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Io sono il Libanese
 
Io sono il Libanese 2016-03-17 15:02:49 Mian88
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    17 Marzo, 2016
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Ah Libbaanooo ....

Torna la Roma che già abbiamo imparato a conoscere in “Romanzo criminale” e con lei si ripresentano il Libano, il Dandy, il Bufalo, il Secco, personaggi che, chi ha letto l’opera citata, sicuramente ricorderà.
Le vicende si sostanziano sul Libanese, ancora privo del Freddo, sua nemesi necessaria ed indispensabile, e sulla sua brama di potere, sul suo sogno di diventare il Re della città Eterna. Ed è tra un fallimento ed un successo che le pagine di questo piccolo elaborato scorrono tra le mani del lettore con rapidità sorprendente concludendosi infatti l’opera in meno di una giornata.
Se però tanto velocemente fluisce, altrettanto contenutivamente non convince. Da un lato abbiamo il Libano che persegue questo sogno di riscatto come un cane da tartufo, tanto che intravede nel boss della camorra, Pasquale O’Miracolo, la sua possibilità, (deve solo trovare trecento milioni, cosa vuoi che sia, Libano, cosa vuoi che sia!), dall’altro abbiamo un uomo che si sente sempre più attratto da un mondo che non gli appartiene e che viene simbolicamente rappresentato da Giada, figlia di papà con genitori divorziati, rigorosamente comunista e che della strada non sa alcunché. A tal proposito interessanti sono le riflessioni che il Libano pone in essere durante il racconto, meditazioni che riescono in poche battute a mettere in evidenza tanto le lacune dei sistemi di sinistra quanto di destra.
La donna, inizialmente è per il protagonista una curiosità, un capriccio, poi diventa un mezzo per conoscere gente abbiente da spennare felicemente grazie a quel buon vecchio vizietto della polverina bianca, infine finisce col rappresentare l’alternativa: si dimostra desiderosa di offrirgli una vita diversa, un lavoro, una famiglia. Che fare? Abbandonarsi a quel divano o tornare alla casa materna, la strada, luogo che gli ha insegnato tutto della vita?
In conclusione il testo è scorrevole, caratterizzato da capitoli brevi e diretti avvalorati dalla qualità stilistica di De Cataldo. Dal punto di vista delle vicende è piacevole seppur dia l’impressione di essere incompleto, mancando di quel “non so che” capace di renderlo indimenticabile, a mio modesto giudizio è lacunoso del Freddo.
Adatto a chi cerca una lettura cui trascorrere qualche ora, non troppo impegnativa e con cui riabbracciare personaggi già amati. Non aspettatevi un “Romanzo criminale2” altrimenti ne resterete delusi.

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Commenti

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Ciao Maria. Bella e ben equilibrata la tua analisi di questo libro (che non conosco).
In risposta ad un precedente commento
Mian88
18 Marzo, 2016
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Grazie Emilio, un romanzo piccolo da cui non si sa veramente cosa aspettarsi.. :-)
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