Saggistica Storia e biografie Entebbe 1976. L'ultima battaglia di Yoni
 

Entebbe 1976. L'ultima battaglia di Yoni Entebbe 1976. L'ultima battaglia di Yoni

Entebbe 1976. L'ultima battaglia di Yoni

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La presentazione e le recensioni di Entebbe 1976, saggio di Iddo Netanyahu pubblicato da Edizioni Libreria Militare. “Nella hall risuonavano gli ordini in ebraico; uno dei soldati annunciò che erano venuti per portarli a casa, e la gente cominciò a capire che l’incredibile era accaduto. Dopo lunghissimi giorni di umiliazioni, di ripetuti ultimatum e di minacce, di obbedienza agli ordini di una stridula tedesca, la cui brutalità ricordò a una sopravvissuta all’Olocausto il suo guardiano a Birkenau; dopo la selezione degli ebrei, durante la quale il tedesco aveva cercato di calmarli, proprio come facevano i nazisti, dicendo loro che la separazione dagli altri aveva lo scopo di migliorare le loro condizioni; dopo giornate passate ad ascoltare le dichiarazioni del ridicolo tiranno ugandese, che si crogiolava nella luce mediatica internazionale, divertendosi a spese del gruppo di ostaggi caduti sotto la sua giurisdizione; dopo giorni in cui erano rimasti esposti all’odio degli arabi, alcuni dei quali attendevano con impazienza il momento di premere il grilletto e di assassinare i maledetti ebrei; dopo che molti vedevano la morte come inevitabile e imminente – ecco arrivare la salvezza, sotto forma di giovani israeliani che spuntavano nella notte”. Il blitz è durato tre minuti: dallo sbarco dagli Hercules, che hanno percorso quattromila chilometri da Israele all’Uganda, fino all’assalto alla hall dell’aeroporto, dove gli ostaggi sono trattenuti da terroristi arabi e tedeschi e dai soldati di Amin Dada che li coprono. Il 4 luglio 1976, oltre cento tra israeliani e israeliti di altre nazionalità e membri dell’equipaggio del volo Air France 139 Tel Aviv – Parigi, per oltre una settimana ostaggi dei terroristi del Fronte di Liberazione della Palestina all’aeroporto di Entebbe, Uganda, vengono liberati dalle forze speciali israeliane del Sayeret Matkal, al comando di Jonathan (Yoni) Nethanyahu che rimane ucciso. Iddo, fratello di Yoni, ricostruisce la vicenda avvalendosi di una ricca quantità di fonti scritte d’archivio, anche riservate, e di interviste. La narrazione va oltre l’esposizione competente e tecnicamente ricca di un’operazione militare specializzata, oltre la sola esaltazione della pur eroica figura del fratello o del successo politico-militare di Israele in quel frangente; per illustrare anche con efficacia e con gli effetti avvincenti di un thriller di ottima scuola un incredibile sequenza di eventi intercorsi in soli sei delicatissimi giorni, che hanno tenuto il mondo col fiato sospeso, e in cui Israele ha corso un serissimo rischio di giocarsi la reputazione internazionale nel caso di un fallimento.



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Entebbe 1976. L'ultima battaglia di Yoni 2010-01-13 13:56:35 prupitto
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prupitto Opinione inserita da prupitto    13 Gennaio, 2010
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Il ruolo delle forze speciali israeliane nel caso

L’autore- ufficiale israeliano- narra con un ritmo incalzante la liberazione degli ostaggi del volo Air France nel 1976 da parte della unità antiterroristica israeliana comandata dal fratello Jonathan Netanyahu.Come è noto,nel luglio del 1976 il Fronte di Liberazione palestineseWadi’a Haddad prese in ostaggio un centinaio di cittadini israeliani dirottando l’Air France,proveniente da Parigi e diretto a Tel Aviv,all’aeroporto di Entebbe in Uguanda chiedendo al governo israeliano la liberazione immediata e senza condizioni dei propri compagni palestinesi-detenuti nelle prigioni israeliane- in cambio della liberazione degli ostaggi.L’azione del primo ministro Rabin si svolse lungo due direttrici complementari:la negoziazione e la liberazione degli ostaggi attraverso un atto di forza efficacemente coordinato.La riuscita della operazione di liberazione-affidata alla Sayeret Matkal - la punta di diamante dell’antiterrorismo israeliano fondata nel 1957 dall’ufficiale di intelligence Arnam-avrebbe rivestito un ruolo politico di enorme portata mentre il l’eventuale fallimento avrebbe determinato sia“ il collasso della politica israeliana”(p.40) sia “un effetto devastante sullo spirito del paese”(p.51).Sotto il profilo strategico fu necessario il lavoro sinergico del primo ministro,del ministro della Difesa-Peres-,del Mossad-a capo del quale vi era Hofi-del Servizio Informazioni Militare coordinato da Gazit e soprattutto della professionalità della Sayeret comandata da Netanyahu.Sotto il profilo tattico le difficoltà della sua esecuzione dipendevano sia dalle scarse informazioni sull’obiettivo primario, sia dalla necessità di salvaguardare l’effetto sorpresa sia infine dalla esigenza di prendere “rapidamente il controllo dell’area tenuta dai terroristi e dagli ugandesi prima che avessero la possibilità di eliminare gli ostaggi”(p.70).Operativamente la liberazione degli ostaggi e l’eliminazione dei nemici si svolse in un arco temporale brevissimo-un ora circa-e implicò il coinvolgimento di un centinaio di uomini suddivisi tra otto squadre di assalto della Sayeret,da squadre di difesa periferica coadiuvate dai paracadutisti e dalle brigate Golam in funzione di truppe di supporto. Quanto alla fasi della sua realizzazione, queste si articolarono in tre momenti:l’atterraggio degli Hercules e lo sbarco dei parà in attesa di attaccare il terminal dell’aeroporto di Entebbe,l’assalto e l’eliminazione da parte della Sayeret delle sentinelle ugandesi e infine l’irruzione nel terminal allo scopo di liberare gli ostaggi-alloggiati nella hall principale-,di eliminare i terroristi-collocati al primo piano-e i soldati ugandesi alloggiati nel secondo piano.Il successo dell’operazione-nonostante la morte sul campo del comandante Netanyahu- rappresentò un esempio paradigmatico per tutte le unità di élite antiterroristiche del mondo .
Gagliano Giuseppe

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