate, ma delle quali spesso non godiamo per lungo tempo. Ci sentiamo vuoti, ci chiediamo cosa manchi nella nostra vita, e spesso la risposta è sotto i nostri occhi soltanto che rifiutiamo di vederla. L'amicizia, l'amore vero. Perchè dovremmo vivere per possedere tutte le stelle, quando potremmo soltanto ammirarle? Perchè vivere nelle nostre paure quando abbiamo un'intera vita da vivere? Perchè privarci delle persone che ci hanno "addomesticato" il cuore, come noi abbiam fatto loro?
Capite cosa sveglia nell'animo quest'opera straordinaria? E non è tutto quello che ha da offrire. Nella mia età adulta, "Il piccolo principe" mi ha addomesticato il cuore, ci è entrato ed è lì che resterà. Per sempre.
Commovente e profondo nella sua immensa ma efficace semplicità.

“Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”

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mia77 Opinione inserita da mia77    09 Dicembre, 2013
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Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry

Letto per la prima volta alle scuole elementari e la seconda al liceo in lingua francese, l'ho riletto lo scorso anno dopo aver portato mio figlio a vederne la rappresentazione teatrale. Anche se è un libro che ha settant'anni, non li dimostra: è ancora molto attuale.
Durante il suo peregrinare alla ricerca di una pecora che possa mangiare i rami di baobab che rischiano di soffocare la sua amata rosa, il piccolo principe incontra una serie di personaggi unici e strambi, che gli insegnano molte cose ( come in ogni viaggio che si rispetti).
E' il passaggio della vita del principe dalla fanciullezza alla vita adulta, attraverso un viaggio fisico e metaforico: questo viaggio gli serve per imparare molte cose, soprattutto ad occuparsi degli altri.
E' uno di quei libri da rileggere a tutte le età della vita e sicuramente ti può insegnare sempre qualcosa di nuovo, che ti è sfuggito la volta precedente.

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marte_ Opinione inserita da marte_    10 Giugno, 2013
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Con gli occhi di un bambino

Consiglio la lettura a chiunque.leggerlo una volta, due, tre e così via.Perchè ogni volta si riesce a carpire un diverso messaggio lanciato dall'autore , una sfumatura che poteva essere sfuggita

Lo lessi per la prima volta a dieci anni e mi sembrò una storia carina.provavo una strana simpatia per quel bambino così anomalo.
Lo rilessi anni più tardi e quel libro, che non mi sembrava niente di più che una bella fiaba, mi insegnò molte cose....
come può un racconto per bambini insegnare qualcosa a quello che al tempo era un ragazzo nel pieno della sua formazione?

A volte prendo in mano questo libro mi ricordo di tutte le volte precedenti che l'ho fatto e mi immergo a leggere.
Il messaggio ancora oggi lo porto dietro: "guarda il mondo con gli occhi di un bambino,con quella straordinaria capacità di stupirsi,emozionarsi per ogni piccola cosa".

Tutti i grandi sono stati bambini una volta.(Ma pochi di essi se ne ricordano)
beh che dire questo libro ce lo ricorda eccome e ci mette voglia di incontrarlo questo Piccolo Principe, e fissarlo cercando di imparare qualcosa da lui

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a tutti i bambini ma soprattutto agli adulti che si sono dimenticati di esserlo
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    28 Aprile, 2013
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Il bambino, la volpe, la rosa

“Je crois qu’il profita, pour son évasion, d’une migration d’oiseaux sauvages”.
Il piccolo principe è il fanciullo che – nonostante i casi della vita, nonostante il procedere degli anni, nonostante le contaminazione e le disillusioni – permane nel nostro cuore. E’ il bagliore dell’innocenza che scorgiamo vivo in noi, il fuoco del nostro desiderio di amare e di essere ricambiati.
L’autore percepisce questa verità nel silenzio del deserto, nella solitudine, guardando in faccia alla morte durante un incidente con il suo aereo. E la verità ha il volto di un bambino che vola da un pianeta all’altro. Un bimbo che colloquia con personaggi come il re, l’uomo che accende i lampioni o l’uomo d’affari. Un ragazzino che insiste con le domande (e non desiste, una volta che le ha poste: come tutti i bambini!) e che nutre un amore struggente per la sua rosa bellissima e vanitosa. Bellissima e vanitosa come ogni amore che si rispetti.
Pagine indimenticabili di un libro che ho letto in italiano e in francese, di un soggetto che ho visto rappresentato a teatro. Un’opera che ogni volta rivela un aspetto nuovo, coinvolgente, nelle mille sfaccettature della sua complessa e disarmante semplicità.

Mi piace anche variarne il tema, a partire da singole frasi di quest’opera. O da un incontro, come quello con la volpe. Un esercizio che spesso faccio (reinterpretare), quando leggo. Per vivere attivamente quello che leggo. Questo è il risultato, lo so, modesto. Ma mi consente di rievocare passaggi indimenticabili e indimenticati. Provateci anche voi, è soltanto un gioco.
“I campi di grano non ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il suono del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò il piccolo principe: “Per favore … addomesticami”, disse.
Mi guardai attorno. Io, i campi di grano li avevo lì, di fronte a me. E ne ero completamente soggiogato. Non avevo bisogno di essere addomesticato.
Un soffio di vento sibilò pervadendomi, chiusi gli occhi, mi lasciai trasportare e capii che avrei potuto essere, per un momento, completamente felice. Se avessi allontanato da me quel senso di minaccia e paura.

Bruno Elpis

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... è consigliato anche a chi, finora, non ha letto nulla.
Potrebbe essere una svolta. Amare la lettura.
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cuspide84 Opinione inserita da cuspide84    26 Aprile, 2013
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SE UN GIORNO NEL DESERTO…

Se un giorno nel deserto incontraste un bambino vestito in modo alquanto bizzarro, cosa pensereste? Di avere un’allucinazione? E’ probabile.

Se poi questo bambino iniziasse a porvi strane domande, quasi esistenziali e vi raccontasse di provenire da un altro pianeta, cosa pensereste? Di essere stati morsi da un serpente o da uno scorpione e di avere poche ore di vita? Può darsi.

Ed è forse il primo pensiero che viene al protagonista di questa storia, che sembra per bambini, ma, come tutte le migliori favole che si rispettino, ha tra le sue righe una morale che è ben più di un semplice insegnamento, che potremmo trarne leggendo i suoi brevi capitoli; è infatti una sorta di introspezione, un viaggio che porta il lettore e il narratore in un mondo parallelo, un mondo che dovremmo avere tutti i giorni sotto agli occhi, ma che, distratti dalla frenesia quotidiana e dalle corse per riuscire a fare tutto nell'arco della durata di un giorno, ci dimentichiamo e accantoniamo lì nella parte della nostra testa dove riponiamo le cose che riteniamo ovvie, banali e pertanto accantonabili… ma certe cose è sempre bene tenerle presenti nella nostra mente, per evitare di crearsi problemi inutili, irragionevoli e inesistenti.

Questo piccolo principe sembra un piccolo saggio, un grillo parlante che ci apre gli occhi sul mondo e sugli uomini, che ci ricorda quanto spesso ci si soffermi sull'apparenza delle cose, senza andare a fondo, perché spesso, troppo spesso ci si dimentica della realtà delle cose, si vede solo quel che si vorrebbe vedere, che il più delle volte non coincide mai con la realtà… ci si dimentica di una cosa banale ma evidente, semplice e ovvia, ovvero come “l’essenziale sia invisibile agli occhi”.

Lettori grandi e piccini vi auguro buona lettura!

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Lary Opinione inserita da Lary    01 Marzo, 2013
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che sapore ha la felicità?

Ci sono periodi in cui mi fisso, e leggo solo horror, o solo thriller, o solo Asimov o solo fantasy etc. E la mia testa si perde in altri mondi, in altri paesi , conosce nuove persone,vive altre emozioni.
Mi distraggo, dalla mia vita.
Mi distraggo dal lavoro che mi stressa, o da un amore non corrisposto, magari dalla salute che non va… e poi, un giorno mi ritrovo di fronte al camino, un giorno in cui fuori non fa che piovere, e sono.. sola.
Sono stanca , talmente stanca che non riesco a sopportare di leggere altre storie, altre vite.
Allora prendo questo micro libro, con un bimbo biondo in mezzo alle stelle che forse mi sta guardando e penso “che male potrà mai farmi questo bimbetto?”.
E leggo, non è un thriller, non è un romanzo, non è neppure una fiaba, sono io, questo bimbo sono io, un bimbo che vede oltre me stessa, che si stupisce per un fiore che sboccia, che lo cura come fosse la cosa più preziosa che c’è. Un bimbo che vede il caos che condanna la vita di tutti gli adulti, intrappolati dal troppo lavoro, intrappolati dal desiderio di accumulare ricchezze, prigionieri delle “opinioni altrui”, adulti incapaci ormai di guardare il cielo, di sentire il profumo di un fiore, incapaci di fare un sorriso a un bambino.
Questi adulti sono io, incapace di sorridere alle scene di vita più banali, cieca di fronte alle cose belle e così semplici da vedere .
Ho chiuso il libro sconvolta. Così poche pagine sono bastate per aprirmi il cuore, per dissipare la nebbia di tristezza, di routine quotidiana che mi teneva intrappolata.
Non oserei mai dire che è banale, se fosse così banale non susciterebbe in me queste emozioni.
In fondo, ciò che si cerca lo si trova nell’ultimo posto in cui si guarda. Mai avrei pensato che questo bambino bello e semplice potesse darmi un po’ di sollievo.
Non so cosa provino i bambini quando leggono il Piccolo Principe, sicuramente non ciò che provano gli adulti ma, è così dolce e fine e così profondo nonostante la brevità che è una lettura splendida a tutte le età.

Sicuramente l’interpretazione in questo caso influisce molto a seconda del periodo “di vita” in cui lo si legge. Per me è stato così.

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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    01 Febbraio, 2013
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UN LIBRO PER TUTTI I BAMBINI ... E PER POCHI ADULT

Se chiedi ad un bambino cosa si ricorda di questo libro o se lo chiedi ad un adulto, quasi sicuramente entrambi ti parleranno del Piccolo Principe incontrato sul deserto, della volpe,del serpente, della rosa o qualche altro personaggio.
Ma per comprendere appieno i messaggi contenuti in questo libro,è necessario che il lettore sia un adulto, ma un adulto che si ricordi d'essere stato bambino e che lo è ancora nell'animo, così come lo era l'autore De Saint-Exupéri, che anche da adulto arrossiva per imbarazzo e che non potè realizzare mai il desiderio di diventare un artista e che perciò rimase "bloccato" come pittore incompreso per tutta la sua vita.
Ecco che egli con questo racconto autobiografico, coglie l'occasione di far diventare la sua esperienza di essersi trovato nel deserto col suo aereo , a causa di un'avaria , e di essersi salvato miracolosamente grazie a degli indigeni, la trama di una bellissima favola.
E' proprio nel deserto che avviene la narrazione di questo racconto, dove il nostro aviatore incontra un Piccolo Principe, che è arrivato da un altro pianeta e che rappresenta il bambino che rimarrà per sempre in lui.
Attraverso il racconto di questo personaggio che non risponde a domande ma si racconta soltanto, l'autore va a toccare tanti temi a lui cari, primo fra tutti l'amicizia.
Ogni racconto narrato con attenzione rivela un insegnamento di vita o comunque un modo di pensare dell'autore sulla vita e sugli uomini.
Ecco che vediamo lo sgorgare di una serie di riflessioni, con le quali ci possiamo rapportare,... tutti noi lettori che siamo alla ricerca di confronti e meditazioni:
la capacità d'immaginazione insita in ogni bambino e non compresa dagli adulti;
l'imparare a non rimandare a domani quello che si può fare oggi;
l'importanza di saper dare giudizi basati sui fatti e non sulle parole;
il riflettere su alcune caratteristiche negative degli uomini: il pensare solo a se stessi, il vantarsi per necessità di esistenza , l'incapacità di riconoscere le proprie vergogne e debolezze, l'incapacità di essere fedeli ,...e tanti... tanti altri, che lascio scoprire a che lo vorrà ... con la giusta e attenta lettura, in sintonia col cuore dell'autore.
Ciò che personalmente ho apprezzato è stato vedere il nascere di una bella , dolce e delicata amicizia, che pur sapendo che volgerà a finire, lascerà ricordi vivi che scalderanno per sempre il cuore ... e che, per questo, sarà valsa la pena d'aver vissuto.
Due sono i momenti che mi rimarranno cari.
Il racconto della volpe che desidera essere addomesticata, per creare un legame profondo che fa diventare unici chi addomestica e chi viene addomesticato ... "Conoscerò il rumore dei tuoi passi, che sarà unico e diverso da tutti gli altri".
Il racconto della rosa che fa capire come il tempo dedicato a qualcuno, lo farà diventare importante e unico al mondo...
L'immagine più bella che mi è rimasta impressa è il disegno della cassa che contiene la pecora, è "pura e vivida capacità creativa"...
Un autore sensibile, creativo, che guarda al mondo e soprattutto agli uomini, con l'intelligenza di un adulto e col cuore di un bambino.
Secondo il mio modesto parere, val la pena di leggerlo almeno una volta nella vita ... meglio ancora se due: da bambino, e da adulto ma col cuore di un bambino.
Buona lettura bambini e adulti, dalla vostra amica Pia.


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Ai bambini dai dieci anni.
Agli adulti che ricordano bene d'essere stati bambini.
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petra Opinione inserita da petra    17 Gennaio, 2013
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Il Piccolo Principe

Difficile commentare questo splendido libro senza rischiare di cadere nel banale; “Il Piccolo Principe” , infatti, è un’opera scritta in modo semplice,una sorta di fiaba,il cui contenuto ha però una profondità, una bellezza e una poesia davvero rare.

La vicenda comincia con un uomo, un aviatore, che, caduto rovinosamente nel deserto del Sahara, incontra un ragazzino dall’animo gentile e tenero con cui stringerà amicizia : Il Piccolo Principe. Si tratta, in filigrana, dell’incontro di un uomo adulto con la sua parte bambina, quella più autentica, più genuina e spesso dimenticata; soltanto facendo altrettanto, spogliandosi cioè dell’armatura da perfetto adulto, serio e disincantato, il lettore può avvicinarsi a questa meravigliosa lettura e comprenderne appieno il significato.

Il Piccolo Principe ci narra di aver incontrato, nelle sue peregrinazioni fra i vari asteroidi, curiosi personaggi non molto dissimili dagli abitanti del pianeta Terra… Curiosi come il signor Chermisi, eternamente impegnato a fare e rifare calcoli, che però “…Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno... E tutto il giorno ripete: " Io sono un uomo serio! Io sono un uomo serio!" e si gonfia di orgoglio”. Il signor Chermisi si illude di possedere le stelle e di poterle vendere e comprare, ma per il protagonista egli è paragonabile a un fungo...Come dargli torto?

Altrettanto simile nella sua stravaganza è il secondo abitante di una stella, un ubriacone; la sua vita è passata a cercare di affogare nell’alcool la vergogna… la vergogna di bere. Tutto ciò pare triste e insensato agli occhi dell' ometto: nella sua genuinità “i grandi” paiono davvero strani.

Il piccolo protagonista ci ricorda, nel suo lungo dialogo con l'aviatore. come gli uomini abbiano smesso da tempo di “ vedere col cuore”ciò che è essenziale, quanto cioè conta davvero, al di là di soldi, potere e fama: gli affetti, l’amore, l’amicizia. Proprio come gli insegnerà una saggia volpe incontrata sul suo cammino, infatti, gli adulti oggi non sanno più “addomesticare” gli altri, non sono più capaci di creare con pazienza dei legami, ma pretendono tutto e subito anche negli affetti : " Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici".

Credo che questo racconto sia una delle fiabe più belle da me mai lette; con un linguaggio piano e accessibile, dietro immagini splendide, delicate e poetiche, Il Piccolo Principe parla di verità tanto semplici quanto profonde e spesso dimenticate: il valore dell’amicizia, la bellezza di ciò che ci circonda e la capacità di occuparcene, l’importanza di conservare dentro di noi la genuinità e la sincerità d’animo dei bambini.

Un libro che credo sia impossibile dimenticare, di una bellezza struggente.

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controluce Opinione inserita da controluce    05 Gennaio, 2013
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IL GRANDE PICCOLO PRINCIPE

Un pilota di aeroplani con la passione di disegnare cose visibili solo a chi ha il dono di vederle incontra un principe venuto dalle stelle, ascolta la sua storia, una storia che incanta.

Questo è un libro che dovrebbe essere letto da un adulto a un bambino, da una maestra ai suoi alunni o dal papà ad un figlio … o meglio ancora sarebbe se fosse il bambino stesso a leggerla a tutti questi adulti.
“Il Piccolo Principe” è una favola che ti porta in cielo, dove s’incontrano pianeti abitati da personaggi particolari, attori dei comportamenti “strani” che hanno solo gli adulti. Poi ti riporta sulla terra per osservare la forza di un’amicizia. La potenza della vita. L’unicità e la bellezza che hanno le piccole cose a cui teniamo, siano un fiore, un animale o qualsiasi altra cosa che ci sta a cuore.
La semplicità della scrittura rende quest’opera accessibile a tutti, ma nulla di superficiale viene narrato e il racconto merita di essere letto più volte.
Può essere definito come un romanzo educativo, un grande classico per bambini di tutte le età, una poesia in prosa, ogni definizione rende solo in parte l’idea.

Mi sarebbe piaciuto sentire questo libro da bambino, forse non mi sarei fatto molte domande sul significato profondo del testo. Avrei esclamato semplicemente - «CHE BELLA STORIA !».

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a chi ha sentito parlare del Piccolo Principe ma non ha avuto ancora il piacere di conoscerlo!
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AndCor Opinione inserita da AndCor    03 Gennaio, 2013
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Un toccasana per l'anima

Romanzo incommensurabile.

Che siate bambini, ragazzi, giovani, adulti o anziani, è impossibile non aver preservato nel proprio cuore una punta di candore e di gaudio che contraddistingue l'immacolato periodo dell'infanzia. Ecco, il Piccolo Principe è come una spada a due tagli che penetra negli angoli più reconditi della nostra anima e riesce a recuperare gli ultimi residui di innocenza, amplificandoli al massimo e permettendoci così di ritornare puri per un attimo infinito di tempo.

Che siano protagonisti i tramonti, i baobab, le stelle, il fiore, la pecora, gli asteroidi, la volpe, il mercante, il Re, la rosa, il deserto, il vulcani, il cielo notturno, la morale ultima è sempre la stessa: "Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore."

Un libro per tutti. Spensierato per i fanciulli, profondo per i giovani, ammaestrante per gli adulti, incomparabile per gli anziani.

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pitulina Opinione inserita da pitulina    21 Giugno, 2012
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È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa

Il mio libro preferito, non sopporto chi lo denigra giudicandolo una semplice favoletta per bambini, questo libro non è affatto per bambini...è una trasformazione della realtà sottoforma di fiaba, ma è rivolto agli adulti: a chi continua a conteggiare il suo denaro senza sapere a che serve, a chi non comprende che il disegno del piccolo principe non è un cappello ma un serpente che ha mangiato un elefante, a chi non vuole farsi addomesticare per paura di non riuscire nel momento dell'addio a reggerne il dolore, a chi non comprende che non tutte le rose sono uguali..quella da noi coltivata è più bella e più speciale....no, non è proprio un libro rivolto SOLO ai bambini!

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bassini Opinione inserita da bassini    28 Mag, 2012
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L'essenziale è invisibile agli occhi

Il Piccolo Principe è l'opera più conosciuta di Antoine de Saint Exupery.Tradotto in più di 220 lingue in tutto il mondo dal 1943.

E' un racconto poetico, educativo, una storia nata come letteratura per ragazzi che però è molto intensa e profonda.Tratta temi come la fedeltà nei confronti dell'amicizia e il saper accontentarsi dei veri valori della vita che solo i bambini si godono.

Fra metafore e fantasia, denuncia e redarguisce certi comportamenti sociali come ad esempio un uomo d'affari che crede di possedere le stelle e che ne vuole sempre più, all'ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere, eccetera.

Le illustrazioni che appaiono numerose nel libro sono disegni ad acquerello dell'autore.

Il racconto inizia con l'aereo del narratore che precipita nel deserto in Africa.Mentre egli prova ad aggiustare il velivolo gli appare il Piccolo Principe, un bambino che comincia a parlargli facento tante domante e dando poche risposte.Il Piccolo Principe racconterà al narratore la sua storia incredibile, fantastica di piccoli pianeti abitati da strani individui, di stelle, di sensazioni amichevoli e di come i grandi siano strani ai suoi occhi.
Il racconto continuerà morbido e dolcissimo con marcato senso del giusto, è soave come un bel sogno.Calmo come il deserto, caldo, giallo, assopito.

Finito di leggere mi sono destato come la mattina quando ti svegli, riposato, ripulito, arricchito.Mi ha regalato un sorriso che mai dimenticherò guardando le stelle.

Suggerisco di leggere questo libricino corto corto e vi auguro di provare queste sensazioni.Vorrei conoscere il piccolo principe e state sicuri che se lo incoltro lo dirà ad Antoine ovunque egli sia anche dovessi arrivare su B612.

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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    14 Mag, 2012
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questo libro non si può recensire!!

Spiego subito il titolo della mia "recensione".
Semplicemente non è un libro cui dare un parere su scrittura, stile, piacevolezza ecc ecc..
Ma un libro cui bisognerebbe rispondere a un po di domande: che effetto ti ha fatto? In che periodo della tua vita sei? Sei alla ricerca di risposte? oppure lo hai letto senza aspettative?
Non si può recensire un libro di questo spessore perchè è un libro formativo, quasi psicologico che ad ognuno fa un effetto diverso.
Volete sapere il mio?
Ho comprato l'e-book su Market perchè volevo provare a leggere un libro dal cellulare e il piccolo principe era fra i titoli e fra i libri più corti.
Premetto che una mia amica me lo aveva prestato qualche anno fa ma io non l'ho neanche aperto, ridandoglielo indietro una settimana dopo.
Sono sempre stata scettica riguardo chi diceva che era un libro bellissimo e formativo e di certo non per bambini che sono tutti piccoli principi.
Ebbene, l'ho comprato e l'ho letto ieri d'un fiato mentre facevo pausa dall'altro libro.
Forse è in grado di toccare corde nasconste e profonde, sentimenti e ferite che abbiamo nascosto lungo l'arco della vita ma credetemi che ha aperto un rubinetto.
Mentre lo leggevo non capivo dove voleva andare a parare, non capivo che insegnamento volesse darmi e non capivo se poteva essere attinente al periodo della vita in cui sono o ho passato.
Fatto sta che mi impongo di non farmi domande perchè spesso l'inconscio non può dare risposte.
Però un libro che ti fa piangere a dirotto e senza capire perchè vuol dire che in qualche modo ha toccato un punto dolente. Mi ha anche fatto sentire un sentimento che non provavo da tempo: l'abbandono.
Io voglio dare questo significato al mio pianto e cioè che questo libro ha fatto sfogare un punto dolorante da chissà quale tempo per potermi finalmente liberare l'anima.
Pensiero troppo profondo? non lo so ma se mi ha dato questa percezione e provocato questa reazione posso solo dare il massimo di voti a questo libro.
Magari chissà, fra qualche tempo rileggendolo mi farà un effetto diverso. Mi hanno detto tutti così quindi quando sarò pronta lo rileggerò.

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Foschia75 Opinione inserita da Foschia75    18 Aprile, 2012
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Struggente

Questo è uno di quei casi in cui il libro ha scelto me!!! E quelle rare volte che capita (mai per caso!) rimango basita davanti alla unicità del momento in cui mi arriva forte e chiaro il messaggio. In realtà era sul mio comodino perché regalo di una nonna al suo nipotino (da mia madre a mio figlio)....doveva essere una lettura prima di dormire.....ma l'ho preso un momento e sono stata "addomesticata" all'istante. Già dopo le prime dieci pagine mi sono detta: non posso leggerlo ai miei figli! Non ora....magari fra vent'anni. Io ne ho 37 e sono senza parole....ma forse come dice il piccolo principe gli adulti sono strani. La cosa buffa e che io in quel primo disegno ci ho visto subito un serpente da dentro e da fuori...e già questo mi ha fatto venire la pelle d'oca...
Sono sempre più convinta che certi libri abbiano un potere difficile da quantificare, ma per poterlo comprendere è necessario leggerli al momento giusto e in questo caso non è l'infanzia.
Da pelle d'oca e lacrime per annaffiare un fiore con quattro spine.

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A tutti gli adulti...
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peucezia Opinione inserita da peucezia    19 Marzo, 2012
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Libro per la vita

Capolavoro assoluto della letteratura mondiale, Il piccolo principe come già avvenne per Swift con il suo I viaggi di Gulliver è un libro per la vita travestito da libro per ragazzi..posso trarre in inganno le illustrazioni accattivanti e tenere tratteggiate dallo stesso autore e l'aura fantastica ma in realtà si tratta di un bildungsroman ( romanzo di formazione) atto a insegnare la vita a tutti.
Poetico, fantastico, ha pagine di assoluta maestrìa: una tra tutte quella dell'addomesticamento della volpe."Il colore del grano mi farà ricordare di te" dice al volpe al tenero principe.
E' consigliabile leggerlo più volte per poterne comprendere a fondo l'intrinseco insegnamento magari in tappe diverse della propria crescita umana e spirituale e non ci si deve lasciare intimorire dal linguaggio un po' criptico che Saint Exupéry adotta.
Da tenere assolutamente nella propria biblioteca.

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letteratura francese contemporanea
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Lety83joy Opinione inserita da Lety83joy    19 Dicembre, 2011
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I grandi non capiscono mai niente da soli e i bamb

Ero sempre stata attratta da questo libro, ma fino a "tarda" età non ho mai avuto il piacere di leggerlo... e questo è un peccato, perchè credo che sia utile in diverse fasi della vita. Soprattutto perchè in base all'età in cui lo si legge esso può farti provare sensazioni diverse e farti riflettere in modi differenti.
Credo che sarebbe efficace come lettura all'interno delle scuole.
Penso che Il piccolo principe lo utilizzerò in ambito lavorativo perchè è colmo di spunti a livello pedagogico.

Come titolo per la recensione ho scelto una frase del primo capitolo: secondo me è emblematica, in quanto è verissimo che i bambini possiedono una capacità maggiore e più sensibile nella comprensione delle cose, gli adulti invece sono più razionali, concreti e superficiali.

Il piccolo principe, con parole semplici e con una scrittura scorrevole, è in grado di far riflettere le persone su diversi aspetti del mondo, sia esterno che interiore. Questo libro ha la potenza enorme di catturare l'attenzione, in modo che si possa addirittura variare i propri atteggiamenti e i propri pensieri.

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dmcgianluca Opinione inserita da dmcgianluca    14 Settembre, 2011
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bizzarri questi adulti

L'ho letto che ero già grande ed è stato amore a prima vista. Sull'amore non si può ragionare, dunque potrei scrivere centinaia di righe senza dare nessun valore aggiunto. Dico solo questo: ne leggo spesso tratti a mia figlia (3 anni) prima di andare a nanna e lei, che non sa ancora leggere, non fa che chiedermi di rileggerlo. Questo vuol dire che la poesia di questo libro è inspiegabile con le regole della ragione.
O si ama o no, ma gli adulti sono bizzarri a volte e ad alcuni non è piaciuto. Potrei pensare che forse non lo hanno capito, ma qui non c'è nulla da capire, dunque penso che non l'hanno percepito.

Amo questo libro perchè è un sogno, e come tutti i sogni c'è ma non esiste. E ognuno si tiene il suo.

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C l a r a Opinione inserita da C l a r a    14 Settembre, 2011
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A me resta il colore del grano.

Il fascino di questo libro sta nella sua disarmante semplicità. Esso si ripropone di insegnarci, o semplicemente ricordarci, molte cose che abbiamo perso crescendo, per questo non può essere considerato semplicemente un libro per bambini ma ha molto da dire anche agli adulti.
L'autore si propone di analizzare in modo del tutto originale, attraverso lo sguardo innocente di un bambino i comportamenti irragionevoli, i vizi e le caratteristiche tipiche degli adulti senza però mai dare un giudizio morale.

Il piccolo principe infatti è un solitario bambino che vive su un asteroide con una superficie talmente ridotta da riuscire a vedere i tramonti semplicemente spostando la sedia di pochi passi. Unica sua compagna una rosa capricciosa e viziata che lui coccola in ogni modo ma da cui si sente così esasperato da intraprendere un viaggio. Si tratta di un percorso di conoscenza in cui incontrerà personaggi tanto bizzarri, come solo gli adulti possono essere: chi crede di regnare sull’universo intero quando nessuno sa della sua esistenza; chi è ligio al dovere al limite del paradosso accendendo e spegnendo continuamente un lampione; chi è vanitoso e vive nell’attesa di qualcuno che lo ammiri.
Ma il tratto più significativo è senz'altro quello sul pianeta terra dove incontra una piccola volpe e scopre il significato di "addomesticare", l'importanza di avere amici, di creare legami per sentirsi un pò meno soli, riscoprendo così l'unicità della sua rosa.

Un libro per coloro che conoscono l'importanza di creare legami, credono nell’amicizia e nei rapporti improntati su semplicità e verità. Un libro per bambini e per ragazzi ma soprattutto un libro per adulti affinché non si dimentichino mai di esser stati, a loro volta, bambini.

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Lida Opinione inserita da Lida    28 Luglio, 2011
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Una bella favola

Sicuramente un bel libro. Per la verità, data la fama mondiale di cui gode, forse lo aspettavo un pò diverso. Più che nel ambito della letteratura io lo collocherei in quello delle favole. Può essere letto sia da grandi che da piccoli ma sicuramente ricorda un pò quelle storie che si leggono ai bambini prima di andare a letto per dar loro la buonanotte. Il testo è dominato da un' atmosfera fiabesca. Il piccolo principe è il personaggio puro, sincero e spontaneo per antonomasia. Mi è piaciuta particolarmente la parte finale che, a parer mio, è quella più vera ed emozionante. Bella anche la parte riguardante i diversi pianeti visitati dal Principe prima di giungere sulla Terra. Tramite la spontaneità del protagonista l' autore riesce ad esaltare aspetti veri della nostra quotidianità che spesso passano inosservati rubando sorrisi e sensazioni piacevoli al lettore. Per il resto una favola molto ben riuscita ma sicuramente non un libro dai contenuti letterari.

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serena...mente Opinione inserita da serena...mente    05 Mag, 2011
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Sopravvalutato.

Come promesso ad un amico, mi sono riletta il piccolo principe, per la quinta volta. Perché ?!!!
Bella domanda... Una canzone di Jannacci diceva "per vedere di nascosto l'effetto che fa..."
Forse perché tutti lo additano come un capolavoro e io, io non ci riesco!
Però l'ho dovuto leggere cinque volte per capire il vero effetto che mi fa!
La prima volta lo lessi obbligata dalla professoressa di italiano delle scuole medie. Lo trovai "strano" e non lo compresi per niente.
La seconda volta alle superiori (stessa "fissa" della prof. di lettere), e mi sembrò così così..
La terza volta è stata "tutta colpa mia" e , dato che non mi aveva obbligato nessuno e mi dovevo pur giustificare, pensai che fosse un gran bel libro e che Saint- Exupèry fosse un genio.
La quarta volta cominciai a chiedermi cosa avesse fumato l'autore per riuscire a disegnare un elefante inghiottito da un boa...
E la quinta? Direi che finalmente ora posso dire "buona la quinta"
Adesso basta, è ufficiale: a me il piccolo principe sta sulle palle !!! E come fa a starti simpatico uno sgorbietto di pochi anni che pensa di sapere tutto lui e pretende di spiegare "ai grandi" come funziona la vita? E poi è troppo buono, troppo puro, troppo noioso.
Oh, l'ho detto, adesso mi sento meglio !

http://www.youtube.com/watch?v=C0TlHcQAbLg&feature=related

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Mirco Opinione inserita da Mirco    25 Aprile, 2011
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Un capolavoro della letteratura

Di sicuro non è un libro adatto a una lettura superficiale, perché in tal caso si rischia di trovare una storia senza né capo né coda. Invece, dietro un'apparente storia banale si cela il segreto degli occhi dei bimbi che non velano d'ipocrisia ciò che vedono ma descrivono con semplicità i controsensi dell'agire umano. Così un baobab può diventare il modo indiretto di parlare dell'educazione e dell'onestà perché il male è come i baobab, se non lo elimini quando è piccolo, distruggerà il pianeta. Così una volpe cela dietro di sé gli amici, i familiari e le persone care che in genere incontriamo nella vita, se le accogliamo, ci prendiamo anche il dovere di accudirle e ne diventiamo responsabili. Insomma, un racconto bello a tutte le età, ma non per tutti, perché alcuni potrebbero vedere in questo libro solo un serpente grasso e non ciò che il serpente ha appena mangiato... ^__-

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Kyriacos Ray Opinione inserita da Kyriacos Ray    24 Aprile, 2011
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Leggerlo e rileggerlo sempre

Questo libro è stato sempre un pò pieno di pregiudizi nel mio giudizio e mai ho "sentenziato" un mio commento fino a quando non l' ho comprato e letto. 2 giorni! In 2 giorni l' ho divorato.
La storia, che mi è sempre stata presentata come di un libro "per bambini" non è per niente infantile, anzi! Il messaggio finale, quello che resta, se davvero lo si tenesse sempre presente si vivrebbe in una condizione migliore. Sia per noi stessi che per il mondo che ci circonda. La parte che mi ha colpito di più è il discorso con la volpe, l' essenziale...
Già solo quel capitolo merita ogni tipo di giudizio, approfondimento, dedizione sull' argomento AMORE. Come vivere di amore, il sapersi donare all' amore. Perché ciò che il mondo proprio "oggi" ha perso... è quel valore di responsabilità, di contatto.

Un libro che nel rileggerlo non finirà mai di dirvi nuove cose, nuovi concetti... nuove parole.

"L' essenziale è invisibile agli occhi".
Cos' è, per voi, l' essenziale...?

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Lady Libro Opinione inserita da Lady Libro    12 Aprile, 2011
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Non mi è piaciuto

Non mi è piaciuto per niente: è una storia senza capo nè coda, priva di un senso e di un filo logico, e non ci si capisce praticamente nulla (e poi dicono che è un libro per bambini? Ma come si fa? A mio parere è un libro per adulti al cento per cento!). Sono le troppe metafore e i racconti sconclusionati, scritti qua e là senza una precisa corrispondenza, che rendono questo libro incomprensibile. Mi domando come mai venga considerato un capolavoro.

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darkala92 Opinione inserita da darkala92    25 Gennaio, 2011
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Ho tanta paura di diventare un baobab!

QUESTA NON VUOLE ESSERE UNA RECENSIONE, MA UNA SEMPLICE E SENTITA RIFLESSIONE.

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano".

Ho paura. Ho paura di crescere, anche se, da tempo, non guardo più il mondo attraverso gli occhi di una bambina. Non mi entusiasmo a guardare le stelle, non mi soffermo a raccogliere un fiore sentendone il suo profumo; non 'addomestico' nulla (se volessimo usare i termini del Piccolo Principe). Tutto questo mi fa paura, perchè vuol dire che la mia anima morirà prima, io morirò prima. Chissà, forse sono morta, ma probabilmente non lo so, o non voglio ammetterlo!

Come si fa a ritornare bambini? Come si fa a gioire delle piccole cose? Di non sentirsi il re di nessuno, di non aver bisogno di applausi, di non sentir la vergogna di aver vergogna (come l'ubriacone), di non avere il bisogno di possedere tutto (in fondo, senza possedere nulla), di studiare tutto, senza avere la conoscenza di alcuna cosa. Come si fa?

Questo è un libro che, a mio parere, non va letto ai bambini. Va letto ai grandi, a coloro i quali hanno imparato o sono stati costretti a non ascoltare più la voce del Piccolo Principe; questo mi riporta essenzialmente al 'fanciullino' pascoliano.

Spero solo di ritornare, un giorno, a guardare le cose con gli occhi di una bambina, perchè questi occhi non mi piacciono più.

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Lo consiglio ai grandi, perchè hanno dimenticato di essere stati fanciulli e perchè non vogliono provare a diventarlo di nuovo.
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gio gio 2 Opinione inserita da gio gio 2    18 Novembre, 2010
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un grande saggio in una favola incantevole...

Aprire le pagine di questo racconto è come entrare in un incantesimo,descritto con una grazia squisita...
Per il Piccolo Principe si prova subito un profondo sentimento d'affetto commovente,viene da un pianeta piccolo piccolo...
"I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano di spiegare sempre ogni cosa."
La semplicità dell'innnocenza,la sublime capacita' di comprendere le cose con il cuore,l'amore per la rosa,l'importanza di "addomesticare" una volpe.un fiore,un amico.I grandi dotti che sono impegnati in "cose serie",non riescono a comprendere il cuore... "L'essenziale è invisibile agli occhi non si vede che non il cuore".
Traboccante di significati semplici, proprio per questo profondi,uno stimolo a rirornare bambini per poter vedere le cose con il cuore e il forte presentimento che,in questo modo,il mondo sarebbe piu' semplice e migliore.
Con questo splendido racconto di fantasia l'autore, Antoine De Saint-Exupèr, ha creato uno magnifico
ed eterno saggio...adatto:dagli 0 anni in su...
Ma...le parole per descriverlo sembra non bastino mai,sembrano troppo poche o troppo banali...forse perche' siamo "adulti"???
Da leggere e rileggere!

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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    01 Novembre, 2010
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Il piccolo principe di Antoine Saint-Exupéry

Come esplicita nella dedica al libro, l’autore si rivolge ai ragazzi e “A tutti i grandi che sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”.

Questo capolavoro, ormai un cult della letteratura europea e non, è amato da generazioni di diversa cultura, lingua e trasversalmente piace a piccoli ed adulti.

La trama è ben nota, basta solo accennarla. Un pilota a causa di un guasto del suo aereo è costretto ad atterrare nel deserto del Sahara: nella vastità sabbiosa del deserto, nella solitudine a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, nel silenzio totale, assoluto, improvvisa, una strana vocetta: “Mi disegni, per favore, una pecora?” Il ragazzino è Il piccolo principe che ha abbandonato il suo pianeta nativo, poco più grande di una casa, e vaga per gli spazi, incontra personaggi bizzarri che impersonano vari aspetti dell’animo umano. Nel nostro pianeta indaga non solo sull’amore, l’amicizia, ma anche sul senso dell’esistere e della morte. La sua apparizione è così tanto misteriosa quanto la sua scomparsa.

Fin qui la storia, esile come il filo delle Parche, ma intensa e profonda quanto la vita di una persona.

La figura del piccolo principe nella sua essenza di completa innocenza accarezza il nostro animo di lettori e ce lo fa amare sin dalla prima comparsa in scena. Come non intenerirsi al suo bisogno di affetto, come non partecipare alla sua dolente e disperata solitudine: tutto ciò che ha compreso ce lo insegna con il linguaggio di chi sa che “ Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”

L’immagine del piccolo principe è l’emblema dell’infanzia, lo stato di grazia ritrovato, così prezioso perché raro, così possibile quando sarebbe impossibile. È un paradosso affermare che il libro è destinato o era destinato ai bambini perché non è necessario che si insegni a loro i valori autentici che noi adulti ci compiace pedissequamente ripetere, siamo noi adulti che li dimentichiamo negli atti quotidiani e che abbiamo bisogno di recuperarli ritornando bambini con la mente e il cuore.

In uno stile così semplice, oserei dire disarmante, privo di sovrastrutture lessicali, l’autore ci pone davanti a verità incontrovertibile, a considerazioni assolute ed universali, stupefacenti perché suggerite da un fanciullo.

La lettura di questo breve scritto rinfranca la mente e come una sorgente d’acqua pura ci spiana l’animo e ci dispone agli altri e a considerare che quello che ci sembra così tanto importante da occupare spesso la nostra esistenza, forse, forse…anzi proprio, non lo è.

Tanti critici hanno analizzato, questo racconto, hanno scritto fiumi di definizioni, parole difficili, interpretazioni tra le più disparate, ma oltre la critica, la grandezza e il fascino di questa opera è che attraversa il tempo e le generazioni mantenendo intatto il suo linguaggio poetico, l’autentica meraviglia di chi l’ha scritto e il fascino quando la logica della nostra ragione è incrinata e messa a dura prova da domande apparentemente ingenue e infantili.

L’autore. Antoine Saint-Exupéry nasce a Lione nel 1900 in una famiglia dell’aristocrazia francese di provincia. A 4 anni rimane orfano del padre, ma trascorre con le sorelle e il fratello un’infanzia serena e con la madre manterrà un rapporto molto stretto. Nel collegio dei gesuiti di Sainte- Crois a Le Mans soffre per la disciplina rigida di tipo militare che vige. Diventa malinconico e solitario, nel 1912 sale per la prima volta sull’aereo del futuro asso dell’aviazione francese nella prima guerra mondiale, Jules Védrines. A Parigi conclude gli studi superiori dopo la morte del fratello François, ama la meccanica e la filosofia, disegna modellini di aerei e frequenta gli ambienti letterari della capitale. Dopo non essere riuscito ad entrare all’Accademia navale, frequenta la facoltà di architettura. Conseguito il brevetto di pilota civile e militare, dopo un incidente, fa solo il pilota civile. In Africa la vita da pilota è intensa, di notte scrive. Nel 1926 pubblica il suo primo libro Volo di notte, scrive prefazioni e reportage per i giornali Paris soir da corrispondente a Mosca. Nel 1935 tenta di battere il record di volo Parigi-Saigon, ma nel deserto della Libia in un atterraggio di fortuna si salva per miracolo. Nel 1938 torna in Europa, ormai famoso, riceve la Legione d’Onore, le sue scoperte scientifiche sono significative nell’ambito della navigazione aerea. Compie missioni pericolose durante la seconda guerra mondiale, nel 1942 fugge in America in esilio, dopo la firma del trattato tra la Francia del maresciallo Pétain e la Germania di Hitler. In America vive con i diritti d’autore di Terra degli uomini, proclamato il libro dell’anno. Quando l’attacco a Pearl Harbour provoca la mobilitazione generale, lascia New York, dove ha scritto il suo capolavoro Il piccolo principe e si arruola per partire in Nord Africa. Nel 1944 durante una missione di volo nella regione di Grenoble, di lui non si saprà più niente. La sua ultima opera Cittadella esce postuma.

Del pilota Antoine de Saint-Exupéry non si è trovata traccia, sino alla primavera del 2004, quando, sono stati riconosciuti i resti del suo aereo al largo di Marsiglia.

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rondinella Opinione inserita da rondinella    26 Agosto, 2010
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Il piccolo principe

Il piccolo principe, nella sua giovane purezza, fa un viaggio che lo porta a confrontarsi con le più svariate realtà e situazioni, illustrandoci nella sua innocente ingenuità i vizi, le attiduni e i comportamenti più 'inumani' degli uomini. Così, alla fine del suo viaggio, arrivatoci chissà come, si ritrova nel deserto insieme ad Antoine e gli racconta la sua storia, i suoi dubbi e le sue perplessità. Antoine dapprima non lo comprende, perchè lui è adulto e non capisce ciò che i bambini cercano di esprimere; ma quanto infine capirà, scoprirà anche che si possono imparare tantissime cose più da una mente infantile che da una vissuta.
Questo libro non ha età. Gli adulti non vedono un boa che ha ingoiato un elefante, loro vedono solamente un serpente grasso e sformato. Perciò De Saint-Exupery, con la pazienza e la determinazione appresa dal piccolo principe ci spiega dolcemente tutto ciò che il bambino gli ha insegnato.
Bellissimo.
Commovente.
E semplicemente umano.
Se incontrate un boa enorme, cercate di capire perchè è tale! Restate fedeli alle vostre volpi e proteggete le vostre rose!

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    09 Agosto, 2010
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Regalarlo è come dichiarare il proprio amore

Sono d'accordo con tutte le recensioni finora lette. Anche per me vale lo stesso effetto nel rileggerlo spesso ed ogni volta trovarci qualcosa di più, una nuova scoperta.
Adoro il momento della volpe che chiede di addomesticarla.
Ma la cosa che vale per me è regalarlo.
Ogni volta lo compro, lo leggo, lo scopro ancora e lo faccio mio. Ma non riesco a tenerlo nella mia libreria: quando penso sia il momento e la persona giusta, lo regalo a chi veramente amo o a chi ha bisogno di trovarsi. A chi mi ha addomesticata. Privarmene per me vuol dire aprirmi e creare dei legami. Perchè non riesco, con le parole, a dire quanto bene io provi per quella persona che lo riceve.
Leggerlo, leggerlo ancora, e poi regalare la tua rosa...

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    01 Giugno, 2010
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I bambini

Certe cose, con il passare del tempo, rimangono sepolte sotto strati di coperte che hanno il nome di società, costume, ragione, abitudine, paura, formalità, pudore.
A un certo punto gli strati sono talmente tanti che si rischia di non capire più cosa c'è sotto.
Allora arrivano i bambini ad aprirci gli occhi e mostrarci le cose per quello che sono, con la loro visione ingenua, semplice, lineare, incondizionata.

Una frase su tutte : "I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta."

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Minny Opinione inserita da Minny    29 Mag, 2010
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Un classico incantevole

E' stato uno dei primi libri che ho letto, o, più precisamente, che mi ha letto mia madre: ed io stavo ad occhi aperti ad ascoltarla.Poi la sera ... guardavo le stelle, chiedendomi in quale abitasse il piccolo principe.
Ho riletto negli anni questo prezioso volumetto : ogni volta è stato come leggerlo per la prima volta e , anche di recente, l'incanto è restato intatto, anzi si è accresciuto.
Quando un testo nell'arco di molti anni mantiene intatto il suo fascino- e questo è successo non solo a me , ma anche a tanti altri lettori di diverse generazioni- significa che è un classico, un testo fuori del tempo, capace di parlare al cuore ed alla mente dei più disparati lettori. Il piccolo principe è un testo scritto con immensa eleganza e con mano leggera: un disegno in punta di penna, ma colmo di significati.

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