Narrativa straniera Racconti I colori dell'addio
 

I colori dell'addio I colori dell'addio

I colori dell'addio

Letteratura straniera

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Succede tante volte che la cosa giusta diventi sbagliata. Perché allo stesso modo una cosa sbagliata non può diventare giusta? Tra colpa e vergogna, rabbia e disillusione, speranza e pentimento prendono vita, in queste pagine, personaggi molto lontani l’uno dall’altro, ma accomunati tutti dal desiderio di sfuggire ai propri errori e imprimere una direzione diversa alla propria esistenza. C’è un uomo che fatica a prendere commiato da un amico prematuramente scomparso, con cui ha condiviso le ombre di una carriera nella passata DDR. Ora che la figlia del collega vuole consultare il suo fascicolo all’Ufficio federale per i dossier della Stasi, sa che è giunto il momento di fare i conti con la parte più oscura di sé. La solitaria esistenza di un editor acquista senso il giorno in cui gli viene prospettata la possibilità di insegnare i rudimenti della letteratura alla figlia del custode del palazzo in cui vive. Ma quando la ragazza viene assassinata sugli scalini davanti al suo appartamento, l’uomo si ritira in un ostinato e assoluto silenzio. L’incontro con una donna che non vede da cinquant’anni getta scompiglio nell’esistenza di un musicista, risvegliando antichi fantasmi destinati a riportare in vita il passato. Nei racconti che compongono questo libro, accolto al suo apparire in Germania da un’entusiastica accoglienza da parte della critica, Bernhard Schlink mostra la sua straordinaria capacità di penetrare nella complessità dell’animo umano e di restituirne, con precisione, fragilità e disincanto, l’intera gamma di colori.



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I colori dell'addio 2022-02-15 20:53:34 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    15 Febbraio, 2022
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"Il dolore c'era, c'era sempre stato"

Il dolore c'era, c'era sempre stato in tutti quegli anni, un colore vago, sopportabile ma costante"(citazione)
Questo libro è pervaso dalla malinconia, dal rimpianto, dalla nostalgia per un amore interrotto, da un'amicizia finita e da una perdita.
Il dolore rimane sempre, sembra scomparire e invece è lì sempre pronto ad uscire e sconvolgerci di nuovo.
Nei vari racconti che compongono il libro, i personaggi hanno età diverse, vite differenti però è comune il tema principale dell'addio, i sentimenti che animano queste storie sono la paura, la rabbia, il tradimento, il dolore e l'amore finito.
In vari momenti leggendo le storie la domanda che mi è venuta in mente è la seguente: riusciremo a perdonare il torto che abbiamo subito? Oppure ancora, riusciremo a superare una perdita e andare avanti a vivere?
Sicuramente questo libro apre molti punti di riflessione sulla vita, sulle relazioni, sui sentimenti, sulle amicizie e soprattutto che alcune volte dobbiamo convivere con il passato e con i nostri errori, con i nostri fallimenti.
Trovo che i racconti siano stati troppo corti per riuscire ad affezionarsi ai personaggi e alla storia narrata, alcuni sono stati più interessanti di altri e ho preferito: Il medaglione, Daniel my brother, Macchie senili e Anniversario.
"Mi dispiace, Sabina, per quanto è successo, per ciò che ho fatto e non ho fatto, mi dispiace davvero. ma più che altro mi mette tristezza. E' questa mia tristezza che si stende su tutto e mi stanca, è come un'acqua nera, un lago nero nel quale annego, annego di continuo."(citazione)
Ho trovato che i vari protagonisti della storia non fossero molto approfonditi e delineati, sicuramente per il fatto che i racconti sono troppo brevi e tutto rimane un po' in sospeso.
Ho apprezzato molto lo stile dell'autore molto chiaro e diretto, in alcuni racconti l'autore è riuscito a essere più convincente e a creare una narrazione più avvincente e interessante; in altri casi probabilmente qualche pagina in più sarebbe servita per rendere la storia più appassionante.
Un libro che mi ha trasmesso molta tristezza e malinconia, ma ho capito che alcune volte bisogna accettare il dolore e cercare di conviverci.

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I colori dell'addio 2022-02-13 14:23:35 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Febbraio, 2022
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Le forme dell'addio

«Le cose belle non potevano essere sbagliate.»

Tradotto da Susanne Kolb, “I colori dell’addio” edito da Neri Pozza e scritto da Bernhard Schling è una raccolta di racconti costruita su quello che può essere definito un fermo immagine. Ciascun racconto ha un suo corpo, una sua identità e un suo sviluppo autonomo con una matrice – ancora – autonoma e al contempo una penna che muta a seconda del narrato.
Racconto dopo racconto ogni esistenza e ogni personaggio prende forma e corpo. Il tutto tra un velo di nascosto e celato, una menzogna che si fonde alla verità e al mistero che costella ogni vita. In una dimensione di sospensione e comprensione, una dimensione fatta di addio. È questo il tema principale dell’opera, della raccolta. Ma è un addio che viene analizzato nel suo paradosso, nel suo contrario e cioè nella consapevolezza del suo esistere e nella dimensione costante e fiera del suo bisogno di trattenere e restare. Perché tra individui si crea un legame forte e indissolubile e in qualche modo questo si trattiene anche solo per mezzo del ricordo.
Basti pensare a “Intelligenza artificiale”, racconto in cui a essere protagonista è la memoria legata al tradimento e al terrore perché il poter essere scoperti è una costante sostanziale. Ancora fortemente presente è l’aspettativa di noi e dell’altro.
Alla base dei racconti vi è una vera e propria analisi dell’essere umano in tutte quelle che sono le sue dinamiche e oscurità. Certamente ciò è anche impronta del lavoro di Schling che di professione psicologo è avvezzo all’ascoltare, al far proprie quelle voci che abbisognano di trovare ascolto, di essere nutrite, perdonate, coccolate, custodite.
A far da contorno il dato storico focalizzato su quella Germania divisa in due dal muro di Berlino.
Nel complesso una raccolta molto interessante, caratterizzata anche da una vena poetica ma soprattutto dal forte carattere introspettivo.

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