Saggistica Storia e biografie Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani
 

Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani

Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani

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Nel 1939 l'Italia fascista invadeva l'Albania e di lì, nel 1940, tentava la conquista della Grecia, portata a termine con il soccorso decisivo della Germania. Poi fu la volta della Jugoslavia. Fra 1940 e 1943, l'Italia aveva occupato in tutto o in parte Slovenia, Croazia, Dalmazia, Erzegovina, Montenegro, le isole Ionie, la Grecia. Quando sopravvenne l'armistizio dell'8 settembre 1943, circa il 40 per cento dell'esercito italiano, quasi mezzo milione di uomini, era nei Balcani. Basato su una approfondita ricerca originale, questo volume racconta per la prima volta nel dettaglio, regione per regione, l'intera parabola degli italiani nei Balcani: l'occupazione, la lotta ai partigiani, la crisi dell'otto settembre fra rimpatri caotici, cattura da parte dei tedeschi, collaborazionismo o resistenza (come nel caso di Cefalonia), adesione alla lotta partigiana jugoslava, come fece la divisione Garibaldi, per terminare con le complesse questioni del rientro dei prigionieri in mano jugoslava e della rimozione dei crimini di guerra italiani.



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Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani 2012-01-07 09:03:15 misu
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misu Opinione inserita da misu    07 Gennaio, 2012
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Quale guerra nei Balcani?

Nell’affrontare l’argomento della guerra dei Balcani combattuta durante la seconda guerra mondiale dai militari italiani i due autori si chiedono : che tipo di guerra era stata quella combattuta nei Balcani?
A questa domanda di fondo nel libro sono collegate alcune domande poste dagli autori. Il primo di questi quesiti potrebbe essere questo : perché Mussolini decise di aprire le ostilità nella penisola balcanica? La risposta a questa domanda è strattamente legata ai piani di espansione mussoliniana nel Mediterraneo, perciò l’occupazione dei Balcani diventò per il Duce un passo dovuto. Con il controllo dei Balcani avrebbe ottenuto automaticamente il controllo dei mari Adriatico ed Egeo, anticamere per un espansione in Medio Oriente.
A questo punto i due autori aprono una paranetesi a nostro avviso importante: la posizone di Hitler e la sua politica di espansione a sud. Entrambi i dittatori miravano allo stesso obiettivo : il controllo della penisola balcanica e proprio in qui territori vennero alla luce tutte le contradizoni dell’alleanza italo-germanca. Chi avrebbe prevalso sull’altro?
Gli autori scelgono la tesi di una coabitazione forzata tra i due esrciti di occupazione. Con un liguaggio chiaro ma sintetico sopportato da una valida documentazione storica in pratica offrono al lettore un interpretazione possibile in merito alle ragioni politiche, economiche e strategiche nonché militari che spinsro Mussolini ad intraprendere azioni belliche non concordate con Hitler.
A questo punto i due autori esaminano il regime di occupazione attuato dalle truppe italinane nei Balcani. Le distinte modalità di occupazione attuate in diverse zone dei Balcani assumono una particolare importanza per svariati motivi: il progetto di dominio fascita del territorio, la presenza di forti movimenti partigiani in loco, il ruolo del collaborazionismo locale e i rapporti con l’alleato germanico. Anche qui le tesi esposte dai due autori sono ampiamente documentate. Il lettore attento può avere un’ idea completa della dinamica degli eventi bellici nei Balcani.
Nella prima parte dunque gli autori analizzano i fatti prima del 8 settembre 1943 e cioè l’occupazione italiana dei Balcani, la resistenza e la repressione e l‘8 sttembre 1943. Questa analisi è meticolosa e divisa in modo tale da esaminare tutti i tre aspetti paese per paese ovvero zona di occupazione per zona di occupazione. Questà meticolosità però non rende difficile la lattura.
La seconda parte del libro affronta gli avvenimenti dopo l‘armistizio del settembre 1943. In breve in questa parte gli autori affrontano il destino delle armate italiane lasciate in pratica senza ordini precisi da Roma.
Il lettore può rendersi conto della tragicità degli eventi percorrendo un percorso immaginto dai autori: le trattative con i la Wehrmacht, la resistenza e l’odissea dei soldati e ufficiali italiani coduti nelle amani germanche nonché l’attegiamento assunto nei confronti dei militari italinani da parte dei movimenti partigiani nei vari paesi balcanici. Anche qui gli autori ci danno una possible lettura degli avvenimenti che viene da loro ampiamente documentata.
Nel complesso il testo è ricco di approfondimenti che però sono sempre inerenti all’argomento trattato dagli autori, dunque non sono esagerati e non confondono il lettore, anzi al contario, gli danno quelle informazioni necessarie per poter riflettere autonomamente sul contenuto letto e trarre delle conclusioni personali.
In sostanza si tratta di un testo tipico di divulgazione storica che però spinge alla riflessione ogni lettore interssato all’aromento. iI testo è un buon manuale per gli studenti universitari ma anche per gli altri lettori desiderosi di scoprire il lato oscuro di una guerra combattuta dai soldati italiani nei Balcani per volere di Mussolini e non contrastata dal re Vittorio Emanuale III°.
In conclusione un ottimo libro da leggere con la massima attenzione.

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Si consiglia la lettura di testi sulla seconda guerra mondiale, sul fascismo e sulla storia dei Balcani.
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