Lepanto nel cuore Lepanto nel cuore

Lepanto nel cuore

Letteratura italiana

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Marco Barbarigo è giovane, attraente, ama ricambiato la dolce cugina Flaminia Corner ma frequenta con disinvoltura anche Bianca Mocenigo e la sua servetta Mariella. Appartiene a una delle famiglie più in vista di Venezia, è ambizioso e desideroso di mettere alla prova il suo coraggio e la sua sete di gloria. L’occasione arriva nel momento in cui la Serenissima, sempre più insidiata nei suoi traffici commerciali dall’Impero ottomano, decide di unirsi alla Lega Santa per affrontare la potenza turca nello scontro navale che passerà alla storia come “battaglia di Lepanto”. Scampato per miracolo, arriva a Costantinopoli e riesce a salvarsi solo grazie a delle misteriose lettere scritte in ebraico. Il ritorno, in una Venezia sospettosa e ricca di intrighi, pone Marco di fronte a nuovi interrogativi sul significato del potere e delle scelte fatte in nome della libertà di pensiero.



Recensione della Redazione QLibri

 
Lepanto nel cuore 2022-08-08 19:11:27 silvia71
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    08 Agosto, 2022
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Amori politica e guerra

Dopo “Il mercante di Venezia” edito nel 2008, Riccardo Calimani torna a ambientare un romanzo storico nella città lagunare, percorrendo un arco temporale che va dal 1570 ca al 1606.

Il costrutto narrativo ruota attorno all'excursus vitae di un giovane Marco Barbarigo, giovane rampollo appartenente ad una famiglia aristocratica veneziana, seduttore nella vita privata e aspirante politico e comandante militare nella vita pubblica.
Seguendo le vicissitudini del baldo giovane prima e dell'uomo attempato poi, l'autore ripercorre tanta parte degli eventi storici del periodo come la battaglia di Lepanto, la lega santa, l'avvicendamento di svariati pontefici e dogi, il tema dell'espulsione del popolo di fede ebraica, la peste, le evoluzioni politiche tra Papato e Serenissima.

Davvero tanta la carne al fuoco da trattare in sole quattrocento pagine; il risultato che ne deriva è quello di un lavoro che si prefigge di donare al lettore una visione d'insieme ma ciò avviene a discapito dell'approfondimento.
Un incipit narrativo lento che si sofferma troppo a lungo su particolari di scarso interesse, ruba la scena a quello che poteva essere il cuore palpitante ossia la battaglia di Lepanto, trattata con poche pagine rispetto alla sua centralità.
Qualche pagina di troppo dedicata alle scorribande amorose del veneziano Barbarigo, con dettagli che mal si prestano ad essere presenti all'interno di un romanzo di stampo storico.
Quasi sull'epilogo, la narrazione riprende vigore portando in tavola temi di filosofia politica piuttosto profondi e ben congegnati nell'esposizione.

Insomma, non è operazione semplice quella di dare vita ad un romanzo storico, in primis saper dosare con equilibrio eventi reali e eventi verosimili, poi garantire spessore documentale al narrato.
Una mancanza che si avverte qua come nel romanzo precedente, è la cura dei dettagli storici di usi e costumi che rendano vivido lo spaccato sociale per far sì che il lettore si trovi calato nel contesto e che possa camminare tra calli e campielli.

Un lavoro studiato di cui si percepisce l'intento di Calimani di tornare a parlare della sua Venezia. Nel complesso la lettura desta interesse e può rendersi adatta ad un novello lettore di romanzo storico.

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