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Fu sera e fu mattina
 
Fu sera e fu mattina 2020-09-21 14:19:50 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    21 Settembre, 2020
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Il Prequel.

«Era la verità. C’erano uomini in grado di prendere in mano uno strumento per la prima volta un flauto o una lira, e dopo qualche momento trarne una melodia. Edgar possedeva lo stesso istinto per le barche, e anche per le case. “Quella barca si inclinerà a dritta”, diceva, oppure: “Quel tetto farà passare l’acqua”, e aveva sempre ragione.»

Il suo nome è Edgar ed è in attesa in quella che è la notte più importante della sua vita: sta per scappare con il suo grande amore, Sunni. La ventunenne, di tre anni più grandi di lui, sposata con Cyneric è pronta a fuggire con il giovane e come da accordi i due si sarebbero incontrati nel luogo convenuto, sarebbero fuggiti in un altro paese dove egli aveva già trovato lavoro e si sarebbero presentati come già sposati. Eppure, qualcosa, non va come auspicato perché l’orizzonte non è più limpido, il nemico è pronto all’attacco.

«Dopo qualche attimo gli parve di scorgere la testa di un mostro e provò un brivido di paura. Contro il debole chiarore del cielo gli sembrò che si stagliassero delle orecchie appuntite, grandi fauci e un collo lungo. Un attimo dopo si rese conto che quello che aveva visto era ancor peggio di un mostro: era una nave vichinga, con una testa di drago sulla punta della prua ricurva. Ne apparve un’altra, poi una terza, e una quarta. […] Ora le navi erano dieci. Significava che c’erano almeno cinquecento vichinghi.»

Che fare? Come avvertire gli abitanti del villaggio del pericolo imminente? Come avvertire la sua Sunni e al contempo sua madre, suo padre e i suoi fratelli? Riuscire a suonare la campana è l’unica alternativa possibile, è l’unica possibilità che ha per avvertire tutti. Raggiunge la sua amata ma nonostante i suoi sforzi e nonostante la lotta che ha luogo ella perisce. Quel che resta del villaggio è un cumulo di macerie e cenere, un cumulo di niente. Tutto quel che la sua famiglia aveva ormai non esiste più; il cantiere è andato distrutto così come suo padre è deceduto probabilmente dissanguato da quel braccio destro amputato. Su Combe, sulla costa sudoccidentale dell’Inghilterra, ormai non c’è più spazio per il costruttore di barche e i suoi familiari. Lui e i suoi cari sono costretti a partire e a rimettersi in gioco. Si sposteranno nel desolato villaggio di Dreng’s Ferry dall’altra parte della manica. Nel mentre la contessa Ragna decide impulsivamente di sposare il nobile inglese Wilwulf e di seguirlo nel suo regno. Va contro il padre, il conte Hubert di Cherbourg, va contro ogni buon senso e ben presto si accorgerà di quanto questa sua scelta sia stata impulsiva ed errata. In Normandia, infatti, si troverà innanzi a un luogo ben diverso da quello in cui ha sempre vissuto, un contesto in cui la società è arretrata, la violenza è una costante e la lotta al potere è un qualcosa dal quale non potrà sottrarsi. Ed ancora vi è Aldred, il monaco idealista che confida di trasformare la sua abbazia in un centro di insegnamento ed erudizione. Questo lo porta in conflitto con quelle che sono le mire di Wynstan, il vescovo assetato di potere e disposto a tutto pur di tutelare i propri averi e incrementarli.

«Il suo pensiero andò a Aldred. Era dispiaciuto per il monaco, un uomo che voleva solo fare del bene. Era stato coraggioso a mettersi contro un vescovo. Forse troppo coraggioso: la giustizia non era di questo mondo, ma dell’altro.»

Con “Fu sera e fu mattina” Ken Follett torna in libreria con quello che rappresenta il prequel del suo romanzo più venduto e complesso. Siamo nel 997 d.C. a più di cento anni da “I pilastri della Terra” e tutto il componimento, a differenza delle altre opere, tocca l’asse temporale di un decennio giungendo alla sua conclusione nel 1007. L’incursione vichinga porta violenza, povertà, arretratezza in quelli che sono i secoli bui dell’età di mezzo. E tanto è il lavoro di ricerca fatto dall’autore, un lavoro durato due anni e seguito da un ulteriore anno di quella che è stata la stesura.
Il risultato finale è quello di un componimento ricco di colpi di scena, dove non manca l’amore, non manca il riscatto, non manca il desiderio di rivalsa, non mancano i giochi di potere, non manca la passione, non manca l’odio, non mancano i tradimenti, non manca la vendetta. Il lettore viene trasportato dalle vicende, entra in sintonia con ognuno dei personaggi, si sente in empatia con Edgar e la sua indole al costruire, è rapito dai sentimenti di Ragna e con lei spera e sogna, ammira Alfred ed è pervaso da sentimenti di antipatia per personaggi quali Wynstan e il fratello. Ogni pagina è un colpo al cuore, ogni pagina è avvincente e trascinante nonché rapida e fluida nella lettura.
Il narratore non solo riesce in quel che è la ricostruzione di un mondo, non solo riesce a porre i fatti in un periodo antecedente a quella che sarà la futura Kingsbridge, non solo rievoca lo scontro tra gli Anglo-Sassoni che abitano il paese da dopo l’addio dei romani, non solo descrive alla perfezione usi e costumi dei Vichinghi, i pirati del nord che non esitano a distruggere e razziare, non solo delinea i Normanni a nord della Francia che rappresentano la civiltà più sofisticata ed evoluta del tempo e che alla fine vinceranno su tutti gli altri con Guglielmo il Conquistatore sino a quella che sarà l’instaurazione della monarchia, ma ci riporta in una epoca fatta di cambiamenti e trasformazioni che ci fa riflettere su quella costante di un mondo che cambia a discapito di quel mondo che altri non vogliono far cambiare. Inevitabile è il riferimento all’epoca moderna, alla Brexit e a tutte le riflessioni sottese.
Un componimento corposo, che scivola sulla pelle, che si divora senza difficoltà, che si assapora pagina dopo pagina e che resta. Un libro semplicemente completo su ogni fronte e da ogni prospettiva. Da leggere e rileggere.

«Ma non distolse lo sguardo. Era profondamente commosso. Ripetendo le ultime parole della promessa, mormorò: “Per il resto dei miei giorni”.
Vide gli occhi di lei velarsi di lacrime. “E per il resto dei miei, amore mio, dei miei.»

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Commenti

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FrancoAntonio
21 Settembre, 2020
Ultimo aggiornamento:
21 Settembre, 2020
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Ma sei stata un fulmine a leggerlo! E' uscito solo pochissimi giorni fa e sono oltre 780 pagine.
Io sono solo a pagina 150, ma la prima impressione che stia ricalcando il cliché de "I pilastri della Terra". Ben scritto, per carità, ben ambientato, ma ho la sensazione che si ripetano un po' tutte le situazioni degli altri tre romanzi. Vedremo.
Appena finito posto la mia impressione definitiva.
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Mian88
21 Settembre, 2020
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L’ho divorato e ultimato stanotte ma confesso che la mia maggiore difficoltà è stato maneggiarlo perché davvero molto pesante. Nella prima parte un po’ sì, successivamente si distacca. Resta l’impostazione, ormai tutti i suoi romanzi storici hanno questo modus operandi e questa struttura che tende a ripetersi. Aspetto di leggere il tuo commento :-)
Grazie nel mentre del tempo che mi hai dedicato.
Recensione davvero invitante Maria! Già avevo voglia di un nuovo Ken Follett, ora, dopo aver letto la tua opinione, non mi resta che leggerlo! (Ovviamente per me vale il motto "con calma") ;))
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Mian88
22 Settembre, 2020
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Ahahahah! Non c’è fretta nella lettura, fai bene a godertelo :-)
Belmi
22 Settembre, 2020
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Maria che recensione! Ho letto tutta la serie dei Pilastri della terra e leggere la tua recensione è come aver già fatto un tuffo nel nuovo libro di Follett. Direi che tutti gli elementi che lo caratterizzano ci sono. Grazie per la tua recensione, ora le tantissime pagine che mi aspettano mi preoccupano meno.
Fede
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Mian88
24 Settembre, 2020
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Fede, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensi anche tu!
6 risultati - visualizzati 1 - 6

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