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L’Antica fusione tra uomo e natura
Ero molto curioso di leggere la prima opera di McCarthy, avendo imparato ad amare il suo splendido stile e il suo modo di raccontare i lati più scuri e crudi della natura umana.
Ne “Il guardiano del frutteto” il suo stile rimane inconfondibile, anche se risulta chiaro che nel momento in cui l’opera è stata scritta, l’autore fosse ancora all’inizio della sua strada per diventare uno degli autori più ispirati del nostro secolo. Tante idee ancora acerbe si affacciano nella prima opera di questo autore, idee che matureranno col tempo e gli daranno modo di partorire i suoi successivi capolavori, ma “Il guardiano del frutteto” è risultato un po’ confusionario. La trama, che come di consueto non si può associare a un preciso genere letterario, risulta spesso priva di un filo logico e diventa un susseguirsi di eventi un po’ sconnessi e difficilmente comprensibili.
Credo che McCarthy volesse raccontare una terra in tutte le sue sfaccettature, la terra del Tennessee tra le due guerre mondiali, e ce la fa vedere in tutte le prospettive possibili. Il clima, la natura e soprattutto l’essere umano che la popola e che con le sue azioni, senza saperlo, contribuisce a definirne i tratti e i colori. Uomo che è parte integrante del mondo in cui vive, uno dei responsabili del suo progresso ma anche del suo decadimento, interagendo con una natura che nonostante la presenza di quell’essere spesso invadente, continua a seguire i propri istinti e il proprio corso indipendente. Uomo che comprende le realtà nascoste della terra che lo circonda soltanto quando le sue carni si fanno vecchie e stanche, e il suo animo è insopportabilmente carico di tutti gli errori accumulati nel corso di una vita. Sarà proprio il vecchio Ather ad essere il personaggio più interessante, incarnando un uomo che con gli anni si è fuso tacitamente con la natura che lo circonda, imparando a comprenderla e ad amarla in solitudine, bramando la sua pace.
"Ho lavorato quasi tutta la vita e non ho mai avuto niente. Pensi che da vecchio avrai diritto al riposo, ma poi scopri che ci sono cose che devi fare perché nessuno vuole occuparsene. Come se questo le facesse sparire. E magari non sembravano niente di speciale, ma poi ti trascinano come quando addestri un cane da conigli a stanare un paletto e quello ti porta su e giù per la contea fino all’imbrunire. Cose che un vecchio non è più in grado di fare. Quasi tutti vogliamo stare in pace, e nessuno più di un vecchio."
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Commenti
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La citazione che ci lasci sembra quasi una minima anticipazione di"Non è un paese per vecchi"; mi ha ricordato alcuni passi dello sceriffo protagonista del libro.
Vale.
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