Narrativa straniera Romanzi Olive, ancora lei
 

Olive, ancora lei Olive, ancora lei

Olive, ancora lei

Letteratura straniera

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Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell'animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l'ha consacrata a eroina letteraria fra le più amate di ogni tempo ed è valsa alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei , Elizabeth Strout riprende il filo da dove l'aveva lasciato e in questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l'estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c'è una vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la complicità e il desiderio raccontati in Travaglio , la rivalsa e la gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre, con la decadenza fisica in Cuore, con la solitudine in Poeta . Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce, succede in Amica, dove l'incontro insperato con l'ultima compagna di strada è insieme un'appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.



Recensione della Redazione QLibri

 
Olive, ancora lei 2020-05-04 07:06:33 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    04 Mag, 2020
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Ancora tu. Ma non dovevamo vederci più?

Ancora lei, Olive Kitteridge. Burbera, spietata, a tratti feroce. Ma anche sincera, vulnerabile, compassionevole. Cosa è cambiato, allora? Cosa aggiunge questo romanzo a quanto già sapevamo sul villaggio di Crosby nel Maine e su questa eccentrica donna, che ci siamo ritrovati in qualche modo ad amare più di dieci anni fa? Il tempo.

Lo sguardo che permea questi racconti è infatti quello di chi è arrivato alla fine del proprio viaggio e inevitabilmente si volta indietro, ai miliardi di albe e tramonti che ci hanno regalato lampi di emozione, ma anche agli errori, ai segreti, alle persone allontanate che ora si vorrebbe poter riavere con sé. E ci si aspetterebbe che, osservato all’indietro, il percorso ci mostri chiaramente il suo senso, plasmato sull’incrollabile verità di ciò che siamo, invece molto di quel che abbiamo vissuto appare infine come qualcosa di accettato, modellato dal caso o dalle circostanze. E ci si sente allora come un pezzo di corteccia a galla sul fiume, in balia dell'acqua, inconsapevolmente in corsa verso la cascata. Oltre la cascata, una solitudine che si colora di paura. Paura di non avere più occasioni o di concedersi di sperare ancora. Di essere traditi dal proprio corpo o dalla propria mente. Di morire.

“E capì che non bisognava mai prenderla alla leggera, la profonda solitudine della gente, che le scelte fatte per arginare quella voragine di buio esigevano molto rispetto”.

È con straordinario rispetto e delicata sensibilità che Elizabeth Strout ci presenta ancora una volta fette di vita quotidiana composte di piccoli gesti, mettendoci di fronte a personaggi sempre in bilico tra l’ordinario e il luminoso, ciascuno con il proprio bagaglio di debolezze, indegnità, rimpianti, ricordi. Senza ergersi a giudice, ma con tenera accoglienza. Ancor più in questo ultimo lavoro, che si avvolge intorno allo stadio della vita forse più fragile e colpito dalla sofferenza. Le pagine si animano di una soffusa malinconia. Le parole appaiono così candidamente limpide e schiette da brillare di poesia. L’emozione del nudo dolore e delle sue inattese consolazioni arriva dritta al cuore. Ricordandoci infine che è proprio nel saper tendere l’orecchio, nel chiedere agli altri qualcosa di sé, nell’empatia, che si può trovare un conforto a quell’abisso che è la solitudine.

“Non ho la minima idea di chi sono stata. Dico sul serio, non ci capisco niente”.

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Olive, ancora lei 2022-03-20 14:58:50 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    20 Marzo, 2022
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Domani chissà

"Possibile ? Era tutto possibile con Olive".

Un po' scorbutica, Olive lo è sempre stata ; però, rispetto al testo di cui è sequel, in questo nuovo libro di E. Strout la vecchia signora mi è parsa più gradevole e maggiormente autocritica. Lei stessa ha la sensazione "di essere diventata una persona un pochino -pochino- migliore" e, pensando al marito defunto, "la fa star male l'idea che Henry non ne abbia avuto alcun vantaggio".
Un altro uomo compare sulla scena, un anziano vedovo; ma lei è comunque consapevole che "non è mai ricominciare da capo (...), è solo andare avanti" .

Il lettore ha pure la sorpresa di incontrare di incontrare nuovamente i fratelli Burgess, in un capitolo-sequel del noto romanzo con essi protagonisti.

Un testo molto bello, sicuramente al di sopra delle mie aspettative. La scrittrice mi pare abbia qui raggiunto un livello di felicità narrativa mai riscontrato nelle tante sue opere precedenti lette.
Vi ho trovato una profondità e una capacità d'indagare nei meandri della vecchiaia notevoli, penso indici anche di una lunga esistenza vissuta 'ad occhi aperti' da parte dell'autrice stessa.
Un romanzo realistico ma non particolarmente pessimista. "Quando si invecchia (...) si diventa invisibili. E' la pura verità. Ed è una liberazione, in un certo senso. (...) E' che non conti più niente, e c'è qualcosa di liberatorio in questo fatto" .

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E. Strout
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Olive, ancora lei 2020-04-26 09:37:25 Barbara
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Opinione inserita da Barbara    26 Aprile, 2020

È tempo di resoconti

Chi ha conosciuto Olive Kitteridge non la troverà molto cambiata in questo secondo libro, se non forse per una nuova e più matura presa di coscienza di sé. Sempre scorbutica ma schietta e sincera, Olive, dopo qualche anno di vedovanza si ritrova nuovamente innamorata. Un amore semplice, consapevole e coraggioso, ora che riesce ad affrontare i fatti della sua vita con maggiore lucidità; un amore utile e necessario, nonostante abbiano poco in comune, se non forse la vedovanza stessa; un amore che è conforto e compagnia. Da sfondo restano le storie di qualche cittadino di Crosby, sempre ricche di spunti di riflessione sulla vita o sui rimpianti, il rapporto col figlio Cristopher e il suo tentativo di costruire amicizie che le vadano a genio, nonostante la sua attitudine alle critica.
Sicuramente da leggere per chi avesse già intrapreso la sua conoscenza, se non altro per accogliere anche questa parte della vita di Olive, e per sentirsi ancora coinvolto nelle chiacchiere e nelle atmosfere degli abitanti di Crosby.

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Le nostre anime di notte, e Trilogia della pianura
di Kent Haruf

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