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Il danno
 
Il danno 2015-09-20 14:21:22 annamariabalzano43
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    20 Settembre, 2015
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Ossessione fatale


Irritante. Si, irritante é dir poco. Il romanzo della Hart, sicuramente ben scritto, ha due grossi limiti: il primo riguarda l’ambiente in cui la storia si dipana, circoscritto all’alta borghesia londinese, che sembra vivere avulsa dal contesto sociale del paese, impegnata unicamente a perseguire e conservare quel successo e quei privilegi che rendono piacevole la vita. É indubbio che esistano ancora, nell’Inghilterra di oggi famiglie che hanno un tenore di vita e interessi simili a quelli dei protagonisti, ma è abbastanza inverosimile che la loro esistenza possa procedere senza essere minimamente influenzata dai drammi sociali politici e economici che tormentano il mondo. Ci si muove dunque qui in una sorta di microcosmo di perfezione estetica, di bellezza fisica e di ricchezza, un mondo fatto di agi e belle dimore, come la casa di campagna del padre di Ingrid, in cui ancora ogni stanza ha il nome d’un fiore diverso, secondo la tradizione dei romanzi dell’ottocento. É possibile immaginare che l’autrice abbia volutamente creato uno scenario così perfetto perché risaltasse inequivocabilmente il contrasto con la perversione e il degrado morale in cui precipiterà il narratore. Più il mondo circostante é impeccabile, più si accentua il buio dell’anima. E qui si rivela l’altro grosso limite del romanzo. Non c’è dubbio che la passione possa sconvolgere la vita degli individui, portare a distruggere affetti e legami esistenti. Non c'è dubbio che il sesso svolga un ruolo fondamentale nell’esistenza umana, ma ciò che risulta irritante e perfino in certo qual modo inverosimile è come in un uomo razionale, evoluto, legato profondamente alla famiglia, possa prevalere in maniera sfrenata e brutale una passione per la donna amata dal figlio. Non che ciò non possa accadere. Tutto può succedere, sempre. Forse l’irritazione scaturisce da una certa inevitabile pruderie borghese, che tende a condizionare gli istinti più primordiali per farli rientrare nei limiti ammessi dalla morale. E tuttavia si vorrebbe che prevalessero le qualità razionali, i legami indissolubili, il principio di lealtà che danno dignità all’uomo. Se dunque lo scopo della Hart era quello di denunciare la mostruosità di un certo tipo di comportamento in un ambiente che di per sé dovrebbe essere noto per correttezza e impeccabilità, allora bisogna ammettere che vi é riuscita perfettamente. Non dimentichiamo che il personaggio intorno al quale tutta la tragedia si svolge é una donna che da adolescente era stata oggetto del desiderio incestuoso del fratello. Da qui la frase più significativa del romanzo :” Chi ha subito un danno é pericoloso. Sa di poter sopravvivere.”

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Commenti

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Hai ragione Anna Maria. Può capitare di tutto ma uno si può sempre autolimitare usando la ragione soprattutto se ci sono di mezzo i figli. Chi non lo farebbe?
E' proprio così, Mario. Ed è questo che più mi ha irritato. io sono sempre propensa a capire e a perdonare, ma come tollerare torti fatti ai figli? lo trovo addirittura contro natura!
C.U.B.
21 Settembre, 2015
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PRU RI GI NO SO.
Anche a me aveva infastidito.
Meno male, C. U. B. Scrivendo questo commento, ho temuto molto che apparisse troppo "perbenista" ma ho dovuto essere assolutamente sincera, per onestà intellettuale!
In risposta ad un precedente commento
paola melegari
21 Settembre, 2015
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ho visto una parte del film, con J .Iron, e mi ha infastidito.
fastidio e irritazione generale, mi pare.
ciao
Evidentemente si, Paola.
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