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Il linguaggio segreto dei fiori Il linguaggio segreto dei fiori

Il linguaggio segreto dei fiori

Letteratura straniera

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Victoria ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole. C'è solo un posto in cui tutte le sue paure sfumano: è il suo giardino segreto nel parco pubblico di Portero Hill, a San Francisco. I fiori, che ha piantato lei stessa, sono la sua casa. La sua voce. E attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia saltando da una famiglia adottiva a un'altra. Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita. Perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria.



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Il linguaggio segreto dei fiori 2016-01-31 13:14:41 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    31 Gennaio, 2016
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O ciclamino, mio ciclamino

Un terreno arido, secco e polveroso, su cui non cresce un filo d’erba e dove non potrà mai esserci gioia. Così si sente Victoria perché a diciotto anni non ha mai conosciuto l’affetto di una famiglia, il calore di una casa, la serenità del quotidiano.

Un terreno coltivato a diffidenza e odio. Una diffidenza che nasconde la fragilità e la paura di chi ha dovuto sopportare troppe delusioni e vede la solitudine come unica difesa dall’ennesimo fallimento emotivo. Un odio verso il mondo che si traduce implicitamente nella domanda “Perché io?” e nell’amara convinzione di essere sbagliati, di non meritare amore.

Eppure proprio su questo terreno, inaccessibile alle persone e ai sogni, c’è spazio per i fiori. Victoria li difende, li coltiva, li cura: sono amore. Li usa per tradurre emozioni o desideri secondo un antico codice vittoriano: sono comunicazione. Li tiene a sé come legame con l’unica persona che abbia provato a farle da madre e le abbia donato affetto sincero: sono speranza.

Vanessa Diffenbaugh è riuscita a delineare un personaggio complesso e profondo, pervaso di emozioni vivide, in cui immedesimarsi: la paura di amare e di lasciarsi amare, il senso di colpa e di inadeguatezza, la difficoltà di superare le proprie barriere emotive. Ed è stata in grado di farlo senza strumentalizzare i sentimenti, ma mantenendo una narrazione onesta e delicata. Davvero apprezzabile a mio avviso il non avere ecceduto tanto nei toni del dolore quanto nello zucchero del romanticismo, come se un principe azzurro potesse con la sua sola apparizione cancellare anni di sofferenze e far breccia nelle recinzioni protettive del cuore.

Invece la bellezza di questo romanzo sta proprio nell’autenticità dei sentimenti narrati, veri nella loro durezza e capaci per questo di entrarti dentro. E nei fiori, ovviamente, che non fanno solo da sfondo ma partecipano alla storia con il loro fascino, i loro profumi e i loro colori, e si fanno portatori di un messaggio di speranza, riconciliazione e perdono.

E oggi mi sembra di guardare con occhio diverso il ciclamino che sta sul davanzale della mia finestra: oggi non è più solo un bel fiore rosa ma è una “timida speranza”, anche per me.

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Il linguaggio segreto dei fiori 2015-10-15 14:14:01 marika_pasqualini
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marika_pasqualini Opinione inserita da marika_pasqualini    15 Ottobre, 2015
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Il cardo e la rosa

Bellissimo libro, sul serio. Victoria, prima bambina, poi ragazza e infine donna e madre. A primo impatto questa ragazza può risultare antipatica, a me invece ha fatto solo molta pena. Mi ha fatto capire che i bambini non sempre riescono a dire ed esprimere ciò che hanno nel cuore; tante volte si tengono le loro impressioni e le loro emozioni dentro e non le esternano, finendo così per essere malfidenti negli adulti e creandosi una corazza e una forza che realmente non hanno. Credo assomigli alla sopravvivenza.
Questa Victoria, orfana, vive con un elenco molto lungo di famiglie inadatte a farla crescere, finchè arriva a casa di Elizabeth, con cui stringe un rapporto profondo, l'unico della sua vita.
Ma ancora si sente messa da parte, ancora soffre e rovina tutto in modo disastroso. altre famiglie, altre comunità, fino ai 18 anni, quando è libera e soprattutto sola al mondo. vive di espedienti, dorme in un parco, ed è innamorata dei fiori. Lo dimostrerà a Renata che la assume nel suo negozio, e qui troverà la propria identità, il proprio cammino, fatto di incontri con Grant, che la aiuta a crescere e condivide con lei la stessa passione dei fiori.
Bellissima storia, c'è logica, amore, sofferenza e coraggio. Il linguaggio dei fiori mi ha affascinato. L'autrice ha creato un libro fantastico approdato sui fiori e il loro significato; direi che ha fatto un ottimo lavoro!

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Il linguaggio segreto dei fiori 2015-07-09 07:34:27 fraghi88
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fraghi88 Opinione inserita da fraghi88    09 Luglio, 2015
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Un romanzo suggestivo

RECENSIONE

Un dolce e silenzioso passo verso l’anima dei lettori, che lascia il cuore in profonda riflessione sulla vita. Un linguaggio di comunicazione che ha stupito tutti coloro che hanno amato questo romanzo. E continueranno ad amarlo, perché non ci sono stili eguali per descrivere la complessa ma amabile personalità della protagonista.
Victoria ha una forte paura di non saper amare, di non riuscire a comunicare i propri sentimenti agli altri. Lei, una ragazza orfana di vita, che ha vissuto da una comunità all’altra in cerca delle sue radici. Sperando di trovare qualcuno che riuscisse ad amarla ‘per quello che è’. Già, sono queste le sagge parole di Elizabeth, la donna che finalmente un giorno le farà da madre. Sì, perché il comportamento ostile e rabbioso di Victoria in risposta ai gesti di timido ed accennato amore della donna, non sono altro che una scelta. La scelta timorosa di non lasciarsi andare, per la troppa paura di essere ancora una volta abbandonata alla vita. Proprio per questo, la protagonista si ritroverà ancora una volta a rovinare quel poco che l’incontro di una possibile madre le aveva regalato. Compirà un gesto squilibrato ed egoista nei confronti di Elizabeth. Ma tutti compiamo degli errori, e forse il destino ci riscatterà, dandoci ancora un’occasione. In seguito Victoria riuscirà a superare la paura del contatto fisico attraverso l’amore per Grant, un meraviglioso ragazzo,nonché nipote di Elizabeth, che l’aiuterà a ritrovare impercettibilmente la fiducia in se stessa a piccoli passi.
Una straordinaria storia tormentata dalle riflessioni incisive, che la paura di noi stessi può incutere alla nostra vita. Il lettore nel calarsi del romanzo conoscerà anche l’imperfetto lato materno della protagonista, che si ritroverà inaspettatamente ad essere madre. Forse sarà proprio questo fatto a rendere più fragile e inizialmente detestabile la ragazza, ma in seguito quella strana consapevolezza di aver dato luce ad una nuova creatura la renderà molto più sensibile e accorta.
Il grande timore di non poter riuscire a dare amore a suo figlio e il forte sentore che possa assomigliare troppo a se stessa, la allontaneranno dai suoi doveri e dalle sue responsabilità. Il tempo, però sa come curare le ferite. E Victoria, fin da piccola le ha curate con l’unico mezzo di comunicazione, che il suo cuore riteneva possibile: il linguaggio segreto dei fiori. Ma a un tipo, come lei, non erano bastate le tante e diverse versioni dei dizionari di botanica, perché si e’ creata un bellissimo e personale schedario fatto di curati disegni floreali e di minuziose ricerche sul loro significato.
I fiori sono la sua casa, come lo e’ quel giardino segreto nel parco pubblico di San Francisco. Lei tramite quei colori e quei petali riuscirà a dare senso alle parole, che il cuore non trova e proprio attraverso i loro nomi riuscirà a dare voce a se stessa. Infatti si sente diffidente come la lavanda,e riesce a rivelare la sua solitudine e la sua paura come la rosa bianca. I fiori riusciranno a farle conoscere la verità più importante e di cui lei non si era mai resa conto. Lei, come tante persone, rappresenta l’amore senza radici, come il muschio. Perché l’amore è autonomo, ed anche se non si è stati amati, si può ugualmente riuscire ad amare in modo completo e profondo indipendentemente da ciò che siamo stati e da ciò che siamo.

Francesca Ghiribelli.

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Consigliato a chi conosce la vita attraverso il linguaggio dei fiori e a chi vorrebbe imparare a conoscere il mondo attraverso la natura.
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Il linguaggio segreto dei fiori 2015-06-30 15:23:14 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    30 Giugno, 2015
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Riconciliazione.

Come si può donare amore quando non solo non lo si è mai ricevuto ma non ci è stata nemmeno insegnata l’importanza di elargirlo a nostra volta? Victoria Jones è un po’ l’emblema di questo dilemma. Sballottata da una famiglia all’altra, 32 per la precisione, ognuna più inadeguata della precedente (basta pensare all’aneddoto della madre affidataria che dopo averla lasciata digiuna per tre giorni all’età di 7/8 anni ha applicato il dogma “se hai veramente appetito mangerai qualsiasi cosa” sfamandola con un piatto di piselli surgelati ed obbligandola a rimangiarli una volta che la piccola li aveva vomitati) e di poi relegata in una casa di accoglienza per minori e nuovamente spostata in un alloggio provvisorio all’età di diciotto anni con la clausola del “non paghi affitto per tre mesi ma se allo scadere di quest’ultimo non hai il denaro per far fronte alla retta sei fuori”, la sua vita è stata caratterizzata da una sola ed unica costante: la diffidenza. Perché affezionarsi a qualcuno se tanto poi questo ci abbandonerà o se comunque alla fine sarò io stessa, pensa la protagonista, a rovinare tutto?
Il romanzo è strutturato su due livelli, da un lato abbiamo Victoria ormai maggiorenne che si ritrova in mezzo alla strada e dall’altro la bambina sfiduciata dalla vita che deve varcare la soglia di quella che sa essere la sua ultima possibilità; se fallirà nuovamente non ci saranno più tentativi di trovare una famiglia per lei, dai 10 anni in poi si è depennati dalla lista di adozioni per essere inseriti in quella delle case accoglienza fino alla maggiore età.
La Victoria adulta dopo aver perso la sua provvisoria abitazione non ha un lavoro, non ha un titolo e non ha amici, il suo unico punto di riferimento e ragione per cui vivere sono i fiori, quando può dedicarsi a questi è lei la prima ad essere una donna diversa. Il suo iniziale rifugio infatti è nel parco di Portero Hill in San Francisco; dove dorme tra i petali del suo nuovo giardino. I giorni passano e la fame aumenta. Il suo stesso aspetto sta cambiando assumendo sempre più i tratti di una vagabonda, sa che non può andare avanti così. Decide allora di provare a cercare lavoro da una fiorista, Renata, che prima a chiamata poi con contratto fisso l’assume nel suo negozio. I matrimoni non mancano e la commerciante è particolarmente indaffarata in quel periodo, una aiutante non può che farle comodo. Le trova perfino una stanzetta – blu – che è poco più di uno sgabuzzino (non ha nemmeno il letto), ma per Victoria è il guscio più bello del mondo (finirà infatti per assumere tali caratteri). Renata la porta con sé a comprare il materiale per le composizioni in quello che è una sorta di ingrosso dei fiori ed un uomo (di circa 5/6 anni più grande) appena vede la nostra “selvatica” protagonista ne resta ammaliato. Inizia tra i due uno scambio di messaggi tramite quel linguaggio segreto che pochi conoscono e quando la ragazza è certa del fatto che il venditore non sta improvvisando ma che veramente conosce il significato dei loro scambi decide di acconsentire ad un appuntamento. In tale sede scoprirà che quel giovane non era affatto uno sconosciuto, Grant al contrario di lei aveva immediatamente capito chi era e non aveva perso tempo per rincontrarla ed instaurare un rapporto.
Non vi svelo altro sulla trama perché questo romanzo sa prenderti e condurti sino alla fine in un’unica grande morsa (considerate che io l’ho iniziato ieri nella pausa pranzo e ieri notte l’ho concluso), sa accarezzarti l’anima, farti sorridere, temere, riflettere, incitare, suggerire, supportare, tifare e molto altro ancora tutto in una volta sola.
Tante sono le tematiche trattate (l’adozione, il rapporto genitore-figlio, la difficoltà di crescere ed affrontare la vita, l’incapacità di amare, il lasciarsi andare, il cercare di piantare quelle radici che mai si sono avute, il rifiuto, il trovare se stessi e il proprio posto nel mondo, il non temere di intraprendere quella strada che condurrà alla felicità, ma anche le difficoltà di chi accoglie uno di questi bambini nel calore della sua casa e del suo cuore, il grande coraggio di questa scelta) e tutte sono affrontate e descritte con grande sensibilità.
Chi è alla fine Victoria se non una creatura bisognosa oltre misura di amore tanto da temerlo perché mai nessuno glie lo ha donato né gli ha insegnato ad accettarlo per quel che è e a sua volta ad offrirlo. I suoi comportamenti, le sue reazioni per quanto possano apparire atipiche, illogiche sono in realtà perfettamente coerenti e lineari. Quando la felicità bussa alla sua porta ha paura. Ed il suo è un timore di inidoneità, di incapacità, di non essere all’altezza delle aspettative, di deludere l’altro che potrebbe avere di più, perché – non riesce proprio ad ammettere – qualcuno dovrebbe accontentarsi di lei quando merita di meglio del pulcino ferito che ella è. La sua è una sofferenza intima ma dirompente, tutte le sue scelte sono indotte dal dolore che ha dentro, dal forte senso di inadeguatezza che mai nessuno è riuscito ad estirparle dal petto.
Grant dal canto suo è l’unico che può comprenderla e che riesce a far breccia nel suo scudo. Il suo passato non è poi così diverso da quello della orfana, è empatico verso di lei in modo irripetibile. E così come forte è il legame che li unisce, autentici sono i sentimenti che nutre verso la ragazza. L’ho particolarmente apprezzato per tutto il romanzo, sia per la delicatezza con cui è riuscito ad avvicinarsi a Victoria che per la grande maturità e la forza del perdono che è stato in grado di dimostrare nella sezione conclusiva dello scritto.
Tra la prima e la seconda parte del componimento ho riscontrato qualche discrepanza poiché a mio modesto giudizio potevano esserci anche altre ulteriori interpretazioni della storia, ed al tempo stesso ipotizzavo che la stessa prendesse un’altra piega, non mi aspettavo che avrebbe seguito quella linea. Comunque a mente fredda ne comprendo il perché, ok lo ammetto, ho patito mentre leggevo, mi immedesimavo simultaneamente in Grant, in Victoria e negli altri personaggi e non vedevo l’ora che lei affrontasse i fantasmi del suo passato decidendo di non buttare via un’altra occasione di gioia.
Bella anche la scelta di caratterizzare la copertina con un fiore diverso e dunque con un differente messaggio. Stilisticamente il testo è caratterizzato da una scrittura semplice ma non scontata ed è particolarmente fluente. Si fa divorare, vuoi per le tematiche trattate, vuoi per la capacità narrativa della Diffenbaugh, vuoi perché i protagonisti ti entrano dentro per non riuscirne più, vuoi per la delicatezza ricamata in ogni pagina, in poche ore.
Devo ringraziare le mie librarie di fiducia perché se non fosse stato per il loro consiglio probabilmente non avrei mai letto questo libro, in parte perché non proprio nei miei generi, in parte perché avrei sottovalutato la forza emotiva che è capace di trasmettere. Avrei sicuramente commesso un errore imperdonabile.

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Il linguaggio segreto dei fiori 2015-04-17 08:12:00 Sordelli
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    17 Aprile, 2015
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Delicato

Victoria ha attraversato un'infanzia ed un'adolescenza complicate, prima tra una famiglia adottiva ed un'altra, per poi finire in istituto. Ora, al raggiungimento della maggiore età, Victoria è libera di gestire la sua vita come meglio crede, libera dalle regole dell'istituto e da qualunque legame ad esso connesso.
Ma cosa significa la libertà per una ragazza chiusa, introversa, dall'indole un po' violenta e, di contro, estremamente sensibile e con un amore incondizionato per i fiori ed il loro linguaggio?
Superate, annaspando, le prime difficoltà, Victoria trova un lavoro appagante e che le concede un briciolo di indipendenza economica. Alla sua vita si affacciano anche i sentimenti...riuscirà a non affogare nella mareggiata?

Ho trovato questo romanzo esattamente come un fiore: bellissimo e delicato, incantevole e fragile.
Victoria è una ragazza orfana che nella sua vita è stata molte volte tradita dall'affetto provato e dalle speranze mal riposte; il suo caratteraccio (misto a punte di egoismo) le ha permesso di sopravvivere e arrangiarsi, ma alla fine è anche ciò che l'ha rinchiusa in istituto fino alla maggiore età. Questa giovane donna è un soggetto che ho trovato meraviglioso e che incarna perfettamente il percorso di crescita di un essere umano; tutto il libro, in verità, mi ha ricordato il percorso di crescita di una persona, le difficoltà che deve fronteggiare, l'annaspare di fronte a problemi più grandi dell'età che si ha. É un percorso comune a molti ed è per questo motivo che credo che moltissime persone apprezzerebbero questo romanzo.
Inoltre è ben scritto, la lettura è scorrevole anche grazie ad uno stile semplice, senza fronzoli. Durante la lettura si incontrano spesso i nomi originali dei fiori: ciò non disturba nemmeno il lettore che non possiede alcuna nozione in questo campo, anzi, penso che sia fonte di spunto per invogliare le persone ad approfondire argomenti di cui non si era a conoscenza.
Pur non essendo il mio genere, tempo fa decisi di prendere questo romanzo perchè incuriosita: sapevo che i fiori avessero un significato, per cui pensai che il romanzo potesse essere originale e gradevole, se ben sviluppato; di fatto, la Diffenbaugh è andato oltre ogni mia più rosea aspettativa! Il linguaggio dei fiori fa solo da sfondo ad una vicenda emozionante, che entra fin nel cuore del lettore e lì lascia un suo piccolo segno.
Ho apprezzato moltissimo l'alternarsi di capitoli "in tempo reale" a quelli in flashback, in cui viene raccontata una parentesi importante dell'infanzia di Victoria.
Non posso che consigliare la lettura di questo romanzo a chiunque abbia voglia di tuffarsi anima e corpo in un'avventura emotivamente coinvolgente, una storia bellissima e non priva di difficoltà; un romanzo che è poi una grande metafora (e nemmeno troppo) di quella storia che tutti ci accingiamo a leggere e che comunemente chiamiamo VITA.

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Il linguaggio segreto dei fiori 2015-02-10 15:27:40 ELEONORA FRACCARO
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ELEONORA FRACCARO Opinione inserita da ELEONORA FRACCARO    10 Febbraio, 2015
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"Non sapevo cosa provavo, ma mi mancava il fiato"

La protagonista del romanzo è Victoria, una ragazza con forti problemi, che ha paura di tutto e, soprattutto, del contatto fisico.
Victoria è una ragazza giovane che, abbandonata alla nascita, passa tutta la sua infanzia da una famiglia affidataria all’altra, cambiando una comunità dopo l'altra fino al giorno del suo diciottesimo compleanno, giorno in cui è legalmente adulta e non più affidata ai servizi sociali.
E' una ragazza chiusa che non riesce ad amare e a lasciarsi amare e, alla compagnia della gente, preferisce la compagnia delle piante. Proprio attraverso la sua passione per i fiori, Victoria riesce ad aprirsi e a stabilire attraverso ognuno di essi un contatto col mondo perché ogni fiore ha un significato preciso, un linguaggio appunto.
Attraverso Elizabeth, che le farà da madre e che le trasmette questa passione per i fiori, riscopre la sua vita e inizia a lavorare come fioraia.
Tuttavia nemmeno i fiori riescono a salvarla dal peso che si porta dentro e sarà solo l’incontro con Grant ad avere un ruolo fondamentale nella sua nuova vita, un ragazzo apparentemente misterioso ma che sembra conoscere tutto di lei.
Un libro appassionante con uno stile lineare e molto piacevole.
Una frase dal libro: “Non importa quello che possediamo, ma il modo in cui sappiamo apprezzarlo”.

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Il sentiero dei profumi - Caboni Cristina
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Il linguaggio segreto dei fiori 2014-06-16 15:50:15 paola melegari
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Giugno, 2014
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un amore imperfetto e senza radici

Ognuno ha il proprio percorso, la vita di ognuno di noi è conseguenza diretta dell'amore che abbiamo ricevuto.
La vita di Victoria non è facile, non lo è mai stata, è stata abbandonata alla nascita, affidata a varie famiglie. Dopo vari insuccessi, conosce Elisabeth, e fra loro si crea un rapporto speciale. La madre affidataria, le insegna il linguaggio dei fiori, e la giovane Victoria ne fa un vero metodo di comunicazione.
Nonostante il forte legame che le unisce le cose fra loro non vanno bene.
Victoria divenuta maggiorenne, inizierà a lavorare con i fiori diventando molto ricercata per la sua attitudine alle composizioni floreali, legate al simbolo dei fiori che le compongono.
La storia ovviamente non è così banale, ma legata fortemente ai sentimenti .
La giovane fioraia, ha un vissuto di abbandoni e di incomprensioni, e cova un gran bisogno d'affetto, che ovviamente non può manifestare per paura d'essere mal interpretata e delusa nuovamente.
Ma anche l'animo piu' maltrattato e incattivito nutre speranze di poter amare ed essere ricambiato.
Questa è il grande messaggio del romanzo , che ci avvicina ai grossi problemi dell'infanzia abbandonata. L'autrice, madre biologica ed affidataria, conosce bene le problematica e le sviluppa con il supporto floreale, che devo dire essere davvero piacevolissimo.
Io che amo moltissimo comporre fiori freschi ed essiccati, mi sono trovata davvero a mio agio in questo racconto, anche se non concepisco il fatto che un fiore bellissimo come l'ortensia significhi distacco, o la bocca di leone , presunzione; la peonia , rabbia.
per me un fiore è una cosa bellissima, e il suo colore o la sua forma possono essere più o meno graditi a seconda dei gusti.
Probabilmente in passato parlare con i fiori, era un modo non convenzionale per manifestare i propri sentimenti.
Comunque davvero consigliato questo romanzo, tristissimo ma piacevole, una grande speranza come messaggio!

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Il linguaggio segreto dei fiori 2014-04-16 20:02:13 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    16 Aprile, 2014
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VICTORIA E IL SUO MONDO DEI FIORI

Questo libro ha catturato la mia attenzione già da quando era uscito nel 2011, ma per una ragione o per un’altra non l’avevo acquistato.
L’ho finalmente comprato poche settimane fa trovando in edizione economica, la copertina è molto carina e trovo originale anche l’idea che ogni libro abbia stampato un fiore diverso con il relativo significato, il mio per esempio è il Narciso nuovi inizi.
La storia gira attorno a Victoria Jones, una ragazza problematica e molto complicata, vorrei ben dire dopo quello che ha vissuto. Ha un’unica grande passione, i fiori e con quelli lei comunica con il mondo.
E’ stata abbandonata dopo il parto, nessuno sa chi erano i suoi veri genitori e non si conosce nemmeno con esattezza il luogo e il giorno di nascita.
Cambia ben 32 case, fino ad arrivare ad Elisabeth l’unica persona con cui abbia provato ad andare d’accordo, che si sia messa alla prova ma anche con lei non è andata a finire bene.
Con Elisabeth lei ha passato uno dei suoi periodi più felici è infatti stata lei ad insegnarle tutto quello che sa suoi fiori e sul loro significato.
Dopo aver vissuto per una decina d’anni in una comunità alloggio all’età di 18 anni, viene trasferita in una casa di accoglienza ma solamente i primi tre mesi sono gratuiti, se vuole rimanere lì dovrà lavorare e pagare l’affitto.
Questa ragazza si ritrova dopo 18 anni a vivere da sola, a dover sopravvivere in un mondo esterno che lei rifiuta totalmente, non vuole socializzare, non ha motivazione per farlo, ne nessun titolo di studio da poter proporre per fare un qualsiasi lavoro.
Dopo 3 mesi, si trova a vivere come senzatetto e dorme nel parco di Mckinley Square a San Francisco per parecchi mesi, fino a che si propone di andare a lavorare in una fioreria, la proprietaria Renata,all’inizio è titubante ad assumere la ragazza poi invece, si ricrederà sul suo conto.
Inizia a lavorare nel negozio soprattutto il fine settimana al sabato o la domenica e la aiuta a organizzare degli eventi per i suoi clienti.
Andando al mercato dei fiori è lì che Victoria incontra Grant, l’unico uomo che riuscirà ad entrare nel mondo della ragazza e a capirla….
Qui mi fermo con la trama per non svelare di più, ho ammirato molto Victoria con la sua forza ma anche con la sua profonda fragilità derivata soprattutto dal fatto che, a mio avviso, le manca il primo amore, quello dei genitori.
I fiori per Victoria, sono un rifugio un buon amico che sai che non ti tradirà, inoltre lei comunica con il mondo esterno grazie al significato che loro hanno, ma la maggior parte delle volte si trova davanti delle persone che non capiscono cosa simboleggia il fiore.
Nel libro si capisce che Victoria ha un bisogno d’amore immenso, le manca, non le è mai stato dato e di conseguenza quando sfiora la felicità invece di afferrarla la lascia andare via, per paura di poter rovinare tutto ma soprattutto di non essere degna di questo amore.
Victoria in un tratto del libro dice che non riesce a provare dei sentimenti delle emozioni, questo mi ha molto colpito perché credo che lei provi molto dolore e sofferenza in molte scelte che compie nel corso della storia.
Preferisce fuggire, cavarsela da sola invece di pesare sugli altri, non crede di essere adatta ad amare e rifiuta l’amore che le persone cercano di darle.
Non a caso il fiore che la descrive è il cardo campestre che ha il significato di misantropia.
Il libro mi è piaciuto molto, mi ha fatto capire quanto dolore ci sia dietro a questi bambini che vivono in una comunità o vengono affidati o adottati da una famiglia, ma anche per le stesse persone che decidono di adottare credo che serva molto coraggio e ci si debba mettere in gioco ad accogliere questi bimbi.
Mi è sicuramente piaciuto la copertina molto carina e azzeccata e alla fine che c’è un piccolo dizionario del significato dei fiori e mi sono andata a vedere anche il mio fiore preferito il tulipano.
Fino a 200 pagine sono stata veramente coinvolta nella lettura del romanzo, presa dalla storia di Victoria e dalle sue stranezze poi secondo me l’autrice ha dato una sua interpretazione alla storia a mio avviso un po’ diversa dalla prima parte.
Avrei voluto che la storia prendesse una piega differente, questo non significa che il libro non mi sia piaciuto, anzi credo che mi ricorderò ancora per molto tempo la forza e il coraggio della protagonista.
Il libro, secondo me va letto perché è una storia molto forte, nel romanzo ci sono vari temi che sono importanti e che fanno riflettere come l’adozione, il rifiuto, l’incapacità di amare e di trovare se stessi e la propria strada nel mondo.
L’autrice, per me, ha affrontare questi temi con grande sensibilità e toccando il cuore delle persone con una storia inventata ma che rispecchia le varie storie vere e tragiche dei bambini che vengono affidati se sono fortunati ad una famiglia, ma se nel caso questo non avvenga si trovano a dover affrontare una vita che non conoscono e un mondo che loro considerano distante.
La scrittrice, in prima persona ha vissuto l’esperienza di lavorare con dei bambini senza la famiglia o con genitori problematici.
Concludo con una frase che mi ha colpito molto e che secondo me rappresenta il libro, “con il tempo avremmo imparato a conoscerci e io avrei saputo darle……….” “………..un amore imperfetto e senza radici”.

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Il linguaggio segreto dei fiori 2013-04-05 12:03:04 ChiaraLotus
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ChiaraLotus Opinione inserita da ChiaraLotus    05 Aprile, 2013
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Guarire le ferite

Essendo il New Adult un genere finalizzato a descrivere il delicatissimo passaggio di un individuo dall’adolescenza all’età adulta, con tutti i cambiamenti che questa fase della vita comporta, ritengo che questo romanzo possa rientrare nella categoria anche se si stacca dai cliché a cui siamo abituati.
Le coetanee di Victoria, in romanzi come “Easy” e “Uno splendido disastro” vanno al college e trovano l’amore facendo i conti con le proprie emozioni non più infantili ed in costante mutamento.
La New Adult protagonista de “Il linguaggio segreto dei fiori” porta con sé una profonda ferita da rifiuto che la rende fuggitiva. Si sente disprezzata dagli altri, ma a sua volta li disprezza e cerca l’isolamento. Si auto-esclude dalla società per paura di ricevere ulteriori delusioni, come quella che le è stata inferta da Elizabeth, l’unica madre affidataria a cui abbia mai voluto bene.
Fortemente convinta di non meritare l’amore, si chiude in un mondo proprio ed affronta la maggiore età con sgomento e paura. Non ha preso il diploma, infatti. Non c’è una compagna di stanza allegra ad aspettarla nel residence per studenti, non ci sono banchi ed esami. Una volta uscita dalla comunità per minori in cui ha vissuto gli ultimi anni, Victoria si trova ad abitare nel parco, in una piccola radura dietro i cespugli. Coltiva i fiori e li osserva crescere. Non decide e non sceglie, non progetta il proprio futuro. Aspetterà che la vita le ponga di fronte delle opportunità e deciderà di coglierle. Un lavoro in una serra. L’affitto di un appartamento. La storia d’amore con Grant. Tutte esperienze destinate a farla crescere e a formarle il carattere. Esperienze vissute come sempre in punta di piedi e con la paura di essere ferita ancora, di perdere tutto.
Victoria è una donna sofferente con il cuore coperto di ghiaccio. Ma non è stata lei a scegliere di congelarsi. Lei vuole soltanto proteggersi, anche se sa mettere una corazza significa rinunciare ad esprimere se stessi. Sceglie l’afasia, dunque. Sceglie di parlare il meno possibile. E trova un altro modo per trasmettere agli altri ciò che sente nel cuore. Sceglie di utilizzare i fiori, con i loro significati reconditi. Questo linguaggio, non certo facilmente comprensibile a tutti, la metterà in contatto con anime affine accompagnandola in un percorso finalizzato alla guarigione.
Questo romanzo descrive con un linguaggio anche troppo semplice la delicata maturazione di una giovane donna nel momento in cui è costretta a fare i conti con le proprie emozioni, con la limitante convinzione con cui ha sempre dovuto fare i conti: io non merito di amare, non merito di essere amata. Ma il muschio può crescere anche senza radici. Ci sono piante che non hanno bisogno di genitori. L’amore è come il muschio. L’amore non si impara. È un’energia che pervade l’essere umano indipendentemente dalla sua storia. Ed è ad esso che Victoria deve aprirsi.

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Il linguaggio segreto dei fiori 2013-01-23 12:11:28 Speachless
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Speachless Opinione inserita da Speachless    23 Gennaio, 2013
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" i muschi crescono senza radici"

Victoria è un'outsider.
18enne appena uscita da una comunità, ha alle spalle un passato triste, fatto di rifiuti, umiliazioni e tanta frustrazione. è infatti un'orfana, non ha mai conosciuto i suoi genitori ed è passata in tantissimi famiglie adottive, che però mai le hanno dato la sensazione di sentirsi a casa. tutto questo avviene invece con Elizabeth, ultima di una lunga serie di madri. ma le cose non vanno come previsto.

Victoria dentro di sè ha tanta amarezza e rabbia (come biasimarla). evita come la peste rapporti con altri esseri umani, per paura di essere ferita ancora, perchè è più facile vivere perennemente arrabbiati che affrontare i propri demoni.

i fiori sono il mezzo con cui comunica, quello che non riesce a dire a parole, che ha paura di esternare.sentimenti,emozioni,paure. i suoi fiori parlano per lei.

si nasconde dietro il suo passato, la mancanza d'amore nella sua infanzia e si rifiuta di vedere quanto amore in realtà lei stessa abbia da dare nonostante l'immensa sofferenza provata. il suo passato è la risposta alla sua incapacità di instaurare rapporti duraturi con altre persone. o almeno lei è convinta che sia così.
deve imparare a dare e ricevere amore, a darsi ma non a eliminarsi, ad assumersi responsabilità non solo pratiche ma che investano anche la sua sfera emotiva.

libro piacevole; ho apprezzato lo stile lineare e per niente barocco. bella la storia, appassionante, e ricca di significati. consigliato

una frase degna di nota: "forse anche chi aveva vissuto isolato e senza affetti poteva imparare ad amare profondamente al pari di chiunque altro."

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