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I giorni di Vetro
 
I giorni di Vetro 2024-05-13 08:34:09 marialetiziadorsi
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
marialetiziadorsi Opinione inserita da marialetiziadorsi    13 Mag, 2024
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Un personaggio che non si dimentica

– Com’è che non piange? – chiedeva la sera mio padre.
– Piangerà. Le donne prima o poi piangono tutte.

Attratta da un post che lo definiva un romanzo potente l’ho acquistato e, data la trama, ho scelto di iniziare a leggerlo il 25 aprile. Ne sono rimasta affascinata. Talvolta ci si imbatte nella vera letteratura, e questo è il caso.
Il motore che tutto muove è la violenza da una parte, nelle sua tante e diverse forme, e dall’altra l’estrema fragilità che però nasconde la forza della giustizia. A dare plastica dimostrazione è il periodo storico scelto, il fascismo.
Protagoniste assolute, bellissima decisione, due donne, Redenta e Iris. L’ambientazione è Castrocaro, tanto cara all’autrice che ne ripercorre i luoghi con una attenta ricostruzione storica.
La prima e indimenticabile protagonista del romanzo, Redenta, nasce esattamente nel giorno del delitto Matteotti dopo che i fratelli maschi nati prima di lei sono mancati tutti più o meno al momento del parto. Redenta trascorre parte della sua infanzia dalla nonna Fafina (altro bellissimo personaggio di incredibile forza) perché la madre passa alcuni anni in carcere per aver ferito il marito che la tradiva. Dalla nonna, che accoglie bambini orfani, conosce Bruno, ragazzino magro e intelligentissimo e del quale diviene amica sin da piccola. I due sono inseparabili. Redenta inizia a parlare tardi perché ritiene che se non si ha niente da dire sia meglio starsene zitti, si prende la poliomelite che la lascerà storpia. In questo Bruno cercherà di aiutarla a non fermarsi nell’autocompatimento ma a fare tutto ciò che può per migliorare.
La madre ed il paese tutto sostengono sin da quando è nata che ha la “scarogna”. Eppure è una bella ragazza, molto intelligente, e continuerà a subire il fascino di Bruno.
Nel frattempo il fascismo assume sempre più vigore anche se Redenta non si occupa di politica e aderisce come molti all’inizio, suo padre compreso, a questo nuovo movimento che sembra promettere solo una vita migliore per tutti.
Bruno scompare e ricompare e in un’occasione per non essere scoperto nella sua attività clandestina ottiene l’aiuto di Redenta che ne esce però “disonorata” con grande disperazione della madre che teme di non poterla più accasare. Le sorelle di Redenta, Marianna e Vittoria prenderanno strade diverse, comunque interessanti e ben narrate, tutte da donne forti.
La storia passa attraverso il terribile matrimonio di Redenta con Vetro, milite fascista sanguinario e che la tormenterà sempre nella violenza considerandola una beota al suo obbediente silenzio.
Nel frattempo il romanzo racconta la vita di Iris, figlia di una maestra arrivata in un paesino dove nessuno sa leggere e scrivere. La maestra apre una piccolissima scuola e grazie all’aiuto di quello che diventerà suo marito e del paese intero insegnerà a moltissimi ciò che servirà loro per migliorarsi. Iris appena possibile aiuterà la madre a scuola fino a che verrà spinta a lasciare il paese per trasferirsi a Forlì dove potrà farsi strada. Inizia andando a servizio in una famiglia.
In breve Iris scopre che i suoi datori di lavoro sono oppositori al regime fascista, e diventerà subito parte attiva delle loro iniziative, spinta anche da un ragazzo come lei lavoratore in quella casa che già ne fa parte, Diaz, che diventerà poi capo della brigata armata omonima.
Le due storie ovviamente, quella di Redenta e quella di Iris, si intersecheranno in una storia via via più drammatica e che lascia un profondo segno nel lettore.

“Muori come ti pare, ma non per mano sua”

La forza interiore di Redenta, la grandezza del suo personaggio, pur nella sua tranquilla sottomissione, ha dell’incredibile.
La trama è complessa ma chiarissima, succede molto in questo romanzo. Anche i piccoli gesti sono parte della vicenda intera.
La scrittura mescola italiano a qualche raro termine dialettale che nulla toglie alla comprensione del testo. Il periodo storico che fa da sfondo alla storia è disegnato benissimo, con i giusti tempi e tratteggi.
Il personaggio di Redenta, di sua madre, di Bruno, di Iris così come degli altri è ricco di sfaccettature e ben fatto. Confesso che Redenta mi è rimasta dentro, un personaggio da quale è difficile staccarsi.
Lo sfondo storico non è un accessorio ma parte integrante della vicenda che è mossa proprio da quanto sta avvenendo. Una bellissima interazione.
La storia scorre velocemente, non ci sono momenti di noia o di rallentamento, il climax della seconda parte è notevole. Il bilanciamento tra gli elementi è perfetto, la storia non è mai scontata. Il sostegno delle donne fra di loro e la potenza che, seppur per strade diverse, viene tratteggiata, è un bell’ingrediente aggiuntivo. Lo sguardo sincero e disincantato su quanto avviene con al Resistenza è da apprezzare.
Un bellissimo quadro, senza sbavature, una storia bene in vista e ben narrata. Non avevo mai letto nulla di questa autrice, quindi una graditissima sorpresa.
Lo consiglio a chi ama la vera letteratura, tanto rara da trovare oggi.

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