Che fine ha fatto Mr. Y?
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Buona idea sviluppata male
Ho letto questo libro perché particolarmente consigliato su vari siti. A mio avviso è un buon libro ma niente di eclatante, la storia è particolare e anche geniale per certi versi ma l'idea non è sviluppata benissimo. inoltre in genere il protagonista è un personaggio a cui ci si affeziona ma non in questo caso e anche tutti gli altri soggetti presenti nel romanzo tendono ad essere poco particolareggiati e troppo negativi. Quello che risalta è che all'inizio la trama è molto coinvolgente ma poi piano piano perde ritmo e la scorrevolezza nella lettura ne risente. Il finale poi lascia un po' a desiderare. Nel complesso non è male l'idea di base ma risulta un po' sprecata da uno sviluppo della trama non travolgente.
Tra l'essere affascinata o perplessa
Profondamente sconvolgente. In senso positivo e non. Inizialmente ho fatto non poca fatica ad abituarmi allo stile di scrittura, mi appariva troppo veloce, frasi corte, pensieri in coda a volte senza neanche che avessero collegamento tra loro. Ma quando sono arrivata all parte in cui la protagonista si ritrova nella Troposfera ho capito che nessun altro tipo di scrittura sarebbe stato adatto. Sarebbe stato bello se si fosse differenziato lungo la narrazione, le parentesi in questa "dimensione" sarebbero state più valorizzate.
Da ignorante di molti argomenti accennati l'ho trovato affascinante proprio perché accennava a cose mai toccate dal mio pensiero. Mi ha sicuramente dato spunti per approfondire in futuro determinate cose, mi ha lasciata con la voglia di consigliare il libro ad altri, magari anche avere modo di parlarne e confrontarsi, questo si questo libro almeno a me l'ha trasmesso.
La conclusione l'ho trovata inadeguata, veloce, come se da una parte volesse lasciar spazio al lettore per eventuali intuizioni ma solo perché lei, la scrittrice, non sembrava saper concludere l'opera. Insomma un po' una delusione la fine.
Personalmente poi l'ho letteralmente divorato, ti permette una lettura rapida,anche se poi vorresti tornare indietro per chiarire determinate sfumature.
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Al primo posto...
...dei libri più brutti mai scritti dai tempi delle incisioni rupestri.
Mi è stato regalato e sia il titolo che la copertina sembravano promettere bene, ma mi sono reso conto che erano forse le uniche due cose decenti. Il racconto non ha un briciolo di senso, parla di personaggi assurdi che non stanno nè in cielo nè in terra, la narrazione spesso sembra un flusso di pensieri deliranti che non portano da nessuna parte. Per non parlare delle definizioni: il "carbone vegetale", per quanto ne so io, è una sostanza che si trova comunemente in farmacia o in erboristeria, come è possibile che non la trovasse o non ne avesse mai sentito parlare? E poi la "troposfera", perchè chiamare una dimensione parallela come lo strato più basso dell'atmosfera terrestre?
Le scene sono raccontate in modo superficiale e a volte pure infantile, segno che non è stato corretto nello stile e nella forma. Se l'autrice voleva credersi originale, bè, ha letteralmente sbagliato tutto. Comunque, man mano che la storia si sviluppa (si fa per dire), ci si aspetta che almeno il finale dia il giusto equilibrio alla caciara delle pagine precedenti. E qui arriva l'ultima delusione: in meno di 10 pagine il racconto termina senza un finale, come se l'autrice avesse finito i fogli per scrivere e il libro fosse finito dritto nella stamperia.
In definitiva, una storia assurda, sconclusionata al massimo, senza un minimo di senso logico nè di creatività. Come torno a ripetere, il libro più brutto della Storia, roba che viene da chiedersi chi mai possa aver avuto il coraggio di pubblicare.
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Un libro nel libro
A me è piaciuto questo libro, mi ha coinvolto e avevo sempre voglia di leggere e di sapere se Ariel, la studentessa sfortunata e sola, si fosse interessata a scoprire la verità.
La verità riguardo al professore scomparso e riguardo al libro. Mi è piaciuta molto l'idea del "libro nel libro", sì perchè il libro che Ariel cerca e trova, al quale è interessata, ma che poi dovrà purtroppo distruggere, è Che fine ha fatto Mr Y...questo mi ha coinvolto e mi ha interessato.
Che bella idea!
Ho capito poco i discorsi sulla quantistica e sugli esperimenti in laboratorio e la relatività..ma fa niente.
E' stato interessante con un epilogo strano e aperto all'interpretazione del lettore.
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Ora tu hai una scelta
Immagina di essere una studentessa di Letteratura inglese e Filosofia, di essere alle prese con la tesi di dottorato e che nel giro di poco tempo ti succedano tre cose che ti sconvolgeranno la vita:
-Il tuo relatore scompare misteriosamente
-La sua scomparsa sembra legata ad un libro maledetto, "Che fine ha fatto Mr. Y, scritto nell'Ottocento e che sembra non esistere più se non in una singola copia custodita nel caveau di una banca tedesca
-Vieni casualmente in possesso dell'unica copia del libro.
Tu che faresti? Leggeresti il libro sfidando la maledizione oppure no? Ariel Manto (questo è il nome della ragazza), decide di leggerlo e scopre che il libro contiene la formula di un preparato omeopatico che permette a Mr. Y, protagonista del romanzo, di viaggiare della Troposfera, un luogo "non-luogo" nel quale è possibile entrare nella mente delle altre persone. Inoltre, lì puoi effettuare la Pedesis, ossia puoi viaggiare nel tempo e nello spazio. Ariel ben presto si troverà invischiata in qualcosa più grande di lei e a quanto pare non è la sola a conoscenza dell'esistenza del libro.
Che dire, Che fine ha fatto Mr. Y è un romanzo che si muove tra scienza e fantascienza, tra filosofia e religione. Accanto alla trama vera e propria l'autrice infila digressioni riguardanti la fisica quantistica, l'interpretazione di Copenaghen e del multiverso sull'origine dell'universo e della vita, interrogativi sull'esistenza di Dio, dell'anima e di come si è sviluppata la coscienza. Non è una lettura semplice poichè se non si è interessati a questi argomenti o non si ha un minimo di dimistichezza con la fisica si potrebbero trovare alcune digressioni un pò noiose o pedanti. Personalmente non ho trovato la lettura pesante, anzi contrariamente a molte opinioni lette a riguardo, ho trovato il romanzo molto piacevole e intrigante. Ovviamente è tutto soggettivo. Certo un qualche appunto alla Thomas avrei da farlo anche io: in primo luogo il non aver approfondito o chiarito taluni aspetti (non so se sia stata una scelta intenzionale o meno), le frequenti e un pò forti scene di sesso forse per catturare di più l'attenzione dello spettatore e il finale un pò affrettato. In particolare sui finali indefiniti o frettolosi della Thomas, dopo aver letto tutta la sua produzione letteraria, posso dire siano un marchio di fabbrica. In alcuni casi sono azzeccati come per esempio a mio parere in L'Isola dei segreti e ne Il nostro tragico universo. Invece nel libro qui recensito e in Popco (probabilmente il mio preferito) la scrittrice mi ha trasmesso la sensazione di "non so come andare avanti, chiudo qui per non andare oltre e fare danni!". Detto ciò per quanto mi riguarda i pregi della Thomas qualità di scrittura, fantasia, originalità, erudizione superano di gran lunga i difetti, o comunque i difetti non sono così tanti da farmi sconsigliare la lettura di questo libro. Sarò forse una voce fuori dal coro ma per me questa lettura è stata stimolante, intrigante e mi ha portata a riflettere su temi non convenzionali.
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-Zoonomia di Erasmus Darwin
-Gli altri libri di Scarlett Thomas
-A chi ha interesse/dimestichezza con la scienza e la fisica
Evitate, gente, evitate
Il romanzo, in un'estenuante prima persona al presente, è scritto affastellando frasi brevi che generano situazioni paratattiche, spesso in sequenza casuale o senza legame con il contesto.
I personaggi sono odiosamente stereotipati, a partire dalla protagonista "sado-masochista della domenica". L'inserto di parti che si suppongono tratte da un libro dell'Ottocento è ridicolo sia come tematica che come stile (Manzoni docet). Le pretese scientifico-filosofiche, ben lungi dall'avvincere, appesantiscono la già zoppicante narrazione. Le sgradevolezze (prime fra tutte le performances erotiche di Ariel e l'esperienza nella mente del topo) infarciscono la storia con un notevole squilibrio nella seconda parte, come se la Thomas si fosse lasciata andare nel finale e, per non sapere cosa scrivere, si fosse buttata sul grand-guignolesco.
La conclusione è un acmè di stupidità e trovate bislacche degna del cyberpunk più degenerato.
Resta buona l'idea della troposfera, ma mal gestita: non è chiaro come vi si acceda e perché, come si passi da una coscienza all'altra, come funzioni la consolle.
La divinità dei topi vira pesantemente verso il ridicolo.
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Uno dei peggiori libri che abbia mai comprato
l'inizio del libro sembra promettere bene, ma andando avanti con le pagine ci si rende conto che non è così. La storia è inconcludente e i riferimenti filosofici e scientifici sono assolutamente superficiali. il linguaggio e la scrittura rendono difficile la lettura. sembra che sia stato scritto da una ragazzina in preda ai deliri della febbre. bocciato.
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Un vuoto delirio filosofeggiante
Il libro è una accozzaglia di pensieri filosofeggianti, con molti riferimenti imprecisi e superficiali a leggi della fisica riviste in un ottica quasi da cartomanzia (stupore per le cose non conosciute, venerazione per l'entità superiore).
La trama sarebbe ottimo spunto per un libro vero, questa è solo un'occasione sprecata.
Da metà in poi ho letto il libro saltando righe se non intere pagine, visto che la narrazione non si reggeva più. Deprecabile l'uso di parentesi hard in modo quasi gratuito. Sembra che siano state scritte per catturare l'attenzione del lettore dopo le pagine di delirio filosofico.
Se potete, risparmiate i soldi.
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Un libro che mi ha colpito
Un libro a dir poco stravagante. Scritto in un linguaggio che spazia dal filosofico al volgare, "Che fine ha fatto Mr Y" ha una trama avvincente, nonostante la ricchezza di contenuti porti, a volte, ad una pesantezza del discorso del tutto trascurabile per chi è pratico del linguaggio scientifico e filosofico, ma che può rendere ostico il discorso a chi non è avvezzo a queste discipline. In ogni caso, è uno dei libri più interessanti che io abbia mai letto: da tempo non mi sentivo così "dentro" la storia, e la qualità delle digressioni mi ha spinto ad approfondire gli argomenti trattati. In questi "excursus" l'autore riesce a spiegare concetti particolarmente complicati fondendo il lessico specifico ed esempi tratti dalla vita ordinaria, rendendo la comprensione più facile anche a coloro che non sono assidui a questi argomenti. L'autore utilizza a volte un linguaggio crudo, volgare, il che va creare uno strano contrasto con altre parti del libro. La lettura mi ha preso così tanto che arrivato all'epilogo, avrei voluto riiniziare da capo, per non abbandonare la protagonista e cercare di comprendere meglio tutti i concetti espressi.
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Che fine ha fatto Mr Y?
Questo libro mi ha un po' spiazzata..sicuramente posso dire che mi aspettavo qualcosa di meglio. Inizialmente i primi capitoli mi hanno sorpreso positivamente per l'approccio inconsueto alla sfera scientifica, tuttavia con il procedere della lettura le congetture dei protagonisti hanno cominciato a farsi, a mio avviso, esageratamente forzate, come forzato è lo stile..vada pure per l'utilizzo di espressioni "al limite", ma ho trovato che queste fossero, diciamo, scollate dal resto della narrazione, sgradevoli nel complesso.
Nonostante tutto, non so bene perchè, ma credo che proverò a leggere altro della stessa autrice..
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- sì
- no