Terramarina Terramarina

Terramarina

Letteratura italiana

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È la sera della vigilia di Natale e Agata, che in paese tutti chiamano la Tabbacchera, guarda il suo borgo dall'alto: è un pugno di case arroccate sul mare che lei da qualche tempo s'è presa il compito di guidare, sovvertendo piano piano il sistema di connivenze che l'ha governato per decenni e inventandosi una piccola rivoluzione a colpi di poesia e legalità. Ma stasera sul cuore della sindaca è scesa una coltre nera di tristezza e "Lassitimi sula!" ha risposto agli inviti calorosi di quella cricca di amici che è ormai diventata la sua famiglia: è il suo quarto Natale senza il marito Costanzo, che oggi le manca più che mai. E, anche se fatica ad ammetterlo, non è il solo a mancarle: c'è infatti un certo maresciallo di Torino che, da quando ha lasciato la Sicilia, si è fatto largo tra i suoi pensieri. A irrompere nella vigilia solitaria di Agata è Don Bruno, il parroco del paese, con un fagotto inzaccherato tra le braccia: è una creatura che avrà sì e no qualche ora, che ha trovato abbandonata al freddo, a un angolo di strada. Sola, livida e affamata, ma urlante e viva. Dall'istante in cui Luce - come verrà battezzata dal gruppo di amici che subito si stringe attorno alla bimba, chi per visitarla, chi per allattarla, vestirla, ninnarla - entra in casa Tabbacchera, il dolore di Agata si cambia in gioia e il Natale di Toni e Violante, del dottor Grimaldi, di Sarino, di Lisabetta e di tutta quella stramba e generosa famiglia si trasforma in una giostra. Di risate, lacrime, amurusanze, tavole imbandite, ritorni, partenze e sorprese, ma anche di paure e dubbi: chi è la donna che è stata capace di abbandonare ai cani il sangue del suo sangue? Starà bene o le sarà successo qualcosa? Cosa fare di quella picciridda che ha già conquistato i cuori di almeno sette madri e cinque padri?



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Terramarina 2021-04-26 14:05:11 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    26 Aprile, 2021
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Luce nuova di speranza e felicità

Dopo il successo dell’Amurusanza, Tea Ranno torna in libreria con il seguito, intitolandolo: Terramarina. Un libro che odora di fascino, di mistero e di malia che cattura intensamente.
Che cosa è Terramarina? E’
“meta di speranza, porto di felicità al quale ognuno tende”,
è dunque un luogo impreciso, in cui l’animo di ognuno di noi, tra sonno e veglia, pensa di ritrovarsi. E’:
“E’ una terra? Un’isola? Un’invenzione? Cos’è di preciso? (…) Credo sia il sogno di ognuno di noi, il nostro più grande desiderio.”
E’ il luogo in cui si trova Agata, dove:
“Vado abitando quando non sono sveglia e neppure dormo”.
E’ in crisi la bella e solitaria Agata la sera della vigilia di Natale, mentre guarda con malinconia il paese in cui abita:
“Visto da lassù , il paese pareva un grumo di case adagiato sulla mano di Dio, così le venne da pensare. Altri lo dicevano presepe, e potevano anche aver ragione, ma presepe solo col buio,si disse, alla luce dei lampioni che dava ai muri un colore di biscotto e nascondeva le brutture della modernità.”
L’amore sembra averla dimenticata, e lei si sente sola e triste. Il marito è defunto, e lei mai l’ha dimenticato. Innamoratasi di un giovane maresciallo che preferisce tornare a Torino piuttosto che vivere i suoi sentimenti. Così riflette e non sa che fare, fino a quando arriva trafelato don Bruno con un fagotto abbandonato davanti alla Chiesa. E’ una bambina e immediatamente diventa la bambina di Natale, di tutti.
Una bella favola, scritta con una prosa che alterna l’italiano con qualche incursione nel dialetto, è un libro che emoziona ed infonde speranza nel lettore. Tratta di sentimenti, di accoglienza e di solidarietà con perfezione e sapienza narrativa. Una “luce” in tanto buio odierno, un fiocco di speranza adatto ed utile in questi tempi così difficili.

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