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Letteratura italiana

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Il Po, anzi Po senza articolo, è il grande fiume, il fiume per eccellenza. Sembra facile collocarlo, leggerlo sulle carte, menzionarne la storia. Invece no. Forse ne sappiamo pochissimo, e conoscerlo significa lasciarlo apparire là dove muore un mondo perché un altro nasca. Paolo Rumiz ci racconta che quando gli argonauti, lui e il suo equipaggio, hanno cominciato a solcarne le acque è andata proprio così: Po visto dal Po è un Dio Serpente, una voce sempre più femminile – irruente e umile, arrendevole e solenne –, silente fra le sue rive deserte. Nessuno sembra scendere a reclamarlo, e sopra, a un’altezza che sembra distante secoli, passano ponti che poggiano su piloni ignari e indifferenti. È allora che bisogna ascoltarlo, è allora che le sue voci diventano richiami, inviti.



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Morimondo 2020-05-07 12:22:31 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    07 Mag, 2020
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La voce del Po

Sono abituata a “vederlo” e ad “ascoltarlo” camminare, in questo libro ritrovo Rumiz, che è decisamente un mio “affetto stabile”, e lo seguo nel suo navigare il fiume Po, nei suoi 700 km, dalla sorgente alla foce. Ed in questo breve ma lento viaggio mi ha colpito l’essere trasportati, l’ascoltare ed il guardare senza fare nulla, il diventare fiume, per capire il fiume. Perché il Po è ossigenazione liquida, porta acqua, nutrimento, pesce e porta via i rifiuti. Perché la voce del Po è il suo silenzio. Anche questo libro è disseminato delle mappe di Paolo, che sono dei veri gioielli, perché le mappe giuste non servono ad orientarsi, ma a sognare percorsi, ed a ricordarli ad avventura conclusa, insieme a tutti gli imprevisti ed a tutti gli inconvenienti, che sono la cosa più viva da raccontare di un viaggio. Le sue mappe parlano. Raccontano luoghi. Raccontano incontri. Raccontano vita.

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Morimondo 2013-10-31 21:07:31 ant
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ant Opinione inserita da ant    31 Ottobre, 2013
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La magia di navigare sul Po

Un libro dedicato al fiume Po, attraverso un viaggio da Torino all'Adriatico, fatto a bordo prima di un barcè(piccola imbarcazione tipica del Ticino e dei corsi d'acqua del Nord Italia) e poi di una barca a vela, Rumiz ripercorre tutto il tragitto del più grande fiume italiano.
Si susseguono in queste pagine spunti di carattere naturalistico, notevoli le descrizioni dei luoghi attraversati e della fauna e flora locale, suggerimenti di natura geografica ed ecologica, digressioni storiche, il tutto ammantato da un alone di poesia e leggenda che l'ottimo narratore riesce a trasmettere ai lettori.
Volevo segnalare solo un paio di cose che mi hanno particolarmente colpito, in un libro che ripeto è zeppo di aneddoti e curiosità di ogni tipo.
Quello che spicca, e che presumo Rumiz voglia far trapelare più di ogni cosa dalle pagine del suo libro, è l'indifferenza e la pessima amministrazione delle autorità competenti nella gestione e valorizzazione del Po; questa critica dura e diretta è importantissima a mio avviso, anche perché per esperienza personale del narratore, in altri nazioni, con le stesse peculiarità geografiche e paesaggistiche son riusciti a sviluppare il turismo, snellire il traffico su strada e soprattutto con maggiore cura dei luoghi, evitare terribili disastri idrogeologici.
Altra cosa da sottolineare, a mio avviso, la bravura del romanziere nel porre al centro della narrazione termini prettamente fluviali ormai dimenticati e spiegarne il significato, tipo: meandro, ansa, diluvium, area golenale etc.
Bravo Rumiz, libro da gustarsi pagina x pagina x i numerosi temi trattati
(Ps: Morimondo, oltre ad essere il nome di un comune della Prov di Milano, è anche il nome del "barcè" che accompagna Rumiz nel primo tratto del viaggio sul fiume , fino a Piacenza)

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