Il mio cuore cattivo Il mio cuore cattivo

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    26 Febbraio, 2023
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Rischiacciata nell'abisso

Psicothriller dal ritmo incalzante, popolato di personaggi che mostrano un volto e poi nella realtà ne hanno un altro. Arrivi a dubitare di tutti, impari a riconoscere il lato oscuro di ciascuno di loro. Però istintivamente ti fidi della protagonista, che soffre di allucinazioni, che tutti considerano pazza, ma che è un’anima buona. La ragione la protegge oscurando il ricordo di una notte terribile. E’ ciò di cui è capace la nostra mente. E’ ciò di cui è capace il tempo. E’ ciò di cui è capace a volte anche il nostro corpo. Proteggerci. Salvarci. Ripararci. Lei si ritrova al centro di una girandola senza fine, che la afferra e la rischiaccia in un abisso. Però, in un crescendo di suspence e di giravolte, le carte in tavola si spaginano ed arriviamo a scoprire la verità in un finale davvero inaspettato.

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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    01 Agosto, 2022
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Una Germania piena di italiani

Sono passati ormai anni da quando lessi "La psichiatra", e oltre a conservare un ricordo incredibilmente chiaro del romanzo, mi è rimasta una certa curiosità per il resto della bibliografia di Wulf Dorn. Tutte le sue trame mi sembrano perfette come rapide letture estive, da portarsi sulla sdraio, e così è stato con "Il mio cuore cattivo", titolo recuperato in modo un po' randomico un paio di anni fa -grazie ad una promozione di TEA- che mi ha colpita in positivo.
Ad un primo acchito, il romanzo sembra avere molti punti di contatto con l'esordio dell'autore: la nostra protagonista e narratrice, l'adolescente Dorothea "Doro", è perseguitata da qualcosa avvenuto nel suo passato -in particolare la sera prima della tragica morte del fratello minore- che non riesce a ricordare, e questa condizione la porta ad essere coinvolta nella risoluzione di un mistero; infatti, nonostante sia di base un thriller, questa narrazione presenta molti elementi mystery, con un intreccio degno di un brillante giallista. Il lutto improvviso porta Doro a trasferirsi con la madre nella cittadina di Ulfingen, ed è qui che la ragazza inizia ad interessarsi al suicidio di un giovane del posto, perché crede di aver incontrato la stessa persona il giorno successivo alla sua morte.
Questa parte della trama, ossia la più interessante e coinvolgente, non prende il via se non dopo un centinaio di pagine, e questo rende l'avvio un po' lento, controbilanciando però con ben due aspetti positivi: questa scelta permette innanzitutto di conoscere bene la protagonista e la sua storia prima di immergersi nel mistero -fornendo nel mentre alcuni piccoli dettagli su quest'ultimo-, inoltre quando poi la narrazione prende il via non c'è modo di scollarsi dalle pagine per quanto l'intreccio risulta coinvolgente.
Con la sua storia, Dorn non punta solo a stupire, ma si affida anche ad elementi tipici sia nel genere che nella sua prosa: un esempio è la cittadina in cui si ambienta la vicenda, ossia la classica località di provincia in cui tutti si conoscono, vista dalla protagonista come l'antitesi della cosmopolita Berlino in cui sogna di trasferirsi. Altro tropo (molto apprezzato dalla sottoscritta) è quello della narratrice inaffidabile, che contribuisce a rendere più intricato il giallo; Doro tra l'altro è un'ottima protagonista, molto risoluta e piena di risolse: ho adorato seguire l'avventura dal suo punto di vista.
Anche alcuni dei personaggi secondari si sono dimostrati interessati e non scontati; purtroppo manca un po' di approfondimento su di loro, perché l'attenzione è posta sulla risoluzione del mistero. Questo permette comunque all'autore di includere delle riflessioni molto incisive sui temi dell'elaborazione del lutto e sul modo migliore per affrontare dei problemi psicologici; nella postfazione, il caro Wulf precisa inoltre di aver incluso delle vicende non lontane a ciò che spesso sentiamo nei notiziari, in modo da far capire ai lettori come sia facile cadere vittime dei propri pensieri malvagi.
Passando alla prosa, ho trovato lo stile di Dorn molto scorrevole e spesso informale, dettaglio che sicuramente si adatta bene all'età ed al carattere di Doro. L'unico neo è la tendenza a calcare un po' la mano in alcune scene, penso con l'intenzione di rendere l'atmosfera più cupa, includendo dettagli sopra le righe; un esempio è l'apparizione di un sinistro carro funebre sul luogo di un incendio, dove al massimo sarebbero dovuti arrivare i pompieri e gli addetti del pronto soccorso.
Per quanto riguarda l'edizione non ho molto da dire: sono presenti diversi refusi -soprattutto nei nomi propri-, ma considerando il prezzo non mi voglio lamentare. Però la copertina è un grosso no: basta leggere qualche pagina per rendersi conto che la protagonista ha i capelli scuri, con un taglio decisamente corto, e non la fluente chioma rossa della modella nella fotografia scelta.

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Martina S. Opinione inserita da Martina S.    01 Agosto, 2015
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“In ognuno di noi c’è qualcosa di malvagio."

“In ognuno di noi c’è qualcosa di malvagio, di cattivo, di perverso. E’ la parte di noi alla quale dobbiamo stare sempre molto attenti, ma che qualche volta è più forte di noi” … “Allora c’è solo un modo per fronteggiare la malvagità che è in noi. Assumerci la responsabilità di ciò che abbiamo fatto. Se non lo facciamo, il senso di colpa ci perseguita e ci distrugge.”
Questa è la storia di Doro, una ragazza a cui è cambiata la vita dopo la morte di suo fratello minore Kai. Psicologi, ospedali, pillole… tutto questo per le continue visioni del fratellino, che la perseguita, la paura per i telefoni, ma soprattutto un grande senso di colpa che si attribuisce per la morte di Kai.
Un romanzo interessante, che ti tiene con il fiato sospeso e desideri sapere cosa succederà e come si concluderà la faccenda. E’ un libro scorrevole che si legge volentieri, a tratti confusionario, ma per la maggior parte gradevole. Il finale è bello e inaspettato, e per chi lo leggesse consiglio di leggere il poscritto dell’autore. Penso che leggerò altri suoi romanzi!

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a chi piacciono i romanzi psicologici
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fede.book21 Opinione inserita da fede.book21    06 Agosto, 2014
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Non il migliore dell'autore

Premesso che ho adorato gli altri libri dell'autore, devo dire che metterei questo in ultimo posto in classifica, la storia mi ha ricordato tanto alcune di Stephen King, quelle in cui realtà e immaginazione si confondono.
La storia è sempre molto scorrevole e ogni capitolo ti incuriosisce sempre più, il finale poi è ben scritto e inaspettato.
Però non mi ha entusiasmato come i precedenti, forse perché la storia è carente di contenuto oppure perché l'autore non è riuscito a immedesimarsi bene nel ruolo di ragazzina, fatto sta che è l'ultimo che consiglierei di leggere dell'autore.

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Niamh76 Opinione inserita da Niamh76    19 Luglio, 2014
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Opinione in controtendenza

La mia sarà un'opinione in controtendenza e non me ne vogliate.
Ho letto questo libro proprio perché le recensioni erano tutte ottime.
Dorn scrive bene, scrive di patologie mentali e il che mi affascina. Ma Dorn crea personaggi femminili detestabili (cfr la mia opinione su La psichiatra). Doro dovrebbe suscitare empatia nel lettore con le sue allucinazioni, le sue sinestesie, la sua sensitività... invece a me è risultata assolutamente insopportabile dall'inizio alla fine. Doveva essere una personalità borderline e invece non è altro che una ragazzina traumatizzata. Doveva essere una visionaria del calibro del Nash di A beautiful mind e invece non è altro che un'adolescente supponente e arrogante che crede di saperne di più del suo psichiatra e soprattutto non vuole essere considerata pazza ma si crogiola nel suo stato.
Personaggi che si innamorano al primo sguardo, amicizie che diventano indistruttibili al primo dialogo, mamme "orfane" di figli che abbozzano l'imperdonabile, una cittadina provinciale e pettegola che è disposta a cambiare idea sulle persone solo sulla base dei bei discorsi.

Insomma... tutto questo buonismo in un libro che dovrebbe parlare di follia ci stona.
Come stonano le associazioni sinestesiche forzate buttate qua e là con assoluta premeditazione e le forzature sulla "voce" narrativa di Doro che invece che parlare come una quindicenne disturbata sembra un'adulta perfettamente razionale.

Peccato... credo di aver perso un paio d'ore di tempo...

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crimy Opinione inserita da crimy    20 Febbraio, 2014
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SENSI DI COLPA

Dopo aver letteralmente divorato "il superstite" di Dorn sono corsa a comprare "il mio cuore cattivo" pronta a reimmergermi in un nuovo viaggio all'interno della mente umana.
Ancora una volta il tema centrale è la mente umana e il senso di colpa.
Questo sentimento è presente anche se nascosto e chiuso a doppia mandata mente della nostra protagonista, perchè lei, Doro, non riesce proprio a ricordare cosa sia successo quella maledetta notte in cui fu lasciata sola a casa con il fratellino.
Tutto questo porta Doro a non capire cosa sia reale e cosa no, a non distinguere più la realtà dagli incubi e a lottare con tutte le sue forze per dimostrare al mondo intero che lei NON E' PAZZA......o forse lo è....
Ancora una volta Dorn non delude!
Buona lettura.

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"non ti addormentare",S.J.Watson; "Il superstite", W. Dorn
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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    18 Febbraio, 2014
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Dorn non delude

Wulf Dorn sta diventando, nel panorama letterario del thriller psicologico, un vero maestro.
“il mio cuore Cattivo” è un viaggio nelle incertezze esistenziali percorso nel mare della chimica adolescenziale. L’adolescenza già di per se è terreno fertile per lo svilupparsi di alcune delle peggiori patologie che insidiano la psiche. Dorn sfrutta appieno questa debolezza, piazzandoci tra le mani un testo in prima persona,dove la giovane protagonista, come un saltimbanco su un flebile filo cerca di non inciampare nei suoi deliri, pronti ad ogni passo a gettarla nel profondo e denso mare nero della follia.
Un testo brillante, che spreme come un limone la domanda che ,ogni lettore si porrà leggendo le memorie di Dorotea “cos’ è reale veramente e cos’ è il prodotto delle nostre sinapsi impazzite ?” E cosi pagina su pagina sono riemerso dal profondo, ma questa volta in me pulsava ritmico “il mio cuore cattivo”
Il linguaggio utilizzato nella narrazione è contestuale, anche se forse risulta troppo perbenista e a tratti artefatto. Dubito che tra coetanei sedicenni, durante un dialogo mosso da uno stato confusionale, vengano snocciolati termini quale ad esempio “ insolentirmi”. Ma a parte qualche lieve sbavatura (in particolare sulla rappresentazione emotiva ) che mina leggermente di credibilità l’ io narrante, per il resto lo stile sbarazzino spregiudicato e a tratti entusiasta, rende realistica e tangibile la protagonista. Come lo sono in modo proporzionale, nella misura in cui… anche tutti i comprimari.
Altro artifizio letterario, che esalta il coinvolgimento, è il continuo stato di insicurezza in cui ci pone l’autore. Anche io , come la protagonista, a mio malgrado mi sono trovato spaesato e insicuro. Non riuscivo a trovare la chiave di volta che mi permettesse di capire cosa fosse reale e cosa frutto di una psiche alla mercé del delirio, oppure solo semplice suggestione. Un thriller psicologico che ci cattura e ci pone perfettamente nella condizione in cui si trova Doro.
D’altra parte in questo mondo: “ non esistono fatti, ma solo interpretazioni” e mai come la mente di un paranoico schizofrenico, affetto da allucinazioni ricorrenti, riuscirà a dar spessore è concretezza alla frase di Nietzsche. E Dorn in questo romanzo è riuscito in pieno !

"Procedevo avvolto dall'oscurita. Guardai in basso ed ebbi modo di scorgere un antro oscuro, solo quando fui li li per scrutarvi all'interno, capii.... di aver trovato l'altra metà di me stesso." Anonimo

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Thriller
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McLennon Opinione inserita da McLennon    09 Gennaio, 2014
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Il lato oscuro di ognuno di noi

Dopo aver letto tutti gli altri suoi romanzi temevo cadesse nel ripetitivo e scemasse di qualità e invece, pur sempre affrontando tematiche legate alla follia e alla psichiatria, Dorn snocciola un thriller originale, spiazzante, avvincente.

La trama è un susseguirsi di colpi di scena, di false piste, di indizi fuorvianti che alla fine si ricompongono in un puzzle chiaro e definito, inatteso.

Lo stile dell'autore è attuale, moderno, scorrevolissimo, forse fin troppo semplice ma allo stesso tempo cattura l'attenzione del lettore, risucchiandolo nel turbinio degli eventi narrati che si susseguono con ritmi incalzanti e avvincenti.

E' un'ennesima conferma da parte di questo autore che non riesce proprio a deludere.

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Gondes Opinione inserita da Gondes    05 Gennaio, 2014
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IL MIO CUORE CATTIVO

Questo è uno degli scrittori che posso permettermi di acquistare ad occhi chiusi, senza bisogno di farmi convincere da una copertina ben caratterizzata o da un trama accattivante. Ritengo però che questo nuovo romanzo sia leggermente inferiore come intensità al precedente titolo “Follia profonda”.
Comunque lo standard a cui ci ha abituato Wulf Dorn è di altissimo livello e le aspettative sono di conseguenza sempre maggiori. Anche in questa occasione la protagonista principale è la mente umana; fatta di delicati automatismi che a volte possono incepparsi e far diventare la vita un vero inferno.
Questa volta i riflettori sono puntati su una ragazzina che sta attraversando un momento molto difficile. Il fratellino viene trovato morto nel suo letto, proprio quando la sorella ne aveva la custodia mentre i genitori erano fuori casa. Dopo la tragedia, come spesso accade, la famiglia si sfalda e la ragazzina rimane sola con la madre. Da subito inizia a manifestare gravi disturbi psichici che la portano nel giro di poco ad essere ricoverata in una clinica per malati mentali. Per cercare di dimenticare questa brutta esperienza, la madre decide di trasferirsi con la figlia in un piccolo paesino, dove però le cose non vanno come sperato in quanto la ragazza non riesce a migliorare la propria condizione mentale. Sembra addirittura che questo trasferimento abbia addirittura peggiorato la situazione. La giovane “Doro”, è infatti convinta di aver visto in una notte di tempesta un ragazzo nei dintorni della propria casa che chiedeva aiuto perché inseguito da un demone.
Da questo momento inizierà una serie di eventi che porteranno il lettore nella massima incertezza; credere alla ragazza, convinta di vedere e sentire determinate cose, oppure essere più razionali e credere alle persone che ritengono Doro vittima della propria mente? Sarà una decisione difficile da prendere fino all’ultima pagina perché l’autore si è divertito a farci cambiare opinione in più occasioni

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Opinione inserita da yasmi    01 Gennaio, 2014

ANCORA UNA VOLTA WULF DORN SI AFFERMA IL MIGLIORE

Il mio cuore cattivo è un thriller young adult, ma perfetto anche per un pubblico adulto, che racconta la storia di Dorothea, un'adolescente rimasta traumatizzata dopo una tragedia familiare...
Proprio non riuscivo a staccarmi dalle pagine, la storia mi ha inchiodata pagina dopo pagina, parola per parola. Non ho avuto mai avuto un attimo di esitazione... IO ADORO COME SCRIVE WULF DORN RIESCE A FARMI FUORIUSCIRE EMOZIONI MINUTO DOPO MINUTO COME SE NE FOSSI INNAMORATA E CON QUESTO SUO ULTIMO ROMANZO POSSO DIRE CHE: E' IL MIGLIORE NEI THRILLER-PSICO!
Trovo che sia un romanzo scorrevole e ben scritto, con la giusta dose di suspense e dalla tematica interessante. Tutto ruota intorno ad un pensiero: Chiunque ha un lato malvagio ma facciamo sempre in modo di tenerlo a freno, però cosa succederebbe, se in un momento di rabbia ci lasciassimo completamente dominare? ECCO UNA TEMATICA REALE!
Pagina dopo pagina sentiamo la sua disperazione e la sua insicurezza. Se pensate di trovare un risvolto romantico, resterete delusi anche se, l'autore, ha comunque cercato di fare qualcosa al riguardo. Un libro che si legge tutto d'un fiato e con una soluzione finale per niente prevedibile! CONSIGLIATO VIVAMENTE !

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MOLTI LIBRI PSICO-THRILLER E AMA LEGGERE!
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aeglos Opinione inserita da aeglos    31 Dicembre, 2013
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E' realtà o un sogno?

Mi è bastata leggere la trama e guardare la copertina per capire che questo libro mi avrebbe incollato a sè e così è stato. Proprio non riuscivo a staccarmi dalle pagine, la storia mi ha inchiodata pagina dopo pagina, parola per parola. Non ho avuto mai avuto un attimo di esitazioni e mentre leggevo la storia di Doro mi ponevo un sacco di domande; la mia domanda ricorrente era se tutto ciò che la protagonista viveva era un sogno, semplici allucinazioni o pura realtà. Eppure, ogni volta che credevo di aver trovato la risposta, ecco comparire un nuovo indizio e tutto nella mia mente crollava. Wulf Dorn usa una scrittura molto scorrevole, di facile lettura e ho trovato anche geniale il fatto di usare dei capitoli corti e sopratutto di lasciare la storia sospesa del passato tra una pagina e l'altra. Ogni oggetto, ogni parola, lo scatto delle 11:19, un semplice pupazzo di peluche....niente è stato messo a caso e, sicuramente, è un libro da rileggere più volte perchè è in grado di catapultarti in un mondo a sè, un mondo che solo la mente può conoscere e, rileggendo le pagine una seconda volta almeno, secondo me si potrebbero scoprire tante cose che leggendolo la prima volta non si potrebbero notate. E sopratutto un finale a sopresa, credevo di aver trovato la risposta alla fine e invece sono rimasta di stucco! Grande libro davvero, letto tutto d'un fiato!

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PsicoThriller.
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gianfranco1 Opinione inserita da gianfranco1    31 Dicembre, 2013
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Sogni o Realtà...

Questo libro conferma ancora una volta che Wulf Dorn è un profondo conoscitore della psiche e con i suoi racconti conduce il lettore a riflettere sui comportamenti che hanno gli umani. Questa sua caratteristica e bravura fanno di lui uno dei miei scrittori preferiti.
Anche in questo racconto come nei precedenti il personaggio principale è alle prese con la sua psiche, in questo caso trattasi di un’adolescente (Dorothea) che dopo essere stata testimone di un brutto avvenimento avvenuto fra le mura domestiche costata la vita al fratellino non riesce a distinguere la realtà dalla sua immaginazione. Dopo mesi di terapie e d’incontri con psicologi, cerca di trovare il suo equilibrio con la mamma in un’altra città lontano da quel ricordo cupo, pieno di visioni che ancora non ha rimosso del tutto.
Una notte complice il cattivo tempo Dorothea si sveglia spaventata dal rumore di una porta antistante al giardino, che rimbalzava in seguito alle raffiche del vento, e mentre cerca di fermare il movimento fastidioso della porta, intravede davanti a se stessa un ragazzo circa della sua età, spaventato a morte implorando aiuto e ripetendo la parola “demonio” e nel frattempo che cerca di chiamare soccorso il ragazzo scompare nel nulla. Alcuni giorni dopo viene a sapere che quel ragazzo si è tolto la vita, e prima del loro incontro e per lei ritornano gli incubi del passato e i dubbi sulla sua sanità mentale, ma forte del suo carattere rifiuta di credere di essersi inventato tutto e comincia a indagare cercando la verità sul ragazzo scomparso combattendo anche con il lato oscuro del suo passato.
Il racconto è coinvolgente e molto piacevole, adatto anche per un pubblico giovane, i capitoli sono brevi e intensi, i personaggi quasi tutti giovani sono ben descritti, il ritmo buono. Quello che è mancato (a mio avviso) un po’ rispetto ai precedenti libri di Dorn è il clima “dell’inquietudine” ma in compenso sono menzionati argomenti come ”Sinestesia, (fenomeno sensoriale che associa i colori alle diverse situazioni vissute),telefonobia, Rimozione psicologica” parola che coinvolge il lettore a capire come sono delicati i meccanismi della nostra mente.
Tutti noi umani abbiamo un” Cuore Cattivo” speriamo solo di non mostrarlo mai.

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libri di Wulf Dorn
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    12 Dicembre, 2013
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Contro ogni forma di violenza

Wulf Dorn si riconferma un maestro del thriller psicologico in questo romanzo dalle atmosfere cromatiche e musicali, ricco di suggestioni che nutrono la tensione della storia di Dorothea (detta Doro), impegnata ad affrontare trauma e rimorso per la morte del fratellino Kai.
In questo commento cercherò di illuminare con la torcia del mio interesse personale (una torcia, come quella che utilizzano Doro, David e Julian, adolescenti variamente dediti alla ricerca della verità tra il capanno del giardino e i sotterranei della vecchia fonderia abbandonata dell’immaginaria cittadella di Ulfingen) gli spettri che minacciano la psiche della sedicenne protagonista.

Doro è reduce dal trattamento sanitario dell’esaurimento che l’ha colpita da quando si sente in qualche modo responsabile per la morte del fratellino. Il suo animo, già messo a dura prova, deve affrontare la separazione dei genitori, l’insediamento nella nuova casa (“Ho provato una sensazione singolare nel rivedere i miei mobili in un ambiente nuovo”), le ombre del passato (“Ho estratto da uno scatolone alcuni disegni che erano nella mia vecchia camera”), la conoscenza di nuovi amici, l’attrazione per Julian.

IL DISTURBO PSICHICO SPESSO SI CONIUGA CON UNA STRAORDINARIA SENSIBILITA’

Infatti, Doro ha una caratteristica non comune: “Tua madre mi ha riferito che sei una sinestetica”.
“La sinestesia è un dono particolare… Per lo più è ereditario. Sai di persone della tua famiglia in grado di cogliere e definire numeri, odori, esseri umani e ricordi attraverso percezioni sensoriali?”

SENTIRE LE VOCI, AVVERTIRE PRESENZE

“E le voci?”
Doro è perseguitata da echi e rumori: “Da qualche parte alle mie spalle, al di là della parete, mi è parso di sentire una risatina sardonica. Una di quelle risatine che sono capaci di fare solo i conigli di peluche.”
Parimenti, Doro è afflitta da allucinazioni, rivede il fratellino e ha un incubo ricorrente: la “ragazza-insetto” che rappresenta “il mio cuore cattivo” del titolo.
Pur assorbita dalla sua personale lotta contro voci e presenze (“Credimi, Doro, ce la farai a liberarti della presenza sconosciuta che ti affligge”), Doro è assolutamente certa che la visione di Kevin, il ragazzo scomparso in un incidente, non sia un’allucinazione!

AMNESIA

Doro soffre di un’amnesia a causa della quale non ricorda cosa successe la notte in cui Kai morì.
Se ha ragione Freud, l’amnesia è una forma di rimozione, una difesa volta a proteggerci da un dolore troppo intenso.
Ma i ricordi progressivamente affiorano… e con essi, irrompe il dolore.

FENOMENI IPNAGOGICI

Altrimenti detti, con termine orrendo, “ipnopompici”.
Per il vocabolario Treccani ipnagogico è un “fatto che si verifica immediatamente prima del sonno” (o, aggiungo io, immediatamente dopo, in prossimità del risveglio), mentre la fase ipnagogica è la “fase di sonnolenza che precede l’addormentamento, caratterizzata da un particolare stato fluttuante della coscienza e dal carattere vago e sfumato dei pensieri, durante la quale possono prodursi fenomeni a tipo di illusioni o di allucinazioni”.
Ne soffro anch’io, nella forma della cosiddetta “paralisi del sonno”: un’angoscia che, con interpretazione del tutto personale, io vedo artisticamente rappresentata ne “L’incubo” di Fusseli.
Ma, nel romanzo, è possibile che la visione di Doro sia soltanto un fenomeno ipnagogico?

TELEFONOFOBIA

Doro ha paura del telefono e del suo suono.
“Come si manifesta nel tuo caso la telefonofobia?”
Anche questa fobia la differenzia dai coetanei, che hanno sempre smartphone e cellulari tra le mani…

Wulf Dorn accompagna il lettore nel labirinto degli incubi e delle colpe (“Voglio risalire a ciò che hai rimosso, che non sei più capace di ricordare. Alla notte prima della morte di Kai. Deve essere successo qualcosa che ti fa sentire colpevole benché non ve ne sia alcun motivo apparente”) in una storia scandita da rapidi capovolgimenti di situazioni e scene. Per fornire una personale interpretazione del male (che io estendo a ogni forma di violenza, compresa quella verbale, e di intolleranza) che si annida in ciascuno di noi e per ipotizzarne un antidoto: sperimentale sicuramente, efficace forse... speriamo bene!

Bruno Elpis

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.... "Al di là del principio del piacere", opera nella quale Freud individua il principio dialettico di Eros e Thanatos.
Le poesie di Martin Luther King
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Lady Aileen Opinione inserita da Lady Aileen    08 Novembre, 2013
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Wulf Dorn passa al thriller young adult

Il mio cuore cattivo è un thriller young adult, ma perfetto anche per un pubblico adulto, che racconta la storia di Dorothea, un'adolescente rimasta traumatizzata dopo una tragedia familiare (ha perso il fratellino molto piccolo mentre era sotto la sua custodia). Passato il periodo di ricovero in una clinica si trasferisce con la madre in un paesino per ricominciare una nuova vita.
Il problema è che cominciano ad accadere cose strane intorno a lei e a causa dei suoi trascorsi non viene creduta. Lei stessa non riesce a distinguere tra cosa è reale e cosa non lo è (anche perché non ricorda nulla della notte in cui è morto il suo fratellino).
La storia è raccontata in prima persona dalla stessa Dorothea (scelta che ti coinvolge decisamente di più) mentre la città in cui è ambientata è di pura fantasia.
Trovo che sia un romanzo scorrevole e ben scritto, con la giusta dose di suspense e dalla tematica interessante.
Tutto ruota intorno ad un pensiero: Chiunque ha un lato malvagio ma facciamo sempre in modo di tenerlo a freno, però cosa succederebbe, se in un momento di rabbia ci lasciassimo completamente dominare?
L'autore ha uno stile fluido, ha saputo creare un thriller psicologico intrigante e con una tensione che aumenta man mano che si procede nella lettura.
Ho apprezzato anche la protagonista intelligente e particolare. Dorothea, infatti, è sinestetica ovvero percepisce uno stimolo sensoriale provocando una reazione di un altro senso (del tipo guardare i numeri e associarle ai colori). Pagina dopo pagina sentiamo la sua disperazione e la sua insicurezza.
Se pensate di trovare un risvolto romantico, resterete delusi anche se, l'autore, ha comunque cercato di fare qualcosa al riguardo.
Un libro che si legge tutto d'un fiato e con una soluzione finale per niente prevedibile.

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    04 Novembre, 2013
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Voleva che io lo proteggessi.

È la storia di un’adolescente, Dorothea, che, dopo una terribile tragedia familiare, si trasferisce con la madre in un piccolo e isolato paese, dove tutti si conoscono. Lì incontra subito un bel ragazzo e poi un altro ancora … Raccontata così la trama, sembrerebbe quella di uno young adult, come ce ne sono tanti in giro, ma a scrivere IL MIO CUORE CATTIVO è stato WULF DORN e quindi è tutt’altra storia e tutt’altro genere. Come in tutti i romanzi di Wulf Dorn, è come dare una breve occhiata nel precipizio.
A causa dello shock per la tragedia familiare che ha provocato la morte di Kai, rispettivamente figlio e fratello, madre e figlia sono reduci da un crollo di nervi che ha sfaldato il resto della famiglia, e sperano che il trasferimento nella nuova casa, la cosiddetta casetta delle streghe, rappresenti per entrambe un nuovo inizio.
Però, i misteri della mente possono ampliare quelli della realtà. Doro è una ragazza speciale, glielo ripete spesso lo psichiatra, che l’ha in cura, ma è anche una ragazza molto traumatizzata e qualcuno vuole farle credere di essere totalmente pazza o farla apparire tale agli occhi degli altri. Doro pensa questo, quando cominciano ad accaderle cose sempre più strane.
Di chi può fidarsi, quando non riesce a farlo completamente di se stessa?
È una storia ad alta tensione, che cresce d’intensità, man mano che viene narrata, attraverso vari escamotage narratologici, dalle capacità sinestetiche ai fenomeni ipnopompici della protagonista, dalle presenze paranormali di fantasmi alle allucinazioni sensoriali. Il lettore ne assorbe gli eventi, che generano un climax di aspettative e acuiscono l’effetto suspense. Il mistero da risolvere è all’esterno o dentro la mente della protagonista?
Wulf Dorn, ne IL MIO CUORE CATTIVO, ci propone un thriller psicologico alla portata di tutti e apprezzabile anche per un pubblico giovane, poiché risulta senza le complessità delle riflessioni diagnostiche di uno psichiatra, come il suo abituale personaggio Jan Forstner, e fa narrare ogni evento o scoperta ad una perfetta teenager, intelligente e per niente banale, come quelle che ci vengono raccontate di solito.

“In ognuno di noi c’è qualcosa di cattivo, di malvagio, di perverso. È la parte di noi alla quale dobbiamo stare sempre molto attenti, ma che qualche volta è più forte di noi. Ognuno di noi ha almeno due facce.”

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