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Tempi duri
 
Tempi duri 2020-10-21 12:49:15 C.U.B.
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
1.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    21 Ottobre, 2020
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Democrazia dittatoriale

Cosa saresti disposto a fare per una banana?
Non una banana qualunque, la banana sudamericana che ha invaso il mondo e si è imposta nell’alimentazione di ogni abitante del globo.
Tutto, direbbe probabilmente il ricco signor Zemurray, magnate delle United Fruit Company.

Siamo nel 1954 e per colpa di un presidente guatemalteco decisamente troppo democratico, si vorrebbe addirittura costringere l’azienda a pagare le tasse. Per non parlare poi di una riforma agraria e del mercato del lavoro, dove si ipotizza la lotta ai soprusi subiti dagli indios e la distribuzione della terra - accumulatasi illegalmente nelle mani di pochi latifondisti- ai piccoli contadini.
Zemurray, appoggiandosi al massimo esperto di pubbliche relazioni, riuscirà ad insinuare la minaccia comunista in un paese in via di democratizzazione fino al colpo di stato che lo condurrà, invece, verso la dittatura militare.

Buona la premessa e pure la penna, i primi capitoli sono accattivanti ed incuriosiscono il lettore con una scrittura di una fluidità sorprendente, devo talvolta riprendere il passo che gli occhi mi scivolano più veloci della mente. Poi, però, aumentano disordinati i personaggi – qualcuno resterà a lungo, qualcuno sparirà chissà dove e chissà perché – e si ingarbuglia così la disinvolta narrativa.
Dimentichi della futura Chiquita, ci addentriamo in un Guatemala dove l’autore dibatte essenzialmente di dittatura ed intrigo politico, attraverso un intreccio caotico. Certo, val la pena proseguire per apprezzare la denuncia verso un sistema corrotto ed usurpatore, verso le dinamiche di un’America che finanzia la guerra per proteggere i suoi interessi economici, ma scema il piacere sotto il passo greve e le pagine hanno un denso “effetto Wikipedia”.
I personaggi sono costruiti per enfatizzare il loro lato oscuro, però sono brutti senz’anima, sterili e piatti.

Poco vestibili gli abiti della narrativa da ricordare, improbabile la precisione della saggistica, il romanzo è un tentativo di miscelare entrambi gli elementi cui non potrei negare una sufficienza per forma e contenuto, anche se, ammetto, mi ha annoiata a morte.

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Commenti

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In effetti questa "dietrologia della banana" non ispira, anche se trattasi di Vargas Llosa e non proprio di uno qualunque. Invece i tuoi commenti sapidi soddisfano anche quando seguono un libro non riuscito.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
27 Ottobre, 2020
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Grazie Rollo, a me in realtà la trama attirava. E' stato il mio primo Vargas Llosa e per un bel pò direi che sarà anche l'ultimo :-)
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