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Tre saggi sulla teoria sessuale Tre saggi sulla teoria sessuale

Tre saggi sulla teoria sessuale

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Pochi scritti hanno avuto un influsso così straordinario sui costumi dell’uomo occidentale, sul suo modo di considerare la sessualità, l’infanzia e la stessa vita affettiva come questo sobrio e lucidissimo testo freudiano. Un’opera rivoluzionaria, che conserva, a oltre un secolo di distanza, tutta la carica eversiva che turbò l’Europa e l’America di inizio Novecento. “Porteremo la peste in questo paese” disse Freud a Jung, arrivando a New York nel 1909: e se sarà così, non piccola parte avranno proprio i Tre saggi, atto di nascita di una teoria della sessualità infantile. Da quando il padre della psicoanalisi ha enunciato l’esistenza di un processo psichico che si confronta con l’esperienza del piacere, l’infanzia non può coincidere più con l’assoluta innocenza. E questo, che ha sfidato e corroso tanta morale benpensante, resta forse il lascito più “perturbante” di tutta la storia della psicoanalisi.



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Tre saggi sulla teoria sessuale 2015-07-18 13:46:18 Kira
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Kira Opinione inserita da Kira    18 Luglio, 2015
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Un vero ricercatore all'opera

Come al solito il Dott. Freud se ne frega altamente dell'ipocrisia, dei vincoli sociali e di tutti i limiti dettati dalla "società civile". Io sono un appassionato di psicologia, assolutamente privo di esperienza nel campo essendo un biotecnologo, ma devo per forza di cosa ammettere che ci sono cose che la biochimica e la biologia non possono spiegare neanche vagamente con i mezzi di cui dispongono. Al di là delle teorie cellulari e neurotrasmettitoriali del comportamento umano, c'è tutta la questione delle prime esperienze e dei primi istinti dell'uomo, che poi vanno a determinare il suo carattere e purtroppo, alcune sue eventuali patologie, dette psiconevrosi. Freud questo lo sapeva bene ed era consapevole di non essere un semplice "strizzacervelli", ma uno scienziato, un ricercatore e come tale doveva trovare un modo per liberarsi dai vincoli e dai pregiudizi sociali della gente comune, che bombardano costantemente le persone che fanno questo tipo di mestiere. Bene, egli ci è riuscito in pieno.

Nel primo saggio, "Le aberrazioni sessuali", Freud esegue una trattazione, sostanzialmente di tipo descrittivo e catalogativo di tutte le anomalie sessuali come perversioni ed omosessualità, attribuendo loro l'innegabile carattere "multifattoriale" (termine utilizzato soprattutto in genetica per definire patologie imputabili, anche se in percentuali variabili da caso a caso, sia alla genetica di un determinato individuo, che alle condizioni ambientali in cui si trova durante la sua vita). Definendo in tal modo queste anomalie, anche non utilizzando questo termine specifico per il semplice fatto che non esisteva ancora nel linguaggio scientifico, Freud anticipa moltissimo i tempi, infatti ad oggi sappiamo che più del 80-90% delle malattie, sia somatiche come tumori, diabete ecc. che psicologiche come nevrosi ed isterie, sono multifattoriali.

Il secondo saggio, "la sessualità infantile" è stato quello più criticato e potete ben immaginare il motivo. Esso andava spudoratamente a minare l'innocenza dei bambini e addirittura il concetto stesso di amore genitoriale. Anche se i successivi sviluppi della psicologia infantile hanno confutato o spiegato più dettagliatamente determinati concetti trattati in questo saggio, non si può negare che Freud abbia gettato le fondamenta per la comprensione di alcuni comportamenti infantili, che poi si ripercuotono inevitabilmente sia in quelle che diventeranno persone normali che psiconevrotiche. Non voglio riassumere gli argomenti trattati in questo saggio dato che ho scritto questa recensione per invitare chi non l'avesse ancora fatto, a leggere questo magnifico report scientifico e non ad evitarlo.

Il terzo ed ultimo saggio si intitola "Le trasformazioni della pubertà", in cui viene trattato tutto lo sviluppo sessuale dagli anni immediatamente precedenti alla pubertà fino a quelli seguenti, quindi l'età sessuale adulta, sia nei maschi che nelle femmine. La trattazione, come al solito eseguita in termini rigorosamente scientifici, descrive tutta l'evoluzione anatomica ed in particolare psicologica, del "bambino che diventa adulto" e delle fasi chiave di questo sviluppo a livello delle quali, se dovesse agire qualche influenza accidentale negativa, ciò potrebbe portare allo sviluppo di anomalie come omosessualità, perversioni o psiconevrosi.

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Tre saggi sulla teoria sessuale 2013-11-30 04:48:20 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    30 Novembre, 2013
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Il simbolismo di Freud

Il simbolismo di Freud

In quest’opera di Freud vengono analizzate patologie e perversioni (Primo saggio: le aberrazioni sessuali), viene elaborata una rivoluzionaria teoria sulla sessualità infantile (Secondo saggio: sessualità infantile), viene proposta una tesi di psicologia evolutiva (Terzo saggio: le trasformazioni della pubertà) sulla base della teoria psicanalitica che individua nell’inconscio un serbatoio vitale di pulsioni e nella “libido” la forza inesauribile che alimenta la vita psichica e fonda l’agire umano (la libido è rappresentata come un torrente in piena: “Altre malattie di questo genere si possono manifestare più tardi, quando la libido non riesce ad ottenere soddisfazione attraverso i canali normali. In entrambi i casi la libido si comporta come un torrente il cui letto principale sia rimasto ostruito. Occupa allora i canali collaterali che possano essere rimasti vuoti”).

Al di là delle critiche che oggi sorgono spontanee leggendo un testo che – non dimentichiamolo – è del 1905, critiche che ovviamente risentono della successiva evoluzione della scienza, del costume e delle teorie sociali, di Freud – e in particolare dei “Tre saggi” – mi colpiscono sia l’originale matrice culturale della scrittura, sia la portata rivoluzionaria e dirompente delle teorie.

Nel primo saggio già si intravedono alcuni temi sociali ed etnici che poi saranno sviluppati in opere successive (“Totem e tabù”, “Il disagio della civiltà”) e che costituiscono la prova della capacità sistematica e delle doti culturali del padre della psicanalisi.
Così avviene nell’analisi del feticismo (“Questi sostituti somigliano veramente ai feticci nei quali i selvaggi credono che i loro dei siano materializzati”), che non trascura riferimenti alla letteratura (“Portami uno scialle dal suo seno una giarrettiera che abbi stretto il suo ginocchio” Goethe, Faust) e alla poesia (“La scelta del feticcio dipende dall’influenza di qualche impressione sessuale, ricevuta di solito nella prima infanzia… on revient toujours à ses premiers amours”).
Parimenti, nella teoria sul sadismo: “Alcuni autori sostengono che questo elemento aggressivo dell’istinto sessuale è in realtà un residuo di desideri cannibaleschi; esso deriva dall’apparato disposto per ottenere il dominio, il quale ha appunto a che fare con l’appagamento dell’altro dei grandi bisogni istintuali, ontogeneticamente più antico, l’assunzione del cibo”.

Nel secondo saggio, Freud distrugge la concezione vittoriana e puritana che postulava nel bambino la totale assenza di una sessualità infantile, con una serie di affermazioni destinate a suscitare scandalo e scalpore (ad esempio, Freud sostiene che “l’enuresi… corrisponde all’emissione notturna”) e nella celebre teorizzazione delle tre fasi dello vita psico-sessuale:
- “la prima è quella orale o, se vogliamo, l’organizzazione sessuale pregenitale cannibalesca”
- “una seconda fase pregenitale è quella dell’organizzazione sadico-anale”
- la terza è quella genitale
nonché con l’individuazione di attività autoerotiche destinate a rivestire un’importanza fondamentale nella vita umana: “l’esistenza di queste sensazioni piacevoli causate dall’eccitazione meccanica del corpo è confermata dal fatto che i bambini amano tanto i giochi di movimento passivo, di cui non si stancano mai come il dondolio e l’essere lanciati in aria… Le vibrazioni della carrozza e più tardi quelle del treno esercitano un tale fascino sui fanciulli che ogni ragazzo prima o poi vuole diventare ferroviere o cocchiere”.
Anche in questo secondo componimento mi affascinano i richiami alla classicità, potentissimi nel loro simbolismo. Su tutti, l’enigma della Sfinge: “La minaccia alle basi dell’esistenza del bambino portata dalla scoperta o dal sospetto dell’arrivo di un altro bambino e la pura, di conseguenza, di non essere più curato e amato, lo rendono pensieroso e perspicace. E questa storia dell’origine della pulsione è in linea col fatto che il primo problema che essa affronta non riguarda la distinzione tra i sessi ma l’enigma della provenienza dei bambini. (Questo, in forma distorta, ma tuttavia facilmente rettificabile, è lo stesso enigma proposto dalla Sfinge Tebana).”

Gli spunti che fornisce Freud sono tantissimi, non soltanto di stampo psicanalitico. Così come moltissime sono le discussioni che i suoi testi suscitano e le chiavi di lettura che si ricavano…

Bruno Elpis

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... testo rigorosamente vietato a chi non abbia interessi psicologici, psicanalitici e filosofici
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