La leggenda della globalizzazione
Saggistica
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Elvio Dal Bosco, ex dirigente della Banca d’Italia, collabora dal 1996 alle ricerche promosse dall’Associazione Guido Carli. Ha pubblicato Germania economica (1987) e Guida alla relazione della Banca d’Italia (1988) editi da Ediesse e, per il Mulino, L’economia mondiale in trasformazione (1993), dedicato agli anni 80 del Novecento.
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I mali del neoliberismo
Si sente spesso parlare di globalizzazione e c’è chi ne elogia i vantaggi, mentre altri la considerano un male devastante. Al di là di quello che può essere un’opinione di carattere politico, resta il fatto che alla base c’è sempre un fondamento economico e allora sembra giusto che a parlarne sia un esperto in materia, uno studioso cioè che la esamini con dati certi e incontrovertibili.
Elvio Dal Bosco, che ha diretto per lunghi anni il settore di economia internazionale della Banca d’Italia, ha tutti i titoli per poterne parlare scientificamente.
Ecco che allora la globalizzazione si rileva per quello che è: un mostro creato per assecondare gli interessi del neoliberismo economico, avviato negli Stati Uniti sotto la presidenza Reagan e che non ha nulla di meglio del più bieco capitalismo ottocentesco. Questa sorta di libero mercato arricchisce solo chi di denaro ne ha un bel po’, mentre provoca immiserimento delle classi medie dei paesi evoluti e vero e proprio schiavismo delle popolazioni degli stati minori.
Articolato in quattro capitoli (La globalizzazione alibi del neoliberismo, L’economia reale preda della finanza, Il lavoro ostaggio della precarietà, Lo stato sociale sotto assedio), questo saggio dimostra non con parole, ma con fatti e dati economici ufficiali che tutti noi siamo preda di un vero e proprio gruppo di sciacalli, che hanno un concetto tutto personale e individuale di società e che sono disposti a tutto per imporre la loro sete di potere e di ricchezza. Benché spesso si richiamino alla religione, violano sistematicamente tutti i comandamenti e operano con la menzogna, vantando inesistenti successi per la collettività.
E’ un libro forte e che dovrebbe far molto riflettere quando più evidente è la nostra sfiducia nel futuro, che ha un solo nome: neoliberismo, un teoria economica che serve solo ad avallare la cupidigia di individui che hanno un concetto distorto del loro ruolo nell’umanità, che si professano benefattori, ma lo sono solo delle loro tasche.
La globalizzazione è uno strumento con cui esercitano il potere e determinano il destino degli altri esseri umani.
Un libro che è assolutamente da leggere.