Il tredicesimo petalo Il tredicesimo petalo

Il tredicesimo petalo

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni de Il tredicesimo petalo di Luca Trugenberger, edito da Sonzogno. Dalia Rota è psicotraumatologa a Trastevere e collabora con la polizia come criminologa. Solo due persone sanno che è in cura lei stessa per un disturbo di personalità multipla: Roberta, la sua migliore amica, e il professor Cardone, loro mentore e supervisore. Dalia conosce bene alcune delle proprie alter ego. Delle altre ignora perfino il numero. Sa solo che, a volte, si risveglia dopo periodi di assenza di cui non ricorda nulla. Quando la polizia la chiama a collaborare alle indagini sul cosiddetto "killer degli occhi bucati", Dalia scopre di avere avuto motivi di risentimento nei confronti di tutte le vittime. L'insicurezza tipica della malattia la spinge a temere di essere lei la serial killer. Mentre nella sua vita irrompe il dinamico ispettore Fabrizio Spadafora, la giovane psicoterapeuta comincia a indagare in segreto su se stessa e sulle proprie personalità nascoste. Intanto, ogni nuova vittima le è più vicina delle precedenti. Come in una spirale omicida destinata a centrarsi, infine, su di lei.



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Il tredicesimo petalo 2010-06-26 16:09:15 faye valentine
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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    26 Giugno, 2010
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Una criminologa on the road

Storia di Dalia, criminologa psicoterapeuta, donna fragile dal candido nome floreale che si rivela essere coraggiosa e determinata nel conoscere una scomoda verità. Dalia è infatti affetta da disturbo della personalità multipla e ha paura di essere inconsciamente coinvolta in una serie di efferati delitti. Grazie all'aiuto di Roberta e Fabrizio, ostacolata dall'astuto Lupo, indaga su quale sia la sua reale identità.. Una trama che mi ha catturata immediatamente, l'ho trovata originale e intelligente, ma c'è un grosso "ma": la narrazione secondo me non ha colmato in pieno tutte le aspettative create nel momento della lettura della trama sul risvolto di copertina. Ho trovato inizialmente un po' caotica la presentazione dei personaggi: a dire il vero una reale presentazione non c'è, il lettore viene introdotto alla loro conoscenza vedendo immediatamente le loro azioni, una sorta di "medias res", in cui l'azione del serial killer è già avviata e le vite dei personaggi vengono colte così nel momento in cui si trovano. I protagonisti sono molto attraenti, a partire dalla criminologa Dalia: ho scelto di leggere questo romanzo proprio perché affascinata dalla sua professione e dai risvolti che crea il suo essere una terapeuta malata a sua volta. Anche Fabrizio, Roberta, Lupo, Ugo e tutti gli altri sono ben rappresentati, seppure di loro si dica non molto. Insomma, tutti gli ingredienti sono adatti a creare grande mistero e interesse attorno alla vicenda. E' un giallo on the road, nel senso che per la maggior parte del romanzo la protagonista si trova per strada: le minuziose descrizioni dei vicoli trasteverini sono caratteristiche e piacevoli all'inizio, ma diventano ridondanti in seguito. Troppo particolareggiate, troppo dettagliate le passeggiate di Dalia: mi piace l'espediente narrativo del presentare i pensieri della protagonista mentre cammina, però l'autore ne abusa! Avrei preferito un impianto narrativo più classico, anche perché l'argomento mi sembrava già abbastanza originale di suo. Insomma, il mio parere su questo romanzo è alquanto controverso, lo consiglierei per sentire altri pareri di altri recensori, però non aspettatevi certo che vi tenga incollati alle pagine, forse la vera suspance si ha solo nel finale, da cui però mi aspettavo qualcosina in più. Un'idea ottima per un libro che non è niente di speciale.

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