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UN'AUTRICE DA RISCOPRIRE
Il lettore viene colpito, quasi immediatamente, dallo stile avvolgente e diretto dell'autrice, la Deledda riesce attraverso la sua penna a creare dei personaggi verosimili, scavando nel profondo della loro anima, facendo uscire i loro pregi e i loro difetti e conducendo un'attenta indagine interiore e psicologica.
I protagonista Annesa e Paulu non sono perfetti anzi, cercano un riscatto dalla vita, anche se alla fine del libro non è detto che lo riusciranno a trovare e forse dovranno rassegnarsi alla sconfitta.
Annesa e Paulu vivono un amore sbagliato, adultero, anche se loro si sostengono a vicenda, questo non basterà a salvarli da un destino drammatico e crudele.
Paulu è un uomo che viene considerato dalla sua famiglia come la causa di tutti i mali, dopo la sua nascita è iniziato ad andare tutto storto e lui sente molto il peso di questo "pregiudizio" nei suoi confronti.
Annesa pensa di poter salvare Paulu da se stesso, ma in realtà lei non lo conosce veramente e alla prima occasione "lo tradisce", non ricordando l'amore che provava per l'amante. Nel testo ci viene anche detto, dalla stessa autrice, che la donna "più che amare si lasciava amare "ed è proprio così Annesa, si lega alle persone che le dimostrano un minimo di affetto per ottenere tutto quello che può, che sia protezione o amore. La protagonista è una persona molto triste e malinconica che è stata adottata e cerca di trovare un sostegno in qualcun'altro, per colmare il vuoto delle sue origini.
"[...] tu l'hai già detto una volta, che io sono come l'edera; come l'edera che si attacca al muro e non se ne distacca più finchè non si secca."
E' molto forte anche il tema della religione, di come le persone invece di incolpare se stessi per il male che compiono, tendono sempre a dare la colpa a Dio e al destino avverso che ha riservato a loro.
La protagonista del libro è una persona egoista, ipocrita e che non si pente del male che fa e verso la fine del romanzo hanno un'evoluzione negativa che mi ha sorpreso molto.
Tutta la storia è cupa, triste, molto cruda e realista e la parte finale l'ho trovata veramente straziante, l'amore non sempre basta per salvare le persone.
L'autrice riesce a catturare il lettore, lo trasporta all'interno della sua scrittura, lo spiazza e lo confonde per tutto il corso della storia; non si riesce a non sorridere, a non arrabbiarsi, a non piangere leggendo quello che succede ai personaggi. Si instaura una vera e propria empatia con loro.
E' un'autrice sottovalutata e da riscoprire assolutamente.
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Commenti
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Certo la Deledda è una grande scrittrice.
Se non l'ho ancora fatto, ti segnalo "Quasi Grazia" di M. Fois. Breve libro con protagonista appunto Grazia Deledda. Un testo che ho trovato bellissimo.