Narrativa straniera Fantasy Il sapore della vendetta
 

Il sapore della vendetta Il sapore della vendetta

Il sapore della vendetta

Letteratura straniera

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Primavera in Styria. E vuol dire guerra. C'erano stati diciannove anni di sangue. Lo spietato Granduca Orso è in lotta con l'Alleanza degli Otto. La guerra potrebbe essere un inferno, ma per Monza Murcatto, la Serpe di Talins, la mercenaria più celebre e temuta alle dipendenze del Duca Orso, è un modo dannatamente buono per fare soldi. Le sue vittorie, però, l'hanno resa troppo famosa, per i gusti del suo committente. Tradita, buttata giù da una battaglia e lasciata a morire, la ricompensa di Murcatto è un mucchio di ossa rotte e una fame ardente di vendetta. A qualunque costo, sette uomini dovranno morire. E tutto questo prima che l'uomo più pericoloso del mondo venga mandato a cercarla e a finire il lavoro che il Duca Orso ha iniziato...



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Il sapore della vendetta 2022-12-23 08:56:05 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    23 Dicembre, 2022
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Styria: terra di sicari scarsi e mercenari pigri

Quasi due anni dopo aver completato la trilogia La Prima Legge, mi sono finalmente decisa a tornare nel mondo fantastico creato da Abercrombie con "Il sapore della vendetta", prima storia companion in una sorta di serie composta da romanzi autoconclusivi e racconti che fanno da ponte tra le due trilogie principali.
L'azione questa volta si concentra sulla Styria, isola ad est dell'Unione divisa tra tanti staterelli in perenne contrasto tra loro, non a caso qui assassini prezzolati e compagnie mercenarie sono molto richiesti. Da "L'ultima ragione dei re" sono trascorsi pochi anni, ma nel Mondo Circolare è già tempo per nuove guerre; a mettere in moto gli eventi è infatti la sete di potere del Granduca Orso di Talins: ad un passo dal diventare sovrano, il nobile si persuade che i fratelli Monzcarro "Monza" e Benna Murcatto, generali delle Mille Spade al suo servizio, mirino a loro volta al trono e per questo li fa uccidere. Sopravvissuta miracolosamente alla trappola, Monza giura vendetta verso l'uomo che le ha portato via tutto e chi lo ha aiutato.
Pur essendo il motore dell'azione, quello di Monza non è l'unico punto di vista all'interno del romanzo, ma è solo il primo in un ricco cast di personaggi vecchi e nuovi. Tra i grandi ritorni abbiamo Caul il Brivido, Nicomo Cosca e Shylo Vitari, che qui giocheranno un ruolo decisamente più rilevante rispetto a La Prima Legge; rivediamo anche alcune figure importanti per le sorti del conflitto che continua imperituro nell'intero Mondo Circolare, come Ishri e Zolfo. I POV inediti riguardano invece l'avvelenatore Castor Morveer, l'ex carcerato Ghigno e, più avanti nella storia, il misterioso sicario Casimir "Cas" dan Shenkt.
Come nella serie madre, questi personaggi sono il grande punto di forza della prosa del caro Joe; pur non essendo in nessun caso delle belle persone, riescono in poche scene ad entrare nel cuore. L'alta qualità dei loro ritratti psicologici permette inoltre all'autore di strutturare delle ottime relazioni, che vanno dall'attrazione romantica, al legame familiare, al disprezzo più genuino; quanto se non più che nei volumi precedenti, si parla anche delle dinamiche interne ai giochi di potere, in questo caso tra i vari nobili a capo delle regioni styriane, inizialmente non così rilevanti per la trama ma via via sempre più importanti per la risoluzione finale.
Nel romanzo non mancano poi battaglie di ogni tipo e violenza decisamente sopra le righe, entrambi elementi che personalmente ho apprezzato, seppur mi renda conto che da un lato potrebbero turbare un lettore più sensibile e dall'altro non sempre risultano verosimili: in diverse occasioni i personaggi vengono feriti gravemente, ma basta lasciar trascorrere qualche giorno e, alla scena successiva, li si ritrova in perfetta salute.
Tra i pregi voglio infine includere i colpi di scena -soprattutto nella parte finale- per nulla banali e capaci di dare quel quid che sembrava mancare alla trama, ed il modo in cui si affronta il tema della vendetta. Quella di Monza non è infatti l'unica della quale si parla in questa storia, anzi: tutti i personaggi sono mossi da un desiderio di rivalsa gli uni verso gli altri, tanto che i più fedeli alleati si trasformano nei peggiori nemici e viceversa; trovo che Abercrombie sia stato bravo nel veicolare un messaggio di base paternalistico, senza per questo risultare affatto pedante.
Nonostante i miei elogi, il romanzo ha diversi difetti, primo tra tutti l'edizione italiana: ad oggi quasi introvabile (e forse è un bene) è decisamente scarsa, sia nella qualità dei materiali che nella svogliatezza della traduzione, palesemente priva di un minimo di revisione. Non mi ha poi fatta impazzire la fretta con cui si passa da una scena all'altra, come se mancasse qualche pagina a fare da ponte, e la scelta di non approfondire più di tanto alcuni personaggi decisamente interessanti come l'apprendista avvelenatrice Day, alla quale mi aspettavo fosse dato più spazio.
Ci tendo a sottolineare questa valutazione è molto più personale del solito: in genere cerco di analizzare i libri in modo distaccato, tenendo conto dei problemi anche in quelli che mi colpiscono in positivo, ma questa volta riconosco di essermi lasciata guidare dal cuore, e anche un po' dalla nostalgia per il Mondo Circolare che mi mancava più di quanto pensassi.

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Il sapore della vendetta 2014-07-29 12:35:07 Amarilli73
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Amarilli73 Opinione inserita da Amarilli73    29 Luglio, 2014
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La vendetta della Serpe

Questo quarto libro di Abercrombie si colloca temporalmente (e logicamente) dopo la sua celebrata e stupefacente trilogia. Pertanto, anche se i personaggi principali sono diversi e anche se la storia si colloca in Styria, una provincia marginale rispetto ai territori conosciuti in precedenza, il mio consiglio è quello di affrontarne la lettura solo dopo essersi immersi nel mondo degli Uomini del Nord, del vecchio Impero, della minaccia e della stregoneria dei Mangiatori e del fragile equilibrio tenuto in piedi dallo zoppo (assente in questo libro, ma sempre nominato e temuto qua e là).

La vendetta è un piatto che va servito freddo, molto freddo e, possibilmente, nel modo più doloroso. Questo è Best served cold.
I fratelli Murcatto sono all’apice della loro carriera di mercenari, quando il loro principale cliente comincia a temere che la loro ombra possa allungarsi troppo sul suo nome e sul suo potere. Ecco perché i due vanno eliminati. Muore il fratello (bellissimo, enigmatico), a stento si salva la sorella (altrettanto bellissima, la vera guerriera della coppia) e inizia il conto alla rovescia per l’esistenza dei sette sciagurati che hanno aderito alla cospirazione.
Mentre Monza, con il suo corpo ricucito, attraversa la Styria aggiustando tassello dopo tassello il suo progetto di sangue, imperi sorgono, città cadono, soldati di ventura cambiano continuamente bandiera e il suo destino s’incrocia con i memorabili personaggi della trilogia, a partire da quel Brivido che è una sorta di versione più giovane di Logen Novedita, un guerriero disilluso che si sforza di fare il buono e non ha successo.

Ritorna il solito (grande) Abercrombie: albe che hanno il colore del sangue marcio, vestiti appiccicosi per il sangue versato, oscurità e tradimenti.
Rispetto alla trilogia, io ho trovato troppo sangue nell’ultima parte. Non perché le scene fossero eccessivamente violente o il mio stomaco fosse debole, ma perché credo che un eccesso (compiaciuto) di morte ad un certo punto possa causare assuefazione. E qui, alla fine, ci sono troppi morti, tanto che quasi non fanno rumore e divengono inutili alla bellezza della trama.
In ogni caso, un grande fantasy che oscura tanta paccottiglia in circolazione e che merita di essere letto.

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La Trilogia della Prima Legge
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