Narrativa italiana Romanzi Nient'altro al mondo
 

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Nient'altro al mondo

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La vita, a volte, mette davanti allo stesso istante. È così per Alma e Maria che scoprono di essere in attesa di un figlio a pochi mesi di distanza l’una dall’altra. Sono in momenti diversi della loro esistenza, eppure d’un tratto così simili. Ed è sempre stato così per loro due: amiche dai banchi del liceo non c’è pianto che non sia stato consolato o risata che non abbia avuto la sua eco. Nonostante la distanza e nonostante le cur­ve del destino. Ma ora è arrivata la notizia che cambia tutto. Quella notizia che riempie di paura e di emozione. Le loro strade, però, si dividono presto: il sogno di Alma continua mese dopo mese, mentre quello di Maria si spezza in una fredda giornata d’inverno. Ed è allora che l’amicizia che le lega deve stringere i fili della sua rete. È allora che ognuna di loro deve trovare la forza di dare spazio all’altra, superando il proprio dolore o la propria gioia. Perché dolore e gioia possono confondersi, scambiarsi, sorprendere. Perché si è fragili e forti nello stesso tempo, come l’argilla. Alma e Maria scoprono che dire tutto quello che c’è in fondo al cuore spesso è un’impresa difficile. Ma non è così se abbiamo accanto chi sa ascoltare. Chi ci fa sentire come se non ci fosse nient’altro al mondo. Alma e Maria vivono sulla loro pelle che la maternità è un viaggio fuori e dentro di sé. Qualunque sia il suo esito. Perché si può essere madri in mille infiniti modi. Si può essere amiche in mille infiniti modi. Si può essere donne in mille infiniti modi.



Recensione della Redazione QLibri

 
Nient'altro al mondo 2018-02-28 22:17:43 ALI77
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3.8
Stile 
 
3.0
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4.0
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4.0
ALI77 Opinione inserita da ALI77    01 Marzo, 2018
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IL MONDO DELLE MADRI

Il tema trattato in questo romanzo è molto delicato e quindi sono in forte difficoltà nel dover “giudicare” la storia che ho letto, una madre non si giudica, non si può immaginare cosa prova fino a quando non si vive in prima persona questo meraviglioso dono della vita.
Quindi cercherò di dare una mia opinione affidandomi solo alle sensazioni e alle emozioni che ho provato leggendo il libro e alla mia esperienza come zia di due nipoti.
Inizio con il dire che la storia è scritta da due donne che non fanno parte del mondo della letteratura o del giornalismo, ma che nella loro vita fanno tutt’altro, anche se loro hanno dichiarato che vogliono continuare a scrivere insieme delle altre storie.
Sentire l’esigenza di raccontare la maternità può essere terapeutico per superare un momento difficile ma credo che sia impossibile dimenticare, ti rimane una ferita dentro che non si rimarginerà più. Lo sa bene Maria che scopre di essere incinta, questo bimbo lei lo desidera e crede che sia arrivato il momento giusto per diventare madre.
Nello stesso momento anche Alma, la sua migliore amica, rimane incinta ed entrambe si trovano ad affrontare una gravidanza nello stesso periodo.
Ma le cose non vanno come sperano, le autrici ci svelano fin dall’inizio quale sia il destino di Alma e di Maria, la prima porterà a termine la gravidanza mentre la seconda perderà il bambino. Queste informazioni ci vengono date all’inizio del testo, per questo non sono spoiler e inoltre ci fanno apprezzare maggiormente le emozioni e i sentimenti che le due provano in situazioni differenti.
L’amicizia tra Alma e Maria inizia al liceo e continua fino ad oggi, le due rimangono unite nonostante non siano sempre state vicine, entrambe hanno percorso la loro strada e si sono allontanate per poi riavvicinarsi.
Le due si danno coraggio a vicenda e la loro amicizia rimane salda nonostante ci possano essere delle gelosie o delle incomprensioni legate ai diversi momenti della vita.
Alma è un personaggio che si trova spiazzato nel diventare madre, è impreparata e non sa come affrontare la cosa, di certo non c’è un manuale di istruzione dove ci sono i comportamenti da seguire o meno quando nasce un bambino, quindi credo che le sue paure e insicurezze siano comuni a molte donne. Quando ha il bambino tra le braccia tutto cambia e nulla ha più importanza, il resto diventa un contorno, capisce che le priorità cambiano e che si è responsabili di un’altra vita.
Maria, invece, è una donna che si porta dentro il grande dolore di non essere riuscita a diventare madre, è sola anche se ha un compagno, ma questa solitudine la prova per il fatto di non aver potuto far nascere il bambino che lei tanto desidera. Si sente però anche umiliata, difettosa, diversa per non essere riuscita a portare a termine la gravidanza, nonostante siano cose che possono succedere Maria si dà la colpa di quello che le è accaduto. E devo dire che mi sono trovata molto vicina a questo personaggio, perché ci sono molte donne che per vari motivi, per età, per mancanza di un partner, per il lavoro, non possono avere un bambino anche se lo desidererebbero . E questo provoca un grande senso di vuoto con il quale si deve convivere o quantomeno si deve accettare, come dicevo all’inizio non tutte le donne hanno il dono di essere madri.
Entrambi i personaggi vivono a loro modo la possibilità di diventare genitore, le autrici secondo me sono riuscite a scavare nella psicologia delle due donne e a farci conoscere la loro vita prima quando erano giovani e spensierate e oggi che invece sono cresciute.
Il marito di Alma e il compagno di Maria sono marginali alla storia e non funzionali, perché la loro presenza a mio avviso, in questo testo non è rilevante, perché le autrici li hanno relegati ad un ruolo secondario.
Maria non prova rancore o rabbia per il fatto che Alma diventerà madre e lei no, ma riesce a superare questo scoglio perché l’amicizia tra di loro è sincera e capisce che di certo non è colpa dell’amica quello che le è successo, anzi le sta vicina nella sua gravidanza.
Ho apprezzato entrambe le donne, mi sono sembrate molto vere, credibili e molto simili a tante madri che sperano e fanno dei progetti sul loro futuro bambino e alcune volte le cose possano andar bene e altre no.
Il lettore viene pervaso dalle emozioni che le due donne provano, viviamo le loro paure, le angosce, le preoccupazioni, il dolore ma anche la gioia e la felicità.
Laura e Manuela, in questo sono state molto brave a coinvolgere il lettore nella narrazione, ha aiutato sicuramente l’utilizzo della prima persona e dei capitoli brevi e alternati con le voci delle due donne.
Non posso negare il fatto che non riesco ad apprezzare appieno il tema trattato, in quanto lo considero troppo delicato e personale, ogni donna sa cosa prova in quei momenti e non riesco a dare un giudizio oggettivo alla storia. Non è la prima volta tuttavia, che leggo testi di gravidanze interrotte o difficili quindi posso dire che forse scrivere aiuta molto a sfogarsi e a liberarsi da questo peso.
Credo che la storia sia sicuramente molto emozionante e vera e penso che sia giusto leggerla anche per rendersi conto di quante difficoltà possano incontrare le future mamme e come possa cambiare la loro vita e il modo di vedere le cose.
Posso dire che consiglio questa storia a chi vuole leggere un romanzo di vita vera, di emozioni forti e con un tema molto particolare e di grande emotività.


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