Balcani. Una storia di violenza?
Saggistica
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Balcani terra di contrasti e di violenza?
I Balcani sono un mosaico intrecciato di etnie e religioni. Il libro che abbiamo di fronte si pone una domanda: i Balcani so davvero una terra di sola violenza?
A questa non semplice domanda cerca di dare una rispota l’autore di questo libro. È chiaro che l’autore afforntando il tema della violenza nel suo libro si è posto di fronte ad un argomento ostico e comlesso tenendo conto degli eventi storici che si sono succeduti lungo i secoli in questa area geopolitica, terra di interesse di potenze straniere e corcevia di culture, lingue e religioni diverse tra loro.
Affrontare in modo esaustivo l’argomento dei Balcani è sempre arduo per chiunque non desideri scivolare nella banalità e nella superficialità di certa stampa giornalistica, che si limita a sfornare un eleco di tesi legate a stereotipi politici, religiosi ed etnici.
Nell’ affrontare il tema della violenza l’autore parte dal contrasto tra le città, la campagna e la montagna, elementi geografici tipici del paesaggio balcanico. In sostanza ci si interroga sul ruolo avuto da questi elementi geopgrafici nella storia dei Balcani, dopo di che si passa al legame tra lo stato e la violenza. In breve la questione di fondo affrontata dall’autore e individuare il ruolo avuto dello stato in tutte le sue forme lungo i secoli negli episodi di violenza. Una particolare attenzione viene posta in seguito dall’autore alla dominazione turca nell’area e alle sue ripercussioni presenti ancora oggi. In questo contesto viene inserito dall’autore il problema del banditismo che assume nei Balcani connotati particolari legati anche alla rivolta nazionale contro la dominazione straniera, in paricolare turca, e le milizie. A questo punto si affronta un breve itinerario storico che parte dalle guerre balcaniche e passa attraverso i due conflitti mondiali, dopo di che si viene catapultati in un’altra dimensione, nella quale si affrontano le fughe di massa i stupri, in breve la violezna in ogni sua forma, dunque i crimini di guerra. Alla fine si prende visione delle conseguenze traumatice della violenza in ambito internazionale, dunque giuridico ed a livello del vissuto personale ovvero la questione della menoria condivisa o non condivisa ovvero politica. Alla fine l’autore definisce la violenza scaturita nei Balcani con un aggettivo secondo lui significativo: crudele.
Il libro affronta un argomento di per sé complesso. Le informazioni veicolate sono condensate in tale modo da offrire al lettore solo nozioni basilari dei argomenti trattati, perciò la lattura risulta di difficile compresione per chi non possieda nozioni storiografiche approfondite o almeno adeguate. La lettura dunque in certi punti risulta di difficile compresione nei suoi aspetti particolari. A nostro avviso gli argomenti potevano essere ulteriormente approfonditi dando al lettore quegli elementi stotrici, sociali e etnografici utili per aiutarlo a capire i retroscena degli avvenimenti trattati.
In sostanza un libro da leggere ma solo dopo avere letto un testo più approfondito sulla storia dei Balcani. Per quanto riguarda la lettura il libro si presta ad una lettura scorrevole, che però richiede dal lattore esperto la dovuta attenzione e riflessione.
In conclusione un libro da leggere per potere riflettere sui Balcani.