Narrativa straniera Racconti Una notte a Kalinteri
 

Una notte a Kalinteri Una notte a Kalinteri

Una notte a Kalinteri

Letteratura straniera

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In nuova traduzione italiana, il racconto fantastico Alla luce del giorno, e una scelta di altre prose rare, che per varietà di temi e tempi in cui sono state scritte approfondiscono la poetica dell’autore alessandrino.



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Una notte a Kalinteri 2022-02-17 21:52:12 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    17 Febbraio, 2022
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Un “artigiano del lógos”

Pubblicato alla fine del 2020 dalle Edizioni Via del Vento, il volumetto dal titolo Una notte a Kalinteri di Kavafis (n. 81, collana «Ocra gialla») amplia e arricchisce la conoscenza dell’opera del celebre autore greco nato e scomparso ad Alessandria d’Egitto (1863-1933), proponendo una serie di sorprendenti prose rare che ben testimoniano la versatilità dell’intellettuale in questione. Come precisa la curatrice Claudia Ciardi nella sua gran bella postfazione, esse sono parte di “[…] una produzione meno nota e dispersa in edizioni fuori stampa o troppo frammentata nelle poche ristampe.” Un corpus, dunque, ancora cospicuamente da esplorare negli archivi, uno studio tutto in divenire che preannuncia risultati molto interessanti.
Dai testi qui raccolti, per lo più brevi articoli, annotazioni, riflessioni, emerge una scrittura degna di nota e assai coinvolgente che cattura ben presto il lettore accompagnandolo in un viaggio particolarmente affascinante. Spicca, tra queste pagine, il racconto fantastico Alla luce del giorno, estratto da una edizione risalente al 1896, del quale si offre una nuova traduzione in lingua italiana.

“[…] La stanza era buia. Ho acceso la luce. Il sogno era così reale, così vivido che sono rimasto sbalordito e sopraffatto. Ho avuto la debolezza di andare a vedere se la porta fosse chiusa a chiave. Chiusa come sempre. Ho controllato l’orologio: erano le tre e mezzo. Mi ero coricato alle tre in punto. […]”

La trama, animata dall’elemento soprannaturale, se non addirittura demoniaco, che sembra mescolare con abilità realtà e sogno, viene impreziosita da vivide atmosfere mediterranee che le fanno da sfondo.
Avvezzo a un’esistenza riservata, emblematicamente rischiarata dalla luce delle candele nella propria abitazione egiziana (come ci ha raccontato a suo tempo la penna del compianto Guido Ceronetti, che definì Konstantinos Kavafis un “artigiano del lógos”), il poeta nel 1910 di sé scriveva:
“La mia vita scorre in voluttuose fluttuazioni, in pensieri inclini all’erotismo che talvolta arrivano a realizzarsi. La mia opera è invece governata dal ragionamento. Va bene così, forse. […] Opero come gli antichi. Costoro hanno discettato sulla storia, la filosofia, composto drammi a partire da radici mitologiche ed erano – molti almeno lo erano – malati d’amore, esattamente come me.” (dal brano “Vita e arte”)

Colpiscono, inoltre, i suoi ragionamenti in Le parole (1902) in merito all’importanza dell’esprimersi in vari contesti, anche al fine di dare forza a idee che possano un giorno cambiare il mondo:

“[…]Un uomo semplice […] ha un’idea, critica un’istituzione o un’opinione generale; sa che la stragrande maggioranza pensa il contrario, quindi tace […] È un errore grossolano. Io mi comporto diversamente. Critico ad esempio la pena di morte. Non appena si presenta l’occasione, lo dico, non perché penso che gli Stati la aboliranno domani, ma perché sono convinto che dichiarando la mia contrarietà contribuisco al trionfo della mia opinione. Non importa se nessuno è d’accordo con me. Il mio discorso non è perso.[…]Altri avranno il coraggio dell’azione. […]”

Un passo di notevole profondità che si commenta da sé.

Un’altra preziosa pubblicazione, "Una notte a Kalinteri", della piccola grande casa editrice pistoiese, la quale, proprio lo scorso anni, ha festeggiato i suoi primi trent’anni di attività (www.viadelvento.it). Una lettura di certo imperdibile per gli appassionati del poeta alessandrino, ma ottima e utilissima anche per chi desiderasse iniziare a conoscere la straordinaria figura di Konstantinos Kavafis che ci ha lasciato Itaca e altre liriche meravigliose.

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