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Un ragazzo normale
 
Un ragazzo normale 2018-03-10 17:27:10 lapis
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
lapis Opinione inserita da lapis    10 Marzo, 2018
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Basta poco

Nevica a Napoli nel 1985, il giorno in cui Mimì trova il suo primo amico. Mimì, dodici anni e tanti sogni. Diventare un astronauta, un matematico, un supereroe. Lasciare un proprio segno tangibile nel mondo. E ogni sogno lo porta più lontano dalla sua famiglia povera, dalla sua casa minuscola, dalla rassegnazione con cui suo padre si accontenta della propria esistenza e i nonni guardano il varietà del sabato sera, senza pensare di prendere in mano un libro. E invece lui si ciba di documentari e dizionari, parla con un linguaggio forbito da precettore ottocentesco e sogna di essere un eroe.

E forse l’ha incontrato davvero un eroe, quel giovane del palazzo di fronte, dallo sguardo simpatico e pieno di energia. Giancarlo, si chiama, Giancarlo Siani. Guida un’auto bizzarra e scrive sul giornale, parlando di camorra. Perché solo un eroe può avere il coraggio di raccontare la criminalità, di crederci, di aspirare a cambiare le cose. Ma Giancarlo non ha i superpoteri, è solo un essere umano con grandi ideali e troverà la morte in un agguato di camorra.

“Le cose straordinarie, quelle che resteranno per sempre nella tua vita, arrivano spesso in punta di piedi e all'improvviso, senza tuoni e particolari avvisaglie. Proprio come quella nevicata dell’85.”

Lorenzo Marone ci accompagna nel percorso di crescita di Mimì, che cerca lontano i superpoteri per affrontare la vita e finirà per trovarli nella propria normalità. Si tratta di una favola moderna con cui l’autore vuole veicolare un messaggio in fondo positivo ed edificante, sui legami affettivi, sulla forza delle parole, sulla vita. Il tutto immerso in una narrazione semplice e pacata, il cui punto di forza sono probabilmente le descrizioni. Di Napoli, come sempre, ma anche e soprattutto degli Anni Ottanta.

Come in precedenti elaborati, anche in questo caso la trama si rivela piuttosto esile, una filigrana delicata di quotidianità familiare e tanti personaggi, attraverso cui mostrare emozioni e riflessioni. In questo caso, però, la scelta di avere come protagonista un ragazzino che si affaccia alla vita produce la sensazione di una certa forzatura. Le parole e le osservazioni che Mimì si trova a pronunciare finiscono per apparire a tratti artificiose, retoriche. E, forse, troppa retorica e poca realtà c’è anche nella bellissima figura di Giancarlo Siani, che sbiadisce un po’ sullo sfondo. Sebbene dunque l’intento del romanzo e la penna garbata ed emotiva di Marone siano comunque apprezzabili, credo che questa non sia una delle sue migliori prove narrative. Forse, un’occasione mancata.

“E intanto il mondo rotola e il mare sempre luccica, domani è già domenica e forse forse nevica” (sul murale dedicato a Giancarlo Siani).

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Commenti

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Ciao Manuela, io non ho letto questo ultimo romanzo di Marone, ma certi aspetti che hai riscontrato tu, come la trama troppo rarefatta e una certa retorica che diventa una forzatura li avevo colti in modo molto evidente anche nel penultimo libro "Magari domani resto". Quindi, non saprei, mi sa che per ora passo.
Cari saluti,
Chiara
In risposta ad un precedente commento
lapis
12 Marzo, 2018
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Ciao Chiara,
sì, molti buoni sentimenti, ma manca qualcosa per me. E' da quando l'ho terminato però che continuo a chiedermi se sia un problema mio, di aspettative, e altri lettori ne saranno invece conquistati.
Ti capisco, quindi, ma mi spiace anche un po' che passi, mi avrebbe fatto piacere confrontarmi con la tua opinione!
Un caro saluto,
Manuela
In risposta ad un precedente commento
Chiara77
12 Marzo, 2018
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In effetti la curiosità mi è un po' rimasta: finora li ho letti tutti i romanzi di Marone... diciamo che è una rinuncia temporanea :)
Ciao!
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