Saggistica Economia e finanza Come reincantare il mondo
 

Come reincantare il mondo Come reincantare il mondo

Come reincantare il mondo

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L’idolatria della crescita solleva la questione della natura quasi religiosa dell’economia di mercato. Una religione secolare e materialista che disincanta il mondo, distrugge il legame sociale e gli ecosistemi necessari per la sopravvivenza dell’umanità. «Desacralizzare» la crescita consiste innanzitutto nel rivelare il modo in cui ha avuto luogo la sua sacralizzazione. Il progetto di una società alternativa sostenibile e amichevole, guidata dalla decrescita, mira a uscire dall’incubo del produttivismo e del consumismo, ma anche a reincantare il mondo e riguadagnare la nostra capacità di meravigliarci per la sua bellezza. Anche papa Bergoglio d’altra parte – con la sorprendente enciclica Laudato si’ – ha annunciato che la compatibilità tra la decrescita e la religione tradizionale diventa possibile. Il rapporto della decrescita con la religione dell’economia passa anche per quello dell’economia con la religione. La decrescita contiene quindi una dimensione etica e persino spirituale essenziale senza necessariamente diventare una religione.



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Come reincantare il mondo 2020-05-09 18:58:01 Clangi89
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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    09 Mag, 2020
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Economia tra sacro, profano e umano

Latouche con questo breve saggio condensa una approfondita analisi in merito alla centralità che l'economia ha assunto nella società unitamente alla crescita, alla tecnica ed alla scienza.
L'Occidente ha sviluppato un senso religioso nei confronti dell'economia, caratterizzata infatti da proprie chiese, le banche, da cattedrali anche nel deserto, le imprese, da profeti, gli agenti di cambio e fedeli nella veste di azionisti. Il vangelo del consumismo ed il credo nella pubblicità. In tutto ciò non mancano i sacrifici, i martiri e l'inferno.
Dal punto di vista antropologico emerge quanto gli umani siano intrisi dai concetti di scambio e di tariffe. Sia dal punto di vista religioso (es. La legge del taglione), sia dal punto di vista giuridico sociale si tende alla monetizzazione per facilitare gli scambi. Un processo, questo, che ha portato alla "ossessione della crescita, al tempo stesso necessita e desiderio. Necessità perché per rimborsare i debiti di vita bisogna tagliare sempre più teste e bisogna tanto più farlo in quanto bisogna conservare il più possibile per sé". Di conseguenza la crescita presuppone l'avidità all'arricchimento senza scrupoli, una corsa frenetica.
Latouche affronta i vari momenti che hanno portato a cascata la ricerca spasmodica della accumulazione materiale. Le implicazioni immediate riguardano aspetti etici liquidati dalla stessa economia nella quale la maggior felicità per il maggior numero di persone giustifica la supremazia della collettività sull'individuo e, se necessario, il sacrificio del minore per il maggiore nell'ottica di un conformismo globalizzato. Un equilibrio sociale che l'economia tiene costantemente in bilico.
Perno del concetto economico, suo principio cardine, è il Pil per realizzare ciò che la società individua come bene comune, il dogma assoluto. Ma quali sono i risvolti di questo sviluppo? Quale dimensione assume la natura umana e a quale livello viene relegato l'ambiente? La disgregazione delle economie locali per la chimera del mercato unico quanto la distruzione degli ecosistemi, nonché la perdita di punti di riferimento portano alla disgregazione della socialità dell'individuo stesso.
Un intero capitolo è dedicato al raffronto tra le encicliche papali che negli ultimi decenni si sono susseguite sui temi dell'economia e  dell'ambiente. Particolare attenzione viene rivolta alle prese di posizioni decise di Papa Francesco che attribuisce le responsabilità economiche e ambientali alle scelte intraprese. La religione in rapporto all'economia rappresenta un legame contraddittorio, d'amore e odio, il sacro ed il profano.
L'autore tocca numerosi riferimenti filosofici ed economici per approdare al suo punto di vista fermamente laico. Una laicità che tuttavia non esclude il concetto di sacro in termini ampi e non necessariamente religiosi. Una sacralità che vorrebbe il ritorno ad un ritmo più adeguato all'uomo, alla sua natura ed all'ambiente verso una desacralizzazione dell'economia. Reincantare il mondo, orientare i singoli a distogliere l'incanto verso la religiosità che ha assunto l'economia. Siamo intrisi di questo sistema, dal lavoro, allo stress, alla crescita, al prestigio, ai bisogni inventati di acquistare ogni sorta di bene che proviene dai quattro angoli del pianeta senza chiederci quanto ha sfruttato quel prodotto nelle mani di altre persone o nel mondo vegetale. L'etica dell'ambiente e dell'uomo, un interscambio di relazioni con le quali dobbiamo fare i conti. Gli effetti delle azioni umane si ripercuotono sia nell'ambiente che devastano, sia nella salute psicofisica nostra. Molti i temi e le riflessioni, filosofiche, religiose, etiche, ambientali e scientifiche che l'autore intavolare al fine di provocare il lettore. La soluzione a questa sacralità della economia? Una decrescita felice che costituirebbe una seconda religiosità?
Non amo i saggi ma questo breve libro mi è stato proposto e malgrado non conosca tutti gli autori citati tra le righe, mi ha stimolato numerose riflessioni e fa assumere uno sguardo più critico verso i piccoli gesti quotidiani e verso aspetti umani che sono inscindibili alla nostra natura.

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