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La coscienza di Montalbano
 
La coscienza di Montalbano 2022-09-16 13:51:15 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    16 Settembre, 2022
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Camilleri e Montalbano sono sempre vivi!

La Casa Editrice Sellerio ha pubblicato sei racconti postumi del grande Camilleri, mettendo insieme in questo volume materiale eterogeneo pazientemente raccolto, prodotto dallo scrittore tra il 2007 e il 2018. Tutto è spiegato dettagliatamente in una “Notizia” alla fine del volume: veniamo così a sapere che i racconti non sono compresi nelle cinque antologie che Camilleri ha pubblicato dal 1998 al 2014, ma che hanno origini le più svariate, da una pubblicazione a puntate sul mensile di Roma “Il Nasone di Prati” (“La finestra sul cortile”) ad un’edizione fuori commercio riservata ai clienti di Unicredit (“Il figlio del sindaco”) , mentre i rimanenti quattro racconti (“Una cena speciale”, “Notte di Ferragosto”, “La calza della befana” e “Ventiquattr’ore di ritardo”) sono inseriti in antologie a tema della Sellerio.
I racconti sono di varia lunghezza, cinque su sei suddivisi in brevi capitoli. I personaggi e l’ambiente sono i consueti: un commissario Montalbano sempre sul pezzo, nemico delle pratiche burocratiche d’ufficio ma sempre allerta e disponibile quando si presenta un caso interessante, il bravo insostituibile Fazio, l’onnipresente Catarella, tanto volonteroso quanto incomprensibile, il vice Mimì Augello, l’algido questore Bonetti Alderighi, l’impareggiabile verandina con vista sulla spiaggia e sul mare, le passeggiate rilassanti al molo, e l’eterna e paziente fidanzata Livia. Una considerazione sulla pazientissima Livia: questa volta, sempre speranzosa, pensa di fare una sorpresa a Montalbano, annunciandogli a Ferragosto il suo arrivo in Sicilia, ma il nostro fa capire esplicitamente che avrebbe preferito una bella scorpacciata di arancini, già prenotata a casa della fedele domestica Adelina. A proposito, non sapremo mai se Camilleri aveva programmato in un futuro romanzo un esito felice del rapporto, con tanto di matrimonio, botti e luminarie. Sarei tentato di rispondere negativamente: il grande amore di Montalbano è sempre e solo stato il suo lavoro, al quale il commissario ha dato tutto sé stesso e dal quale ha ricevuto grandi soddisfazioni.
I racconti sono sei, esposti con il consueto stile narrativo in dialetto siciliano. Nel primo si racconta di un cadavere trovato sulla spiaggia, proprio davanti alla verandina di Montalbano: il poveretto, ucciso con una overdose, paga il fatto di aver scoperto un traffico illecito proprio da parte della Società dove lavorava. Nel secondo, si parla di un pizzo non pagato alla mafia: il proprietario dà fuoco lo stesso al suo negozio, per ottenere un risarcimento dallo Stato, finisce in galera ma salva la pelle. Montalbano, nel terzo racconto, va a Roma per un corso di aggiornamento. Il titolo evoca il film “La finestra sul cortile”, e dalla finestra del suo alloggio il commissario scopre personaggi strani e movimenti sospetti. Nella notte di Capodanno del quarto racconto, Livia annuncia all’ultimo momento il suo arrivo in Sicilia e rompe le uova nel paniere a Montalbano, che pregustava una scorpacciata di arancini dalla fedele Adelina. I due vanno ad una festa in costume, dove il commissario, dopo aver gustato arancini altrettanto buoni, individua ed arresta un pericoloso latitante. Nel quinto racconto, un ricco industriale è ingannato dalla giovane amante, che si serve dei gioielli che lui le regala per fuggire con un prestante giardiniere e farsi una nuova vita: riceve pure i complimenti da uno smaliziato Montalbano. Nell’ultimo racconto, un padre, dopo un furioso litigio, assassina l’amica del figlio, di cui è innamorato: darà la colpa al figlio, assicurandogli protezione e assistenza legale, ma c’è un particolare che lo inchioderà…
La lettura scorre piacevole, Camilleri è sempre una garanzia, e bene ha fatto la Casa Editrice Sellerio a recuperare questi racconti. Resta comunque il rimpianto di non poter più leggere le indagini dell’amato commissario e le battute dei suoi fidati collaboratori: ma resta, insuperabile anche in questi racconti, come scrive il critico Salvatore Silvano Nigro, “l’intelligenza analitica del commissario che, indulgente quando necessita, sa sfogliare i palinsesti delle varie vite con le quali viene in contatto nel disordine quotidiano”.
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