Narrativa italiana Gialli, Thriller, Horror La disciplina di Penelope
 

La disciplina di Penelope La disciplina di Penelope

La disciplina di Penelope

Letteratura italiana

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Penelope si sveglia nella casa di uno sconosciuto, dopo l'ennesima notte sprecata. Va via silenziosa e solitaria, attraverso le strade livide dell'autunno milanese. Faceva il pubblico ministero, poi un misterioso incidente ha messo drammaticamente fine alla sua carriera. Un giorno si presenta da lei un uomo che è stato indagato per l'omicidio della moglie. Il procedimento si è concluso con l'archiviazione ma non ha cancellato i terribili sospetti da cui era sorto. L'uomo le chiede di occuparsi del caso, per recuperare l'onore perduto, per sapere cosa rispondere alla sua bambina quando, diventata grande, chiederà della madre. Penelope, dopo un iniziale rifiuto, si lascia convincere dall'insistenza di un suo vecchio amico, cronista di nera. Comincia così un'investigazione che si snoda fra vie sconosciute della città e ricordi di una vita che non torna. Con questo romanzo Gianrico Carofiglio ci consegna una figura femminile dai tratti epici. Una donna durissima e fragile, carica di rabbia e di dolente umanità.



Recensione della Redazione QLibri

 
La disciplina di Penelope 2021-01-20 12:14:42 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    20 Gennaio, 2021
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Penelope Spada

«La nonna diceva che le cose più stupide le fanno le persone più intelligenti. Le persone molto intelligenti fanno errori catastrofici non nonostante la loro intelligenza, ma proprio a causa della loro intelligenza.»

E questo Penelope Spada lo sa molto bene, lei che in un’altra vita è stata Pubblico Ministero, lei che proprio per un misterioso fatto del passato ha perso tutto e trascorre le sue mattinate milanesi tra caffè corretti con Jack Daniel’s dopo nottate perse con uomini sconosciuti e che mai più incontrerà. Quando Zanardi, giornalista con il quale ha collaborato spesso negli anni dei tribunali, manda al suo cospetto Mario Rossi, ella sa che le sue giornate prenderanno una piega inaspettata. Perché tra sigarette, uomini e drink con cui anestetizzare la mente, quel caso solleticherà la sua curiosità, la porterà ad indagare. Quell’uomo, indagato per la morte della moglie Giuliana Baldi e di poi scagionato con una archiviazione, vuole che a suo carico non esista alcun dubbio di possibile colpevolezza non tanto per se stesso quanto per sua figlia adesso piccola ma che un giorno sarà grande e vorrà conoscere dell’omicidio della madre e non dovrà avere dubbio alcuno sulla possibilità di un coinvolgimento del padre.

«Lo so benissimo che i sogni ci sono comunque, anche se uno non se li ricorda. Ma si può dire che una cosa esiste se nessuno la percepisce e nessuno la ricorda? Soprattutto se non è una cosa ma solo una fugace rappresentazione della mente che dorme? Non lo so, ho molti dubbi.»

Tutto ha avuto inizio in quel 13 ottobre 2016 quando Giuliana, istruttrice di fitness e personal trainer, non aveva fatto rientro a casa. La denuncia in questura era valsa a poco; il corpo della donna era stato rinvenuto il giorno seguente, nel pomeriggio, alla periferia di Rozzano. Il cadavere, rinvenuto da un pensionato che stava portando il cane a fare una passeggiata, presentava un colpo d’arma da fuoco alla testa e tanto era chiaro che quello non era il luogo del delitto essendovi la stessa stata trasportata, tanto era chiaro che la ratio della morte era proprio quel colpo di pistola calibro 38. Unico sospettato, il marito. Il caso era stato archiviato con la motivazione che non sussistevano motivi per procedere ma che comunque a suo carico sussistevano “inquietanti” sospetti a causa, appunto, di mancanza di ipotesi alternative. È questo “inquietanti sospetti” che non offre tregua all’uomo che non vuole che un domani la figlia possa anche solo lontanamente pensare che sia stato lui a privarla della madre. Da qui la richiesta di aiuto a Penny preceduta sempre dal suo intuito e impiegata in alcune investigazioni private in ambito coniugale. Ed è ovvio che la sua curiosità è forte, troppe sono le incongruenze evidenziate negli atti, il non fatto. L’indagine ha inizio e porterà alla risoluzione di un buon arcano che non mancherà di solleticare le corde dei lettori appassionati di gialli giudiziari e di Gianrico Carofiglio.

«Quella lucidità avrebbe dovuto infastidirmi o peggio. Invece no. Forse perché non sembrava, come in tanti altri casi del passato, freddezza e oscena insensibilità. Piuttosto una manifestazione dello spirito di sopravvivenza, di adattabilità istintiva agli eventi. Una cosa certamente non morale, ma nemmeno immorale. Sopravvivenza.»

Un titolo rapido è l’ultima opera a firma Carofiglio, uno scritto che si legge in pochissime ore e che si presenta quale il primo episodio di una nuova serie con una nuova protagonista. Ed è proprio Penelope il punto di forza o di debolezza del libro perché o la si ama, o la si odia. La dottoressa Spada è una antieroina, non è l’eroe per eccellenza retto e puro a cui siamo abituati nei romanzi. Sbaglia, è una figura contraddittoria (mangia sano e bio, fuma e beve come se non ci fosse un domani), non riesce a dimenticare quel che è stato, non riesce a farci i conti, è un’anima dolente. Da un lato attrae, dall’altro può respingere. Il suo temperamento e il suo carattere sono le maglie principali che spingono la storia.
Lo stile narrativo è rapido, fluido, diretto. Non mancano i riferimenti giuridici e le canoniche delineazioni in ambito legale, spiccano le emozioni e arriva l’umanità della figura della prima attrice. L’elaborato è in un crescendo, l’asticella sale e ben regge anche nell’epilogo che non delude le aspettative perché lineare e in asse con il narrato che lo precede. Non forse il capolavoro dello scrittore ma certamente un giallo piacevole e con un protagonista diverso dai soliti del romanziere con il quale trascorrere ore liete.
Adatto a chi cerca letture non impegnative, da esaurire in poco tempo, ma che abbiano qualcosa da dire e personaggi che parlano da soli. A conclusione della lettura resta la curiosità del sapere come si evolverà la figura della Spada

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La disciplina di Penelope 2021-02-28 14:53:57 evelyn73
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evelyn73 Opinione inserita da evelyn73    28 Febbraio, 2021
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deludente

Siamo purtroppo lontani dal Carofiglio che ci raccontava le avventure dell'Avvocato Guido Guerrieri.
Ho trovato questa storia piuttosto banale, rispetto ad altre opere di questo Autore.
Personaggi poco caratterizzati, ritmo noiosetto, nel complesso romanzetto scialbo.
Peccato !

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La disciplina di Penelope 2021-02-22 18:13:52 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    22 Febbraio, 2021
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L'ex pm Penelope e le indagini

Gianrico Carofiglio torna sulla scena letteraria con un nuovo personaggio femminile: Penelope Spada ne La disciplina di Penelope. Un giallo classico, dove l’indagine ha sicuramente un posto preponderante. Chi è Penelope? E’:
“Attentissima a quello che mangiavo, a quello che compravo: alimenti biologici, niente carne, farine integrali, sì a bacche di goji e simili, frutta secca, verdure e in genere cibi crudi, pesce azzurro o al massimo ricciola (perché nel tonno ci sono i metalli pesanti e nel salmone gli antibiotici), niente fritti, niente grassi animali, niente farine bianche, eccetta. La perfetta alimentazione della salute. Poi però fumavo quasi un pacchetto di Lucky Strike al giorno, per non parlare degli alcolici. Facce diverse della stessa incapacità di trovare un equilibrio, qualunque cosa significhi.”
Ex pm, poi qualcosa di grave accade e nulla è più. Ora un suo ex amico giornalista le manda un uomo accusato di aver ucciso la moglie, anche se il procedimento viene archiviato per mancanza di prove inconfutabili. Ma lui non vuole che sua figlia, ormai cresciuta, un giorno venga a conoscenza di ciò e veda il padre come un assassino. Professa la propria innocenza, ma inizia lo stesso una indagine. Penelope ne è capace, e questo, forse, può servire a superare un passato gravido di dolore. Riuscirà nel suo intento?
Un giallo classico. Preciso nelle descrizioni e nel metodo. Ad esempio quando elenca le doti necessarie ad un buon investigatore:
“Rispondevo dicendo delle cose piuttosto ovvie: spirito di osservazione, capacità di ascoltare, capacità di osservare le cose dal punto di vista degli altri, soprattutto degli indagati. Ma la qualità essenziale di un buon investigatore (…) è la consapevolezza del ruolo decisivo del caso, della fortuna, nella soluzione delle indagini. Il buon investigatore è qualcuno che cerca in modo deliberato di moltiplicare le possibilità che accada qualcosa di casuale e fortunato.”
In definitiva un libro che si legge in poche ore, conquistati dallo stile di scrittura e dalla trama. Una lettura intrigante ed avvincente che conquista. Speriamo sia il primo episodio di una futura serie con un personaggio curioso e convincente.

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La disciplina di Penelope 2021-02-22 18:12:56 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    22 Febbraio, 2021
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La prima indagine privata di Penelope Spada.

L’ultimo romanzo di Carofiglio, forse non allo stesso livello di altri, è un giallo e ci propone un’interessante nuova figura femminile, Penelope Spada. E’ un ex procuratore legale, incappata in una disavventura della quale nel corso della storia non si parlerà mai: la colpa è anche di altri colleghi, ma solo lei pagherà per tutti e verrà allontanata dalla professione. Vive di rendita (ha un secondo appartamento che affitta), si mantiene in forma frequentando assiduamente la palestra e mangiando sano: ha però due punti deboli, indulge all’alcool e fuma un pacchetto di Lucky Strike al giorno, tentando (invano!) di smettere. Non disdegna qualche fuggevole esperienza amorosa, subito dimenticata. E’ una donna riservata, volitiva, molto intelligente, e, come sosteneva sua nonna, proprio le persone con intelligenza spiccata tendono a combinare guai, per l’eccessiva fretta e sicurezza delle proprie azioni. In privato, è una donna fragile, nostalgica del passato, a volte insicura ed incline a chiudersi in sé stessa.
La storia è semplice. Un amico giornalista di nera la contatta pregandola di interessarsi al caso di un tizio, la cui moglie viene trovata assassinata in un parco del milanese. Unico indagato è il marito, assolto per mancanza di prove, ma con “inquietanti” sospetti. L’uomo non ci sta, anche per timore di quello che potrebbe pensare di lui la giovane figlia , e vuole chiarezza: Penelope accetta, dopo titubanze, di indagare sull’omicidio come investigatrice privata e di scoprire l’assassino, avvalendosi anche dei consigli di un vecchio amico poliziotto, Barbagallo, cui è legata da una reciproca stima. Inizia a questo punto l’indagine vera e propria (siamo già a metà del romanzo), ma la trama diventa fragile e la conclusione repentina e prevedibile: solo eventi fortuiti (e fortunati!) abbastanza banali indirizzeranno Penelope alla soluzione del caso, lasciato alla fine nelle mani di Barbagallo e della polizia. La nostra protagonista è cocciuta e testarda, disciplinata nell’attività investigativa, ancora visceralmente legata alla sua passata attività, nostalgica forse, ma non lo dà a vedere, di quel mondo e di certi ambienti (ad esempio il palazzo di giustizia) dai quali è ormai stata estromessa per colpe probabilmente non solo sue. Il personaggio è ben rappresentato, ha un passato non ancora chiarito e ritornerà, ne sono certo, con altre indagini. Il difetto del giallo è la storia in sé, un po’ troppo semplice e priva di emozioni vere. Ma forse a Carofiglio interessava impostare bene un suo nuovo personaggio, caratterizzarlo con cura e descriverne vita ed emozioni, luci ed ombre. Il resto verrà in seguito.

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