Narrativa straniera Romanzi L'avventurosa storia dell'uzbeko muto
 

L'avventurosa storia dell'uzbeko muto L'avventurosa storia dell'uzbeko muto

L'avventurosa storia dell'uzbeko muto

Letteratura straniera

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Luis Sepúlveda racconta in un romanzo in storie il passato e i sogni di una generazione. Lo fa attraverso la lente dell’affetto e dell’ironia, che stempera le tensioni e ci riporta intatti le passioni e i momenti di entusiasmo della sua giovinezza. A partire dal personaggio più vistoso del libro, l’uzbeko muto, che non è né uzbeko né muto. Si tratta del peruviano Ramiro, che sogna, come tanti studenti del Terzo Mondo, un’istruzione sovietica nella Patria del Socialismo. Peccato che a Mosca non ci sia nulla di quello che interesserà davvero a Ramiro, cioè le ragazze, la musica e l’alcol. Peggio gli va quando approda in Uzbekistan, con un freddo glaciale e nemmeno un goccio d’alcol. Come tornare almeno a Mosca? Affidandosi agli espedienti di un pope avvinazzato e fingendosi appunto uzbeko (e muto).



Recensione della Redazione QLibri

 
L'avventurosa storia dell'uzbeko muto 2015-03-10 21:21:48 Mian88
Voto medio 
 
3.3
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3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    10 Marzo, 2015
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Il tempo che fu.

Le opere di Sepulveda si distinguono sempre per l'originalità e l'inconfutabile stile. Con la sua indiscussa capacità narrativa l'autore cileno riesce a donar vita alle parole tanto che per chi legge è impossibile non farsi rapire dagli avvenimenti e riflettervi sopra.
Generalmente queste sono caratterizzate da alcuni tratti comuni identificabili in una esposizione fluente improntata sul racconto fiabesco, a cui segue una morale che determina nel concreto la meditazione del lettore ed il lascito dello scrittore.
Nel caso de “L'avventurosa storia dell'Uzbeko Muto” esistono notevoli elementi differenzianti. In primo luogo il componimento è composto da una serie di racconti tra loro scindibili e dunque leggibili anche separatamente, seconda di poi Sepulveda abbandona la tecnica espositiva del rapporto uomo-animale (noto nella cd. Trilogia dell'amicizia) per abbracciare gli anni del milite, della giovinezza, degli ideali, del tempo che passa.
Le vicende hanno come protagonista il Cile e i suoi abitanti, nel caso del racconto che dà il titolo al romanzo l'ambientazione si sposta nelle lande sovietiche, per i restanti scritti la terra d'origine del narratore domina incontrastata. Cospicui sono i riferimenti storici e politici presenti nel testo, il letterato riesce con semplicità a descrivere il quadro istituzionale del tempo, ad esprimere il patriottismo per la terra natia e lo fa in crescendo poiché prima vengono esposti i fatti della gioventù cilena vicina degli anni '60 dove protagonisti sono l'ingenuità dell'uomo, i sogni, le bevute con gli amici, le inquietudini sentimentali, seguono gli sconvolgimenti che hanno toccato il paese negli anni '70 uscendo anche dalla visione patriottica per dar spazio allo scenario internazionale (in particolare cubano e coreano), culminando infine con un duplice tributo al Che e brevi cenni agli anni 2000.
E tra un avvenimento storico e l'altro, sorriso e nostalgia si impossessano del lettore che è invitato a riflettere sull'essere umano, perché se da una parte vi è l'individuo quale soggetto privo di scrupoli accentuato nella sua indole bellicosa, dall'altra vi è il suo altruismo, il suo non arrendersi dinanzi ai problemi, la sua voglia di cambiare il mondo, la sua generosità.
Adatto ad un pubblico maturo desideroso di rivivere – nel bene e nel male – gli anni che hanno lasciato il segno nella nostra epoca attraverso quel sottile humor proprio di uno dei più versatili novellieri contemporanei.

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