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Il magistero dei giardini e degli stagni
 
Il magistero dei giardini e degli stagni 2018-01-23 14:52:21 68
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68 Opinione inserita da 68    23 Gennaio, 2018
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Viaggio e scoperta, dolore ed amore eterno...

Giappone del dodicesimo secolo, in un impero diviso tra scintoismo e buddismo, in cui ci si affida al potere degli dei e dei presagi e la figura dell’ imperatore domina indisurbata, Katzuro, allevatore di carpe destinate alle vasche del palazzo imperiale, muore annegato nelle acque del fiume Kusagawa lasciando la sua eredità ( spirituale e materiale ) alla giovane moglie Miyuki.
Sarà lei a sostituirlo in un ultimo faticoso viaggio per trasportare le famose carpe allevate nel villaggio di Shimae fino ai templi imperiali di Heiankyo.
Sarà un lungo cammino, magico ed enigmatico, pericoloso e crudele, condito da ricordi, ricostruendo passato e presente di una vita vissuta sempre di attesa. Il centro del proprio mondo resterà il rapporto con il marito defunto, un amore nato per caso, nutrito pazientemente da una miscela di spirito e sensualità.
Katzuro, disattendendo il mondo che lo circonda, non ha mai creduto ne’ agli dei ne’ ai presagi, ne’ ha mai interrogato gli oracoli, convinto dell’ inutilità del conoscere il perché delle cose giacché nulla può essere cambiato. Spesso è stato un compagno assente ma in grado di costruire e consegnare a Miyuki, nel vasto stagno della vita, un piccolo regno protetto e lei da sempre ha vissuto l’ attesa del suo ritorno.
Alla sua morte la moglie vivrà in una nebbia che smorza i suoni e stempera i colori ed alla fine del viaggio, avvenuta la consegna dell’ ultimo carico ( pur decimato ) di carpe, dovrà riconsiderare la propria esistenza.
Ripensando al passato è sopraffatta dalla nostalgia, rimproverandosi di non averlo apprezzato per il suo giusto valore, una vita piuttosto triste, dura e scialba come per centinaia di donne giapponesi, per lei due sole eccezioni ( non da poco ): niente botte e l’ amore per Katzuro.
La crescita, il nutrimento e la conservazione delle carpe (di cui il marito le ha insegnato tutti i segreti ) le riportano la viva presenza di Katzuro, e nonostante il lento annebbiarsi della memoria, i sogni del compianto marito continuano ad abitare le sue stanze.
Eccola circondata da templi, amuleti, santuari, nomadi, monaci, impostori, uomini-cavallo, lucciole, in un viaggio dei sensi che si tinge di altro, lei che non e’ mai stata al di fuori di Shimae dove tutto è li’ e non esiste un la’.
Finalmente l’ arrivo in una realtà quasi irreale, lo splendore dei palazzi imperiali, un dedalo di strade, padiglioni speciali, il Magistero dei Giardini e degli Stagni, ufficiali compositi, ministri e ministeri ed un torneo della fragranza a metà tra tradizione, dedizione, giuoco e capriccio.
Saranno gli effluvi conturbanti della piccola vedova di Shimae ad ergersi a protagonisti e a ridefinire gli eventi. Ma forse, come soleva dire Katzuro, non vi è affatto una logica, ne’ degli uomini ne’ degli dei, ed è il caso che regna su tutto.
Il viaggio ed il sogno sono terminati, ne inizia un altro sulla strada del ritorno, ed una terribile realtà di pioggia, di vento e di morte svelerà accadimenti funesti. Ma una apparizione miracolosa ed un ricongiungimento insperato, simbolico ma anche carnale, chiuderà il cerchio della vita in una resa obbligata ed in quell’ amore eterno tanto agognato.
Un romanzo a metà tra fiaba ed avventura, con tratti crudi e reali, che illustra un mondo dai contorni indefiniti immerso in un senso di devozione e rituali secolari, oltre che di religiosità.
Ma c’è anche un profondo legame amoroso, che travalica e smentisce storia e tradizione in una accentuata sensualità, per un viaggio stupefacente condito da mille colori, sapori, fragranze, avvolto dal caldo potere dei sogni e dei desideri.
Una ricchezza linguistica sorprendente condita da una dovizia di particolari, anche se talune descrizioni di tradizioni e rituali paiono eccessive esulando dalla narrazione.
La prima parte è fluida e vivace ( il viaggio ), la seconda piuttosto stantia con tratti di ripetitività ( il soggiorno a Heiankyo). Molto bello e lirico il finale che riassume i contenuti in una toccante alternanza di vita e morte, speranza e disperazione con un ricongiungimento affettivo e sensuale che respira di eterno.
Nel complesso una lettura di un certo interesse per chi desiderasse approcciare un mondo a noi così lontano ma sorprendente per bellezza ed unicità con un forte gusto di mistero ed interiorità a permeare il racconto e l’ essenza dei protagonisti.

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Bellissimo commento e storia interessante. Complimenti
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68
24 Gennaio, 2018
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Grazie Simona, un romanzo per certi versi sorprendente, un viaggio calato in una atmosfera così lontana ma ricco di pathos
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