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Io e Mr Wilder
 
Io e Mr Wilder 2021-03-17 08:27:15 68
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68 Opinione inserita da 68    17 Marzo, 2021
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Scuola di vita

Cinema e vita rivestono il nuovo romanzo di Jonathan Coe, un viaggio tra passato e presente velato da una malinconia a tratti nostalgica con un finale aperto all’ottimismo.
Quanto la grandezza del cinema di Billy Wilder si dibatte tra arte e puro intrattenimento, quanto la giovane Calista si innamora del cinema, elevandolo a scuola di vita dopo l’ incontro con il famoso regista durante un viaggio in America negli anni ‘70, un uomo per metà serio e per metà scherzoso, ai suoi occhi ignari un professore universitario o un chirurgo plastico?
Il legame tra la giovane anglo-ellenica e il regista americano di origine austriaca decolla durante una cena, lei ventunenne timida e impacciata, inesperta della vita, lui vecchio artista carismatico dimenticato da una Hollywood profondamente cambiata e da un pubblico in cerca di emozioni forti.
Un’ idea liberata da uno sbadiglio prolungato, un rapporto vissuto a distanza, nell’ immagine da lei creata, la frequentazione durante le riprese di “ Fedora “, in viaggio tra la Grecia e la Germania, un lavoro da interprete e da assistente alla produzione, la condivisione e le rivelazioni di chi è stato ed è vicino al suo genio ( la moglie Audrey e l’amico-collega Iz ).
Il film ( che uscirà nel 1978 con fortune alterne ) vorrebbe restituire l’ anziano regista alla cinematografia che conta, è il suo canto del cigno, accostato a “ Viale del tramonto “, prodotto e sponsorizzato in quella Europa da lui amata e rimpianta, abbandonata tra le due guerre per necessità ed egoismo, ignorando gli affetti più cari.
Allora la giovane Calista, appena laureata, introversa, malinconica e solitaria, viveva un’ incertezza sentimentale all’ interno di una vita grigia e monotona, una natura introversa all’ inseguimento di un senso e di un talento inespressi, oggi è una cinquantasettenne defilata, quello che scrive non interessa più, sono quindici anni che nessuno le commissiona una partitura e il suo ruolo di madre pare consumarsi nell’affetto sfuggente delle due figlie gemelle, partenti e distanti.
La sua vita, equamente distribuita tra famiglia e musica, pare la trama di un film e si intreccia indissolubilmente con quel film ( “ Fedora ” ) che l’ ha scoperta e indirizzata, un’ opera controversa con molteplici significati, che avrebbe dovuto riesumare il genio di Wilder, un viaggio tormentato nel cuore della sua esistenza, il ritorno alle origini, il dolore della perdita, la fuga dal nazismo, il colpo di coda di un uomo vissuto d’ arte e di amore, consapevole della propria decadenza in una Hollywood che va inscenando il trionfo del botteghino e l’era dei nuovi giovani registi barbuti ( Spielberg in primis ).
Che cos’è il cinema per Mr Wilder e che cosa rappresenta per Calista, quale il suo ruolo? Il romanzo, che nel ricordo della voce narrante rincorre il passato nella costruzione del presente, una cartolina del percorso artistico e privato del famoso regista, fino alla produzione di “ Fedora “, vira su rapporti di intimità destinati a finire ma profondamente radicati nella vita e nella mente della compositrice.
Il Wilder regista era stato una presenza contraddittoria, autore di film delicati e romantici, di grandi successi e fiaschi clamorosi , ( “ A qualcuno piace caldo “ “ L’ appartamento “, “ Sabrina “, “ Irma la dolce “ ) un uomo insicuro con una grande voglia di raccontare storie, profondamente europeo, a un certo punto rifiutato e dimenticato. Era vissuto nella convinzione che si dovesse al pubblico qualcosa di diverso, di bello, di elegante, ... “ si va al cinema perché quelle due ore ci diano un po’ di luce, che sia una commedia, un film comico, basta che ci sia una scintilla che prima non c’era, un po’ di gioia “...
Per Calista, ammaliata dal suo mito, il cinema diviene scuola di vita, le sue parole ispirazione assoluta perché ...” qualunque cosa la vita ci riversi addosso ha sempre qualcosa da offrirci e noi siamo tenuti a coglierlo “...
Resta il ricordo di un uomo che ...” tanto aveva ottenuto e tanto aveva sofferto “... e quell’ inizio casuale restituisce un senso alla protagonista e voce narrante, una scelta difficile ma necessaria, il futuro scritto tra le parole del grande “ maestro “.
Un romanzo di difficile costruzione per la vastità di temi e contenuti, che rischia di impantanarsi in una logica stereotipata e di superficie ( la rappresentazione della lunga e contraddittoria vita artistica di Wilder ) ma che mostra un’ altra faccia di se’ quando il racconto si svela, tra sobria intimità e romantica malinconia.
“ Io e Mr Wilder “ è sicuramente un romanzo non disprezzabile ma distante dal meglio della produzione letteraria dell’ autore. Personalmente avevo gustato il Jonathan Coe di “ La famiglia Winshaw “ e di “ La Banda dei brocchi “ ma anche di “ La casa del sonno “, e avevo apprezzato i recenti “Numero undici” e “ Middle Class “ .
Un autore sempre lucido e obiettivo, impegnato a rappresentare attraverso un’ acuta analisi socio-politica vizi, virtù e ataviche contraddizioni dei propri connazionali, tra slanci poetici e caustica irriverenza, dialoghi sferzanti e humour dissacrante, situazioni paradossali e riflessioni argute nel cuore di silenzi pensanti, tratti di uno spirito acuto, arguto, profondo riferibili però a un recente passato.

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Commenti

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Bella presentazione, Gianni.
Non ho mai letto l'autore, però ho alcuni suoi titoli in lista. E' ovvio che non comincerei da questo libro.
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