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Il paese delle prugne verdi
 
Il paese delle prugne verdi 2013-04-20 18:00:09 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    20 Aprile, 2013
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Il paese delle prugne verdi di Herta Muller

Herta Müller è stata insignita del premio Nobel per la letteratura nel 2009. Scrittrice rumena appartenente a una minoranza di lingua tedesca del Benato, lasciò il suo paese ai tempi delle persecuzioni di Ceau?escu. Le esperienze drammatiche della sua vita e della sua gente hanno profondamente caratterizzato lo stile e i contenuti della sua opera.
Il suo romanzo più famoso è “Il paese delle prugne verdi”: un libro di difficile lettura e altrettanto complicata comprensione. La stessa scrittrice in un saggio del 2001 dichiarò che “la patria non è lingua, ma linguaggio”, concetto polemicamente contrapposto all’affermazione di Thomas Mann secondo il quale “la patria di uno scrittore è la sua lingua”. In questa prospettiva forse è più semplice capire l’ermetismo espressivo di questa autrice.
La lingua è certamente l’espressione verbale della cultura di un popolo, essa riguarda un’area geografica più o meno vasta. Il linguaggio è più specificamente attinente all’individuo e può assumere forme diverse secondo i concetti e i contenuti che l’individuo stesso vuole esprimere.
E’ dunque al linguaggio che la Müller ricorre per creare un’opera ricca di simboli mai chiaramente esplicitati, ma drammaticamente suggestivi. La voce narrante insieme con Lola, Edgar, Georg e Kurt sono i personaggi principali della storia, il cui snodarsi è spesso affidato a parole-chiave come “scarpe”, “forbici”, “raffreddato”, che si riferiscono ciascuna a azioni o a fatti repressivi d’una violenza mai esplicitamente descritta, ma proprio per questo assai più terrificante. È questo il filo che, a mio avviso, sottende tutto il romanzo: la capacità evocativa della parola può a volte denunciare l’atrocità d’un regime in maniera più efficace d’una lotta sanguinosa sul campo. Qui il sangue, la tortura, la violenza psicologica che conducono spesso al suicidio i personaggi della Müller, emergono attraverso descrizioni che sono al limite tra prosa e poesia. Il paese delle prugne verdi diviene la metafora della dittatura: “Vedevo la schiuma sui loro denti e pensavo tra me: Non bisogna mangiare prugne verdi, il nocciolo è ancora tenero e si ingoia la morte.”
Il suicidio di Lola, vittima della violenza brutale del professore di ginnastica, diviene il pretesto per condannare chi osa insinuare il sospetto che quel paese e quel regime non siano la sede della felicità: Lola viene espulsa dal partito dopo la sua morte , perché indegna di appartenere a un mondo così perfetto.
Un testo, questo della Müller, di una durezza che supera la bellezza espressiva e lascia un sentimento di desolazione e sconforto, nel momento stesso in cui il lettore ha modo di realizzare che la storia si ripete tragicamente in luoghi diversi, in forme forse apparentemente diverse, ma spesso sostanzialmente identiche, perché l’uomo è un pessimo studioso, che non fa tesoro dell’esperienza del passato.

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Commenti

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Esaustiva come sempre!
grazie Annamaria!
grazie a te, Silvia!
Perché solo tre stelle? Dalla recensione il libro sembra interessante!
Solo tre stelle, perchè, nonostante il tema sia di grandissimo rilievo, la lettura risulta difficile: lo stile è molto complesso, il messaggio è criptato e non immediato. Leggerlo comunque è senz'altro consigliabile, anche per capire la realtà in cui ha vissuto in un certo periodo storico una minoranza di lingua tedesca della Romania della dittatura. La forma sembra rispecchiare la disgregazione e la frammentazione del pensiero, in maniera più complessa di quanto era già stato rappresentato da Joyce in letteratura e dal cubismo in pittura dopo la prima guerra mondiale. Ma l'opera di Joyce era d'un respiro enormemente più ampio!!!
In risposta ad un precedente commento
Cristina72
22 Aprile, 2013
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Okay, grazie della spiegazione!
Grazie a te per avermi dato la possibilità di chiarire qualcosa che, in verità, io stessa avevo pensato che forse sarebbe sembrata contraddittoria con quanto avevo scritto.... ma a volte si ha paura di essere troppo prolissi e allora si rischia di essere magari un pò superficiali.
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