Oggetto quasi Oggetto quasi

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Nell'immaginario di José Saramago gli oggetti si distraggono spesso dalle loro funzioni di oggetti per assumere un'indipendenza pericolosa, come può esserlo la fantasia. Nei racconti di questo libro l'epidemia di indipendenza si diffonde, l'elemento fantastico ci restituisce un mondo forse meno funzionale, ma senz'altro più corrispondente al vero. Lo si può attraversare come un nuovo territorio.



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Oggetto quasi 2010-12-15 01:17:29 mariaritatraina
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mariaritatraina Opinione inserita da mariaritatraina    15 Dicembre, 2010
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NON TRA LE MIGLIORI

Purtoppo lo scrittore portoghese nei racconti brevi non da' il meglio di sé.
Se la reificazione dell'uomo nell'era del capitalismo viene rovesciata paradossalmente in mirabolante umanizzazione delle cose per permettere quell'acuta analisi della realtà contemporanea attraverso dei racconti che mimano più che dichiarare, l'intenzione risulta però troppo più grande del risultato artistico e, trattandosi di Saramago, dispiace.
Sono delle narrazioni poco legate - in apparenza - le une alle altre, ma che in realtà cercano di riportare alla luce quel sovraffolamento (e quasi sordo protagonismo) degli oggetti nel mondo, lasciando presagire che anche noi, esseri umani, non siamo che delle cose tra le cose.
La critica sociale è velata o per raffinati, come l'elenco di tutte le sigle, in 'Embargo' dei vari uffici amministrativi e degli apaprati governativi, che riprende le ossessive sigle coniate dai regimi dittatoriali del primo novecento. La cupezza di questi racconti che sembrano non avere né un inizio né una fine riecheggia molto da vicino l'abbacinante e tragico biancore dell'umanità di 'Cecità'. Non è un libro di racconti: piuttosto lo si potrebbe definire un commento narrato di Saramago (quasi una 'rubrica' nel senso medievale del termine) a quelli che sono, che erano i suoi interessi sociali e civili, i quali sarebebro confluuiti poi, con maggiore organicità, nel Quaderno on line. Senza narrazione, pura analisi.

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