Narrativa italiana Romanzi La strada verso casa
 

La strada verso casa La strada verso casa

La strada verso casa

Letteratura italiana

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Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Andrea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fatto le cose come andavano fatte. È sposato con Daniela, una donna sobria ed elegante. Insieme avrebbero potuto essere perfetti. Marco invece ha molte donne, e Isabella. Lei è stata la sua prima fidanzata. E così continua a vivere in folle, senza mai mettere una marcia, fare una scelta. Se non che a volte la vita che hai sempre tenuto sotto controllo inizia a cadere a pezzi.



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La strada verso casa 2020-09-08 07:58:24 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    08 Settembre, 2020
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Due uomini diversi

Sarà per la sua innata simpatia. Sarà perché è un personaggio che appartiene alla mia stessa generazione e che ha i miei stessi ricordi. Sarà per la sua popolarità e nello stesso tempo semplicità. Fatto sta che in ogni suo libro io mi riconosco pienamente. Leggo le sue pagine divorandole, sempre con l’impressione di parlare brillantemente con un amico seduto a tavola con me. E’ un autore che parla di cose mie, anche se non tutte le storie che racconta sono state mie. In questa per esempio parla, a me che sono figlia unica, di due fratelli che sono due uomini molto diversi fra loro, Marco ed Andrea e che si trovano a dover affrontare, insieme, divisi e poi di nuovo uniti, la malattia della madre e, dopo tanti anni, anche la malattia del padre. E’ un lungo racconto delle dinamiche e dei rapporti familiari che si sono intrecciati in questa famiglia ed anche fra le persone che ruotano nell’orbita di questa famiglia, la moglie di Andrea, l’amica-amore di Marco e le varie comparse, nella vita di uno e dell’altro. E’ un libro che sprigiona vita. La vita vera, fatta di ricordi, di presente, di progetti, di rimpianti, di svolte, di pieghe della memoria. Con dolcezza ed ironia. Tratti distintivi dell’autore, che, in particolare, usa l’ironia, secondo me anche nella sua propria vita, come veicolo per trasportare carichi emotivi troppo pesanti.

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La strada verso casa 2015-08-09 13:25:26 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    09 Agosto, 2015
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UN VOLO....DI COMMOZIONE !!!

"Tornare a casa, fare la spesa, organizzare la vita domestica, occuparsi di noi. Ecco cosa manca nella vita reale:la possibilità di sedersi ogni tanto negli spogliatoi, bere un bicchiere d'acqua, farsi una doccia, tirare un pò il fiato, riposare e vedere il replay della propria vita, magari cambiare tattica, cambiare strategia, capire cosa fare per sopravvivere".

Alle prime pagine di questo libro ho pensato che fosse uno dei soliti libri di Fabio Volo, leggero, pieno di volgarità, con una trama sempliciotta (si è vero....non sono caratteristiche positive per un libro, secondo me, ma di Volo ho letto praticamente tutti i libri....non chiedetemi perchè.....forse perchè c'è sempre in fondo una certa verità in ciò che scrive). Ma, avendolo scelto come libro per sotto l'ombrellone, mi sono detta che poteva andare anche bene!
Andando avanti, invece, mi sono accorta che la storia prendeva una piega più complessa, una storia toccante e commovente. La vita ahimè ci riserva sempre attimi felici e tristi, attimi in cui si pensa che a noi non ci può succedere nulla e invece le cose brutte sono proprio dietro l'angolo. Protagonisti sono due fratelli che all'inizio sembrano essere vino e acqua, diavolo e angelo, totalmente diversi, ma che in realtà la vita li cambia, e nonostante tutto, in fondo in fondo, si somigliano. Le disgrazie e le vicende che si susseguono nella loro vita li fa riavvicinare e il loro rapporto diventa alla fine un qualcosa di unico. Anzi......si riavvicinano ancora più di prima!

Il libro insegna che non bisogna lasciarsi andare, che bisogna appoggiarsi comunque sempre a qualcuno, non si deve avere vergogna nel chiedere aiuto agli altri.
La malattia di una persona è una cosa che ti può distruggere, segnare, portare alla follia se non sei preparato....

"Il mondo spegne i suoi rumori quando qualcuno si siede accanto a un malato. E' tutto così feroce e delicato al tempo stesso"......

"Quando cè un malato in casa il male è coinvolgente, si annida in ogni parola, penetra in ogni azione, condiziona i movimenti. La malattia s'impadronisce delle vite e dei sentimenti".

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La strada verso casa 2014-09-26 20:55:58 Virè
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Virè Opinione inserita da Virè    26 Settembre, 2014
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Sarà proprio lui?

Ultimo tentativo letterario di Fabio Volo; dopo aver letto tutti i suoi romanzi, sorge spontanea una domanda: avrà cambiato ghost writer?Alcuni libri saranno scritti effettivamente da lui ed altri no?O semplicemente è la "maturità" ad averlo portato ad un cambio così radicale?
Lungi da me considerare Fabio Volo un grande scrittore, lo reputo semplicemente un personaggio simpatico ed intelligente e i suoi libri sono sempre stati un'occasione di evasione, letture leggere e divertenti, nulla più. I primi romanzi erano caratterizzati da stile semplice ed immediato, frasi brevi e qualche riflessione corretta, parlavano del mondo visto con gli occhi del ventenne-trentenne dei nostri giorni, preso dal divertimento con gli amici e play-boy impenitente, fino a poi incontrare una donna in grado di fargli cambiare rotta. I romanzi che hanno avuto più successo hanno fatto effetto sull'animo romantico delle sue lettrici, quelle già affascinate dalle riflessioni da diari adolescenziali, che, di fornte alla storia d'amore improponibile, ma oltremodo romantica, hanno apprezzato ancor di più lo scrittore.
Il suo penultimo tentativo, arrivato ad un po' di distanza dagli altri, dimostrava già un ulteriore, forse azzardato, passo avanti, da storia d'amore che inizia a storia che finisce. Stavolta addirittura raccontato dalla voce della protagonista. Non sembrava convincente e non sembrava uscire dalla penna della stessa persona, ma alla fine si faceva leggere. Forse perchè riusciva a toccare comunque le corde dell'animo femminile. Confrontandomi con altre lettrici appassionate, l'impressione era per tutte la stessa: è sempre lui lo scrittore?Sembrava effettivamente un romanzo scritto da una donna....
Affascinata, come ho detto, dai primi romanzi, non mi aveva convinto, però l'avevo trovato comunque piacevole, pur avendo perso quella leggerezza e quella scanzonatezza, che caratterizzava i libri precedenti e che erano proprio quello che mi piaceva di più.
Bene, dopo questa premessa, posso smontare totalmente l'ultimo tentativo letterario. Qui l'autore torna a parlare al maschile,ma stavolta abbandona la prima persona per presentare due personaggi antagonisti, fratelli dal carattere opposto, alle prese con l'età adulta e i problemi di vita che la caratterizzano. Non entro più nei particolari per non rovinare la lettura a chi vuole intraprenderla. Parlavamo di un autore discreto per romanzi di evasione, che qui tenta di affrontare temi importanti, quali quelli della malattia, della crisi dell'età adulta, di quarantenni che pensano di avere tutto e si accorgono di non aver combinato nulla.Argomenti che trattati con stile, da veri scrittori, che sappiano toccare le corde giuste con le parole giuste, avrebbero dato luogo a opere letterarie di tutto rispetto. Qui invece troviamo un "non scrittore" che passa da un argomento all'altro senza trasmettere nulla al lettore. Il passaggio dalla prima alla terza persona nel raccontare, rende quello stile immediato e caratteristico, pesante e insopportabile, diventa un susseguirsi di "tizio dice", "caio pensa", "sempronio risponde, che rendono stucchevole la lettura. Per non parlare di volgarità buttate lì a casaccio, forse con l'intenzione, per niente riuscita, di rendere più umane e reali alcune situazioni.
Insomma, capisco la volontà di cambiare tema, staccarsi dalla storia d'amore scontata e surreale, ma tentare di trattare temi tanto seri e drammatici, mantenendo lo stesso stile semplice usato in precedenza, non regge, non eleva al livello di scrittori, accentua anzi la distanza dal genere.
Quindi ripeto la domanda, sarà proprio farina del suo sacco?
Al di là del dubbio, questo romanzo mi ha deluso non poco e so di non essere l'unica, visto che altre persone con cui mi sono confrontata hanno esattamente condiviso il mio giudizio, qualcuno addirittura ha rinunciato a terminare la lettura.
Bocciato con diritto d'appello...magari dopo aver letto la quarta di copertina e, perchè no, anche un estratto; sicuramente non è più un autore da comprare a libro chiuso!

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La strada verso casa 2014-06-19 20:32:17 Michela
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Opinione inserita da Michela    19 Giugno, 2014

Ritrovare "La strada verso casa"

Avevo già letto un suo libro, prestatomi e di cui purtroppo non ricordo il titolo, ricordo tuttavia che mi era piaciuto. Per questo , nella scelta del libro da comprare, sono stata catturata dall'autore e guardando la frase scritta sulla copertina, come sono sempre solita fare, mi sono lasciata convincere. Chi non potrebbe condividere un desiderio come questo: " Voglio qualcuno vicino a cui poter dire che sono felice"?. Ho iniziato quindi a leggere il libro e me lo sono semplicemente divorato. Lettura scorrevole con accenti un po' spinti che non stonano con l'impianto della trama. Affascinante il percorso dell'amore...dall'amore di una coppia, che dopo anni riesce a trionfare, a quello tra padre e figlio, all'amore tra due fratelli. Ciò che emerge è la forza e il coraggio di amare che talvolta vengono sottovalutati o semplicemente evitati dalle persone, ma che alla fine rappresentano lo scopo della vita di ognuno. È tale fine che rappresenta il rischio con il quale combattiamo ogni giorno, che ci porta a perderci per poi ritrovare la " Strada verso casa".

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La strada verso casa 2014-02-12 12:29:25 SARY
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SARY Opinione inserita da SARY    12 Febbraio, 2014
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La famiglia

Marco ed Andrea sono due fratelli adulti. Da adolescenti hanno dovuto affrontare un lutto, mai elaborato fino in fondo, la morte della madre tra atroci sofferenze. I due ragazzi sono cresciuti con il padre, dall’aspetto austero ed umanamente impossibilitato a ricoprire il ruolo della moglie.
Marco è un ribelle, un Peter Pan intenzionato a non crescere mai, a non assumersi le responsabilità; per precauzione si trasferisce a debita distanza da tutto, dal dolore, dai legami sentimentali troppo veri per essere vissuti a metà come solo lui sa fare, dal fratello perfetto, dal padre triste.
Andrea, invece, è una persona seria, un figlio obbediente, un esempio da seguire, uno che fa delle regole e della routine il proprio stile di vita in conformità alle aspettative altrui. Si è caricato sulle esili spalle un fardello troppo pesante, mantenere vivo il focolare domestico come la madre avrebbe voluto.
Ma la mamma non c’è più ed il papà viene colpito da una malattia invalidante ed umiliante, sia per chi la vive sulla propria pelle, sia per chi la subisce da fuori, con frustrazione, rabbia e senso di impotenza.
Tutto sarà messo in discussione. Ogni cosa di fronte alla sofferenza cambierà aspetto e significato. Il dolore riunirà e separerà.
Un romanzo da dividere ed analizzare in due parti. La prima metà spinge ad abbandonare la lettura, un resoconto delle avventure amorose di Marco con volgarità e banalità comprese. Un incitamento al tradimento, mancano il buonsenso e il buon gusto. La seconda parte, invece, riscatta il resto del libro. Volo parla soprattutto del dolore, della famiglia, dei rapporti umani così fragili e contorti, della paura di perdere ciò che resta, del pericolo di mettersi in gioco.
Scrive con sincerità, riversa tra le pagine i suoi pensieri senza freni. Dona importanza alla quotidianità, all’ordinario, è abile nel rendere speciale le piccole cose. Il risultato del suo scrivere è un dialogo tra autore e lettore, lo sento genuino e alla mano. Vengono trattati temi delicati come la malattia, la famiglia con intimità, sono esperienze comuni ad ognuno di noi, quindi comprensibili e, in certi casi, condivisibili.
Una penna meritevole non tanto per lo stile, semplice e chiaro rivolto ad un vasto pubblico, ma per i contenuti, reali e significativi. I personaggi principali sono studiati e messi a nudo nei particolari, ogni pensiero e sentimento è approfondito. I capitoli sono brevi ed in generale la lettura è scorrevole.
Concludendo, un romanzo da non scartare a priori, da provare.

“ È vero siamo stati una famiglia sgangherata ma è la nostra e va bene così. Lo senti questo legame? Lo stesso che a volte sembra che ti soffochi, che ti tolga il respiro, quello che forse ti ha spinto a vivere lontano. Senti quanto è forte? Quanto è profondo? Io lo rivoglio. Voglio qualcuno vicino a cui poter dire che sono felice”

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La strada verso casa 2014-01-25 15:45:50 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    25 Gennaio, 2014
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La strada verso casa di Fabio Volo

Ho letto tutti i libri di Fabio Volo e questo, dopo “Il giorno in più”, è quello che ho preferito.
Questo è un Fabio Volo più cresciuto, più maturo, che ha deciso di iniziare a prendersi delle responsabilità: non solo verso sé stesso, ma anche verso gli altri. Forse l’imminente paternità, nel momento in cui stava scrivendo il libro o la malattia del padre, lo hanno aiutato a cambiare, ad evolversi, a crescere. Fabio Volo è un Gemelli (come me), è figlio degli anni ’70 (come me), per cui molte cose ci accomunano e sento di capirlo molto in profondità. E’ un figlio prediletto della cultura nazional popolare e ha la fortuna di avere un microfono per dire ciò che dice la gente semplice, la gente della strada sulle cose di tutti i giorni. E le scrive nello stesso identico modo in cui una persona “normale” le direbbe: senza fronzoli, né suppellettili. Mi viene da ridere quando leggo i commenti schifati di chi lo critica, dicendo che usa troppe parolacce, che è volgare, che è scontato, paragonandolo a scrittori e letterati eruditi. Chi legge Fabio Volo (soprattutto se ha già letto uno dei suoi libri) sa a cosa sta andando incontro: sa cosa sta per leggere e conosce già il suo modo di scrivere. Per cui non capisco perché molti si ostinino a comprare i suoi libri, sapendo già chi e come è l’autore che li ha scritti, non capisco perché loro non acquistino libri più “alti”. Fortunatamente anche Fabio Volo ha la consapevolezza di chi è e non si è mai spacciato per uno diverso da sé.
Detto ciò, questo è il primo dei suoi libri scritto in terza persona, per non volersi completamente immedesimare in Marco (il protagonista) che non ha mai saputo, né voluto prendersi delle responsabilità. Scrivendo in terza persona ha voluto porsi nel mezzo tra i due fratelli: quello troppo responsabile e l’irresponsabile. Ha voluto farci capire di aver intrapreso la strada della consapevolezza e di essersi messo in cammino sulla via della vita adulta (ora che è diventato padre e ha deciso di prendersi cura di almeno un’altra persona, oltre a sé).
Mi è venuto da sorridere, leggendo una frase che lui ha detto a Brescia - guardando sua madre - il giorno della presentazione del suo libro, perché secondo me rispecchia l’autore e mette un focus sul Fabio Volo che mi è sempre piaciuto: “ A casa mia, se avessi detto che volevo fare lo scrittore, mi avrebbero risposto: e di lavoro?”
Bravo Fabio: sempre simpatico e brillante!
Anche stavolta vorrei scrivere delle frasi del suo romanzo che mi sono piaciute:
“Avevano trovato l’uno nella vita dell’altra lo spazio per accogliersi, per questo erano stati da subito un incastro perfetto, senza aggiustamenti. Fissati nella reciproca volontà prima ancora di incontrarsi”;
“Era il letto dove aveva sognato mille vite, mille vie di fuga, il letto di ansie adolescenziali ed esistenziali, nel quale aveva cercato mille risposte”;
“Promettere è l’errore più facile da commettere quando si è felici”;
“Se era fortunato poteva vivere l’emozione meravigliosa che si prova quando leggi le parole perfette per quel momento della tua vita”;
“La vita che stava vivendo lo stava derubando di sé stesso”;
“Si erano abbracciati, l’incastro perfetto di due metà”;
“L’odore e il sapore di lei gli facevano perdere completamente la testa, da sempre”;
“Quella del padre era una generazione in grado di riparare ciò che si guastava”;
“Quante imperfezioni, quante sbavature e sviste. Era tutto più vero. Tutto più a misura d’uomo. L’imperfezione come forma di libertà”;
“Nella vita amava le partenze, mentre l’arrivo perdeva d’interesse durante il percorso”;
“… a volte si può entrare in una stanza senza portarsi dietro tutta la propria vita. Ci sono momenti e situazioni in cui si può lasciarla fuori”
“…pensò che il padre non era solo un uomo con la sua identità, la sua vita e la sua esperienza personale, ma era tutti gli uomini. Conteneva tutti gli uomini e tutte le donne. L’umanità intera.”;
“…si accorse di aver esagerato e sentì il calore che accompagna un ripensamento, il calore di chi si accorge di aver detto le parole sbagliate”;
“Non tutte le cose della vita contengono un futuro, a volte durano il tempo in cui accadono”;
“Ora non poteva più evitare la persona che stava evitando da sempre. Se Stesso. Nudo. Indifeso”;
“La sofferenza era stata un grande regalo, perché fu la chiave d’accesso verso sé stesso”;
“In fondo scegliere significa esserci…Altrimenti tutto è uguale e nulla ha valore”;
“ Si impediva di essere nel presente, lì nel momento in cui le cose accadono. Era sempre altrove, proiettato verso quello che doveva ancora accadere e che forse non sarebbe accaduto mai”;
“Ho la sensazione che tu sia una persona che cerca continuamente ma che non vuoi trovare, cerchi sempre dove sai che non trovi perché non vuoi possedere, vuoi solo desiderare di possedere. Questo è il motore della tua esistenza, la continua ricerca senza fine”
Lo consiglio a tutti quelli che amano Fabio Volo o i libri leggeri e sentimentali e che non si scandalizzano per qualche volgarità di troppo.

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La strada verso casa 2013-11-25 21:10:25 Francesca
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Opinione inserita da Francesca    25 Novembre, 2013

Fabio Volo...un mito!

A questo libro ho dato in tutti i punti il massimo dei voti, ma un voto non basta per spiegare la magnificenza di tale scritto.
La storia del dolore, la storia di una famiglia che si trova ad affrontare due lutti, la storia di come si resta orfani e di come non si è pronti a tale essere, a non potersi più chiamare "figlio", la storia di un padre e di un figlio inadeguato. In questo libro è racchiusa la paura, l'orgoglio, l'amore, la stupidaggine, le avventure.
Affrontare la malattia di un genitore è l'esperienza più brutta, ma allo stesso tempo più significativa che ci sia perchè dopo qualche volta si capisce di cosa ha bisogno il genitore anche dallo stesso respiro.
Fabio Volo questa volta non mi ha deluso per niente. Lui è un mito riesce a darti consigli, perle di saggezza con molta leggerezza. Qualche parolaccia, qualche scena un pò hot fanno della della storia, una storia vera che ognuno di noi può vivere.
Ho divorato questo libro e ho voluto scrivere le mie impressioni a caldo appena chiusa l'ultima pagina. Non so l'unica cosa un pò così strana per dire è il finale che mi aspettavo un pò diverso, ma pensandoci non poteva esserci finale migliore!

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A tutti,è un libro che vale la pena leggere!
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La strada verso casa 2013-11-23 22:34:55 Giulia
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Opinione inserita da Giulia    24 Novembre, 2013

Così così.. Ormai è prevedibile.

Il povero Fabio è diventato prevedibile.
Ormai scrive sempre su quello che gli fa comodo, relazioni turbolenti, matrimoni falliti, conflitti con la figura paterna, confitti con la vita..
In generale si può dire che l'unica novità del libro, rispetto agli altri, è il doppio protagonista, ma alla fine si denota una prevalenza verso la storia di Marco.
Insomma, il caro Volo scrive ormai quello che gli fa guadagnare da vivere, non c'è novità, non c'è niente di nuovo in ciò che dice.
Eppure, peccato, poteva essere un bel libro.
Finale prevedibile, l'amore trionfa sempre etc.. etc..
Peccato, molto meglio il penultimo!

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Il libro lo consiglio a chi non ha letto nessun libro di Volo, sono soldi sprecati, la trama è sempre la stessa e non c'è niente da aggiungere a questo .
Lo consiglio a chi vuole fare una lettura leggera e ancora non ha letto nessuno dei suoi scritti!
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