Narrativa italiana Romanzi L'arte della gioia
 

L'arte della gioia L'arte della gioia

L'arte della gioia

Letteratura italiana

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Tutto ruota intorno alla figura di Modesta: una donna vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune. Una donna siciliana in cui si fondono carnalità e intelletto, che attraversa bufere storiche e tempeste sentimentali protetta da un infallibile talismano interiore: «l'arte della gioia». Modesta nasce il primo gennaio del 1900 in una casa povera. Ma fin dall'inizio è consapevole di essere destinata a una vita che va ben oltre i confini del suo villaggio. Ancora ragazzina è mandata in un convento e da lì in un palazzo di nobili. Qui il suo talento e la sua intelligenza, le permettono di controllare i cordoni della borsa di casa, e di convertirsi in aristocratica attraverso un matrimonio di convenienza. Tutto ciò senza mai smettere di sedurre uomini e donne. Modesta attraversa la storia del Novecento con quella forza che distingue ogni grande personaggio della letteratura.



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L'arte della gioia 2018-02-05 10:56:08 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    05 Febbraio, 2018
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Capolavoro?

Travagliatissima fu la vicenda editoriale di questo romanzo che non so se possa essere definito un capolavoro, né mi sento di poter giudicare in tal senso. Per alcuni aspetti potrebbe esserlo, per altri forse meno.
Lasciando ad altri lettori l’ardua sentenza, posso però affermare che “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza è un libro inatteso, intenso e sorprendente, sia per contenuto che per stile narrativo. Tra queste pagine palpita la storia di una donna che, con il suo carisma e la tenace rivendicazione della propria libertà (anche di tipo sessuale), attraversa i decenni sullo sfondo della grande Storia e di una Sicilia sempre indiscutibilmente affascinante. Quella di Modesta, la protagonista, è una figura che a poco a poco emerge nella sua straordinarietà: un personaggio certo sfortunato, ma che ha saputo giocare al meglio le carte del destino, riuscendo a costruire un'esistenza vissuta e assaporata appieno, senza apparenti rimorsi né rimpianti, senza cedere ai ricatti né dei vecchi né dei giovani, fino a scoprire che gli anni della maturità sono di gran lunga migliori rispetto a quelli acerbi e inquieti della giovinezza. Inutile addentrarsi nella trama, sia pure a grandi linee: occorre leggere il libro, dall’inizio alla fine, non ci sono anticipazioni che possano spiegare l’essenza di un’opera come questa.
Ricca di un fascino per buona parte – oserei dire – quasi ottocentesco, sebbene l'ambientazione temporale rientri pienamente nel secolo scorso, la prosa intreccia in perfetta armonia insieme all'asettica e più convenzionale terza persona un io narrante intimo e suggestivo che sembra dare al lettore la sensazione di accedere alle emozioni e ai pensieri più profondi di chi racconta. Numerosi i personaggi che ruotano attorno a quello della “principessa”, e diversi quelli degni di nota; per quanto mi riguarda, ho apprezzato in modo particolare le figure di Beatrice e di Carmine, portatrici, ciascuna a modo suo, di elementi che impreziosiscono le vicende narrate.
Un romanzo-fiume, dove tanti sono i temi trattati, alcuni dei quali avranno forse fatto storcere il naso a quegli editori che, in un ventennio di ferrei rifiuti editoriali, s'erano degnati di leggere almeno in parte il corposo dattiloscritto nel quale l'autrice, fermamente convinta del valore del proprio lavoro, aveva riposto molte speranze. Purtroppo per lei, il libro è stato infine pubblicato postumo e il successo in patria è giunto soltanto dopo la sua scoperta all’estero. Nel complesso, una storia che mi ha molto colpita e che per giorni mi ha tenuta letteralmente incollata alle pagine; tuttavia, non posso nascondere che, se la lettura mi ha assorbita completamente fino a oltre la metà del libro, tant’è che mi dispiaceva interromperla pure per dormire, da un certo punto in poi della terza parte la narrazione in generale, a parte qualche eccezione, non è riuscita a tenere desta la mia attenzione come in precedenza. Peccato, mi sarebbe piaciuto accendere anche la quinta stella.

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L'arte della gioia 2017-06-01 14:57:49 AsiaD
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AsiaD Opinione inserita da AsiaD    01 Giugno, 2017
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Profumo di libertà

Essere donna ed essere libera oggi in Italia e nel mondo occidentale è cosa facile, esserlo agli inizi del '900 in epoca fascista e divisionista molto meno. Modesta è una donna affascinante nel senso più ampio del termine, sia a livello fisico in quanto ho percepito che fosse una bella donna, ma soprattutto per carattere ed intelletto. Destinata ad essere suora, si ribella ad un destino segnato ed investe sulla sua mente, studia, legge, si interessa, combatte per gli ideali, vive l'amore libero ed anche omosessuale a momenti, alleva figli suoi e non in un clima aperto ed educativo che spinge ognuno ad investire sul proprio IO. C'è da trarre molti insegnamenti da questa Donna che è anima centrale per tutti, fonte ispiratrice ed antifascista, riesce a passare da semplice "dama di compagnia" della bimba Beatrice all'epoca sua coetanea a regina e padrona della casa. Cuore duro che però in alcuni tratti ed in alcuni momenti amorosi sia con il suo uomo Carmine che con la sua donna Joyce ama sentirsi bambina e sprofondare tra le braccia dell'amato/a.
La vita politica e la storia italiana del periodo si intrecciano pesantemente con la vita privata, la guerra e il fascismo fanno capolinea nella conduzione già di per sé atipica della vita familiare in casa Brandiforti, lasciando segni profondi in quasi tutti i personaggi compresa Modesta che nonostante tutto continua la sua vita a testa alta nonostante la prigionia nonostante l'agonia della madre che attende il figlio tornare dalla guerra.
Un libro complesso nella costruzione della storia, che può portare in alcuni momenti ad un calo di attenzione, che si accavalla tra flashback e dialoghi immaginari, alle volte lungaggini forse evitabili, ma che comunque trasmette potenza nei messaggi più o meno sottesi che Goliarda trasmette ai propri lettori attraverso la figura di Modesta.

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L'arte della gioia 2016-03-22 17:29:53 manuelaagosto
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manuelaagosto Opinione inserita da manuelaagosto    22 Marzo, 2016
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Istruzioni per l'uso di una vita libera

Ne “L’arte della gioia” Goliarda Sapienza dipinge l’affresco di una donna libera e liberata dai vincoli dei pregiudizi, delle aspettative per noi e per chi amiamo, dai legami soffocanti che chiamiamo amore. E’ un libro molto fisico, centrato com’è sulla natura e il corpo. Fisico è il rapporto di Modesta, la protagonista, tosta carusa, con le idee che mai diventano ideologia, ma cibo della e per la mente. Che si tratti di politica o di poesia l’importante è allargare la mente, spaziare in mondi nuovi, inoltrarsi nel magma confuso e molteplice che la circonda e trovare il modo di respirare un’aria sempre nuova. Si può dire anarchica o socialista rivoluzionaria, se non altro per il percorso esistenziale e politico che attraversa la sua vita, ma si rischia di ingabbiarla dentro a una categoria, ad attaccarle delle etichette, che sono il contrario del suo modo libero di vivere.
Dalla cella del convento in cui passa la sua fanciullezza alle stanze infinite e, per lei, di ineguagliabile bellezza, del Carmelo, da tutti i personaggi più forti sa trarre lezione e, impudicamente, si serve. Dai favoritismi di madre Leonora ai modi prepotenti ma sottilmente perspicaci della principessa Gaia, Modesta guarda e apprende. E sfrutta abilmente le situazioni per dare soddisfazione alla sua brama di sapere: tutto vuole conoscere, per sete di apprendere, perché la sua mente non vuole porsi limiti e non per imporsi sugli altri o gareggiare. Anzi, tutto è finalizzato alla passione di confrontarsi con gli altri e così ampliare il proprio orizzonte. Mai porsi limiti, sempre andare oltre. E questo sembra essere il principio a cui si ispira la sua vita che ha attraversato gli anni cruciali del Novecento essendo nata il primo gennaio del millenovecento. Attraverso i suoi occhi la storia, personale e politica, è un intersecarsi di passioni perché il sacro fuoco della passione fa ardere Modesta e le dà coraggio, ottimismo, capacità di amare, gioia. E’ la passione che passa attraverso i sensi, il corpo, il suo motore ma che non degenera mai, non prende il sopravvento sulla comprensione e la consapevolezza di ciò che accade.
Infine, l’inanellarsi delle vicende va letto e non raccontato, col cuore sgombro, se possibile, di pregiudizi, e pronto a stupirsi di gioia.

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L'arte della gioia 2013-10-30 21:25:18 Cris56
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Opinione inserita da Cris56    30 Ottobre, 2013

un percorso in discesa

Mi e' piaciuta moltissimo la prima parte del libro, la capacita' della scrittrice di immergerci in una terra di Sicilia a tinte forti, di farci sentire amori e odori, di farci vedere i colori e i luoghi in cui Modesta inizia a battersi contro tutti per ottenere un posto nel mondo, un bel posto, non quello in cui e' nata, tra miseria e violenza. Certo qui e la' affiorano forzature sgradevole, ma la scrittura e' potente e coinvolgente. Man mano che il romanzo progredisce pero' Mody, ormai principessa per matrimonio di convenienza e ambizione sfrenata, diventa una predicatrice noiosa, la lettura si fa meno entusiasmante, si arena tra amanti di ogni eta' e sesso, figli amici e servi che sono soggiogati da questa arrampicatrice sociale che eccelle in tutto, dal nuoto alle lingue, all'amministrazione della casa, sempre arroccata sul pulpito del politically correct. L'inizio e' talmente bello che il giudizio complessivo resta alto pur con la delusione della seconda meta' del libro.

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L'arte della gioia 2012-11-08 08:12:39 francescamariabc
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francescamariabc Opinione inserita da francescamariabc    08 Novembre, 2012
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Ho ammirato il personaggio, nonostante il racconto

L'arte della gioia è la storia di Modesta, una ragazza venuta dal nulla che riesce a conquistare un posto di rilievo nella società della Sicilia della prima metà del '900.

Modesta è intelligente e determinata, furba e prima di remore, vogliosa di conoscenza e dotata di senso pratico. Ho ammirato di lei la capacità di non cedere ai ricatti della società: c'è un solo metro di misura delle cose, il suo.
Modesta non crede negli eroi, perché si vive di realtà, e non di ideali. Questa è l'arte della gioia: vivere la vita vera secondo il proprio credo.
Questo contrasta parecchio col mondo che la circonda in quel periodo - in cui ci si batte per il fascismo o per il comunismo - rendendola una innovatrice, sia dal punto di vista ideologico, che in quanto donna.
Storia di un personaggio affascinante e particolarmente verosimile, quasi tangibile.

Peccato però che in certi punti il libro sia veramente pesante e la storia si perda in inutili digressioni. L'inizio è scorrevole, ma man mano che Modesta cresce ed invecchia il testo si arena sempre di più.

Mi è piaciuto, ma per leggerlo ci vuole pazienza.

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L'arte della gioia 2012-08-11 11:21:08 Alessandro
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Opinione inserita da Alessandro    11 Agosto, 2012

Buon sangue ma nient'altro

Questo libro mi divide un po' nel giudizio. A tratti l'ho trovato coinvogente a tratti ripetitivo. Si vede che ha impiegato molto tempo a scriverlo, molte aggiunte ed omissioni successive che rendono il tessuto narrativo del libro un po' sconnesso. Sicuramente fa sangue alla maniera che piace dire ai siciliani. Mi è piaciuto molto l'utilizzo di espressioni in dialetto siciliano, la gioia di raccontare della terra sicula raggiante e ricca di odori e umori. Forse G. Sapienza ha calcato un po' troppo la mano sulla sessualità prorompente e scandalosa per l'epoca di Modesta ma questo va comunque contestualizzato nel periodo in cui il libro fu pubblicato in Europa (in Italia subì censura). Oggi probabilmente, non scandalizzando più nessuno ( e per fortuna!), risulta semplicemente un po' ridondante (anche se accusare la protagonista di ninfomania mi sembra un po' eccessivo soprattutto nel 2012 con quello che si vede in girol!!). A tratti i toni molto accorati risultano un po' patetici, sconfinano in un lirismo che non decolla del tutto. Molto bella comunque la figura di questa eroina moderna anche se antica che attraversa la prima metà del novecento con le sue vicende che la conducono al riscatto personale dopo un'infanzia infelice. Resta comunque una figura un po' a tergo delle vicende storiche, Modesta si autorelega nel dietro le quinte del palcoscenico su cui vanno in scena le vicissitudini di un'Italia dilaniata dalle due guerre mondiali e resta perciò una figura enigmatica che non è possibile contestualizzare del tutto, Ma forse è proprio questa l'essenza del suo personaggio. Comuque un libro da leggere più che per la qualità dello stile narrativo in sè per comprendere meglio il contesto storico in cui ha avuto la sua difficile gestazione e venuta al mondo.

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L'arte della gioia 2011-11-23 15:40:40 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    23 Novembre, 2011
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Paragonarlo al Gattopardo è un'eresia

Non lo definirei un romanzo noioso, alcuni personaggi sono ben delineati, c'è una trama ben dipanata. Ma paragonarlo alla bellezza e purezza del Gattopardo è un'eresia, lo dico da lettrice e da siciliana. La protagonista non mi sembra "vitale e scomoda, potentemente immorale secondo la morale comune", ma semplicemente affetta da ninfomania e perversione sessuale. Sentire il bisogno di portarsi a letto qualunque essere umano un po' interessante ti capiti a tiro, uccidere candidamente chi non appartiene alla predetta categoria e dedicarsi a pratiche onanistiche per celebrare l'evento, potrebbe andare ancora bene per un personaggio cattivo a tutto tondo. Ma lei invece deve anche indugiare sull'elegiaco, esaltare l'amicizia, soffrire per amore, mostrarsi impavida e generosa. Il che suona falso, ipocrita, stucchevole, come se una vecchia signora ti toccasse il sedere mentre ti racconta la sua lunga e intensa vita. Nei suoi momenti migliori ricorda un po' la Claudine di Colette, ma non ha niente a che vedere con i capolavori siciliani.

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L'arte della gioia 2011-07-10 14:30:25 libera-mente
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Opinione inserita da libera-mente    10 Luglio, 2011

L'arte della determinazione

Inizialmente ho faticato ad avvicinarmi a Modesta, donna egoista, surreale, anticonformista, determinata, immorale e priva di scrupoli ma pian piano sono rimasta affascinata dal suo modo di raccontarsi, dai passaggi tra la prima e la terza persona come per osservarsi dall'interno e dall'esterno rivolgendosi a volte direttamente al lettore.
E' stato interessante osservarne i pensieri e sorprendente riconoscere nella mia lettura pregiudizi che non credevo mi appartenessero così come è stato interessante osservare il '900 sullo sfondo di questa splendida lettura. Un inno alla vita, alla libertà e all'accettazione di se stessi e degli altri.

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L'arte della gioia 2010-05-13 09:56:14 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    13 Mag, 2010
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Un mattone di noia...

Con tutto il rispetto per i critici che l'hanno definito un capolavoro, paragonandolo al "Gattopardo", io l'ho trovato noioso, pesante e un po' scontato nella trama.
Ho dovuto interrompere più volte la lettura, prima di arrivare in fondo...
Premetto che sono molto dispiaciuta per la vita difficile dell'autrice, che è finita in carcere a causa del tradimento di un'amica, ma questa opera è un mattone pesantissimo e molto difficile da "digerire", uso questa immagine scherzosa per non dire altro, che altro si potrebbe dire, di peggio.
L'intento dell'autrice era forse quello di descrivere l'esistenza di un'eroina spregiudicata capace di divertirsi e sedurre anche in un'epoca difficile e dolorosa come quella fascista...
Forse se avesse usato un tono più leggero nel raccontare, la sua intenzione sarebbe riuscita, ma in questo modo rende all'utente assai difficoltosa la lettura di questo libro.
Ardua e ripida scalata.
Adatta forse per i momenti soporiferi quando siamo vicino al sonno.
Sconsigliato.
Saluti.
Ginseng666

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L'arte della gioia 2008-12-26 19:05:31 Fieramosca
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Fieramosca Opinione inserita da Fieramosca    26 Dicembre, 2008
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L'arte della noia

Leggere "L'arte della gioia" significa soprattutto capire l'uso letterario del termine "mattone".
Tutto quello che ci voleva dire, la tosta Protesta, ce l'ha raccontato nelle prime venti pagine. Nelle restanti cinquecento straparla.
Straparlano poi, per cinquecento pagine, i molti personaggi del romanzo, piazzati in prospettiva come pastori del presepe a celebrare Nostra Signora Minestra.

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