La tristezza ha il sonno leggero La tristezza ha il sonno leggero

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    28 Settembre, 2020
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Il coraggio di non scegliere

Erri ha 40 anni e una famiglia che definire allargata è un eufemismo: una madre dispotica, un padre che non sapeva fare il padre, un patrigno che è invece la conferma al detto "padre è chi il padre fa", una sorellastra di cui è segretamente innamorato (e pure corrisposto) da sempre ma alla quale non si è mai dichiarato. Un'altra sorellastra libera e solare, una matrigna che cerca di dargli una svegliata e altri due fratellastri minori (figli di seconde nozze della madre) ognuno con i suoi pregi e i suoi problemi. In tutto questo Erri ha sempre vissuto e lasciato vivere finché la moglie non lo lascia per un collega e il suocero lo licenzia. Erri si trova così a fare i conti con la propria vita, gli affetti ma soprattutto le tante occasioni avute e lasciate passare per poco coraggio o perché come gli dice la sorellastra Flor non fa mai una cavolata che a volte è quella che da una scossa alla vita di una persona. Potrebbe essere l'occasione per ricominciare da capo , rivedere alcune scelte e cambiare tutto ma... In mezzo a tante "sliding doors" Erri fa un gran pensare ma dopo un pò di tempo si ritrova con la possibiltà di ricominciare tutto da dove aveva lasciato, cosa sceglierà ? Marone ha uno stile molto scorrevole e ironico, il racconto tipo diario ha tolto qualcosa al romanzo ma tante riflessioni dei personaggi sono interessanti e non fai fatica a riconoscerti anche in parecchie situazioni . Uno spaccato lucido, leggero e divertente sulle famiglie d'oggi forse un pò troppo buonista e ottimista.

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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    19 Agosto, 2019
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che tristezza

Una canna al vento, una barchetta in balia delle onde, o una pallina tre le mani di un bambino. Io vedo così Erri Gargiulo. Già proprio scritto Erri. Triste perché non condivide la direzione che prende la sua vita, eppure incapace o poco desideroso di impegnarsi a scegliere quale bivio imboccare.. Succube di una madre autoritaria, innamorato della matrigna, invaghito del patrigno e in qualche modo geloso o invidioso di tutti i fratellastri e le sorellastre. Erri come da copione finisce sposato con una donna che non poteva che essere forte e decisa. Tanto decisa e convinta del proprio potere sul marito da concedersi il lusso di una breve convivenza con un altro uomo, salvo poi tornare con armi e begagli dal marito senza seppure porsi il problema che i suoi piani posano esser altri. Dopotutto quando mai Erri ha avuto dei piani? Tomanzo piuttosto complesso dove vengono tirati in ballo molti temi e che secondo me può avere delle letture anche molto diverse da quella che ho fatto io. Si tirano in ballo le famiglie allargate con tutte le loro complicazioni, le incertezze degli attuali quarantenni. Uomini e donne che nella generazione scorsa se non pensavano a fare i nonni e i pensionati poco ci mancava. Oggi invece sono poco più che ragazzini indecisi su che cosa fare, ma poi ce l'hanno qualcosa da fare?. Così è Erri sempre pronto ad adeguarsi a quello che gli altri hanno deciso per lui, mai preparato a difendere le proprie idee, perché in fondo non si è mai soffermato a svilupparle. Decisamente ragioni per essere triste e restare sveglio in balia della sua tristezza le ha.
Una trama così complessa e temi cos' importanti avrebbero meritato una maggiore fluidità. Trovo a tratti piuttosto pesane la prosa, fino a diventare difficile da seguire.

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El Ghibli Opinione inserita da El Ghibli    18 Novembre, 2018
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CI SI RISPECCHIA

Dopo il romanzo "la tentazione di essere felici" Marone pubblica "la tristezza ha il sonno leggero".
Come negli altri suoi scritti, anche in questo, l'autore si sofferma molto nell'indagare l'animo umano. Erri è il protagonista, quaranta anni circa e fa parte di una famiglia allargata: due padri, due madri, due fratelli e due sorelle, tutti nati dalle seconde nozze dei suoi genitori. Dopo anni di matrimonio con Matilde, un bel giorno la moglie lo lascia perché ha iniziato una relazione con un altro uomo. Come se non bastasse dopo qualche mese gli annuncia di essere incinta e il figlio potrebbe essere suo.
Tutto il romanzo si svolge durante una cena a casa della madre e del patrigno Mario il quale deve comunicare a tutti i figli qualche cosa di importante. Da questo momento la storia si snoda in molti flashback con cui Erri, che fa da voce narrante, ci racconta di se e dei vari personaggi.
Mi piace molto Marone perché ha la capacità di raccontare l'ordinario con estrema semplicità e in maniera scorrevole tanto da coinvolgere il lettore. I suoi personaggi sono sempre persone normalissime nelle quali è facile rispecchiarsi.

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Lyda Opinione inserita da Lyda    06 Marzo, 2018
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La chimera della crescita interiore.

La famiglia allargata, alzi la mano chi non ne conosce una!
Qualche decennio fa non esisteva o almeno era una rarità, vista come marchio di indelebile vergogna tatuato in fronte; nella società di oggi invece è assai comune e - importante - non viene più etichettata o additata come peste bubbonica, salvo rari casi di bigottismo acuto.
L'autore analizza uno a uno i componenti di una famiglia di questo tipo, quindi figli di primo e secondo letto, fratellastri, patrigni e matrigne, riuscendo ad entrare nella sfera emotiva e nell’immensità del non-detto relativo in particolare a certe figure ritenute talvolta scomode nel complicato intreccio; le dinamiche “invisibili” o gelosie e morbosità che si trascinano spesso per anni e anni, silenziosamente, senza che nessuna 'pedina' del 'gioco' osi portarle a galla in rispetto e per volontà del comune quieto vivere.
Fintanto che non accade l'episodio scatenante.
Nella vita vera così come in questo bel libro.
Erri, il protagonista, in quest'opera si muove tramite frequenti flash di vita passata e turbolenta (dal punto di vista emotivo) finché gli arriva ai giorni nostri un altro grande problema, una corposa crisi matrimoniale a quarant’anni suonati che lo costringe a mettere finalmente sotto esame l’intera esistenza, rivedendo rapporti familiari, prendendo coraggio e tentando di affrontare la vita senza più rimandare.
La crescita interiore, chimera per molti.
E l'insicuro Erri svolta a quarant'anni o almeno ci prova.
Concludo (scherzosamente, visto che non sono psicoterapeuta!) consigliando a certi eterni bambinoni/e il piacevole romanzo – di facile lettura – che potrebbe pure quindi rivelarsi uno dei lieti (o anche no, magari solo pruriginosi) mezzi per arrivare all'affronto dei propri temuti demoni interiori, chissà!

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simoneriggi92 Opinione inserita da simoneriggi92    08 Aprile, 2017
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Il rischio di vivere

Erri è il protagonista del romanzo di Lorenzo Marone. Figlio di una coppia separata, è un uomo di mezza età, sposato e senza figli, restio da sempre ad esprime le proprie emozioni represse soprattutto a causa di un’infanzia a dir poco “travagliata”.
La storia di Erri è un po’ la storia di ognuno di noi, fatta di qualche rimpianto per le parole non dette o per un’occasione mancata. Uno degli aspetti più interessanti di questo libro sta nella lucida, e a volte cinica, analisi del rapporto di Erri con i suoi genitori. Raffaele Gargiulo, il tipico padre di famiglia vecchio stile, duro e distaccato agli occhi del figlio e Renata Ferrara, madre dal carattere rigido e che ha passato tutta la vita nel tener sotto il proprio controllo la sua vita e quella dei figli. Ma Erri è molto più di questo, Erri è un uomo che non ha mai combattuto per la propria opinione, non ha mai rischiato una scelta azzardata, non ha mai rischiato di fallire. Erri non ha mai scelto, è sempre stato spettatore non pagante della sua vita, ha sempre preferito che gli altri decidessero al posto suo.
Nel corso del romanzo il bimbo che ha vissuto la sofferenza della separazione dei propri genitori, quello che desiderava con tutto il cuore di ricevere una carezza da papà, un abbraccio dalla mamma, quello che si è sempre sentito vittima egli eventi lascia spazio ad un uomo che non ne può più di far decidere gli altri, di ingoiare bocconi amari e di star zitto anche quando la vita ti lascia senza parole. Uno degli insegnamenti più importanti che Erri trae dal suo passato difficile è che comunque vada ciò che sei ora dipenda dal passato, da ciò che hai fatto, ma che tipo di persona diventerai dipende solamente da quello che farai da questo preciso momento in avanti.
E’ impossibile non immedesimarsi con il protagonista. Ritengo che uno dei principali motivi che porta il lettore a divorare letteralmente le pagine del romanzo è quello di sapere se vi sarà riscatto, se Erri finalmente deciderà di vivere la propria vita prendendosi carico dei rischi; perché infondo lo sappiamo tutti, nella vita spesso si fallisce e quando cadi ti fai male; sta a noi, come al protagonista del romanzo, rialzarci e decidere se ciò che hai provato durante vale la pena per un nuovo tentativo.

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Paolo70 Opinione inserita da Paolo70    22 Marzo, 2017
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Necessario leggerlo (se hai 40 anni)

Impossibile non innamorarsi di questo libro, di questo personaggio (Erri Gargiulo) e di questo panorama familiare che l'autore mette al centro di un romanzo che è, nella sua ricchezza, anche difficile da raccontare in poche righe.
Una scrittura leggera ma penetrante, mai banale e con tanta, tanta anima...
Pur essendo un romanzo, è una specie di "Nel bel mezzo del cammin di nostra vita" ai giorni nostri, con tutte le difficoltà, le insicurezze dei nostri tempi. Una bella analisi introspettiva su quanto futuro possiamo ritagliarci portandoci dietro i condizionamenti di carattere e di formazione che la vita ci ha lasciato.
Ogni quarantenne non può non leggere questo romanzo. Ogni quarantenne non può leggere questo romanzo e non ritrovarsi in qualche modo, in qualche misura, nelle vicende e nelle riflessioni di Erri Gargiulo. Nei timori e nelle speranze. Nelle certezze e nelle ambiguità del nostro passato e del nostro futuro.
Davvero, un piccolo gioiello.
Complimenti all'autore.
E... grazie!

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PaparattoC Opinione inserita da PaparattoC    10 Febbraio, 2017
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Un romanzo sulla VITA

Anzitutto, inizio col sottolineare l'immenso entusiasmo di aver scoperto - leggendo il suo secondo lavoro editoriale - l'esistenza di un grande autore emergente, le cui opere non mancherò di continuare a leggere.
Tutto è incentrato sulla figura del quarantenne Erri Gargiulo, personaggio ironico e disincantato, che trascina con se un grosso macigno, di cui sembra impossibile liberarsi: il passato.

La sua vita, infatti, non è stata del tutto lineare: quattro fratelli, due padri, una madre e mezza, la continua ricerca di un figlio, una miriade di non scelte ,una moglie e il suo tradimento. Proprio dopo quest'ultimo avvenimento Erri inizierà a comprendere di dover afferrare la sua vita, lasciarsi il suo pesante passato alle spalle, iniziare a scegliere e ad essere felice.
Si tratta di un racconto squisitamente attuale, che affronta uno degli aspetti sociali più complessi e variabili, in tutta la sua evoluzione: la famiglia.
La famiglia è il punto nevralgico di tutto il romanzo, nello specifico la famiglia allargata, o per meglio dire, le famiglie allargate su cui Marone si sofferma, e a ridosso delle quali Harry conduce la propria esistenza.
Il personaggio descrive, brillantemente e spesso con una buona dose di ironia, la sua vita e la vita dei personaggi che lo circondano, tutti con una loro storia e in qualche modo segnati dalla loro condizione passata:
- Giovanni che ha scelto la professione del padre senza volerlo realmente
- Valerio superficiale e scapestrato,
- Sol figlia del padre e della nuova moglie apparentemente instabile e libertina
- Arianna, figlia del patrigno, con cui Erri sin da bambino coltiva un rapporto speciale

Il suo modo di vivere, o meglio di sopravvivere, è sicuramente il frutto di una serie di condizionamenti, che lo hanno reso una persona fragile, sensibile e molto insicura; tra questi emerge sopratutto la figura autoritaria della madre, che dopo la separazione dal padre ha costituito una nuova famiglia, da cui sono nati i suoi due fratelli: la famiglia Ferrara.
Proprio la madre quindi è una dei fattori, che sembrano essere la causa di tutte le incertezze e le non scelte di Erri, una madre che a detta d questi "ha avuto un passato da dimenticare, ma il presente avrebbe potuto costruirselo come credeva".
Ma è proprio quel presente che Erri non riesce a costruire liberandosi dal suo di passato, vivendo così in una bolla di indecisione e vittimismo (se vogliamo giustificato), che trova fondamento nel suo vissuto.

L'abbandono della moglie e un arrivo inaspettato, condurranno Erri a convincersi che se non vuole una vita che non gli appartiene, deve avere il coraggio di ribellarsi e prendere finalmente la decisione più difficile della sua esistenza.

Il termine "vita" emerge assiduamente nel racconto di Marone, perché è proprio su questa che esso è incentrato, in tutti i suoi aspetti, in particolare sulla possibilità di scegliere la propria.

In tal senso voglio concludere proprio con una riflessione: è possibile liberarsi dal proprio passato e dai condizionamenti familiari, non essere quello che noi o altri abbiamo vissuto?
Oppure, in fondo, tutto sommato, viviamo anche un po la vita di qualcun altro, dimenticandoci spesso della nostra e rinunciando, così, a ribellarci a ciò che non ci appartiene?
Erri avrà finalmente iniziato a vivere ?

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ant Opinione inserita da ant    15 Settembre, 2016
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Erri e il suo riscatto

Un libro in cui il protagonista, Erri 40enne disincantato, ci racconta della sua voglia di emanciparsi da un passato che l'ha soffocato e , a sua detta, bloccato per varie cause. Erri ci narra della sua ricetta x la riscossa, che è basata sulla forza di volontà e sulla rabbia, in modo molto ironico e analizzando con profondità tutti i personaggi che lo circondano nella vita. Fulcro dei concetti del riscatto di Erri è la famiglia, la sua è stata un nucleo familiare allargato e l'autore è abile a narrare di gelosie, invidie e affetti tra fratelli di sangue e acquisiti. Concludo estrapolando un passaggio, che mi ha colpito, e in cui si parla di frustrazioni che ci si porta dentro da bambini(p26):
""E' buffa questa cosa che facciamo pagare agli altri le colpe dei nostri genitori. Ognuno se ne va in giro con un mucchietto di dolore incapsulato dall'infanzia, alla ricerca della persona giusta cui restituire un po' dei torti subiti. Alcuni riescono a bloccare la catena dell'odio grazie a un granello di amore incontrato x caso, ma la maggioranza, purtroppo, continua inconsapevole a far girare l'ingranaggio, Giulia ha trovato me, ma non me ne lamento, anche io ho fatto altrettanto con un paio di donne innocenti""
Particolare

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    04 Settembre, 2016
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Autoanestesia al dolore

Le non scelte nella vita sono a volte molto faticose da portare avanti e possono farci del male. Ce lo dice questo quarantenne protagonista di questo libro che ci racconta un po’ la storia della sua vita, in una famiglia allargata a cui ci affezioniamo molto velocemente di mano in mano che ce la presenta. Ci viene raccontato il suo carattere perché lui non vive le giornate, non le trascorre, le subisce, le sue emozioni sono calpestate in nome di una presunta pace interiore che però non arriva. Mentre le vite degli altri sfilano via veloci, la sua è ancorata da tempo immemore. E tutto il libro ci fa penetrare in questo dolore sordo, offrendoci anche scambi vivaci con personaggi secondari per me meravigliosi, Arianna e soprattutto Flor, le due sorellastre che quasi ad ogni capitolo offrono stimoli di reazione, proprio loro così frizzanti e vivaci. Sono loro che ci fanno capire che più muri alziamo, meno luce entra nella nostra vita, perché non c’è nulla di esterno che possa guarirci da noi stessi, ognuno deve vincere da solo i propri demoni, perché se si passa la vita a tentare di non sentire dolore o paura, va a finire che non si sente più niente. Noi trascorriamo la vita a rincorrere una mancanza ed a stento ci accorgiamo di tutto il resto, di tutte le presenze, che sono ai nostri piedi. Le ferite servono a testare la nostra capacità di guarire e se vogliamo vederle rimarginarsi in fretta, dobbiamo distogliere lo sguardo e continuare a vivere. Il libro scorre veloce, come un diario, ha uno stile intimo ed affronta, pur con la semplicità quotidiana, temi profondi, non ultimo il rapporto con gli altri, con la propria famiglia qualunque essa sia e soprattutto quello con se stessi.

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mia77 Opinione inserita da mia77    01 Settembre, 2016
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La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone

Dopo aver letto la storia di Cesare Annunziata ne "La tentazione di essere felici" mi sono cimentata nella lettura di questo nuovo e interessante romanzo di Marone, autore che mi piace, perché disincantato e cinico. Coinvolgente anche la storia di Erri Gargiulo, sfigato quarantenne troppo sensibile, troppo normale, troppo brutto e troppo "bastonato" dai fatti della vita.
Mi piace la napoletanità di questo autore, sempre verace e spontaneo e con una sensibilità solitamente femminile.
Mi piace che i suoi libri non debbano per forza finire bene, anzi: il contrario.
Questo, in particolare, mi ha lasciato con l'amaro in bocca, ma la vita è così.
Spesso le cose non vanno come noi vorremmo o come dovrebbero andare, ma sono il nostro adattamento a ciò che ci succede. La vita di ognuno di noi è un adattarsi continuo alle esigenze altrui, altrimenti faremmo meglio a vivere soli, l'unica soluzione per fare sì che le cose vadano a nostro piacimento.
Belli anche personaggi di Marone: gente che vive, che si emoziona, che ama e che odia.
"Se ti prendi la briga di essere amato, capisci presto che hai bisogno di una nutrita scorta di bugie da elargire al momento giusto";
"Il problema, ho poi capito, é che i desideri più segreti col passare del tempo diventano segreti anche a noi stessi";
"Avrei potuto costruirmela meglio la vita, senza stare lì a menarmela con la storia del buco allo stomaco da riempire. Il fatto è che tutto ciò che non fai quando è il momento di farlo, te lo porti dietro come una zavorra per il resto dei tuoi giorni";
"Da più parti sento spesso dire che non bisogna avere rimpianti, che chi vive ancorato al passato non ha speranza nel futuro. In realtà credo che chi non ha rimpianti non ha mai avuto sogni. Ed è la mancanza di sogni a precludere un bel futuro. Io mi porto dietro la mia zavorra di rimpianti, le tante speranze accumulate e mai avverate... La verità é che tra la speranza e il rimpianto passa un soffio. E in quel soffio trascorriamo gran parte della nostra vita";
"... L'amore, quello vero, nonostante le ripetute crisi e qualche sporadico tradimento, non deve resistere al tempo, ma alle ferite...";
"... Alla fine ti accorgi di avere tutto ciò che avevi sempre desiderato a un passo da te. Trascorriamo la vita a rincorrere una mancanza e a stento ci accorgiamo di tutto il resto che è ai nostri piedi..."
Consiglio la lettura dei romanzi di Lorenzo Marone, perché è un autore degno di nota e ciò che scrive è interessante e arricchente. Per quanto mi riguarda continuerò a farlo, perché non è facile trovare qualcuno sulla propria lunghezza d'onda. Lui lo è.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    15 Aprile, 2016
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Erri Gargiulo

La vita di Erri Gargiulo non è mai stata semplice. Sin dall’età dei cinque anni, ovvero da quando i suoi genitori Renata e Raffaele si sono separati, ha vissuto con quella sensazione di “vuoto da riempire”, quel gorgoglio dello stomaco perennemente affamato e desideroso di affetti, accettazione, considerazione.
Così il tempo è passato, e quello che era un bambino fiducioso e speranzoso si è trasformato prima in un adolescente, poi in un adulto, disincantato, incapace di prendere decisioni, ma soprattutto impaurito dalla vita tanto che si accontenta di sopravvivere. E se c’è un qualcosa di cui assolutamente Erri ha timore sono proprio le emozioni perché queste ti rendono indifeso, mostrano chi sei, ti impediscono di nasconderti dietro la maschera della vittima, del figlio a metà, del pargolo cresciuto con genitori separati e famiglie rispettivamente allargate.
Il rampollo protagonista di questa storia conta infatti la bellezza di 2 fratelli, Giovannino e Valerio che sono cd “figli pieni” perché generati dalla madre (anche detta “capo miliziano”) e da Mario, nuovo compagno di quest’ultima, da una sorella, Flor, nata dall’unione del padre con la spagnola Rosalinda, e da Arianna, come lui, mezza figlia, perché risultato del primo matrimonio del marito della signora Ferrara e della relativa prima moglie. Eppure, nonostante le differenze, nonostante lui ed Arianna siano cresciuti senza “filtri” e con anche una carenza di affetto e di ascolto da parte di quelle figure di riferimento troppo concentrate sulle nuove nascite che su quelle già in piedi, ciascun membro della famiglia riveste un ruolo essenziale per il personaggio e la sua crescita.
Quanti sogni ha abbandonato, quanti desideri non ricorda nemmeno più di avere tanto la quotidianità lo ha trascinato nei suoi meandri confinandolo in quella ormai cristallizzata routine. E che fare allora se non vivere in difesa, senza mai dare fastidio, alzare la voce, esporsi al dolore? Soltanto quando Matilde, sua moglie, deciderà, dopo innumerevoli tentativi di avere una progenie, di lasciarlo per il comune collega di lavoro, Manuel Ghezzi, Erri inizierà a fare un bilancio della propria vita, del suo cammino, dei suoi errori, dei suoi continui rimandare, arrendersi senza lottare, cullandosi nel caldo abbraccio dell’indecisione, per infine dimenticare perfino quello che rappresentava la sua essenza; le sue aspirazioni. E come può dunque essere felice il giovane Gargiulo? Non può continuare a crogiolarsi nella condizione di “vittima”, deve essere lui il primo a voler raggiungere la tanto agognata felicità, anche se per far questo ci vuole coraggio, coraggio di vincere la paura di soffrire, di essere abbandonati.
Con “La tristezza ha il sonno leggero” Lorenzo Marone torna ad affrontare un tema a lui caro, quello delle scelte, della vita che è una e non va sprecata, quello dei desideri che fanno parte di noi e che non vanno vissuti come una distrazione dagli impegni che spesso ci troviamo sulla strada bensì come una componente da coltivare ogni giorno e non solo nel fine settimana, torna semplicemente a parlare di quelle decisioni che possono renderci appagati se abbiamo l’ardire di intraprenderle correndo il rischio di renderci vulnerabili, esponendoci. Perché soltanto noi stessi siamo gli artefici della nostra felicità e soltanto a noi stessi dobbiamo qualcosa.
Tante le personalità dipinte in questo scritto, tante le riflessioni che queste, ognuna a suo modo, ciascuna secondo la propria filosofia di vivere, sono capaci di suscitare nel lettore. Il tutto è avvalorato da un linguaggio semplice, fluente, ironico ed introspettivo a cui si sommano paragrafi brevi descritti e dedicati a diversi ricordi. L’impressione è infatti, a tratti, quella di leggere un diario o comunque di essere al bar sotto casa a parlare con una persona cara che in un pomeriggio come tanti decide di confidarci attimi di quel mosaico che è la persona umana.
Erri è un eroe che sa farsi apprezzare anche se in lui ho riscontrato un po’ troppo Cesare de “La tentazione di essere felici”. Avrei inoltre valorizzato maggiormente la parte finale dove è racchiusa l’essenza del libro che è esposto in “crescendo”, ogni parte è cioè tassello indispensabile per entrare nella successiva.
Nel complesso un romanzo piacevole, in cui inevitabile è riconoscere aspetti e caratteri del precedente lavoro dell’autore, ma che andrebbe letto, a mio modesto giudizio, comparandoli il meno possibile altrimenti è impossibile gustarne le sfumature. Un elaborato con una storia genuina, non impegnativa, adatta a chi cerca uno scritto dai toni leggeri e una forza introspettiva notevole. Non un capolavoro, ma sicuramente da leggere.

«Solo che il cambiamento fa paura, è qualcosa che chi ti è accanto non accetta di buon grado. Perciò prima o poi troverai che ostacolerà la tua voglia di cambiamento, ti diranno che non ti capiscono più, che sei egoista. [..] Tu fregatene e vai avanti per la tua strada, a costo di ferirci, a costo di ferirti. Ricordati, sei e sarai sempre responsabile soltanto della tua felicità»

«C passiamo tutti, tutti prima o poi feriamo e tutti veniamo feriti. L’amore, Erri, è pieno di gioie e momenti felici, di dolore e delusione. E’ come la vita, un’immensa fucina di pulsioni, alcune delle quali spiacevoli. Non fare come molti, che per non affrontare il dolore decidono di girare le spalle all’amore. Innamorati, soffri, piangi, disperati, urla, incazzati, tira calci, ma affronta le emozioni, vivile. Vivi. A ogni costo ragazzo mio, a ogni costo»



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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    24 Marzo, 2016
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La tristezza ha il sonno leggero

"Vai e impara a farti accettare da chi non è obbligato a farlo."
Erri Gargiulo è un personaggio incisivo, che sa entrare in confidenza con te parlandoti di sé, non tralasciando nessun dettaglio, nessuna fase della sua vita.
È un libro talmente bello che è difficile racchiuderlo in una umile recensione.
Erri Gargiulo è un protagonista perfetto per un romanzo: è il personaggio di cui si vorrebbe poter parlare, ma anche l'amico comprensivo che si vorrebbe avere. Ha due padri, una madre e mezza e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po' qua e un po' là, in una cosiddetta "Famiglia allargata", trascorrendo un fine settimana dalla madre e uno dal padre e quasi vivendo due esistenze in una vita sola.
A quasi quarant'anni, Erri è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, tanto emotivo e trattenuto che nella sua vita da viverla metaforicamente in punta di piedi.
Erri non è per niente bravo ad esprimere le sue emozioni e, per questo, le somatizza, finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cercato per anni di avere un bambino, lo lascia dopo avergli rivelato di avere una relazione con un collega.
Da quel momento Erri deve fare i conti con la sua vita ed iniziare a prenderla di petto, affrontando, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto: una casa che senta davvero sua, un lavoro che ama, un rapporto con il suo vero padre, con i suoi irraggiungibili fratelli e le sue imprevedibili sorelle. Imparerà così che per essere soddisfatti della vita dobbiamo essere pronti a liberarci delle ancore del nostro passato e procedere a vele spiegate, afferrando saldamente il timone e non lasciarci semplicemente trasportare dal vento.
Dopo Cesare Annunziata di LA TENTAZIONE DI ESSERE FELICI, Lorenzo Marone ci propone un nuovo romanzo con un altrettanto fantastico personaggio.
LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO è uno straordinario romanzo sulla famiglia allargata italiana sempre più comune ai giorni nostri. Tutte le persone, che ci circondano e che ruotano intorno alla nostra sfera vitale, in un modo o nell'altro, influenzano la nostra esistenza. Ma se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, dobbiamo scuoterci e vivere a modo nostro. Questo è il grande insegnamento che ci dà Lorenzo Marone: vivere la nostra vita e amare gli altri anche se hanno qualche difetto.

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