Sabbia nera Sabbia nera

Sabbia nera

Letteratura italiana

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Mentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell’Etna, nell’ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La casa è pressoché abbandonata dal 1959, solo Alfio Burrano, nipote del vecchio proprietario, ne occupa saltuariamente qualche stanza. Risalire all’identità del cadavere è complicato, e per riuscirci a Vanina servirà l’aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè. I ricordi del vecchio poliziotto la costringeranno a indagare nel passato, conducendola al luogo dove l’intera vicenda ha avuto inizio: un rinomato bordello degli anni Cinquanta conosciuto come «il Valentino». Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri.



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Sabbia nera 2023-07-17 13:37:23 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    17 Luglio, 2023
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Vanina e un cadavere d’antan

Alfio Burrano, nipote della dispotica signora Teresa Regalbuto vedova Burrano, raramente si ferma a Sciara, nella villa di famiglia che sua zia si ostina a voler lasciare così, in stato di totale abbandono, ma una sera di settembre con l’Etna che erutta polvere nera sulla città e tutti i voli per Milano cancellati, decide di restare a dormire nella dependance. Una infiltrazione d’acqua, però, ha fatto crollare un muro della fatiscente villa così scopre casualmente un vecchio montavivande, celato dietro a una statua e, dentro ad esso, il cadavere di una donna, in stato di mummificazione. Lì dentro forse da almeno cinquant’anni.
Inizia così, per il vicequestore Vanina Guarrasi, da pochi mesi trasferita a Catania presso la Squadra Mobile, una singolare indagine che la porterà a riaprire un vecchissimo caso di omicidio, quello di Gaetano Burrano, marito della Regalbuto, per il quale, nel 1959, era stato condannato (ingiustamente?) il suo segretario Masino Di Stefano. Salteranno pure fuori loschi affari e altri morti ammazzati che porteranno a riscrivere quelle vicende, lontane ma, tuttavia, ancora cariche di pesanti influssi sul presente.

Con questo romanzo si inaugura la felice serie di gialli che vedono come protagonista Giovanna (detta Vanina) Guarrasi, tenace poliziotta, che – dopo aver passato anni alla Direzione investigativa antimafia di Palermo, anche, se non soprattutto, per scovare gli assassini che le avevano ucciso davanti agli occhi il padre, audace poliziotto in lotta contro il crimine organizzato – era quasi fuggita, disgustata, dal quel mondo lercio e melmoso, per farsi assegnare prima a Milano, poi, nostalgica della sua isola, a Catania, ma lontano dalla Dia.
Questa prima storia è indubbiamente interessante e un buon esordio delle vicende future. Innanzi tutto si giova del fascino di questo “cold case” che procede lentamente, un po’ sulla scia di faticose ricerche su polverosi fascicoli giudiziari di mezzo secolo prima, un po’ grazie alla memoria ancora lucidissima di tanti vecchietti che, all’epoca, furono coinvolti nelle vicende, in un ruolo o in un altro. In particolare viene introdotto il simpatico personaggio del commissario in pensione Biagio Patanè che diverrà figura ricorrente in tutti i libri della serie.
Ma anche la vicenda in sé è gradevole perché ha tutte le caratteristiche della vita reale: non travolgente indagine sulla spinta del potere deduttivo dei poliziotti, ma lento procedere di laboriose attività investigative rese ancor più faticose dall’ignavia del Pubblico Ministero, dalle difficoltà tecniche e dall’intricato viluppo di ipotesi tutte da verificare, scoperte a volte contraddittorie e menzogne che hanno una parvenza di verità.
L’insieme dei personaggi, poi, è ben scelto e caratterizzato, anche se si fa fatica a non ritenere la Guarrasi (e tutto il suo contorno) una sorta di ibridazione di Salvo Montalbano con Lolita Lobosco: troppi i punti di contatto nei caratteri e nelle storie personali sia con il commissario “vigatese”, creato da Camilleri, che con l’omologa barese uscita dalla penna di Gabriella Genisi. Chiudendo gli occhi su questo aspetto, però, l’ambientazione e la caratterizzazione sono gradevoli e ben congegnate.
L’A. dedica molte delle sue pagine a presentarci e descriverci gli attori di quel dramma, attori che diverranno visi noti nel prosieguo della serie. Magari queste pagine, per chi, malauguratamente, ha già fatto la conoscenza delle loro storie, avendo letto qualche romanzo successivo, non risultano particolarmente appaganti, così come si mostrano troppo didascaliche certe descrizioni del mondo catanese. Ragion per cui sarebbe opportuno leggere la serie nel suo ordine d’uscita.
Più che altro, in questo primo romanzo i meccanismi sembrano ancora da oliare e rendere più scorrevoli. Non di rado la narrazione appare impantanarsi e procedere a fatica, così alcuni capitoli risultano più lenti e faticosi di altri mentre l’occhio tende a scappare a fondo pagina, saltando qualche paragrafo.
La storia gialla non è sorprendente e un lettore, dotato di buona intuizione, riesce ad anticipare la poliziotta, costretta a dibattersi nelle pastoie della procedura penale, ma è credibile e ben costruita.
In conclusione, però, si tratta di una lettura piacevole e distensiva.
Conoscendo già altri libri della serie posso dire che questo primo non risulta uno dei migliori ma, tutto sommato, ciò può essere pure un pregio perché contiene la promessa di uno sviluppo narrativo in crescita e la constatazione che l’A., poi, negli anni abbia saputo migliorarsi.

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Sabbia nera 2023-02-22 17:23:57 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    22 Febbraio, 2023
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Due delitti di cinquant'anni fa.

E’ il primo thriller della serie con protagonista il vicequestore Giovanna Guerrasi, detta Vanina, in servizio a Catania. E’ una donna dalle straordinarie capacità investigative, cocciuta, con un carattere non facile, single per scelta dopo la fine di una relazione difficile, tormentata ancora, a distanza di più di vent’anni, dall’uccisione del padre da parte della mafia. Il lavoro è la sua unica ragione di vita, anche se ama i vecchi film in bianco e nero sulla sua Sicilia, le sigarette (esclusivamente Gauloises) e la buona tavola. L’Etna da qualche giorno non dà pace ai catanesi, ed una sottile polvere nera “che fa l’aria fumosa” sembra offuscare il cielo e coprire ogni cosa. Ma l’attenzione di Vanina si concentra subito su un nuovo caso: nello scantinato di una villa fatiscente, abbandonata dal 1959 e abitata saltuariamente dal figlio, Alfio, di un noto ricco faccendiere del posto, Gaetano Burrano, viene rinvenuto un cadavere mummificato, lì giacente da più di cinquant’anni e identificato in seguito come quello di una nota maitresse del più rinomato bordello di Catania. Partono le indagini, complicate dal tanto tempo passato: la squadra di Vanina inizia a lavorare sodo, aiutata da un vecchio commissario in pensione cui non par vero di rendersi di nuovo utile, con le sue conoscenze e la sua esperienza. Le ricerche in un lontano passato sono estremamente difficoltose e complesse, anche perché viene alla luce che anche Gaetano era stato ucciso circa cinquant’anni prima ed era stato condannato come colpevole un suo uomo di fiducia, risultato poi innocente. Non mi dilungo oltre, lascio ai lettori la curiosità di seguire Vanina nello sbroglio della matassa, non facile a tal punto da far perdere talvolta a chi legge il filo del racconto. Gli indagati sono molti, vecchi e nuovi, l’intreccio tocca tutta una rete di interessi, risentimenti e tradimenti, poteri occulti, false piste, una striscia di sangue che continua fino ai giorni nostri e che mette a dura prova Vanina e la sua équipe, a dimostrazione, come afferma la Guerrasi che “… spesso le cose non sono come sembrano: non dimenticate mai questa regola basilare”. E infatti solo nei capitoli finali, come spesso accade nei thriller dell’autrice, vengono alla luce i veri colpevoli dei vari delitti (non sono solo due!) in seguito ad un filone investigativo nuovo rispetto alle indagini primitive.
Il romanzo è infarcito di Sicilia: non solo il mare e le spiagge, il cibo regionale, i paesaggi con l’Etna in attività sullo sfondo, ma anche il dialetto soprattutto nei colloqui e, non da ultimo, la poderosa cineteca di Vanina con quasi tutti i classici in bianco e nero della filmografia locale.
Giovanna Guerrasi è un personaggio quanto mai indovinato. E’ stata definita da un critico letterario “formidabile” ed in effetti la sua figura domina la scena: sia quando dà ordini perentori ai collaboratori, che la seguono senza esitazioni quasi affascinati dal suo carisma, sia quando si concede momenti di tregua. Scopriamo allora un’altra poliziotta, con i ricordi del padre assassinato da una gang mafiosa e di un colpevole ancora latitante o i rimpianti per un amore lontano, ma sempre vivo nei suoi pensieri: Vanina sembra allora diventare fragile, indifesa, e trova compensazione nelle amiche sigarette o in bar e ristoranti della sua zona per cappuccini, brioches e qualche manicaretto della cucina siciliana che ”spazzola” con soddisfazione da vera buongustaia. Una forte e decisa donna del sud, Vanina, che si oppone con rabbia e determinazione al crimine, disposta a tutto, anche a pagare le conseguenze di scelte sbagliate: ha una squadra che non tentenna e che soprattutto riconosce in lei il capo indiscusso e capace.
Una sorpresa nell’ultima pagina: possono riaprirsi antiche ferite o ridare un senso alla vita tormentata della poliziotta di Catania. I prossimi romanzi chiariranno (forse) il dilemma.


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I romanzi della scrittrice.
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Sabbia nera 2018-12-26 17:32:01 Simona P.
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Simona P. Opinione inserita da Simona P.    26 Dicembre, 2018
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Polvere scura sulla mummia

Sullo sfondo di Catania, bella e vivace, e di un Etna arrabbiato che lancia cenere (Sabbia Nera), si sviluppa questo giallo, dalle tinte scure, pieno di personaggi di varie tipologie, dall’ingenuo al cattivo, dalla vecchia acida, alla prostituta, al dongiovanni; storia ben articolata ma anche arricchita di intrighi e di continui cambiamenti di prospettiva, tali che sembra non si arrivi mai a una soluzione definitiva.
Nella parte disabitata e da anni abbandonata di una imponente villa, viene ritrovato per caso un cadavere mummificato, posizionato sopra un montacarichi, nascosto da una misteriosa e inquietante statua che, solo successivamente si capirà, era stata più volte spostata, nelle varie stanze della villa. Il corpo appartiene a una donna, ben vestita, difficile risalire all’identità, vicino a lei, una grossa borsa, piena di soldi.
Il ritrovamento mette in moto un meccanismo complesso che ha radici nel passato ma ripercussioni profonde anche nel presente e coinvolge personaggi importanti, in vista e non sospettabili.
Si scava nel passato, emerge un ‘bordello di lusso’ Il Valentino, ben frequentato, elegante e dignitoso, con una struttura labirintica e un complesso giro di soldi.
Chi si occupa del complesso caso è il vicequestore Vanina, Giovanna Guarrasi, 39 anni, lavoratrice instancabile e seria, mente brillante, personalità determinata, caratterizzata da risposta sempre pronta e osservazioni acute, lavora sempre fino a tardi, cerca di dimenticare un passato complesso e doloroso, inoltre ama mangiare, fumare e i film italiani vecchi; un difetto? Troppo severa con se stessa. Al suo seguito, una squadra fedele ma anche un vecchio poliziotto in pensione con una moglie insopportabile che … ricorda e attraverso la memoria esce dal torpore di una vita noiosa e ripetitiva.
Una bambina scomparsa, fughe d’amore, ritrovamenti, passaggi segreti, stanze murate delle vecchie case, si alternano, tenendo così il lettore con il fiato sospeso, in attesa del successivo ingrediente di questo complesso e variegato pasticcio di vita siciliana. Si alternano passato e presente, descrizioni e dialoghi, il tutto arricchito da uno stile brillante e scorrevole, un giallo con tutti gli elementi tipici di questo genere ora molto in voga; nel finale il ritmo accelera, un inizio un po’ più lento e descrittivo ma la storia tiene molto bene, fino alla fine.

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Sabbia nera 2018-09-22 09:48:51 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    22 Settembre, 2018
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La "sciantosa" mummificata

Con questo libro cominciamo a conoscere una “montalbanina”, che promette davvero bene. E’ infatti la prima indagine di un’investigatrice siciliana, che mette anima e corpo nella risoluzione delle rogne che le vengono affidate, ed è dotata di un intuito sbirresco davvero non comune. La storia è ambientata fra Catania e Noto, con il particolare di una tempesta di sabbia vulcanica in corso, che dà il titolo alla storia e che dà colore all’ambientazione ed alla cornice. Il concatenarsi degli eventi e lo svolgimento dell’indagine è serrato e tiene molto vivo l’interesse del lettore, anche se la nebbia attorno al caso aumenta di mano in mano, per poi prospettare una soluzione possibile, ma da provare, per poi ribaltare il tutto in modo inaspettato. Molto apprezzabile la scelta dello stile e del linguaggio che ti permette di tuffarti fin dalle prime pagine nel mondo siciliano e nel loro splendido dialetto. Un po’ le espressioni usate, un po’ l’uso intenso del passato remoto mi hanno risvegliato la nostalgia della mia regione preferita.

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Sabbia nera 2018-06-25 07:41:16 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    25 Giugno, 2018
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La polvere nera del tempo

Cristina Cassar Scalia, dopo aver pubblicato La seconda estate (2014), Le stanze dello scirocco (2015), edita ora Sabbia nera, un giallo che ha una protagonista assoluta: Giovanna Guarasi, vicequestore a Catania, una nuova ed intrigante figura nel vasto panorama dell’investigazione italiana.
Ma che cosa è la sabbia nera? La sabbia nera è quel pulviscolo che si sparge per tutta la città quando l’Etna si risveglia ed erutta lapilli qua e là:
“La sommità dell’Etna assomigliava ad un braciere che vomitava fuoco, sovrastato da una colonna di cenere e lapilli. La colata pareva aver preso anche quella volta la via della Valle del Bove, una depressione non edificata sul versante orientale che, fungendo da bacino di raccolta, era la salvezza di tutti i paesi alle pendici del vulcano.”
Ma è anche quella polvere che si deposita sui casi vecchi che nessuno ricorda più, o che qualcuno ricorda ancora, ma non nei particolari. E’ la polvere del tempo, che si posa anche sui casi di cronaca nera. Come quello avvenuto cinquant’anni prima che ha visto l’omicidio di don Gaetano Burrano, faccendiere catanese, brutalmente ucciso nella sua camera da letto, nella sua villa padronale antica. Lì tutto è rimasto come era, anche ora. Ma il nipote, recatosi accidentalmente in quelle stanze chiuse da così tanto tempo, trova un cadavere di donna, mummificato e nascosto all’interno di un montacarichi. Con lei una valigia piena delle vecchie 10.000 lire, un abbigliamento costoso e da signora “un po’ chiacchierata”. A chi appartiene il cadavere? E come c’è finito in quel luogo ameno, ben celato e nascosto? Un vaso di Pandora si scoperchia, e le indagini sono oltremodo ostacolate dall’anzianità dei protagonisti che si avvicendano.
A cercare di dipanare il filo della matassa è il vicequestore Giovanna Guarasi, detta Vanina, trentanove anni, un curriculum di tutto rispetto al quale fare riferimento, un passato alla sezione Criminalità organizzata che pesa come un macigno, un altro dolore antico e qualcuno da cui scappare …… Amante dei film di vecchia data, ricercata nel vestire, non disdegna la buona cucina e il mare. Lavoratrice indefessa, perspicace ed intuitiva nell’investigazione, è persona competente. Sa muoversi con perizia e saggezza all’interno delle ragnatele del tempo, ricostruendo la vicenda. Su tutto aleggia un ottimo affresco della Sicilia.
Una vicenda che affonda le radici nel passato, tra pettinatrici, maitresse, guepieres, bordelli, acquedotti da costruire, famiglie mafiose e non, vecchi amori e antichi rancori e vendette. Un giallo intrigante ed affascinante, che avvince il lettore in una spirale avvolgente. Consigliatissimo.

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Consigliato a chi ha letto Cristina Cassar Scalia, Le stanze dello scirocco e La seconda estate
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