Narrativa italiana Romanzi Galeotto fu il collier
 

Galeotto fu il collier Galeotto fu il collier

Galeotto fu il collier

Letteratura italiana

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Lidio Cervelli è figlio unico di madre vedova. Un bravo ragazzo, finché alla festa organizzata al Circolo della Vela non arriva Helga: bella, disinibita e abbastanza ubriaca. Prima che finisca la cena, sono in riva al lago: una notte indimenticabile, in cui le chiappe di Helga rilucono come due mezzelune. Lirica, la severa madre di Lidio, abile e ricca imprenditrice dell’edilizia, ha vedute molto diverse. Suo figlio deve trovare una moglie «made in Italy», una ragazza come si deve. Magari la nipote del professor Eugeo Cerretti, Eufemia, un ottimo partito con un piccolo difetto: è brutta da far venire il mal di pancia solo a guardarla. Ma forse Lidio ha trovato il modo per uscire dalla trappola e realizzare tutti i suoi sogni.



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Galeotto fu il collier 2019-02-08 10:12:27 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    08 Febbraio, 2019
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Un romanzo non riuscito

Penso che chi si accosta ai libri di Andrea Vitali non lo faccia sperando in un significativo accrescimento culturale, ma solo con la speranza di concedersi una piacevole evasione; a volte, raramente peraltro, accade che i contenuti possano lasciare un po’ il segno ed allora al piacere di trascorrere qualche ora davanti a un libro si unisce anche il compiacimento per aver compreso che qualcosa, non di puerile, è rimasto dentro. Non è di certo questo il caso di Galeotto fu il collier, frivolo e se vogliamo anche un po’ banale, ma, quel che è peggio, a tratti anche tedioso , zoppicante nel ritmo e inutilmente verboso. E pensare che le attese non erano trascurabili, vista la presenza del Maresciallo Maccadò, una garanzia di buoni risultati, e invece… E invece la vicenda di questo tesoro che viene scoperto casualmente, l’uso che vorrebbe farne un imprenditore edile, i maneggi di una madre e di un primario di chirurgia per maritare rispettivamente il figlio e la nipote che è un’autentica befana, tendono a naufragare in una vicenda che si trascina troppo a lungo. Inoltre, per come è stata costruita la trama, non è la solita e riuscita commedia degli equivoci, ma è un tripudio di presenze di cornuti e cornute e di cornificatori e di cornificatrici. Fin per carità, il sesso, quando trattato con ironia, è sovente oggetto di una piacevole lettura, ma qui sembra di assistete a uno di quei film pecorecci proiettati negli anni ‘70, che venivano chiamati commedie all’italiana. Già che c’era Vitali ha voluto aggiungere come ciliegina su una torta non ben riuscita un corollario di scoregge, di puzze, di tormentati dolori di pancia; è vero che lo fa con mano leggera, ma insomma mi è parso che abbia unito un po’ di squallore alla banalità.
Non aggiungo altro se non che anche per l’autore bellanese vale il detto che non tutte le ciambelle riescono con il buco.

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Galeotto fu il collier 2015-09-15 15:29:13 evakant
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evakant Opinione inserita da evakant    15 Settembre, 2015
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UN MISTERO IN RIVA AL LAGO

Vitali è un vero concentrato di storie tra le più divertenti e bizzarre ambientate in quel di Bellano, ridente paesello sulla sponda orientale del lago di Como (quella meno vip, per capirci, quella di Lecco) che ho avuto il piacere di visitare più volte e che sento molto vicino al mio paese, non tanto geograficamente (c'è comunque una buona ora di strada) ma per tante similitudini di tradizioni, usi e consuetudini, solo che qua dove sto io non c'è il lago.
È sempre bello leggere un libro e ritrovarsi a leggere di qualcosa che si conosce bene, ci si sente a casa, e Vitali ha davvero il grande pregio, con le sue storie, di farmi sentire “a casa”.
Dall'abitudine della minestra di riso e prezzemolo alla sera (la fa sempre anche mia mamma!!!) fino al modo di condire l'insalata ...in barba a tutti gli chef stellati del mondo... in modo erratissimo, rigorosamente nell'ordine: sale, olio e aceto, possibilmente tanto, tantissimo!

Come in tanti altri lavori di Vitali, siamo a Bellano, in pieno fascismo, quando il Brigadiere Mannu si trova di fronte ad un vero e proprio enigma. Un enigma che ha per protagoniste delle antiche monete d'oro. L'Olghina, la giovane, bella e svampitissima mogliettina del Professor Cerretti vuole farsi realizzare da un orafo un collier speciale, un pezzo unico, fatto con una antica moneta d'oro che il facoltoso marito ha estratto dalla gola dell'undicenne figlio del muratore Campesi...che c'è di strano? Beh, come è venuto in possesso di una moneta di tale inestimabile valore un ragazzino, figlio di uno spiantato e perdigiorno muratore che si licenzia un giorno sì e l'altro pure?
Dall'interrogatorio del ragazzo ne esce che quella non è l'unica moneta d'oro, Campesi ne ha ben 5, e una il ragazzo la voleva usare per comprarsi una bicicletta..

E Livio Cerevelli? Sedicente geometra e impresario dell'omonima impresa che altro non ha in testa che la bella Helga, la svizzerotta che in una notte d'estate gli ha rubato il cuore? Che tanto è diversa dalle fredde e impalate ragazze di Bellano? Anche lui ha un gruzzolo di monete d'oro da portare oltreconfine, per cambiare vita, per andarsene da Bellano, dall'asfissiante madre e dalla iattura di dover per forza sposare la nipote del Cerretti, tanto brutta, ma tanto brutta da far venire il mal di stomaco!
Quando in paese arriva Il Nero, un comandante dell'OVRA allora tutto è chiaro. C'è sotto qualcosa, qualcuno sta per trasportare oltre riva un “lumagot” un lumacotto, un carico segreto, ci sono contrabbandieri, cospiratori in agguato e il partito deve vigilare e indagare.
Un grattacapo per il povero Mannu ma anche per il povero Maresciallo Maccadò, che sarebbe in licenza, e non vorrebbe fare altro che starsene a casa a rimirare il suo nuovo nato e la giovane moglie che come una Madonna lo allatta ogni tre ore...e invece...e invece deve accollarsi un grattacapo dietro l'altro.

In un turbine di vicende, bizzarre ed esilaranti, di personaggi tratteggiati in poche righe ma in modo efficace viene fuori un intreccio di segreti, di sotterfugi e di pettegolezzi che forse al giorno d'oggi, complice la tecnologia che ci segue praticamente ovunque e ci rende rintracciabili in qualsiasi momento non sarebbero più possibili...si legge di queste storie con un po' di nostalgia, quanto forse era tutto più semplice, anche se non mancavano come oggi tradimenti, imbrogli, malefatte, spesso più ingenue che fatte per nuocere.
Un libro di quasi 400 pagine che si legge in poco tempo, d'un fiato, senza intoppi, grazie anche ai capitoli brevi, concisi, lineari e allo stile frizzante e semplice al tempo stesso, Vitali non si “arrotola” su se stesso per far vedere che è bravo, scrive in modo sincero, diretto. Naturale.
Per come la vedo io è un grosso pregio.

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un po' tutto il repertorio di Vitali
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Galeotto fu il collier 2015-02-18 15:50:38 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    18 Febbraio, 2015
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Una simpatica commedia corale

"Galeotto fu il collier", pubblicato nel 2012, è il 33° romanzo di Andrea Vitali, scrittore estremamente prolifico nato a Bellano, in provincia di Lecco, e che proprio nel piccolo comune lombardo ambienta i suoi simpatici scritti.

Il protagonista è Lidio Cerevelli, trentenne disilluso e destinato ad una vita trascorsa a lavorare alle dipendenze della temuta madre Lirica, imprenditrice edile.
Donna austera e protettiva nei confronti del figlio, Lirica ha sempre affermato di voler lasciare l'impresa nelle mani di Lidio dopo che questi si fosse sposato, rigorosamente con una moglie italiana e di buona famiglia.
Come Eufemia per esempio, nipote dello stimato dottor Cerretti, ricca e con un sicuro avvenire ma talmente brutta da far spavento.
Ma nell'estate del 1930, ad una festa, Lidio conosce Helga, una procace svizzera in vacanza con gli amici, di cui in breve tempo si innamora.
Attorno al protagonista, una serie di personaggi comicamente macchiettistici tra carabinieri, segretari comunali, ristoratori, farmacisti, spie, membri del Partito, mogli e mariti vari. Tutti portatori sani di pettegolezzi e sfrenate dicerie.

Il romanzo è composto da capitoli brevissimi, rapide pennellate che permettono all’autore di saltare velocemente da un personaggio all'altro.
Ho avuto qualche piccola difficoltà nel ricordare i nomi di tutti i personaggi, numerosissimi e di non facile memorizzazione a causa della loro origine arcaica. Forse qualche comparsa in meno ed un numero inferiore di pagine avrebbero giovato ulteriormente alla scorrevolezza dell’intreccio.
Anche se il libro si lascia leggere comunque con piacere, complice la bravura dell’autore nel descrivere situazioni rocambolesche ed equivoche, con uno stile divertente e rapido, simile a quello di una commedia di uno spettacolo teatrale.

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Consigliato a chi, tra una lettura impegnativa e l' altra, vuole concedersi qualche giorno di tranquillità e ironia nell' Italia degli anni '30.
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Galeotto fu il collier 2013-11-08 18:02:23 Tatiana77
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Tatiana77 Opinione inserita da Tatiana77    08 Novembre, 2013
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Un mistero sul lago con tante risate

Tutto cominciò quando Lidio Cerevelli, sedicente geometra, s’innamorò della Helga, una svizzerotta in vacanza… e la storia prese avvio quando lui tra le mura di una vecchia scuola in disuso trovò un vero e proprio tesoro…
E’ un libro ironico e divertente, in quanto rende molti suoi personaggi quasi delle macchiette, con le loro manie e la smania di avidità o di lussuria, tuttavia macchiette ben caratterizzate e che risultano molto realistiche. La vicenda è ambientata a Bellano, sul lago di Como, nel 1930, in piena epoca fascista, e c’è un segretario di Partito piuttosto ridicolo.
Oltre alle varie scenette che coinvolgono il protagonista Lidio o il segretario di Partito Canizza o il medico Cerretti con la moglie Olghina, è esilarante anche il linguaggio, anch’esso ironico, che è un miscuglio tra italiano e dialetto comasco.
Lo consiglio a tutti gli amanti dei libri e degli audiolibri di Andrea Vitali. Ma anche a tutti coloro che ancora non lo conoscono consiglio: leggetelo, vi divertirete!


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"Pianoforte vendesi" di Andrea Vitali
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Galeotto fu il collier 2012-06-03 11:50:25 Tanu
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Tanu Opinione inserita da Tanu    03 Giugno, 2012
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Sempre gradevole

Seppur sempre gradevole, non mi ha esaltato questa lettura che scorre comunque piacevolmente tra le mani del lettore. La trama è abbastanza banale e si incentra sulla figura del giovane Lidio Cerevelli, destinato ad una vita noiosa e pianificata, che viene letteralmente travolta dalla spigliata svizzerotta Helga che lo introduce alle più spigliate pratiche sessuali. Lidio, grazie anche al ritrovamento di un piccolo tesoro durante i lavori che sta svolgendo presso la locale Chiesa, pianifica la fuga d'amore con tanto di dote per strappare la bella Helga dalle grinfie del ricco, vecchio e brutto promesso sposo. A "piselone", come lo chiama affettuosamente l'elvetica, non va tutto per il verso giusto: il ritrovamento di altre monete da parte di un suo operaio solleva infatti l'interesse della polizia e addirittura della OVRA: una girandola di situazioni esilaranti prende il via fino al finale non del tutto prevedibile in cui "piselone" si prende una piccola rivincita

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altri Vitali, Camilleri, Carofiglio
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Galeotto fu il collier 2012-04-26 16:40:39 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    26 Aprile, 2012
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Un divertentissimo romanzo popolare

Pochi oggi sanno rendere così bene l’atmosfera ed i personaggi di un paese lombardo come il prolifico ( come autore di romanzi, si intende) Andrea Vitali, nato in quel di Bellano e che proprio a Bellano usa ambientare la maggior parte delle sue storie. Questa volta il protagonista è un giovane mammone (bamboccione, si direbbe oggi), Lidio Cerevelli, sedicente geometra, erede con l’arcigna e possessiva madre di un’impresa di costruzioni. Il malcapitato, innamorato cotto di una prosperosa “svizzerotta” capitata per caso in una villa del paese a bisbocciare temporaneamente con amici, viene sui due piedi sedotto. Il colpo di fulmine è imprevisto ed immediato, il giovanotto si lascia ingenuamente irretire dalla novella Circe (che mira solo ai soldi), le giura eterno amore e combina un trasferimento di monete d’oro zecchino (trovate fortunosamente, un vero e proprio capitale) dalla riva del lago al territorio svizzero, in barba alle dogane ed alla polizia sempre all’erta (siamo nel 1930, camicie nere, camerati e servizi segreti dell’OVRA in primo piano). Ma la vicenda si complica, la trama viene poco a poco a galla ed il bel sogno svanisce dopo una serie di complicate vicissitudini : grazie anche alle ambigue beghe del primario chirurgo dell’ospedale locale, mani esperte ma cervello ottuso e impastato di regole e pregiudizi, che riuscirà astutamente a dare in sposa al povero Lidio la propria nipote Eufemia, una racchia da paura. Questa in poche parole la vicenda, ma la trama è arricchita da una serie spassosa e divertente di personaggi, delineati con maestria : dalla figura della madre Lirica, vera e propria rompiscatole, ai carabinieri Maccadò, Mannu, Cassamagna e Misfatti, sempre pronti a scansare ardue responsabilità, dal focoso Canizza , barbiere e nel contempo segretario locale del fascio, al muratore Campesi e relativa moglie Anita, dal potente primario chirurgo professor Cerretti alla di lui moglie Olghina, bell’esemplare di femmina piacente ma scema patentata, tra le cui braccia alla fine l’incauto Lidio troverà una meritata consolazione. Fate attenzione poi ai nomi e cognomi, scelti con cura dall’Autore, quasi ci trovassimo in una commedia di Plauto : la racchia Eufemia figlia di Sofronia, gli ingegneri Menaballi e Scassacani, il contrabbandiere Agostino Colluccello, il controllore dei lavori d’appalto Glauco Esangui (detto ovviamente Os de Mort), il ragionier Vigliacchini, per non parlare delle monache dell’ospedale ( suor Repranda, suor Palmenta e suor Beozia : un vero spasso!). Il romanzo è divertente, brioso e svela, pur in una circoscritta comunità come quella di Bellano, il tessuto autentico e popolare della vita di tutti i giorni, con i suoi colpi bassi e certe insperate botte di fortuna : si ride e si soffre, insomma, riflettendo sulla lieve insensatezza delle vicende umane.

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Gli altri romanzi di Andrea Vitali
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Galeotto fu il collier 2012-03-31 09:33:29 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    31 Marzo, 2012
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"Galeotto fu il collier" di Andrea Vitali - Il com

L’ultimo, divertente romanzo di Andrea Vitali comincia lì, al Circolo della Vela, durante una festa.
E’ il 27 luglio del 1930.
Lidio Cerevelli, trentenne in piena tempesta ormonale, conosce un’avvenente e disinibita donna svizzera, Helga, e consuma seduta stante un rapporto che lo lascia pienamente soddisfatto. O meglio: estasiato. Il giovanotto s’incapriccia della straniera, ma presto deve fare i conti con la possessiva madre Lirica, imprenditrice edile, che mette in pratica il proverbio “Moglie e buoi dei paesi tuoi” e concepisce per il figlio un matrimonio esclusivamente “di convenienza”. Per la futura nuora, infatti, la madre richiede requisiti di assoluta sicurezza. E cittadinanza rigorosamente italiana. L’aspetto piacente non rappresenta invece un titolo preferenziale. Con queste premesse, Eufemia, la nipote dell’importante professor Cerretti, fulcro della società bellanese, sembra avere tutte le carte in regola per convolare a giuste nozze con Lidio: compreso il fatto di non essere bella! Ma il giovanotto, in cuor suo, cova la speranza di realizzare il suo sogno d’amore con la straniera che sa esaltare la gioia dei suoi sensi. E il sogno sembra facilmente realizzabile quando in un edificio da ristrutturare Lidio … trova un tesoro! Più di trecento monete d’oro: ducati veneziani antichi, di enorme valore.
Ne segue una girandola di situazioni esilaranti, interpretate coralmente da bellanesi dal nome improbabile, di ogni rango ed estrazione sociale. Tanto per fare un esempio:
“Leone fuori casa e con gli amici, Lupo Sandionigi diventava un ovino docile e obbediente quando tornava domestico, al cospetto e agli ordini della baffuta moglie Olonia che alle parole, essendo ignorante come una scopa, preferiva sonore mestolate.”
In un crescendo di allegria, con l’intera cittadinanza protesa in una caccia al tesoro collettiva senza esclusione di colpi, l’autore trova comunque un pertugio per infilare una delle sue riflessioni morali: e se il desiderio di un ragazzino, quello di possedere una bicicletta, valesse più dell’oro?
Senza contare poi che, come spesso accade nei romanzi di Vitali, c’è una sorpresa finale: una trovata da commedia, scandita dalla saggezza popolare in una frase: “Ignorantia legis non excusat!”. E questa volta il “deus ex machina” che Andrea Vitali cala sulla scena indossa i panni improbabili … della Befana, sorprendendo …

… Bruno Elpis

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... altri romanzi di Andrea Vitali, a chi vuole leggere per la prima volta un libro di questo autore. A chi vuole divertirsi leggendo.
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