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Le quaranta porte
 
Le quaranta porte 2011-11-20 14:20:06 eleonora.
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
eleonora. Opinione inserita da eleonora.    20 Novembre, 2011
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Le quaranta porte

Questo libro non è mi piaciuto molto, non mi ha emozionata non mi ha attirata a sé come invece speravo.
Molto spesso quando un libro non mi entusiasma, mi rendo conto che tra le variabili del mio giudizio, il come ci si pone in quel momento, quando si legge, può essere decisivo per un commento finale e io premetto di averlo letto in maniera superficiale.
Avendo letto i suoi precedenti libri "La bastarda di Istanbul" e "Il palazzo delle pulci" , mi aspettavo, cosa che in molti hanno invece trovato, una maturità letteraria della scrittrice Elif Shafak che invece non ho trovato.
La storia narra di Ella, giovane donna quasi quarantenne, che dopo anni trascorsi ad occuparsi della sua famiglia, trova una nuova occupazione lavorativa, quella di redigere schede letterarie per libri di autori emergenti. Inizia così a leggere la Dolce eresia, facendosi travolgere dalla storia, ambientata nel 1200 in Asia Minore, che narra l'amicizia tra il grande poeta Rumi ed il suo compagno spirituale Shams.
I capitoli si alternano in maniera troppo veloce tra la storia di Ella alle prese con un suo cambiamento interiore che la porterà anche a farsi delle domande sulla vita che sta svolgendo, e la storia antica più spirituale e articolata non sempre facile da cogliere, proprio perchè, la scelta stilistica di alternare i capitoli non fa mai entrare appieno nelle due vicende, che sicuramente si compenetrano pur rimanendo distinte.
L'anello di unione tra la lettura del libro ed Ella, è l'autore che la protagonista contatta con delle mail che diverranno via via sempre più serrate ed intime....
Ho apprezzato il senso di come un libro possa essere scatenante per ognuno di noi e a volte anche decisivo per un cambiamento, interessante la storia del poeta Rumi che non sono però riuscita a cogliere nella sua totalità, e questa è una mia colpa, dettata forse dalla frammentarietà del racconto che riportava il lettore alla vita di Ella. Una vita di una donna, come molte altre, che trova il coraggio di rompere la quotidianità per ritornare ad amare se stessa. Anche questo aspetto, a mio avviso, è stato poco sviscerato, rimanendo un pò zoppo.

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