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Keyla la Rossa
 
Keyla la Rossa 2017-11-26 18:15:46 Mario Inisi
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    26 Novembre, 2017
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Ogni uomo è bugiardo

Alla base dell’etica di Schopenhauer non c’è la ragione come nel pensiero di Spinoza, ma la compassione verso tutto ciò che è vivo e sofferente.
La mancanza di compassione quindi dovrebbe portare a un modo di vivere poco etico, amorale, lontano da ogni umanità. E di questa assenza di compassione è pieno il romanzo e soprattutto di questa amoralità, all’epoca inusuale (se non nella vita, almeno nei romanzi).
Keyla la prostituta, risulta il personaggio più positivo e affascinante del romanzo per la sua generosità e i suoi slanci di fiducia e di ingenuità, forse di candore che contrastano con gli anni di carriera professionale, e che nascono dal suo fortissimo desiderio di elevazione e di riscatto. Keyla ha diverse occasioni di riscatto. Prima di tutto il matrimonio con Yarme, che all’inizio del romanzo ama e da cui è amata. Purtroppo tutti gli uomini che si avvicinano a Keyla, anche se dicono di amarla, sono attirati soprattutto dal lato fisico del rapporto. Ma questo concedere troppo al corpo diventa una trappola e un imbuto che porta alla rovina. La passione si accende alla fine sempre nel suo senso più deleterio, di possesso di un oggetto che per essere sicuri di avere definitivamente bisogna distruggere e di depravazione. Gli uomini più importanti della storia sono tutti descritti come schiavi della passione, quindi non del tutto liberi, egoisti e meschini: tutti in un modo o nell’altro sfruttano Kejla e sono gelosi della sua rinascita; soprattutto Yarme, il marito, e il suo amico Max, contrastano la sua tensione verso l’alto che si esprime anche come tensione religiosa.
Nonostante la progressiva discesa nel fango, Kejla è l’unica che conserva parte della purezza che le viene dal buon cuore. La sua bontà le lascia fino alla fine la voglia di vivere che viene meno a tutti gli altri. Nel romanzo la passione ha una connotazione fortemente negativa, di tensione verso il fango e la depravazione. Viene descritta come forza che , se non le si oppone resistenza, spinge l’uomo a sprofondare.
Ma la capacità di opposizione e di resistenza manca a quasi tutti i personaggi, fatta eccezione per Solcha, la fidanzata.
Nel romanzo c’è un costante conflitto tra Dio che tace, facendo il suo mestiere come si dice spesso, e l’uomo che lo nega ma pur negandolo continua a sentire su di sé il Suo sguardo accusatore e che, come risposta a quello sguardo, vede come soluzione l’allontanamento o l’asservimento della prostituta sulle cui spalle viene lasciato il peso di ogni bassezza morale. La donna però è migliore degli uomini perché più umile e sincera e soprattutto più compassionevole. Anche l’altra donna, la fidanzata Solcha è una donna sincera e pronta a pagare di persona per le sue idee.
Il romanzo nelle sue prime pagine non mi ha convinto per la repentinità con cui i personaggi si abbandonano a debolezze e passioni e cambiano atteggiamento e modalità di relazionarsi tra loro. Alcuni di loro, Yarme soprattutto, ma anche Keyla, mi sono sembrati incoerenti. Ma accettato e digerito questo lato del loro carattere che compare soprattutto nelle relazioni che coinvolgono anche Max, poi il romanzo si accende e diventa appassionante come qualsiasi cosa scritta da Singer. Certo il lettore si irriterà un po’ con tutti gli uomini del romanzo e forse anche con Keyla. A tutti manca un minimo di spina dorsale, e quasi tutti sarebbero da prendere a schiaffi. Il romanzo però è proprio bello. Diventa andando avanti sempre più bello, colorato e pieno di poesia e di malinconia nonostante tutta la depravazione descritta. Il bello di Singer è che descrive le cose con quello sguardo compassionevole che rende tutte le vicende più vicine al lettore. Forse l’inizio sarebbe stato da rivedere, questione però di poche pagine.

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Commenti

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Bella recensione, Mario.
Come sai, Foscolo definiva la compassione come unica virtù, ritenendo le altre 'virtù usuraie' . Esagerava, ma indubbiamente la compassione è un sentimento altissimo. Anche in letteratura.
In risposta ad un precedente commento
Mario Inisi
29 Novembre, 2017
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Certamente, sono d'accordo con Foscolo.
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