Narrativa italiana Romanzi Il tempo migliore della nostra vita
 

Il tempo migliore della nostra vita Il tempo migliore della nostra vita

Il tempo migliore della nostra vita

Letteratura italiana

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Leone Ginzburg rifiuta di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio 1934. Pronunciando apertamente il suo “no”, imbocca la strada difficile che lo condurrà a diventare un eroe della Resistenza. Mentre l’Europa è travolta dalla marcia trionfale dei fascismi, questo giovane intellettuale formidabile prende posizione contro il mondo servile che lo circonda e la follia del secolo. Fonderà la casa editrice Einaudi, organizzerà la dissidenza e creerà la sua amata famiglia a dispetto di ogni persecuzione. Questa è la sua storia vera dal giorno della sua cacciata dall’università fino a quello in cui è ucciso in carcere. Nel racconto rigoroso e appassionato con il quale Scurati le rievoca, accanto a quella di Leone e Natalia Ginzburg, scorrono però anche le vite di persone comuni nate negli stessi anni.



Recensione della Redazione QLibri

 
Il tempo migliore della nostra vita 2015-04-27 17:23:51 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    27 Aprile, 2015
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Piccoli e grandi eventi

Finalmente un autore italiano sceglie di percorrere il sentiero della Storia.
L'ultimo libro di Scurati è un affondo meraviglioso tra le pieghe della storia del Novecento, attraverso ricostruzioni parallele di vite illustri e non.
Il passato prende forma attraverso i volti di Leone e Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Giulio Einaudi e tanti altri protagonisti dei primi decenni del secolo scorso.
Raccontare un periodo storico attraverso le vicende personali di uomini e donne, carica il testo di un'intensità assoluta e impareggiabile.
L'opera di Scurati si compone come un mosaico prezioso, in cui gli eventi socio-politici non rimangono sterili date da annotare e registrare nella memoria, ma si riflettono, lasciando il segno, nelle vite dei protagonisti citati, siano essi scrittori e giornalisti, uomini di cultura, famiglie benestanti, operai, braccianti, famiglie numerose con tante bocche da sfamare.
La ricostruzione bibliografica meticolosa operata dall'autore, permette al lettore di venire a conoscenza di scritti preziosi, stralci di lettere, riflessioni e pensieri che trasudano sentimenti, emozioni, struggimenti che nessun saggista o storico sarebbe in grado di riprodurre.
La linfa del passato scorre inarrestabile tra le pagine, inanellando immagini di speranza, di sopruso, di violenza, di morte, ma anche di coerenza, di forza, di fede in se stessi e nei propri ideali.

Difficile classificare questo testo; unica certezza non è un romanzo.
Imperdibile per chi volesse affrontare un viaggio nel passato italiano attraverso lo strumento del “ricordo”; il ricordo di uomini e donne il cui nome è stato immortalato dalla storia ma anche il ricordo dei tanti “anonimi”, nonni e nonne che c'erano mentre piovevano bombe, che c'erano mentre dilagava la furia delle persecuzioni razziali, che c'erano quando la fame era nera e la vita appesa ad un debolissimo filo.

Complimenti a Scurati per aver trovato un equilibrio narrativo che gli ha permesso di raccontare tante singole storie, alternando i protagonisti con armonia e riuscendo a tenere tutti i tasselli legati tra loro creando un effetto corale notevole.

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Il tempo migliore della nostra vita 2016-06-20 06:18:07 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    20 Giugno, 2016
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Uomini illustri e non illustri

“Per quel che concerne Leone Ginzburg ho scelto di tenere la distanza che richiede un grande personaggio storico, distanza di rispetto. Ho narrato, dunque, la sua vita straordinaria basandomi esclusivamente sulle fonti scritte e documentate che sono stato in grado di procurarmi…Per ricostruire la storia delle vite ordinarie degli Scurati e dei Ferroni, miei ascendenti, mi sono basato invece esclusivamente su ciò che di quelle storie è sopravvissuto nei ricordi. Solo fonti orali, dunque, e rapporti personali. Niente altro.”

“Per tutti loro, uomini illustri e non illustri, la memoria conservata in un racconto è l’unica forma di sopravvivenza. Si narrino, dunque, una accanto all’altra, in una sorta di profano vangelo sinottico, la vicenda tragica dell’eroe intellettuale, della sua stirpe e della sua discendenza, e quella della mia gente, gente comune, le si narrino addirittura fino al punto in cui questa linea genera me, lo scrivente. Il più insignificante.”

Sono passati dieci giorni dalla fine della lettura di questo “saggio” e ancora non trovo le parole adatte per recensirlo. Ho chiesto quindi un aiuto all’autore e utilizzando le sue parole, ho voluto introdurre il mio pensiero.

Scurati crea un libro insolito e a tratti spiazzante. Vengono altalenate le vicende di Leone Ginzburg, l’uomo che si è rifiutato di giurare fedeltà al fascismo l’8 gennaio del 1934, e quelle delle famiglie Scurati e Ferroni. Se da una parte ritroviamo un racconto quasi giornalistico, con fatti, date e personaggi raccontati con quel distacco che l’autore vuole volontariamente avere nei confronti di Ginzburg, dall’altro ci ritroviamo la sensibilità e il phatos di una storia di famiglia.

Un Ginzburg circondato da personalità importanti come Pavese ed Einaudi si contrappone a un uomo come tanti che ci racconta la sua passione per i Pupi Napoletani e il suo incontro con Totò.

L’altalenarsi e il susseguirsi delle vicende, specialmente nella prima parte, non è poi così leggero e scorrevole, solo dopo metà le pagine si “voltano” più velocemente. Alcuni tratti sono anche un po’ noiosi e soprattutto non saziano la conoscendo nei confronti di Ginzburg, una figura così poco conosciuta ma così estremamente interessante: “”Faccio quel che posso per accontentarVi,” scrive a Einaudi, “ma la mia rapidità di lavoro ha un limite invalicabile, quello dell’esattezza.””

Per colmare le mie lacune su questa figura, mi sono già segnata alcuni titoli della moglie, Natalia Ginzburg.

Questo era il mio primo incontro con Scurati, sicuramente non mi ha lasciato indifferenze, anzi la sua idea era davvero particolare, ma non così tanto da indurmi a leggere subito un altro suo libro. Un libro che comunque consiglio, ma va affrontato con l’idea che non è un romanzo.

Buona lettura!

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Il tempo migliore della nostra vita 2016-01-05 18:36:43 ferrucciodemagistris
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ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    05 Gennaio, 2016
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Morire per le proprie idee

“ Leone Ginzburg…chi era costui?” sì, è stata proprio questa la mia prima domanda nel momento in cui mi accingevo a leggere questo romanzo, ricordando la simile e famosa frase di manzoniana memoria riguardante il ben noto personaggio di don Abbondio. Devo dire che sono un appassionato di storia ma questo non fa di me uno storico che approfondisce le innumerevoli vicissitudini del percorso umano.

Infatti, la figura di Leone Ginzburg era (scrivo così poiché adesso non lo è più) per il sottoscritto una mera meteora apparsa durante la lettura e lo studio del ventennio fascista; ben altri protagonisti e accadimenti hanno attirato la mia attenzione in quello che fu il prologo della successiva disfatta e tragedia riguardante la terribile e crudele seconda guerra mondiale.

Antonio Scurati, in questo suo libro-saggio storico, evidenzia la vita di uno dei principali “attori” della cultura italiana a cavallo degli anni trenta che insieme con altri intellettuali coevi quali Cesare Pavese e Giulio Einaudi, fondò nel 1933 una delle più famose e brillanti casa editrice tuttora ai primi posti nell’editoria italiana e internazionale; ebreo nato a Odessa, Leone Ginzburg fu, inoltre, uno dei pochi docenti universitari che nel 1934, all’età di 25 anni, rifiutò di prestare giuramento al regime fascista ben consapevole che tale decisione sarebbe stata causa di tante sofferenze e abusi fino al tragico epilogo della sua morte avvenuta nel carcere di Regina Coeli nel febbraio 1944.

L’autore Antonio Scurati ben delinea l’esperienza e le molteplici attività antifasciste del protagonista le cui vicende si intrecciano con le vite di altre famiglie, meno conosciute, ma che hanno un’intensa storia che sono tasselli facenti parte di quello sconfinato puzzle inerente al periodo compreso tra l’inizio degli anni venti e la fine degli anni quaranta.

Un libro la cui trama è paragonabile a un percorso storico che induce il lettore ad approfondire diversi fatti non sufficientemente descritti nei libri di storia.

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romanzi-saggi sul ventennio fascista e sulla seconda guerra mondiale.
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Il tempo migliore della nostra vita 2015-09-12 22:44:00 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    13 Settembre, 2015
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Dal Campiello 2015

Il tempo migliore della nostra vita di Antonio Scurati è un’opera che fonde storiografia, letteratura e autobiografia familiare. Queste dimensioni si intrecciano intorno alla figura di Leone Ginzburg, il cui profilo biografico, culturale e caratteriale viene delineato – in controluce rispetto al compagno Cesare Pavese detto Cesarito (“A Leone propone di ideare e dirigere le collane editoriali insieme a Pavese, mentre lui, Giulio – ndr: Einaudi -, si occuperà di procurare i fondi necessari e dell’amministrazione”), alla moglie Natalia Levi, al filosofo Benedetto Croce e a tanti altri personaggi dell’epoca – per restituire alla memoria dei nostri giorni un’immagine unica per dignità, impegno e valore.
In questa pagina una sintesi: “Quando nella prima settimana dell’agosto del 1943 Leone Ginzburg torna a essere un uomo libero, ha da sei mesi compiuto trentaquattro anni. Due di questi li ha trascorsi in galera, due e mezzo sotto il regime di sorveglianza speciale, tre al confino e cinque da bambino in esilio da sua madre. Fanno una dozzina d’anni abbondanti che guerre, rivoluzioni e dittature hanno sottratto alla sua vita, libertà e infanzia.
Nonostante questa menomazione Leone è riuscito a dotarsi di una cultura eccellente, a costruirsi la reputazione di uomo integerrimo e d’intellettuale formidabile, a fondare una prestigiosa casa editrice, a combattere ostinatamente il fascismo e a dar vita a una famiglia. Ha tre figli… e una moglie amatissima da cui è teneramente riamato, una donna ammirevole che si cura della famiglia, traduce Proust e manifesta segni inequivocabili di un grande talento letterario.”
I capitoli dedicati a Leone si alternano a quelli che disseppelliscono le radici familiari - brianzole e napoletane - di Antonio Scurati.

Agli appassionati di storia, l’opera riserva una cronaca dell’epoca fascista e della seconda guerra mondiale al ritmo sincopato di date che sono tacche impietose nella sequenza degli eventi bellici, delle violenze, delle aggressioni internazionali e colonialiste, dei bombardamenti, delle persecuzioni razziali e delle deportazioni.
L’incalzare della storiografia si stempera nei capitoli dedicati alle origini familiari di Antonio: lì, la guerra e l’atmosfera del terrore dell’occupazione nazista assumono i toni del ricordo vivo nelle testimonianze dei nonni.

Le molteplici anime dell’opera – quella letteraria, quella storica e quella personale – convergono in un finale che s’immerge nell’aria effervescente e promettente del boom economico: qui la narrazione è più romanzata, ma si mantiene sempre fitta di riferimenti culturali ed evocazioni.

Antonio Scurati combina l’indagine scientifico-letteraria alla qualità narrativa per diffondere, speriamo, l’immagine di un uomo che nella coerenza ideologica e nella serietà degli impegni editoriali, politici e familiari ha concretizzato la propria dimensione intellettuale e umana.
Per connessione d’argomento e come spunto per completare il quadro fornito dal romanzo di Scurati sui rapporti tra Leone-Cesarito-Natalia segnalo a questo link la bella descrizione che la Ginzburg fornisce di Cesare Pavese:
https://ilmestierediscrivere.wordpress.com/2015/08/06/natalia-ginzburg-ritratto-di-cesare-pavese-2/

Bruno Elpis

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... Consigliato a chi ama il romanzo storico o il saggio di letteratura
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