Narrativa italiana Racconti Nicovid. Piccoli momenti di buio
 

Nicovid. Piccoli momenti di buio Nicovid. Piccoli momenti di buio

Nicovid. Piccoli momenti di buio

Letteratura italiana

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Uno psichiatra, ormai schiavo dei farmaci che era solito prescrivere, rivive le nevrosi dei suoi pazienti mischiandole con le proprie fobie. Si compone così un mosaico di storie i cui personaggi subiscono continue mutazioni. La dimensione onirica si alterna a momenti di apparente normalità che lasciano intravedere spaccati di un'umanità disorientata e vulnerabile.



Recensione della Redazione QLibri

 
Nicovid. Piccoli momenti di buio 2014-04-08 06:50:59 SuperBob
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SuperBob Opinione inserita da SuperBob    08 Aprile, 2014
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Stati mentali alterati

“Cammino restando appena dietro di loro, se mi avvicino troppo i miei sensi percepiscono una rapida scossa di euforia, un frammento di beatitudine che dura il tempo del percorso fino al cervello, dove c’è un cartello di divieto, una porta chiusa, una combinazione indecifrabile.”
Stati di alterazione mentale, allucinazioni, fasi oniriche, momenti di abbandono e/o di sconforto, menti annebbiate da cocktail di droghe, avventure vissute ai limiti della realtà. In poche parole dei “piccoli momenti di buio”, come recita il sottotitolo della interessante raccolta di racconti dal titolo metaforico “Nicovid”, composti da Miky Marrocco. Intestazione davvero allegorica, poiché l’autore ha creato con essa un nuovo prodotto farmaceutico, al quale fare ricorso in caso di bisogno. O per lo meno è quanto accade al protagonista che fa da catalizzatore all’intero testo, uno psichiatra ormai giunto al limite della follia a causa dei suoi pazienti e come loro reso ormai schiavo delle sostanze che prescriveva. Costui, in condizioni di estremo disagio psichico, compone delle brevi storie “allucinogene”, dove alcuni personaggi fissi si alternano ad altri le cui vicende rasentano la pazzia, soprattutto quella così banalmente quotidiana. Racconti metropolitani, basati su monologhi interiori di individui fuori dal comune, a volte addirittura “borderline”, che riversano le loro angosce in brevi racconti, spesso composti da non più di una pagina. Nevrotici, schizofrenici, ma anche semplici personaggi sfortunati, che vagano alla deriva di una realtà senza alcuna prospettiva futura, dove ogni azione e/o situazione appare loro tanto possibile quanto irrealizzabile. Tutto questo accade nelle squallide periferie della provincia brianzola, coi suoi tetri locali, le serate trascorse fra drink e momenti di noia mortale. Banali circostanze, che improvvisamente si trasformano in situazioni oniriche se non da incubo, nelle quali ogni particolare dell’assurda vicenda sembra implodere all’interno dei racconti, tratteggiati con sagacia da Miky Marrocco grazie ad una scrittura secca, avulsa da qualsiasi fronzolo letterario. Ne risulta una narrazione moderna e fluente, che alterna l'io narrante con la più neutrale terza persona.
Una pregevole riprova stilistica per Miky Marrocco, musicista e scrittore alla sua terza produzione letteraria. Scaturito dal subconscio dell’autore e divenuto, a seguito di alcune riscritture una specie di “romanzo-non-romanzo” dagli aspetti sperimentali, “Nicovid. Piccoli momenti di buio” è così diventato il ritratto agghiacciante di un vissuto quotidiano, dove la nevrosi è ormai una norma e la follia un suo aspetto comune.

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