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Il gabbiano
 
Il gabbiano 2016-12-17 07:31:22 68
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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68 Opinione inserita da 68    17 Dicembre, 2016
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" Tell me, my heart, if this be love? "


Una giovane donna, eterea, affascinante, dagli occhi di ghiaccio, plana con la leggerezza e la soavità di un gabbiano nello studio di un consigliere di stato. Dice di chiamarsi Aino Laine ( unica onda ) e di essere di nazionalità finlandese. È sola, poliglotta, e vorrebbe ottenere un permesso di lavoro.
L' uomo che si trova di fronte ha appena controfirmato un documento di importanza vitale per la propria nazione ( gettandola nell' orrore della guerra ) ed è sorpreso e raggelato dalla sua somiglianza con una amica di vecchia data, suicida per amore diversi anni prima.
È l' inizio e la fine di una trama che si snoda tra speranza, attesa, verità, menzogna e vecchi ricordi.
Più storie hanno inizio e si intrecciano seguendo un' unica trama, tre possibili verità, il recupero di un passato bruscamente interrotto, l' idea di un imbroglio, o la semplice accettazione della versione dei fatti di Aino Laine.
Il cammino è complesso, in primis si cerca il recupero della propria identità, ovattata da un ruolo poco gratificante e ridiscussa dopo questa apparizione luminescente.
Oggi la modernità significa omologazione, perdita di identità, massificazione indiscriminata, l' individuo è solo un numero, un dato statistico, il mondo e gli stati sono nelle mani di pochi che ne decidono indirizzo e fortuna.
Ed allora quale il senso del proprio agire, chi e cosa nasconde questa donna giunta da lontano, un segno del destino, un ultimo dono o semplicemente il frutto del caso?
Oltre una somiglianza fisica evidente, anche se tutti noi abbiamo una nostra copia in giro per il mondo, esiste un quid caratterizzante, " l' individualità ", quella sfumatura di unicità e ricercatezza che ci rende così diversi nella similarità conservando il segreto di ogni coppia.
Inevitabile ritorna quella domanda lasciata cadere molti anni prima " Dimmi, cuore mio, è questo l' amore? " insieme a nuovi dubbi ed insondabili perplessità.
In fondo una complicità così faticosamente creata, superati ostacoli ed incertezze, può essere sciolta in un attimo dopo l' ascolto, casuale, di una conversazione telefonica origliando dietro una porta, ridiscutendo fragili certezze acquisite, oppressi da un atroce dubbio, dalla possibilità di un inganno, inventando un finale a sorpresa ed una neo-storia, o forse non è così e non vorremmo crederci.
Alla fine, questa figura così soave e leggiadra si allontana nell' ombra, volteggia come un gabbiano e non si volta, ne' desidera essere accompagnata, lasciandoci in sospeso.
Di certo abbiamo sperimentato la complessità dell' esistenza, nella quale partenze e ritorni si susseguono inevitabili e forse un giorno udiremo di nuovo quei passi. O quell' " unica onda " era destinata a travolgerci e ad abbandonarci, senza un perché ( premonitrice e rivelatrice della guerra imminente ).
Ad oggi una vecchia storia ne ha tracciata un' altra, diversa, una complicita' nata dalle ceneri del passato, legatasi ai fantasmi della memoria, gli stessi e nuovi protagonisti, altri contorni, vissuta nel presente ma già appartenente al passato.
Nel frattempo, rimaniamo in piedi, disorientati, soli come mai, e una mano, paziente, che dirige il volo dei gabbiani ed i passi degli uomini si è posata sulla nostra spalla. Attraversiamo la stanza buia, senza vederci, ma con la sensazione che qualcuno ci stia guidando.
Marai, tra le pagine del romanzo, un thriller psicologico con tratti di velato romanticismo, sonda tratti di umana peculiarità, la perdita d' identità, il desiderio, la condivisione, il recupero di affetti negati.
Ritornano i temi del triangolo amoroso ( già affrontato in " Braci " e " Divorzio a Buda " ), della inaccessibilità dell' animo umano, della assenza di una patria ( tema così caro all' autore ) della unicità dei sentimenti, della difficoltà di mettere a nudo se stessi ed il proprio sentire.
Alla fine, come sempre, i suoi protagonisti ( ma invero egli esprime concetti universali ) vivono amaramente la propria unicità di creature complesse, indecifrabili, sfuggenti, a definirne limiti e grandezza, affrancate dal cupo ed inevitabile grigiore di un destino altrimenti segnato, ma esposte di continuo ad una pericolosa quanto ineffabile incertezza e vulnerabilità, quella vita così difficile da afferrare ed attraversare nella propria pienezza e veridicità .


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Commenti

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Un'interessante recensione, Gianni.
Amo la scrittura di Marai, ma non ho letto questo libro. Una bella segnalazione.
Grazie della intelligente e profonda recensione. Mi ha incuriosito e quando andrò in libreria terrò presente questo testo di Marai, grande scrittore da me scoperto da pochi mesi. grazie ancora
In risposta ad un precedente commento
68
20 Dicembre, 2016
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Questo romanzo è stata una piacevole sorpresa, ma con Marai, ormai, non si può definire semplice sorpresa!!!
In risposta ad un precedente commento
68
20 Dicembre, 2016
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Grazie per avere letto la recensione ed averla ritenuta utile. Nell' ultimo periodo la lettura di Marai è stata sempre più coinvolgente, è un autore che sa scrivere egregiamente e come pochi sa scavare e rappresentare l' animo umano, sempre con una profonda inquietudine di fondo legata alla propria biografia. Questo titolo è degno di nota, ma comincio a sospettare che questo autore vada letto in toto.
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